sabato 9 marzo 2013

Rete Olistica Adriatica - Reportage della presentazione a cura di Michele Meomartino



Michele Meomartino e Paolo D'Arpini


Caro Paolo D'Arpini, qualche giorno fa mi sollecitavi a scrivere qualcosa sull'evento di presentazione della Rete Olistica Adriatica ed io ti risposi che ero impegnato. Così, rubando un po' di orette al sonno, ho scritto questo reportage. Mi è scappata la mano perché quando entro nella narrazione è difficile uscirne.. A tempo perso dagli un'occhiata, così saprai come l'ho vissuto.
Un abbraccio, Michele Meomartino





Rete Olistica Adriatica

Dopo il positivo esordio della ROA che ha spinto molti a formulare apprezzamenti più che lusinghieri, per non dire eccessivi, tra l’irenico e l’ironico, ecco il mio reportage. Ma prima permettetemi di ringraziarvi tutti/e. Al buon esito della serata hanno concorso tutti o quasi.

A dir il vero, la giornata di Sabato 2 Marzo, non era iniziata bene. Alle 6 di mattina il cielo era grigio e le strade erano bagnate. Verso le 6.45 mi arrivata un sms: “Articolo su Il Centro. Ciao Francesco”. Mi infilo un pantalone, esco di casa e mi reco da Graziano, il mio giornalaio. “Chi s’arved…” è l’incipit dell’occhialuto amico. Acquisto il giornale. In pratica la redazione del noto giornale si è limitata a dare la notizia e a scrivere il testo preparato da Adriana.

A mezza mattinata, arriva l'email di Patrizio: " Sono a Roma per lavoro. Non so se farò in tempo a ritornare. Provvedete ad affiancare Attilio nella conduzione della serata". Maronn! Povero Attilio, lui che mi manifestava le sue perplessità per questo compito che non aveva mai svolto. Tranquillo Attilio, ti preparo il crono - programma che manco un navigatore satellitare sarebbe tanto capace di aiutarti alla guida, pardon, alla conduzione della serata. Su quella traccia, il buon Attilio, da persona diligente qual è, forte di una memoria da elefante, ha saputo condurre la serata con estrema abilità ed equilibrio.

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Alle 16.15 ci rechiamo all'Auditorium. Quasi in contemporanea arrivano Rosaria Rossi, la cui discrezione è pari solo alla sua preziosa operosità, e Bruno Bruglia della Completezza. Cominciamo a sistemare la sala. Prevedendo una certa partecipazione, sistemiamo altre sedie in sala. In totale ben 220 posti a sedere.

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Un po' alla volta arriva tutta la Rete e come i Re Magi portano doni. Manca la mangiatoia e tutto il resto, ma di li a poco ci sarà chi mangia! Poi arriva l'operatore Rai e mi chiede che cosa deve riprendere. Gli consiglio di riprendere tutto, almeno fino a quando rimarrà in sala, e poi in sede di montaggio sarà il giornalista, la redazione a confezionare il pezzo e scegliere le immagini più adatte.

Squilla il cellulare: "Michele, siamo arrivati. Sto con Matteo, Cristina e i bambini. Siamo affianco ad un edificio giallo ocra dove c' è una banca". Gli rispondo: "Marco sei arrivato". E' Marco Ferrante, il teatino di Ripa, l'Alethofilo in terra d'Abruzzo che non di rado frequenta la bella città di Osimo. Ecco Matteo Marchesini il saggio presidente dell'Accademia Alethofili e i bimbi, Elisa e Giacomo, mentre Cristina si attarda in macchina per poi apparire in tutta la sua statuaria bellezza dal fondo della sala. Baci e abbracci.

Ad un certo punto, arriva Francesco Mazza con il suo borsone d'ordinanza. “Che cosa nasconderà al suo interno?” Mi chiedo non senza curiosità. Il buon Francesco, che ha preparato insieme ai markettari il bellissimo logo e poi ha imbastito le slide show, da fotografo professionista, tira fuori tutto l'armamentario. Ammazza che cannocchiali! D'ora in poi, non si muoverà foglia in sala che Francesco non l'abbia immortalata con il suo click.

Intanto, arrivano Patrizia Splendiani, una delle api dell'Associazione l'Alveare e sistema il proiettore e uno dei mariti delle Psiconaute (spero le amiche della bella associazione di psicologi mi perdoneranno per la dimenticanza del nome di uno dei loro consorti) e piazza la telecamera per la registrazione.

Quatto, quatto, tomo, tomo, direbbero a Napoli, arriva Alberto La Morgia, come al solito elegantissimo. A lui l'onore/onere di presentare all'inizio la Rete. Mi avvicino e quasi  mi specchio nel guardare le sue scarpe, tanta è la cura con cui le ha spazzolate! Poi accende un incenso e passeggia su è giù per la sala rivelandoci il suo stato d'animo. Probabilmente il nostro decano sta meditando sul discorso che dovrà fare.

Mentre Alberto è assorto nei suoi pensieri, arriva Patrizia Primiterra. "Michè dove sistemo le campane di cristallo?" Preziose quanto delicate, accuratamente imballate, le campane evocano sonorità antiche, capaci di condurre l’animo a profondità abissali, la cui misura è pari solo all'altezza del suo volo.

Le dico: "Sistemale sotto il telo. Li non dovrebbero dar fastidio e sono protette". Nel frattempo Patrizia concorda con Cristina di unire i loro interventi alla fine della serata. Una scelta che poi si rivelerà particolarmente felice  regalandoci ulteriori vibrazioni.

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Ecco, sono arrivati anche Maria Grazia Lopardi e Biagio Russo, con i rispettivi consorti, Giulio e Nicolina. I due prestigiosi relatori arricchiranno la serata da par loro con due interventi magistrali sulla spiritualità. Interventi dal diverso timbro che ci schiudono universi appena intravisti. Peccato che il tempo non ci abbia concesso ulteriori riflessioni, ma ne riparleremo. Non faccio in tempo a salutarli e ad invitarli a verificare che tutto sia a posto con il proiettore, che arriva Emy, la mia socia negli eventi ludici, a cui avevo chiesto un aiuto per la gestione dell’audio. Intesa collaudata, come ai vecchi tempi. Con Emy basta un cenno per capirsi.

Intanto, sbircio nello stanzone affianco dove abbiamo sistemato il buffet. Quanta grazia di Dio! E che profumi! A chi ha preparato il vettovagliamento, porgo i miei coltelli, dalla parte del manico, s'intende, e consiglio:  "Cominciamo a tagliare a pezzetti rustici e torte, perché l'assalto famelico alla fine non ci darà più tempo e tregua. Meglio preparare tutto prima e chiudere la porta. "Non si sa mai, qualcuno potrebbe avere un travaso di saliva!

"Ma Barbara, dov'è ?" Dico a Franco. "Dovrebbe arrivare a momenti", mi rassicura il prode consorte che si piazza sotto il quadro delle luci. Sarà lui a gestire le luci in sala. Barbara arriverà più tardi e porterà i fogli per la raccolta dei dati personali. E come concordato, si unirà alle altre in segreteria. 

La bella squadra della segreteria tecnica è posizionata all’ingresso dell’auditorium e si alternano un po’ tutte le donne della Rete. Intravedo le due Silvia, Marzoli e D'Orazio, Rosy, Annalisa e Anna Paola. Penso tra me: "Con queste qui, con la loro simpatia e bravura, saranno capaci di intrattenere tutti. Faranno firmare pure i morti!" E poi, con la risata di Anna Paola non c'è bisogno di nessun megafono per richiamare l’attenzione. La sentiranno anche a Piazza Salotto!
Affianco alla segreteria, ci sono i tavoli riservati per il materiale cartaceo promozionale. A presidiarlo Flavia e il duo “cerquettiano”, composto da Enricone e dalla dolce Valentina, la sua sicula fidanzata. La gente passa e chiede, si prende la sua brochure e la rimette in borsa...

Intanto, le prime luci dei lampioni illuminano la strada. E' sera. Le macchine in fila davanti al semaforo e la gente si riversa per strada. Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno infondo perso per i fatti suoi, direbbe Vasco! E’ il primo Sabato di Marzo e si odono i prodromi di una primavera incipiente. Almeno si spera.

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Ritorno in sala, siamo oltre l'orario di inizio. "Alberto, che facciamo? Aspettiamo ancora qualche minuto". Alberto annuisce. Intanto vedo in sala amici e li raggiungo per salutarli. Incrocio Elisabetta che mi dice: "Che fai non mi saluti?" "Certo, mia cara" e le schiocco un bacione. Ma, per la par condicio, non posso esimermi da altri baci, quelli verso Marina, Velia, Patrizia, Emilia,... E dico a me stesso: "Ma tutti questi baci di donne, non mi faranno male?" Nell'incertezza, è meglio abbondare. Il loro ricordo mi terrà compagnia nell’ora della consolazione…

E cosi, salgo fino all'altezza dove staziona Lino e la sua gentile consorte. Il nostro osteopata, già nell'ultimo incontro di coordinamento, aveva annunciato, non senza piglio, l'adesione della moglie alla Rete, impossibilitata a partecipare perché doveva e deve accudire la figlia/o di 6 anni, e come segno di attiva partecipazione ci porta una bella torta. Ma le torte non finiscono qui . E' la volta di quella di Silvana e Franco con tanto di fiocco. Due splendide persone a cui voglio molto bene. Sempre gentili e disponibili. Alla fine della serata ospiteranno a casa loro anche Bruno Bruglia da San Benedetto.

Nel ritornare alla mia postazione incrocio i due Fabio, Ruggeri e Torrieri, Alessandro, Anna De Ninis e il marito, Simona e Silvia, e in ultimo le olistiche massaggiatrici: Rosana e Ivana, le nostre venezuelane, e le autoctone shiatsuche Barbara, Elisa e Antonella.


Meglio il massaggio alla sudamericana o quello in salsa giapponese? Questo è l'arduo dilemma! Quando l'avrò sperimentato, se sarò sopravvissuto, vi dirò..., spero con sommo gaudio!

Ancora un consulto. Questa volta con Marco e Attilio. "Ragà sono le 17.45. Fra poco si parte. Scaldate i motori!". La sala è strapiena e io mi aggiro tra le prime file, mentre Alberto si avvicina con Antonio Masella e Flavia Gioia. "Michè ci siamo anche noi”. Gli rispondo: "Antonio, cercate di venire qualche volta agli incontri di coordinamento." "Si, ma se li organizzate sempre in mezzo alla settimana, io e Flavia saremo sempre impegnati con il nostro lavoro". Se dipendesse da me, della serie "sto con i monaci e zappo l'orto". Quello che decide il gruppo, io mi adeguo, mi verrebbe da dire…

Finalmente alle 17.55 inizia l' avventura. Faccio segno a Franco di spegnere le luci in sala e inizia lo stacco musicale del cantante brasiliano Palco. Dopo 30 secondi, come convenuto, Franco riaccende le luci, Emy sfuma la musica ed ecco apparire Attilio, elegante ma non troppo, in giacca blu, camicia bianca e jeans sportivo che con estrema sicurezza pronuncia le prime parole: “Buona sera a tutti”. E il ghiaccio si frantuma.

L'attesa è vibrante in sala, arrivano gli ultimi ritardatari e si sistemano come possono. Alcuni anche per terra. Ci sono non meno di 250 persone in sala. C'è anche un piccolo cagnolino. Roberta, la padroncina, lo tiene in una borsetta. Si vedono solo il muso e le orecchie appuntite.

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Arriva il primo intervento. E' il turno di Alberto. Poche parole e tono pacato. L' ingegner La Morgia non si perde in chiacchiere, è abituato con i numeri. Conosce l'essenziale, presenta la Rete e il breve cammino che ci ha portato fin li. Dopo il suo intervento è Anna De Nigris ha condurre la prima meditazione. Le sue, sono parole, chiare e dolci, come il miele, di una signora distinta, sempre alla ricerca della Kundalini. Perfino i bambini seguono le sue indicazioni e alla fine tante sono le mani che si alzano a segnalare la presenza di quella brezza vivificante…

E' il momento delle slide show preparate da Francesco. La musica del celebre film "La vita è bella" accompagna la prima parte della proiezione. In quasi 40 slide c'è tutta la Rete. Alla fine un lungo applauso a suggellare quei vibranti istanti.
Si ricomincia con l’intervento di Maria Grazia Lopardi e le sue interessantissime connessioni tra il "suo" Celestino V e papa Ratzinger. Come sempre è un piacere ascoltarla e apprezzare la sua passione oltre che la sua bravura.


Le subentra Biagio Russo, il sumerologo, il ricercatore delle antiche civiltà. Dopo qualche incertezza con il suo telecomando che fa le bizze, ci delizia per oltre un quarto d'ora con la sua cultura. Anche lui ci offre importanti connessioni tra mente, spirito e corpo. Potente l’immagine del nolano nell’ultima slide che chiude il suo intervento.

E infine, il momento, forse, più vibrante con il duo Patrizia - Cristina. Le luci si spengono in sala, non vola una mosca, sullo schermo appaiono delle immagini e qualche didascalia. La voce sottile di Cristina, appena si libera nell’aria, quasi fosse un flauto, e come in una preghiera le sue parole arrivano dritte al cuore.


Poi, i primi lievi tocchi delle campane accarezzate con maestria da Patrizia inondano la sala e tutto diventa magia. Man mano le onde ci avvolgono e ci trasportano laddove finisce la parola e c'è solo l'eco del silenzio...,e la commozione sale.

Si riaccendono le luci, e ancora frastornati da quell’ incanto, si fa fatica a ritornare alla normalità. Poi, finalmente, il respiro ritrova la sua pace. Gli applausi si riversano copiosi in sala e sommergono il mio brevissimo intervento e benché emozionato riesco a fare alcuni doverosi ringraziamenti.

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Finalmente arriva l'onda famelica che si riversa sul buffet. Per fortuna i nostri hanno preparato tutto prima. Rosaria, Fabio, Rosana, Ivana e altri della Rete a gestire il tutto. Il povero Plinio rimane fuori, non se la sente di avvicinarsi al buffet. Si fa fatica a trovare lo spazio tra la folla. Anche perchè qualcuno si è incatenato al tavolo e non c'è verso di spostarlo. A Plinio ci pensa il sottoscritto a porgergli un bicchiere di prosecco. 

Auguri vecchio leone!

Facce sorridenti, piccoli capannelli che cianciano, qua e la, vecchi amici che si ritrovano, foto di circostanza con tanto di posa, note volpi del deserto nella speranza di trovare qualche "gallina", iettatori di professione in abiti chiari per non farsi riconoscere e tanta varia umanità… Ancora baci e abbracci, e io e il prode Franco a smontare la baracca.

Forza su, cominciamo ad uscire. Con voce sicura invito gli ultimi gruppetti che si stavano attardando. La festa è finita, andate in pace, si fa per dire. Con un manipolo di 30 retini ci dirigiamo nella vicina Piccola Pizzeria. Un piccolo contrattempo ci impedisce di cenare subito. Le pizze arriveranno poco più tardi e saranno anche gradite. Così pare. Sono circa le 23.30 quando ci congediamo per i saluti finali. 
Ma non finisce qui.

Passa la Domenica, lunedì mattina, dopo aver contato a casa gli euro, frutto della raccolta di Enrico, ben 200, mi reco da un barista per farmele cambiare in moneta cartacea. Vi risparmio la descrizione della faccia stralunata del barista. Ha pensato alla raccolta delle elemosine di qualche lavavetri al semaforo! Vagli a spiegare che l'abbiamo raccolti durante la presentazione della Rete!

Ritorno all’Auditorium per la consegna delle chiavi, ma prima devo rimettere a posto tutto. Gli accordi stipulati e da me firmati prevedevano la consegna delle sale così come l’avevamo trovate, cioè pulite. E vai di ramazza…, poi è il turno di riportare sedie e tavoli ( quelle che avevamo aggiunto) a loro posto, nell’altra sala. E vai…

Quando finalmente pensavo di aver terminato, uno scrupolo mi suggerisce di ispezionare i bagni. Spengo due luci che erano rimaste accese, tolgo qualche carta finita in un lavello e poi sorpresa finale…, un cesso tappato! Azz!

Qualche Str…, pardon qualche anima pia ci ha voluto fare lo scherzetto finale! “E vabbuon, che vu fa!” Avrebbe detto mia nonna allargando le braccia! Tra me pensavo: “Se avviso gli impiegati della circoscrizione, questi come minimo chiamano l’antispurgo del Comune. Figurati!”

Non perdo tempo, mi arrangio con quello che ho. Vi risparmio i particolari… Dopo mezzora un gorgoglio annuncia l’avvenuto sturamento! Che sudata!


Se penso che Sabato sera, le campane mi avevano fatto spiccare il volo oltre le nubi, il ritorno è stato molto repentino verso il basso, direi rasoterra! Quasi a volermi riconsegnare alla nuda e cruda realtà. 

Ma non si trovava Dio nella cloaca di Parigi, scriveva ne “I Miserabili” Victor Hugo? Certo, aggiungo, lo troverò anche all’inferno, che non esiste, perché da quell’abisso non si può che risalire.

E il nostro Fabrizio, il grande cantautore degli emarginati e delle storie impossibili, non ci ricordava in una delle sue canzoni che: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori ?”. E con questo sommo insegnamento, così lontano dalle nostre esotiche rappresentazioni, miei cari, voi che avete avuto la pazienza di seguirmi fin qui, mi concedo da voi.


Michele Meomartino

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