Mia nonna era una donna energica e solare, dagli occhi brillanti color ghiaccio. Un tempo era stata una vera matrona, un donnone di più di 100 kg, ma di quel periodo
a me erano rimaste solo le fotografie, che sembravano ritrarre una donna differente da quella che io conoscevo, piccola e smagrita, se non fosse per quella vitalità e quell’attaccamento alla vita che la caratterizzavano.
a me erano rimaste solo le fotografie, che sembravano ritrarre una donna differente da quella che io conoscevo, piccola e smagrita, se non fosse per quella vitalità e quell’attaccamento alla vita che la caratterizzavano.
Come molte delle donne di un tempo, aveva una profonda fede verso la Beata Vergine e non poteva essere altrimenti, visto il nome che le era spettato proprio a lei, tra i 5 fratelli: Maria.
A lei devo i ricordi più dolci legati ai miei primi approcci alla spiritualità: le preghiere della sera recitate assieme, i rosari estivi nei vari cortili del paese, le processioni serali a lume di candela, quando noi bambini giocavamo ad imitare i grandi, dandoci un tono di serietà e profondità che non poteva durare più di pochi minuti.
Mia nonna guidava una Fiat 124 bianca che per me, a quei tempi e forse ancora oggi, era una delle più belle macchine che avessi mai visto perché era pulitissima e ordinatissima, aveva un’autoradio funzionante che ci permetteva di ascoltare le canzoni di Radio Maria anche in macchina e non solo in cucina e soprattutto perché aveva i più spaziosi sedili in ecopelle che avessi mai visto ( e che forse tutt’ora mi è capitato di vedere solo nei taxi “particular” di Havana !).
Ogni tanto con questa astronave a 4 ruote ci concedevamo dei piccoli giretti fino al cimitero di Piumazzo , attraversando una splendida campagna silenziosa, disegnata da innumerevoli curve e semicurve che facevano scoppiare dal ridere me e mia cugina facendoci rotolare da una parte all’altra della 124.
Arrivati all’incrocio prima del ponte, dove svoltando a destra si arriva alla via Emilia e voltando a sinistra si raggiunge il centro di Piumazzo passando davanti al cimitero, c’era e ancora oggi c’è una colonnina in mattoni con una Madonnina al quale qualcuno sempre portava fiori freschi e accendeva un cero in segno di devozione.
Ogni volta in quel punto la nonna era solita ripetere una frase: “ Quando passo per questa via saluto sempre, Ave oh Maria “.
Dopo tanti anni, ancora oggi, mi piace passare per quell’incrocio e ripetere la stessa frase, ripensando alla mia Maria e a quei giorni felici !
Ilaria Sola
(nell’immagine: Nostra Signora di Guadalupe)
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