domenica 2 marzo 2014

Costituzione comitato per l'Agricoltura Familiare

COMITATO ITALIANO PER L’ANNO INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA FAMILIARE (AIAF)

report sulla costituzione del comitato a livello nazionale
e le articolazioni regionali



Da una proposta del CISA (Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare), si è avviata la costituzione del Comitato Italiano per l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare (AIAF), lanciato dall’ONU lo scorso 22 novembre e che si svolge nel 2014. Il Comitato può essere composto da un gruppo di organizzazioni della società civile (agricole, pastori, organizzazioni contadine, ONG, indigeni, pescatori, etc.) che decidono di organizzarsi per promuovere l'AIAF e i suoi obiettivi nel proprio paese, dando priorità e protagonismo alle organizzazioni contadine.

L’agricoltura familiare è così definita dalla FAO: la produzione agricola e forestale, della pesca, dell’acquacoltura e della pastorizia amministrata e gestita da una famiglia e che dipende prevalentemente dal lavoro familiare non stipendiato, sia femminile che maschile. La famiglia e l’azienda agricola si legano, sviluppano e combinano insieme più funzioni (economiche, ambientali, riproduttive, sociali e culturali).


CARATTERISTICHE DELL’ANNO INTERNAZIONALE

Obiettivo: ottenere politiche specifiche a favore del riconoscimento e dello sviluppo dell’agricoltura familiare (la legge deve dare forza a chi sul territorio è una forza)

Guidato dalla società civile:
per l’AIAF i veri protagonisti devono essere i contadini, e dunque le realtà sociali e le altre associazioni locali dovranno mettersi a “servizio” delle realtà agricole.

Il sito di riferimento della campagna della società civile a livello internazionale è www.familyfarmingcampaign.net, mentre quello ufficiale della FAO è
e quello dell’IFAD è http://www.ifad.org/events/iyff/


Livelli di organizzazione e coinvolgimento:
  • Nazionale: comitati nazionali di sostegno all’AIAF
  • Regionale: federazioni agricole presenti a livello continentale
  • Internazionale: comitato consultivo mondiale della società civile


IN OGNI PAESE
Ad oggi esistono comitati nazionali in molti paesi 

IN ITALIA
In Italia ci siamo riuniti tra organizzazioni e movimenti contadini, a partire dal gruppo che ha lanciato già da qualche anno laCampagna popolare per l’agricoltura contadina,   che ha lavorato sulle Linee Guida per una Legge Quadro sulle Agricolture Contadine, e ONG, più impegnate sul versante cooperazione internazionale e sovranità alimentare. Tutti sono uniti dalla necessità di focalizzare l'attenzione sull’agricoltura contadina.

Si fa fatica a far accettare il pluralismo delle agricolture e delle rappresentanze agricole. E’ la piccola agricoltura che fa le spese nel sistema agricolo. La sfida condivisa è far accettare la legittimità della piccola agricoltura come un fattore strutturale importante del sistema agricolo nazionale. La discussione in Italia è nei termini di estromettere la piccola agricoltura dal sistema, considerandola dannosa se non marginale. Abbiamo la necessità di far vivere il confronto con una soggettività forte dei piccoli agricoltori, ed è determinante farla crescere nei prossimi mesi. Concretamente abbiamo stabilito di darci obiettivi non celebrativi; tutte le politiche agricole degli ultimi anni hanno fornito un pezzo minoritario, mentre l’agricoltura mondiale è fatta da gente che non sta beneficiando di politiche agricole.

La proposta di linee guida per la legge quadro sulle agricolture contadine si è vista ampiamente modificata nel trascorso di questi quattro anni: da una base inizialmente focalizzata sulle microaziende e la microvendita è passata a essere una proposta più complessiva, scegliendo di lavorare su percorsi globali di agricoltura. Ovvero lavorare sulla “piccola agricoltura” come modello per raggiungere:

    • La sovranità alimentare: la sovranità alimentare è il terreno principe in cui mettere assieme il lavoro dei contadini con quello dei cittadini, e non è solo un problema dei contadini ma anche dei cittadini, che vogliono sapere da dove arriva il cibo. L’agricoltura familiare è dunque la garanzia per la nostra sovranità alimentare.

    • La sostenibilità: no a qualsiasi agricoltura, ma agricoltura sostenibile, che mette al centro i metodi di produzione alimentare e le impronte ecologiche dei prodotti.

L’agricoltura contadina (concetto che è stato declinato dal termine agricoltura familiare) è il modello più diffuso in Italia (per quanto riguarda i numeri) ma il problema è che nelle politiche europee e italiane il budget destinato alla agricoltura di piccola scala è soltanto un 5% del totale, mentre l’altro 95% va alle grande aziende agricole.
L’obiettivo di questa legge quadro è riconoscere un modello di agricoltura (il modello di agricoltura contadina), legittimarlo e dargli dignità.

COSA è STATO DEFINITO AD OGGI

Si sono svolte alcune riunioni tra il Coordinamento della Campagna popolare e le Associazioni che hanno iniziato ad aderire al Comitato Italiano per l’anno internazionale, a partire da quelle aderenti al CISA.

Obiettivo prioritario:
  • Promuovere nel nostro Paese politiche concrete in favore di sistemi agricoli sostenibili basati sulle unità famigliari; guidare nella pratica, spingere il ruolo delle organizzazioni agricole, di allevatori e pescatori, ed accrescerne la consapevolezza dell'opinione pubblica.

Quindi:

- obiettivi sulla politica nazionale, a tutti i livelli, domandando l'adozione concreta di mezzi e strategie, con relativa allocazione finanziaria
- impegni dell'Italia in ambito europeo e per le politiche di cooperazione allo sviluppo (ruolo delle donne, delle comunità indigene, lotta alla povertà rurale, difesa della sovranità alimentare, lotta al land grabbing, per la libertà di scambio dei semi, intervento sulle politiche di commercio internazionale…)
- rafforzamento della rappresentanza politica delle organizzazioni contadine nel processo di decision making e inclusione nei processi legati alle politiche agrarie
- campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul ruolo decisivo dell'agricoltura famigliare nella produzione sostenibile di cibo e nella conservazione degli ecosistemi e della biodiversità

ENTRANDO PIU’ NEL MERITO DEI VARI AMBITI
IL COMITATO

Le prospettive vanno oltre l’anno internazionale, quindi la decisione è di chiamarci Comitato Italiano per le agricolture contadine.

Per i criteri di adesione, si stabilisce un’adesione “consapevole” e “attiva” in termini di partecipazione (stabilendo dei criteri minimi per l’adesione, che riguardano un impegno di base alla comunicazione sui propri strumenti e l’appoggio operativo ad almeno una delle iniziative che verranno programmate).

La partecipazione è aperta sia a livello di associazioni/organizzazioni che a livello individuale di cittadino; in questo caso le persone saranno invitate ad attivarsi a livello locale, entrando in contatto con quelle realtà partecipanti al comitato che sono nel territorio stesso dell’individuo.

Modalità di lavoro: gli aderenti possono mantenere la propria libertà e indipendenza sul tema, e dunque il lavoro verrà suddiviso secondo disponibilità e capacità di ogni membro del Comitato.

Decisioni operative:
  • Definire il modulo di adesione e un vademecum per la partecipazione
  • Preparare lettere di presentazione da usare nelle varie occasioni


LINEE GUIDA PER UNA LEGGE QUADRO

E’ stato riconosciuto come obiettivo molto pragmatico: lavorare sulle normative a sostegno delle agricolture contadine, con le istituzioni che scrivono le leggi, agendo a tutti i livelli, dal consiglio comunale al parlamentare. A livello regionale è attivo il lavoro in alcune regioni (Piemonte e Toscana) dove sono state presentate pdl sulla semplificazione delle trasformazione dei prodotti nelle piccole aziende. Il concetto portante: i movimenti presentano i contenuti e chiedono ai legislatori di farne la norma. Dopo la presentazione delle Linee Guida alla Camera dei deputati dello scorso 10 ottobre, con 15 parlamentari è in atto uno scambio di riflessioni sulle linee guida per giungere ad un'audizione con le Commissioni agricoltura di Camera e Senato.
Due quindi le linee di azione:
  1. una legge quadro nazionale che riconosca le agricolture contadine, individui le caratteristiche e definisca gli ambiti di intervento;
  2. elaborazione di normative specifiche su singole tematiche (es: accesso alla terra, produzione-trasformazione-vendita dei prodotti, sementi e razze locali, accesso ai mercati, fiscalità, misure di sostegno e Pac)

Le prime decisioni operative:
  1. A livello istituzionale: coinvolgere Ministero e commissioni dei gruppi parlamentari da parte della Campagna Contadina e fomentare la realizzazione d’un incontro tra Camera/Senato e il CIAFC + Campagna Contadina.
    • Comunicare ufficialmente l’istituzione del Comitato al MIPAF e al MAE
    • Prendere contatto con il vicepresidente delle commissioni per preparare l’incontro
    • Confrontarsi e verificare il coinvolgimento delle 3 organizzazioni professionali agricole nazionali
    • Coinvolgere anche la Conferenza Stato Regioni
  1. A livello sociale:
  • Organizzare coordinamenti regionali
  • raccolta firme (che serve per fare pressione politica e anche informare all’opinione pubblica), iniziando con l’appoggio dell’iniziativa di Terra Nuova e organizzazione di discussioni agricole.
  • Sottoscrizione della campagna popolare
  1. A lungo termine è stato proposto di provare a coinvolgere la Conferenza Episcopale e realizzare un meeting direttamente con la Presidenza della Repubblica.


POLICY EUROPEA

A livello di policy anche europea, gli ambiti che abbiamo iniziato ad individuare riguardano le politiche di accesso alla terra, di accesso e distribuzione sementi, il pacchetto d’igiene che sta determinando l’impossibilità di trasformare a livello aziendale, e il ricollegarsi alla decisione FAO su investimenti in agricoltura e invito a sviluppare una visione nazionale sull’agricoltura familiare. Chiave di lettura fondamentale: la solidarietà della rete contadina internazionale.

Si stabiliscono i primi punti di azione:
  • Accreditare ufficialmente alla FAO il Comitato
  • Includere nella Legge quadro sulle agricolture contadine di un punto di riferimento sul ruolo della partecipazione italiana a livello europeo.
  • Favorire lo scambio di esperienze tra le diverse realtà contadine (tramite evento Terra Madre di Slow Food o i “Brussels Development Briefing” tra l’Europa e i paesi ACP, ad esempio).
  • Affrontare la questione sementi a livello internazionale.
  • Organizzare un side-event durante il CFS di ottobre e per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che sarà dedicata all’AIAF
  • Collegarsi con gli altri comitati in Europa


CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE
A livello di campagna di sensibilizzazione, è strategico darci l’obiettivo di intervenire sull’opinione pubblica generale. C’è stato il consenso a sviluppare una campagna di comunicazione unitaria che venga assunta da tutti come riferimento comunicativo per le proprie iniziative.
  • Si è definito il nome del Comitato: Comitato Italiano per l’Agricoltura Familiare e Contadina (CIAFC.)
  • Si è deciso di proseguire nell’utilizzo del logo ufficiale per l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare durante il 2014 e modificarlo nel 2015 per creare un logo proprietà del CIAFC.
  • Cominciare ad agire a livello comunicativo attraverso la creazione di una pagina Facebook/blog.
  • Preparare lettere di presentazione istituzionale e sociale.
  • Mettere in contatto contadini e “mangiatori”/co-produttori (termine che definisce i consumatori) che comincino a lavorare insieme.
  • Sviluppare una sorta di Ufficio Stampa liquido che si occupi della comunicazione.
  • Creare un piccolo kit di documentazione che riepiloghi le informazioni riguardanti il CIAFC.
  • Individuare gli eventi-chiave in cui esserci come Comitato (es: Fa la cosa giusta, in cui è già previsto l’appuntamento il 29 marzo alle 18, a Viterbo il 17 aprile, a Roma nell’ambito del progetto Oltre la crescita il 28 giugno, etc.)
  • Sviluppare iniziative di raccolta fondi

QUINDI:
  • Si costituiscono 3 gruppi di lavoro, ai quali ogni organizzazione è libera di partecipare, potendoci dedicare tempo ed energie, e all’interno dei quali viene stabilito un referente che si impegna nel coordinamento. Ogni gruppo prova a stilare un primo programma entro il 15 marzo, periodo in cui convocheremo una prossima riunione di coordinamento
  • Parte anche la costituzione di coordinamenti regionali: lasciamo libertà a chi ha partecipato fino ad oggi di proporre il coordinamento nella propria regione
  • Viene inviato immediatamente l’accreditamento a FAO e ministeri coinvolti
  • Verifichiamo l’opportunità e la possibilità di redarre una newsletter quindicinale di aggiornamento complessivo

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