venerdì 18 ottobre 2013

"Non ci indurre in tentazione..." ma allora chi è il tentatore?


Guido Reni rivisitato



Il quotidiano La Stampa del 17 ottobre 2013 pubblica l’articolo di Alberto Mattioli dal titolo  “Non farci cadere in tentazione” – La Francia cambia il Padre Nostro, di cui al seguente link:
 
 
Scrisse H.P. Blavatsky, co-fondatrice della Società Teosofica:
 
“…”Non indurci in tentazione”  è  l’aspirazione dei cristiani. Chi è dunque il tentatore? Satana? NO, la preghiera non è rivolta a lui.  E’ invece il genio tutelare che indurì il cuore del Faraone, che introdusse lo spirito del male in Saulo, che inviò i messaggeri menzogneri ai profeti ed indusse Davide al peccato: è infine il DIO biblico d’Israele!   
( H.P. Blavatsky . “Iside Svelata – Teologia “ 1875 - – pag. 396-397)

Da  Wikipedia:  “la Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana  del 2008 ha variato la frase “non ci indurre in tentazione“   in     ”e non ci abbandonare alla tentazione” ”.

In un articolo pubblicato dal Corriere della Sera  il 25 maggio 2002 , dal titolo “La tentazione sbagliata”, che si può leggere su internet,  il giornalista  cattolico Vittorio Messori  scriveva che l’abate Jean Carmignac  nel corso di una sua intervista affermò:“E’ intollerabile, è del tutto intollerabile attribuire a Gesù una prospettiva secondo la quale Dio Padre avrebbe, in fondo, la caratteristica del diavolo stesso.
E’  forse anche  per  le affermazioni suindicate che  H.P. Blavatsky viene da alcuni ancor oggi tacciata di essere anticristiana o  ancor peggio?

Ella scrisse nella sua prefazione alla prima edizione del suo libro “La Dottrina Segreta”: “Lo scopo di quest’opera può essere così definito: dimostrare che la Natura non è  “una fortuita combinazione di atomi”  ed assegnare all’uomo il suo giusto posto nello schema dell’Universo; risollevare dalla degradazione le verità arcaiche che sono alla base di ogni religione; scoprire, fino ad un certo punto, la fondamentale unità dalla quale tutte derivano; ed infine dimostrare che il lato occulto della Natura non è mai stato studiato dalla scienza della civiltà moderna.

L’autrice si riterrà soddisfatta anche se ciò sarà raggiunto solo in parte. Quest’opera è scritta per l’umanità, che dovrà giudicarla nelle sue generazioni future, unico tribunale da lei conosciuto. E’ abituata agli insulti; conosce la calunnia quotidiana; deride con silenzioso scherno la diffamazione.  De minimis non curat lex”   -   Londra, ottobre 1888  -   H.P.B.”

Un  caro saluto.   Paola Botta Beltramo

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