venerdì 31 agosto 2012

Wigwam Corte Moranda - Programmi autunnali 2012 a Cologna Veneta (Vr)

Il fiore dell'anima - Dipinto di Franco Farina

Carissimi soci, amici e simpatizzanti. Vi invio una Programmazione della ns. Associazione che ,con alcuni soci,abbiamo programmato per i prossimi mesi di Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre 2012, con preghiera che possiate promuoverla.

MESE DI SETTEMBRE: domenica 2 Settembre dalle ore 9,30 alle ore 19,00: ORGIANO IN PIAZZA.

Saremo presenti per promuovere la ns Associazione www.wigwam.it e naturalmente i soci che vi partecipano: domenica 23 o 30 settembre sul Lago di Orta nell'isola di S. Giulio...da alcuni anni riceviamo l'invito della ns socia wigwam Maria Adduci, nonchè socia fidapina della sezione di Verona di andare nell'isola per i Concerti di Settembre....quest'anno avremo deciso di partecipare, magari un gruppetto,perciò chi lo desidera è pregato di mettersi in contatto con Marisa al 335 6873732 marisasaggiotto@hotmail.com entro e non oltre il giorno 6 settembre.


Il programma è già nelle mani della Presidente FIDAPA di Legnago e Basso Veronese.
Le modalità del viaggio saranno date in seguito e dipendono dal numero dei partecipanti.

MESE DI OTTOBRE :domenica 14 Ottobre...ore 12.30 INCONTRO CON L'AUTORE GIANNI STORARI. Anche le patate hanno un'anima ...è il titolo del libro che presenteremo
a Corte Moranda per festeggiare la ...patata...prodotto della ns. terra di Cologna Veneta... con degustazioni degne di una ...regina dei campi ...colognesi...

MESE DI NOVEMBRE :domenica 18 Novembre...ore 12.30 INCONTRO CON L'AUTORE : GIANNI STORARI La polenta è un relitto?.... è il titolo del libro che presenteremo a Corte Moranda per festeggiare la "Regina"polenta, un altro importante prodotto della ns terra,così amata da non mancare mai sull ns. tavole; perciò avremo modo di gustarla in compagnia di piatti tipici della civiltà contadina.

MESE DI DICEMBRE: domenica 09 dicembre ...ore 12,30 INCONTRO CON L'AUTORE: GIANNI STORARI Sapore di pane....è il titolo del libro che presenteremo a Corte Moranda per festeggiare il "Re" pane,importante alimento derivato dalle bionde spighe dei ns. campi, che tutti gli anni a giugno viene mietuto in abbondanza nel ns. territorio, a Cologna Veneta.

NOTA . Comunichiamo inoltre che anche quest'anno si potranno frequentare le serate dedicate a
-alle canzoni e danze popolari,(venerdì sera)
-al ballo liscio(giovedì sera)
-a incontri di yoga e meditazione(lunedì sera)
-all'orto sinergico, ortoterapia (sabato mattina o pomeriggio)
-all'uso del computer (mercoledì sera)
-all'arte della cucina....(programmato un corso sulla manipolazione degli alimenti...) (da definire)
-alla lettura di brani di autori famosi...(in programma Virgilio...che bene si presta all'ambiente agreste....(sabato sera)

ORARI E DATE saranno a disposizione subito dopo le Vs. risposte, che mi auguro.

Il tutto meravigliosamente proposto dai soci sostenitori delle attività e da chi a tale mondo vuol partecipare...si tratta di un mondo particolare ...il MONDO WIGWAM ...che ha come scopi la SOLIDARIETA' e LA SOSTENIBILITA'...a contatto con un mondo NATURALE...come è quello appunto del ns territorio colognese...
Coraggio allora venite e partecipate...perchè senza partecipazione...non si va da nessuna parte.....
A presto e grazie

Marisa Saggiotto

Presidente
Wigwam Circolo di Campagna
Corte Moranda
Via Casino
37044 Cologna Veneta-Vr-
335 6873732
marisasaggiotto@hotmail.com
www.wigwam.it

mercoledì 29 agosto 2012

Associazione Diritti dei Pedoni e l'ultimo saluto a Italo Insolera

Dipinto di Franco Farina

Alla commemorazione del 28.8.2012 dell’Arch. Prof. Italo Insolera – che si è svolta in Roma, nel Palazzo Massimo, largo di villa Peretti 1 – non poteva mancare il saluto dell’Associazione Diritti dei Pedoni-ADP che lo ha avuto nell’ADP ed, ininterrottamente, accanto con le idee, la passione, l’azione e, principalmente, con la sua grandissima esperienza di urbanista, di intellettuale, di docente e di autore di libri.

Nel breve saluto dell'ADP, Vito De Russis, ha ricordato che Italo Insolera sosteneva la pedonalizzazione delle città (“a misura delle persone e non delle auto”) e la voleva realizzare nella sua Roma, così come era avvenuto nel 1965 a Siena, prima città UE (area pedonalizzata ampliata nel 1972). Sosteneva la mobilità col TPL su ferro, il TRAM. Gli abbiamo dato la notizia che, dopo 7 anni, ieri, lunedì 27, è tornato il tram sulla linea 3. Gli abbiamo ricordato quel gennaio del 1994 - dopo ben 9 anni di “non contatti” con gli amministratori capitolini – quando uno dei suoi affezionati ex-studenti (diventato assessore alla mobilità e vice sindaco di Roma) gli chiese un parere sui provvedimenti da prendere a breve, medio e lungo periodo. Italo, rispondesti immediatamente consigliando di lavorare sul Tram; e, nell’azione a breve, rappresentasti la grande “T” costruita con i binari del tram che da Stazione Termini vanno a S. Pietro per via Nazionale, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele con la diramazione dall’Argentina a Casalotti. Non l’hai vista realizzata, ma sei vissuto con la visione di quei tram su via Nazionale, su CVE, su viale Trastevere, mentre attraversano la Tua Monteverde, mentre trasportano masse di turisti a S. Pietro.

Una grande “T” in rete (a piazza Risorgimento, a Termini, a Trastevere). Non Ti abbiamo ricordato la grande battaglia contro il parcheggio sotterraneo a Ripetta: che lotta! e, alla fine, come eravamo tutti felici per lo scampato pericolo. Ma non potevamo tacere sulla Tua amarezza e sofferenza nel vivere nella città di Roma, nella Roma che hai molto amata (sei stato l’autore del primo libro sulla storia urbanistica della "Città Eterna", dal 1811 al 2011) e che vive, da tanti anni, l“emergenza da traffico e mobilità”.

Quella Tua sofferenza, quella Tua amarezza e malessere sono la nostra sofferenza, la nostra amarezza e il nostro malessere.

Ci mancherai molto, Italo Insolera, paladino dei nostri bisogni.

Associazione Diritti dei Pedoni
Vito De Russis

Ivan Illich. La rinascita dell'uomo epimeteico.... a Senigallia il 2 settembre 2012




Ivan Illich. La rinascita dell'uomo epimeteico

Secondo seminario di studi illichiani - Senigallia, 2 settembre 2012, a cura di Giovanna Morelli, Alberto Pancotti


Interverranno
Massimo Angelini, Adalberto Arrigoni, Nicola Labanca, Dino Maggio, Salvatore Panu, Marco Salotti, Andrea Sciffo, Andrea Sedini, Marco Sicco...

Ricorre quest'anno il decennale della morte di Ivan Illich.
Incontri, manifestazioni, celebrazioni sono previsti in vari centri italiani e non. Invitiamo a Senigallia quanti, studiosi e appassionati del pensiero di Ivan Illich, abbiano desiderio di ricordarlo attraverso la presenza reciproca, creando collegamenti di ricerca e compartecipazione di iniziative.

In questa occasione
proponiamo un tema da sviluppare e riprendere eventualmente in una fase successiva (settembre 2013), un tema a cui Illich ha dedicato alcuni scritti di stupefacente lungimiranza, ma sul quale le riflessioni, soprattutto in Italia, sono state a dir poco carenti. Si tratta del superamento, a noi contemporaneo, della tradizionale forma mentis che aveva e ha come referente fondamentale la cultura del testo: quel tessuto di categorie che, nel corso di un intero millennio « ha formato lo spazio mentale dei laici 'analfabeti' non meno di quello dei chierici 'alfabetizzati'». A ciò è subentrata, secondo Illich, una forma mentis che riconosce la sua metafora elettiva nel computer e nell'ideologia della «comunicazione», portata al suo massimo dai mezzi elettronici e circondata da una pacifica accettazione generale.

I lavori si svolgeranno nel casale sito in Strada della Passera 201 a Senigallia
lo stesso luogo del seminario 2010; inizieranno, indicativamente, alle ore 9 e si protrarranno fino alle 17


Alcuni riferimenti bibliografici
Nello specchio del passato (Red edizioni, 1992):
- Invito a una ricerca sull'alfabetizzazione laica
- Mnemosine: lo stampo della memoria
- L'alfabetizzazione informatica e il sogno cibernetico
Anche in Nella vigna del testo (Raffaello Cortina, 1994) sono rinvenibili importanti spunti di riflessione.
Di utile consultazione introduttiva: Presi nella rete , di Raffaele Simone (Garzanti, 2012) che, in parte, si interroga sullo stesso tema.

Reteivanillich@lists.contaminati.net

lunedì 27 agosto 2012

Andrea Zanoni: "Necessario il blocco della stagione venatoria 2012/2013"



Necessario il blocco della stagione venatoria 2012/2013 causa siccità


La grave siccità che ha colpito l’Italia da metà primavera e per tutta l’estate, ha compromesso la sopravvivenza della fauna selvatica, ormai messa a dura prova dalla lunga mancanza di acqua, ma anche di cibo.

A dirlo è un parere autorevole rilasciato dall’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – con il quale è stata messa in luce come la grave crisi idrica di questo periodo, che oramai dura da più di una stagione, ha messo in pericolo gli animali appartenenti alla fauna selvatica.

Infatti, il parere spiega che la mancanza di precipitazioni e le temperature assai elevate minacciano lo stato fisico degli individui, appartenenti alle specie selvatiche dei mammiferi e degli uccelli, sottoposti ad un enorme stress fisico.

Cosicché, la situazione che si è creata ha avuto, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie. Inoltre, il maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche, ridotte e fortemente disperse, ha ridotto il successo riproduttivo e aumentato la mortalità di giovani e adulti, in quanto maggiormente esposti al rischio di contrarre malattie e di essere predati. Alla siccità si aggiunge poi l’estrema difficoltà di alimentarsi, che perdurerà anche nei prossimi mesi perché in natura non sono venute a maturazione bacche, frutta e semi indispensabili per superare l'autunno e i mesi invernali.

L’ISPRA ha dunque concluso per la necessità di limitare l’attività venatoria, se non bloccarla totalmente per il 2012/2013, proprio per la condizione climatica esistente, con l’immediata sospensione delle attività ad essa connesse, come l’addestramento dei cani già iniziato lo scorso 19 agosto in pieno periodo riproduttivo, e con la revoca dell’anticipazione dell’apertura venatoria.

“Ho scritto anche al Presidente del Consiglio Monti e a Clini, Ministro dell’Ambiente, sottoponendo loro il parere che ho ricevuto dall’ISPRA” dice Andrea Zanoni “Le valutazioni scientifiche dell’Istituto Nazionale non possono passare inosservate”.

“È necessario bloccare la stagione venatoria che sta per cominciare per preservare la fauna selvatica, messa a dura prova da questa calamità naturale.

Se a ciò si aggiungono i ricorrenti incendi verificatisi ultimamente, proprio a causa della siccità, si comprende come gli animali selvatici siano già stati vittima di uno sterminio che non può protrarsi ancora.

La diversità biologica del territorio va tutelata e non devono essere fatti gli interessi della solita minoranza, i cacciatori, come sta facendo la Regione Veneto che invece di agire ha interpellato sulla siccità le province notoriamente sensibili solo alle istanze delle doppiette.

Va aggiunto che le ultime piogge e quelle che verranno non sposteranno di un millimetro la questione perché è evidente che il problema della mancanza di cibo come semi, bacche e frutta, la mancata riproduzione di molte specie e la loro elevata mortalità e distruzione, nonché la sparizione di molti habitat perdureranno per tutto l'inverno.

La Direttiva Uccelli, la 147/2009/CE, consente la caccia solo se non compromette la consistenza faunistica delle specie selvatiche, perciò ho ricordato a Clini e a Monti che, se non vogliamo incorrere nelle sanzioni europee per la violazione delle norme dell'UE, si devono prendere immediati provvedimenti come il blocco totale della caccia”.



Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

Email stampa@andreazanoni.it

domenica 26 agosto 2012

Peppe Sini: "Commemorazione per dom Helder Camara, vescovo non-violento"



Il 27 agosto 1999 moriva a Recife in Brasile dom Helder Camara, il vescovo eroico difensore dei diritti umani e del mondo vivente, una delle piu' grandi figure della nonviolenza.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con un incontro di lettura e commento di alcuni suoi scritti.

Dalle parole come dai gesti, dalla riflessione come dalla vita di Helder Camara una luce e un invito generosi e ineludibili vengono ad ogni persona di retto sentire e di volonta' buona: l'esempio e l'appello alla dignita' umana, al bene che agisce; la chiamata alla lotta in difesa e per la liberazione degli umiliati e offesi, degli sfruttati ed oppressi; l'impegno a difendere la biosfera casa comune dell'intera umanita'; la scelta della verita' che salva le vite.

La nonviolenza in cammino, aperta ed empatica, femminista ed ecologista, socialista e libertaria, responsabile e solidale, sollecita del bene e del vero, nella testimonianza limpida e salda di Helder Camara riconosce una fonte di ispirazione, una incarnazione verace, ferace una seminagione.

Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo ancora, ed alla sua lezione invitiamo ad accostarsi, e a restare fedeli.

*

Helder Camara, nato a Fortaleza il 7 febbraio 1909, scomparso a Recife il 27 agosto 1999, arcivescovo di Recife nel nordeste brasiliano, straordinario difensore dei diritti umani, e' stato una delle voci piu' autorevoli del sud del mondo e della nonviolenza in cammino.

Tra le opere di Helder Camara: Chi sono io?, Cittadella, Assisi 1979; Fame e sete di pace con giustizia, Massimo, Milano 1974; Il deserto e' fecondo, Cittadella, Assisi 1982; Il vangelo con dom Helder, Cittadella, Assisi 1985, 1988; Il vangelo di dom Helder Camara, San Paolo, 2011; Interrogativi per vivere, Cittadella, Assisi 1985; Mille ragioni per vivere, Cittadella, Assisi 2000; Roma, due del mattino, San Paolo, 2011; Spirale di violenza, Massimo, Milano 1977; Violenza dei pacifici, Massimo, Milano 1973, 1977.

Tra le opere su Helder Camara: Jean Toulat, Dom Helder Camara, Cittadella, Assisi 1990.

Peppe Sini - Azione Non Violenta
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Scrive Camillo Coppola citando Don Milani su Menenio Agrippa

Don Chisciotte

Allo apologo di Agrippa, do​n MILANI risponde

A una parità culturale così intesa si può ben portare i poveri senza che per questo si avveri la catastrofe prevista nell'infame apologo di Menenio Agrippa. Non si tratta infatti di fare di ogni operaio un ingegnere e ogni ingegnere un operaio. Ma solo di far sì che l'essere ingegnere non implichi automaticamente anche l'essere più uomo.

Ma il classismo della scuola del prete non deve limitarsi al contrasto delle due classi tradizionali.

Entro la classe dei poveri c'è ancora modo di far dell'altro classismo ancora: per esempio innalzare i montanari a scapito dei campagnoli, i campagnoli a scapito dei cittadini, i contadini a scapito degli operai. E di nuovo in ognuna di queste sottoclassi. innalzare i meno dotati intellettualmente a scapito dei «geni».
Un'anziana nobildonna fiorentina, che venne a sapere che a S. Donato i ragazzi avevano studiato a lungo l'Apologia di Socrate e che ne erano rimasti enormemente compresi, domandava: «Ma come? Dei giovani contadini possono intendere l'Apologia?».
Quando lo raccontai ai ragazzi scoppiarono in una risata cordiale: «Come? Una marchesa può intendere l'Apologia?».

Un'ispettrice scolastica che aveva potuto constatare e ammirare il modo e i frutti della nostra scuola, mi fece poi in disparte con convinta serietà questa domanda: «Ma lei non teme di farne poi degli spostati?».

È una donna d'altovalore. Tra quelli che ho conosciuto in quella carica era l'unica persona di valore. Eppure la sua educazione le impediva come una cappa d'ovatta di accorgersi che gli «spostati» non son quelli che scodella la scuola, ma quelli che scodella questo mondo spostato davvero che manda a votare cittadini sovrani che non intendono un giornale e che per l'80% ignorano quali partiti siano al governo.

Queste due donne sono rappresentanti di una società che ha fatto sempre della cultura un privilegio di casta e che solo ora va allargando le proprie anguste prospettive fino a proporre di farne in futuro un privilegio da estendere anche a elementi di classi inferiori, ma personalmente dotati. [...]

Si cerca l'efficacia prima che la giustizia. Il progresso della scienza e il benessere di tutti prima di aver assicurato a ogni singolo la dignità d'uomo.

E domani, quando avranno strappato dalla classe dei poveri alcune decine di migliaia di individui scelti tra i migliori e li avranno trapiantati nell'orto chiuso del privilegio per arricchirlo ancora di nuovi fiori, impoverendo ulteriormente con quest'atto stesso la classe dei tagliati fuori, cioè scavando ancora più fondo e più largo il fossato del dislivello culturale, quel giorno diranno che la D.C. ha fatto un'opera d'alto significato sociale.

Ma noi preti non possiamo ragionare così (e neanche lo dovrebbe fare un partito che si fregia del nome di cristiano).

Queste son cose da lasciarsi fare ai nazisti, ai sovietici, agli americani, a tutti quelli che vivono per l'efficacia e che nell'efficacia dei loro atti pongono l'unica ragione di vita.

Non noi che abbiamo per unica ragione di vita quella di contentare il Signore e di mostrargli d'aver capito che ogni anima è un universo di dignità infinita.
«Borse di studio ai deficienti e un branco di pecore da badare ai più dotati! » ecco uno slogan che sarebbe degno di un partito cristiano e mostrerebbe che tra i cristiani e il mondo c'è poche parentele.

Ma se un partito che tenesse per statuto il «Magnificat» è irrealizzabile, resta al prete la possibilità di far lui scuola con questo classismo ferreo. Un «classismo» da far paura al più ortodosso dei comunisti.

http://www.qualevita.it/don%20milani.html

sabato 25 agosto 2012

Lo spread va a 500 e la fornero va in bikini... cose del buon governo del monti mario (delle banche)

Attenti a quei due....


Gentilissimo Paolo D'Arpini,

due grandi sindacalisti americani ammazzati in America (vedi articolo: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2012/08/nicola-sacco-e-bartolomeo-vanzetti.html) non sono nulla a confronto col omicidio di Bob Kennedy nel 1968 dopo aver pronunciato il discorso agli Americani “volete che i Vostri figli crescano con la violenza delle immagini televisive? Volete che l'aridità del PIL uccida il lavoro? Volete che si fabbricano armi per uccidere?

Oggi il presidente Barach Obma con la politica sociale alla categorie più deboli sembra riportare agli asti ideologici dei soliti pochi al conflitto federale nord contro il sud.

Ma l'Americano medio ha una grande cultura biblica, quai a chi tradisce la sua buona fede e sull'elezione a Presidente, vincerà nuovamente OBAMA.

Mentre da noi dopo che Monti ha sistemato la legge sui licenziamenti per dare indicazioni anche più precise sui tagli a risparmio e dopo aver portato in Europa lo spread obbligazionario sulla soglia dei 500 punti quando prima era 120, e dopo aver aumentato la benzina a 2 Euro per pagare oltre gli stipendi pubblici soprattutto alti stipendi e pensioni al INPS, Ha così aumentato automaticamente l'inflazione a chi non ce la faceva arrivare alla fine del mese per la sua Ministra fornera a piangere di non poter aumentare le pensioni sino a 1500 euro comprese quelle da 525 a 100 euro.

Ma oggi l'abbiamo vista su un settimanale in BIKINI con i piedi a un metro dalla spiaggia preoccupata nel osservare i sassi sul fondale e timorosa di avanzare con affianco un uomo anziano coi capelli bianchi e a lato la foto di una imbarcazione di lusso.

Morale: l'imbarcazione non si sa di chi sia riporta, amici. La timorosità, la voglia di tornare indietro nel tempo. L'uomo a fianco che sembrava Monti a dirgli: Dai buttati a mare che a maggio ci sposiamo in chiesa perchè al parlamento mi fanno presidente della Repubblica e vivremo felici e contenti per altri 80 anni al governo con tutti i nostri amici, figli e parenti.

Come l'ha vista mio nonno sul letto di casa, perchè non cè posto in ospedale, per la pensione bassa...

venerdì 24 agosto 2012

Nella nostra galassia miliardi i pianeti in grado di ospitare forme di vita

Affresco di Carlo Monopoli

Quante potrebbero essere le civiltà sparse nell'Universo? Nonostante la mancanza- totale, fino ad oggi- di prove oggettive che ne dimostrino l'effettiva esistenza, la scienza si interroga comunque sull'eventualità di trovarci, un giorno, faccia a faccia con Esseri di altri mondi. Ma statisticamente parlando, con quali probabilità?

Alla domanda, ha risposto l'astronomo Frank Drake, che già nel 1961 elaborò una formula matematica per stabilire se e quante civiltà extraterrestri potessero svilupparsi nella galassia.

L'equazione, passata alla storia con il suo nome, prevede molte variabili, quasi tutte solo stimabili e non dimostrabili, come il numero delle galassie o delle stelle esistenti. Cambiare il valore di una, ovviamente, modifica radicalmente il risultato finale.

In base alle previsioni di Drake, esso è davvero impressionante: possono esistere 375 miliardi di pianeti abitati nella sola Via Lattea- la nostra galassia- e tutti con forme di vita intelligente. Se anche una piccola parte di esse fosse in grado di comunicare nello spazio, ne risulterebbero milioni di società evolute in potenziale contatto le une con le altre. A livello cosmico, il numero arriverebbe quasi a 3 miliardi di miliardi...

Nel corso degli anni, le stime di Frank Drake sono state riviste al ribasso, anche in virtù delle maggiori conoscenze sul cosmo acquisite in questi ultimi decenni. Ma pur con la visione più scetticapossibile e mantenendo i piedi ben ancorati a terra, le cifre che emergono sono da capogiro: lassù, ci sarebbe un gran bel traffico...

I meno propensi a vedere E.T. in ogni angolo partono infatti dalla considerazione che meno del 40 per cento delle stelle della nostra galassia possa far parte di un sistema solare.

Un calcolo approssimativo verso il basso, perché- al momento- i nostri telescopi sono in grado di scovare solopianeti grandi almeno quanto il nostro: quindi, a rigor di logica, tutti gli astri potrebbero essere circondati da mondi alieni più piccoli. In ogni caso, la stima del 34 per cento di stelle dotate di pianeti porta a valutare - nella sola Via Lattea- circa 2 miliardi di gemelli della Terra.

Drake sosteneva che tutti i pianeti abitabili fossero abitati. Ora invece si tende a pensare che solo un13-15 per cento lo siano: i meccanismi che presiedono alla vita sono complessi e delicati. Ma una volta che si forma, quale percentuale evolverà in vita intelligente? Gli scettici la ritengono un'eventualità eccezionale: guardando alla Terra, solo una specie-quella umana- ha sviluppatoabilità cognitive.

Altri scienziati, invece, ritengono che l'intelligenza sia una tappa inevitabile nel corso dell'evoluzione. Quindi, con una sana via di mezzo, si ipotizza che circa il 50 per cento di queste entità biologiche nate e cresciute su mondi alieni possa essere in grado di creare, costruire, pensare... In numeri, ciò corrisponde a 1 milione di potenziali civiltà extraterrestri. E solo attorno a noi.

Ma di queste, quante sono arrivate ad un grado di sviluppo tecnologico tale da riuscire a comunicare attraverso lo spazio? Nella peggiore delle ipotesi, solo un 10 per cento. I numeri si assottigliano ancora di più, se pensiamo a civiltà distanti anni luce, i cui messaggi possono giungere ai nostri strumenti ora, molto tempo dopo la loro stessa scomparsa. Aumentando o riducendo queste variabili, si arriva agli ipotetici popoli alieni che in questo istante stanno cercando di comunicare: da un minimo di 1 a poche decine. Nulla di che, penserete...

E invece no. Moltiplicando questo numero irrisorio per le galassie che formano l'universo, si torna ancora ad una stima spaventosa: centinaia di miliardi di civiltà possibili, evolute almeno quanto noi, se non di più. Tutte lì, tra quei puntini luminosi che osserviamo distratti in una notte di cielo stellato.

Sabrina Pieragostini


www.extremamente.it

giovedì 23 agosto 2012

Celebrazione della Luna Blu, con il Circolo Vegetariano VV.TT. in trasferta a Capracotta

Paolo D'Arpini con Antonio D'Andrea


Testimonianze storiche


Fatalità volle che dopo tanti anni durante i quali Antonio D’Andrea mi ha invitato a visitarlo a Capracotta, finalmente, per merito della mia compagna Caterina Regazzi e del libro galeotto del nostro amore (Vita senza tempo, edizioni Vivere Altrimenti), sarò nella cittadina molisana. La cosa avviene in un momento estremamente auspicioso, sotto il disco blu della Luna Blu, la seconda luna piena del mese di agosto, che brilla in cielo esattamente il 31 di questo mese.

La Luna Blu, nel 2012, infatti cade il 31 agosto. Quest’anno possiamo ammirare 13 Lune Piene. La tredicesima Luna Piena si chiama Luna Blu. Si ha la Luna Blu quando in uno stesso mese solare troviamo due plenilunii. La prossima Luna Blu potrà essere ammirata tra luglio e agosto del 2015. La Luna Blu viene considerata messaggera di sorprese, buone notizie e grandi gioie. Fondamentale per superare i conflitti e ottenere l’IMPOSSIBILE. La Luna Blu proprio per la sua rarità ha un’energia molto intensa e concentrata

Fatalità, ancora fatalità, esattamente 18 anni fa a Calcata, nello stesso periodo, compivamo il rito del primo festival nazionale del Movimento Uomini Casalinghi, mentre quest’anno il 31 agosto arriviamo a Capracotta, dove l’indomani presentiamo Vita senza Tempo sulla scalinata Falconi, accompagnati dal suono dell’arpa… (vedi programma: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2012/08/15/capracotta-aspettaci-arriviamo-on-stage-il-1-settembre-2012-vita-senza-tempo-sulla-scalinata-falconi/)…. più sorprese di così…

Leggete dabbasso cosa scriveva Antonello Palieri dell’ADNkronos sul primo festival degli uomini casalinghi da noi organizzato a Calcata nel 1994:

Roma, 1 set. 1994 – (Adnkronos) – Il momento e’ giunto. Il ”Movimento uomini casalinghi” tenta di realizzare una fondazione e di definire una strategia sindacale per tutelare la categoria. Luogo, il centro antico di Calcata (Viterbo), sopravvissuto agli ordini di demolizione del ministero dei Lavori pubblici e infine diventato sede permanente di una comunita’ di artisti, ecologisti, vegetariani e liberi pensatori. L’appuntamento -anche per i non addetti ai lavori- e’ in piazza Roma 22, nel centro storico di Calcata.

L’incontro era stato programmato come ”Primo congresso nazionale dei casalinghi – maritati e scapoli che si dedicano per scelta o per necessita’ alla cure domestiche”, poi si e’ preferito un festival. Gli artisti di Calcata sono riusciti infatti a imporre un loro modello contro ”ogni tentazione politico-burocratica.”

In apertura del Festival, Antonio D’Andrea, fondatore del Movimento uomini casalinghi, e Paolo D’Arpini, presidente del Circolo vegeteriano VV.TT., presenteranno un’edizione speciale del ”Bullettin-Calcata” dedicata alla ’storica rivendicazione’.

Sara’ poi inaugurata la mostra ”Il cavalluccio marino: quando e’ lui a rimanere incinta: 25 pannelli sul ruolo materno dei maschi”. Saranno anche proiettate diapositive sulle ”pratiche conviviali degli uomini casalinghi” e sara’ ”analizzato il testo ‘Vivere con cura’ di Emanuela Rodriguez”. Infine sara’ discussa la proposta di aprire a Calcata ”una comunita’ per uomini di casa”. (segue)

Paolo D’Arpini

Un po' di catastrofismo, con questo caldo, non guasta!



Un po' di catastrofismo, con questo caldo, non guasta!

Fonti attendibili danno per scontato che la guerra ci sarà... Se non sarà la guerra allora sarà il crollo del sistema economico corrente. Per altro i grossi finanzieri tipo Soros stanno facendo incetta di oro e preziosi mentre vendono azioni e pezzi di carta. Avevamo già proposto vari articoli sul come affrontare la situazione veniente ma credo sia il caso di riproporne uno, il più recente, che ha scritto appositamente per noi l'amico ed analista politico Giorgio Quarantotto: “...la guerra per il controllo del Medio oriente c’è ed e va avanti e nei piani si prevede che la Siria deve cadere e poi deve cadere l’Iran. Dato che in Siria c’è una base militare Russa che gli da accesso al Mediterraneo; i Russi non la vogliono perdere questa postazione e sono pronti ad entrare in guerra, cosi come fu con la seconda guerra in Ossezia del Sud . Solo che in questo caso la guerra sarà molto più rilevante e devastante e ci coinvolgerà. Molti di noi vegetariani avranno sentito sanno parlare della crisi...” - Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2012/08/18/prepariamoci-alla-sopravvivenza-bruta-in-arrivo-il-blackout-energetico-entro-la-fine-del-2012/

Situazione veniente, prepariamoci praticamente – Scrive Alex Focus: “Ritengo che, oltre a fare qualche provvista alimentare, ci si debba attrezzare con armi bianche: coltellacci pesanti da poter montare, eventualmente, anche su aste a mo' di lancia) martelli o mazzole, catene, fionde e biglie (di metallo ma anche di vetro o sassolini), forconi, manici di zappa o di badile, etc. Ma, soprattutto, corda e sapone... Inoltre ricordo che 0bama ha dichiarato, in caso di rielezione, che entro la fine del 2013 sarebbe stato inserito (con apposita legge) il chip a tutti gli statunitensi. E' chiaro che, poco dopo, la stessa fine faremmo noi europei e se qualche illuso pensa di salvarsi accucciandosi a casa, con la coda tra le gambe, le orecchie tappate e gli occhi chiusi, aspettando che "passi la nottata", credo sarà preso come una pecora sacrificale. Io, se posso, cercherò di essere alzato: un antico proverbio giapponese cita "sarà vincente chi è pronto a combattere" ma anche la tradizione più vicina a noi, quella dei briganti, affermava "meglio morire in piedi che vivere in ginocchio" e "chi sa e non agisce, due volte tradisce"..."

Commento drammatico – Scrive Fabrizio Belloni: “Condivido. Ma se qualcuno viene a rompere le tasche a me e/o alle persone che amo, io creperò, ma me ne porto dietro parecchi. Devono essere sicuri di farmi fuori al primo colpo, se no comincio io, e son dolori. Alla mia età non fa paura la morte. fa paura crepare senza dignità, senza combattere, in ginocchio e non da uomo. Gli elefanti dovrebbero insegnare qualcosa dopo tutto. Se ne vanno a morire da soli. Chissà se ci sarà data questa opportunità. Comunque sono preparato, per Odino!”

Commento da Calcata – Scrive Giuseppe Finamore: “ciao Paolo ho letto la mail che hai inviato oggi e devo dire che è davvero preoccupante e solo un cieco( ma cieco parecchio) non vedrebbe ciò che sta accadendo dietro "le quinte".. ma tant'è che ciò che accadrà dovrà trovarci pronti ad affrontare l'evento che, se non possiamo evitarlo, cercheremo di farlo essere meno nocivo possibile.... E mi rendo anche conto che in simili circostanze da soli non si può far nulla e perciò apprezzo molto il lavoro che fai tu e il circolo vegetariano VV.TT. di Calcata.... Tutto sta ad essere consapevoli, quando lo si è, si può andare incontro alla vita senza rimorsi. Del resto la Siria è il proseguimento di ciò che è iniziato prima in Algeria, poi in Libia e adesso li in Siria, nazione che ha sempre fatto paura ad Israele per la sua potenza bellica ed autonomia economica oltre che favorevole alla Russia... comunque ti ringrazio ancora per le varie informazioni che quotidianamente ci mandi e a presto, un abbraccio...”

martedì 21 agosto 2012

Doriana Goracci: "Che il Meditarraneo sia la casa comune di tutti i popoli del Mediterraneo..."

Amicizia: Rama e Hanuman


“Julius ha 30 anni e sua moglie Fransisca 27. Sono nati in Nigeria e 7 anni fa sono arrivati in Libia dopo aver attraversato con mezzi di fortuna e a piedi il deserto del Sahara. Erano due delle decine di migliaia di emigranti nigeriani, eritrei, congolesi e di altri paesi africani giunti in Libia per lavorare…”
Laura Matteucci Pilone mi scrive: Cara Doriana, avrei voluto pubblicare sulla tua pagina questo appello, ma non so se gradisci, forse preferisci, se condividi, farlo tu … ”Poi la guerra in Libia e la deportazione forzata a Lampedusa da parte dei militari di Gheddafi. Ma per loro, al contrario di chi aveva il passaporto libico, non viene concesso lo stato di rifugiati. L’unica vera via che gli rimane è la clandestinità.Da oltre un anno e mezzo Julius e Fransisca vivono a Giaveno, in provincia di Torino.

Julius è perfettamente inserito in una compagnia teatrale, la “Fabula Rasa”, che porta sul palco a recitare tanti “diversamente dotati”, che grazie al teatro escono dal loro isolamento e vivono lampi di vita vera.I giovani sposi africani rischiano ora l’espulsione senza che venga presa in considerazione la loro particolare situazione, nata da una politica internazionale più grande di loro. Non hanno scelto, loro non hanno mai scelto niente della loro vita, e anche ora rischiano di subire un rimpatrio forzato.Per questo chiediamo al sindaco Daniela Ruffino di concedere a Julius e Fransisca la cittadinanza onoraria di Giaveno. Questo atto, sebbene non garantisca di per sè il permesso di soggiorno alla coppia, sarà un atto simbolico di grande valore, un riconoscimento della loro storia e delle loro sofferenza.Giaveno è un paese che da sempre ha accolto immigrati, italiani e non. Un paese che oggi è composto per oltre il 50% da persone giunte da tutte le parti del mondo. Anche per questa sua grande capacità di accogliere tutti, Giaveno può diventare il primo dei comuni italiani a potersi fregiare del titolo di “Paese Ospitale”.

Intanto nei giorni scorsi, dalla Libia era partita un’ altra carretta, questa volta a bordo c’ era SAMIA YUSSUF OMAR , che aveva solo 21 anni e sperava di arrivare in Italia, in questo Paese tanto ospitale…E stavolta non era per partecipare ai Giochi.
“Samia Yusuf Omar (Somalia, 25 marzo 1991 – Mar Mediterraneo, 18 agosto 2012) è stata un’atleta somala, specializzata nella velocità.Nel maggio del 2008 ha gareggiato nei 100 m piani ai Campionati africani di atletica leggera 2008, concludendo in ultima posizione la sua batteria.Ha partecipato poi alle Olimpiadi di Pechino 2008, nella gara dei 200 m, ottenendo il record personale di 32″16, ultimo tempo di tutte le batterie, venendo però comunque incoraggiata e applaudita dal pubblico presente allo stadio.Il 18 agosto 2012 è morta in mare a soli 21 anni, su un barcone di migranti con cui era partita dalla Libia sperando di arrivare in Italia.

Alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 era arrivata ultima nella gara dei 200 metri: nessuno se n’era accorto, né le telecamere avevano indugiato su quella ragazza esile che arrivava al traguardo molti secondi dopo le altre. Ma per lei era già un successo. A Londra 2012 però non ci è mai arrivata: il suo sogno è naufragato nel Mediterraneo, dove è morta a bordo di una carretta del mare partita dalla Libia mentre tentava di raggiungere l’Italia. A raccontare la triste storia di Saamiya Yusuf Omar è la scrittrice italo-somala Igiaba Scego sul blog Pubblico, che a sua volta cita Abdi Bile, una gloria dell’atletica somala, medaglia d’oro – l’unica nella storia del martoriato Paese africano – nei 1500 metri ai mondiali di Roma del 1987. “Sapete che fine ha fatto Saamiya Yusuf Omar?”, chiede Abdi Bile a una “platea riunita per ascoltare i membri del comitato olimpico nazionale”. Nessuno risponde.

L’ex atleta si commuove e prosegue: “La ragazza… Saamiya è morta… morta per raggiungere l’Occidente. Aveva preso una caretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia. Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida ragazza”. Non è chiaro quando la ragazza sia morta. Sono pochissime, anche in rete, le tracce di Saamiya, tra cui il video su youtube della sua performance cinese, e un servizio di al Jazeera che nel maggio 2011 raccontava il suo viaggio in Etiopia e la sua battaglia per trovare un allenatore in grado di condurla a Londra. “Siamo felici per Mo, è il nostro orgoglio”, ha poi aggiunto Abdi Bile riferendosi a Mo Farah, il giovane atleta nato in Somalia ma diventato britannico che ai Giochi di Londra ha dominato nei 5000 e nei 10.000. “Ma – ha concluso – non dimentichiamo Saamiya”.


Tornando alla storia di Julius e Fransisca l’ amica Laura mi scriveva nel suo messaggio alla fine: Il mio amico, poeta e insegnante di italiano agli stranieri, Lino Di Gianni, ha dedicato loro questa poesia: L’eternità, e un giorno. Dalla finestra socchiusa dall’unico ondeggio di tenda nel sole incerto inchiodato all’inferriata due persone si guardano annuiscono temendo di partire tornare schiacciati in una parete che li schiaccia contro un’altra parete sorridono, senza il coraggio di dire perché sono fermi su una corda con una gamba sollevata un soffio di vento li può spingere su una tempesta soffocare nel deserto o in mezzo al mare Hanno imparato una nuova lingua, per farsi giocolieri di parole Hanno imparato a sputar fuoco ad appendersi a un trapezio con sotto le prigioni della Libia. Un metro per metro la cella di lui e lei gli portava l’acqua Se leggi questo, se ci pensi prova a misurare da quanto dura la loro paura. L’eternità e un giorno. Grazie della tua attenzione, un abbraccio laura”

Dunque GRAZIE per la vostra attenzione se avete avuto la pazienza di leggere tutto e firmare per loro che sono ancora VIVI: http://www.change.org/it/petizioni/cittadinanza-onoraria-a-julius-e-fransisca. Come sempre, spero nel passa parola e in un Paese Ospitale anche se alle volte sembra mettercela tutta per non esserlo e scorda quanto abbiamo viaggiato, chi eravamo e chi potremmo tornare ad essere perchè come scrive Dante, un italiano… «Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.»

Che il Mediterraneo sia
Che il Mediterraneo sia e non una bara ma vita. Restiamo Umani

Doriana Goracci

lunedì 20 agosto 2012

Gianfranco Zavalloni è tornato da dove era venuto... Madre Terra!


Scuola Creativa di Gianfranco Zavalloni

Ci ha lasciato un pacifista ed un verde vero, di quelli che non si sono lasciati ammuffire nè mai irretire dalle poltrone, ci ha lasciato un pedagogo buono, un direttore didattico che ha trovato come conciliare il sogno con la realtà. Penso a Gianfranco Zavalloni e mi viene in mente Tonino Guerra che la terra, la Romagna, è la stessa. E' stato instancabile e tenace, di quelle querce con la scorza dura ma capaci di accogliere entro le sue fronde mille nidiate di uccellini e di scoiattoli. Nel solco dei migliori, degli Alexander Langer, degli Ivan Illich, ha lavorato sulla pedagogia fondando e dirigendo una rivista "Paesaggi educativi" che illustrava con delicatezza ed amore personalmente.

Ha fondato il Crea, Centro di ricerca per le energie appropriate con i suoi fratelli, la sua grande ed unita famiglia contadina, ha intrapreso la strada del biologico agli albori, in Italia, ha ospitato presso la sua bella fattoria didattica incontri nazionali della Rete degli orti di pace "www.ortidipace.org", ha contribuito a fondare Civiltà Contadina, i salvatori di semi italiani . Ha scritto e disegnato tanto, mancherà ai bambini della scuola che dirigeva, mancherà a tutti quanti noi che l'abbiamo conosciuto ed apprezzato. Se n'è andato un poeta della biodiversità, un altro di questa bella e fiera terra romagnola.
Teodoro Margarita






Asso, 20 agosto 2012, sole rovente.


Non si può uscire, fuori il sole ti scimunisce, stamane, pur passato accanto alla posta, ho dimenticato almeno un paio di volte cosa dovevo mai farvi.
I giornali dicono che questo anticiclone, Caligola, come l'han chiamato, apporterà ancora altra afa.
Eppure, mentre d'intorno gli orti sembrano afflosciarsi su se stessi, questo di Cranno appare l'Eden.
Colori sgargianti, profumi, farfalle che ti svolazzano accanto, come si spega questo miracolo?
Non uso acqua a pioggia nè impiego mezzi chimici nè ritrovati della biotecnologia.
Solamente le mani, solamente le mani ed il cuore.
Chiamatela agricoltura sinergica, chiamatela permacultura, agricoltura naturale, consociazioni, anche costellazioni o biodinamica, tutto quello che volete ma i miei fiori in questo agosto torrido sorridono.
Sarà anche che una zucca lagenaria si arrampica tra cetrioli-limone e pomodori datterino, sarà che degli astri fuoriescono in mezzo alle zinnie, sarà che violetti, rossi, arancioni, bianchi si mescolano al verde del basilico , che le creste di gallo fanno capolino tra i peperoni sigaretta lombardi...
sarà per tutta una serie di disordinate combinazioni ma il mio orticello non mi pare stia poi così male.
No, al mattino presto, verso le sei, ci vado e mi godo tutti gli odori ed il fresco che promanano dall'orto, svelo un altro trucco? L'orto è situato tra un alloro, un bosso, alcuni salici, un fico annoso e gli fanno da amorevole ombrellone, eh eh, ci doveva essere qualche mamma e papà premuroso a coprire il pargolo troppo ardimentoso. Ed ora che questi alberi, per il torrido e bollente sole stanno perdendo molte foglie, lo ricoprono e pacciamano, difendono anche se stesse, le piante, conservando al suolo umidità preziosa ed elementi nutritivi.
L'acqua la dò solamente dopo il tramonto e cerco di usarne meno possibile e con l'innaffiatoio, irrigo soltanto quando le essenze mostrano di boccheggiare, non prima. Esse devono imparare a cercarsela con le radici, non impigrirsi.
Quest'orto, quest'insieme di creature vegetali è dunque un organismo vivente naturale artificiale, naturale perchè tutti i semi provengono dalla tradizione rurale, italiana o mondiale, naturale perchè non vi entra, se tramite inevitabili correnti, nulla che sia di sintesi chimica.
Articiale perchè queste consociazioni le ho create io, i tutori li ho ben infissi nel terreno e le piante si arrampicano e giocano attraverso i vari ed aerei percorsi combinati.
Eh si, l'orto di Cranno è un bambino. Un bambino al quale è stato insegnato a gestirsi da solo, fornendogli i migliori compagni e l'aula didattica più bella. A quest'orto sono state raccontate favole, intorno, sui muri del casotto ci sono murale col pennello e attrezzi agricoli antichi appesi, ci sono anche giocattoli che qui capitano anche bambini-umani, mica solamente peperoni da allevare.
Gianfranco, e voi tutti, suoi amici, voi, fratelli Zavalloni, voi mi dovete perdonare se per ricordare questa quercia forte ho parlato di un micro-orticello da poche decine di metri quadri, se ne ho parlato in questo pomeriggio in cui tenere i tasti in riga è difficile, davvero caldo.
E' che questa notizia mi ha lasciato basito, non ci si può credere, non è possibile, Gianfranco?No , non è giusto. La madre di mio figlio, Silvia, fotocopia e diffonde con pazienza suoi scritti, con i suoi "Diritti dei bambini" ci abbiamo allevato il nostro e ne consigliamo la lettuira a tutti i nostri amici che hanno bimbi. Mi dovete perdonare se ho parlato dell'orto di Cranno, ma è in un orto di pace che vi ho vissuto con te, Daniele, con voi fratelli Zavalloni, i momenti più belli, ricolmi di speranza, di una speranza tanto più vera in quanto non politica ma umana.
Era qualche addietro, ricordate? Il convegno a Cesena, presso di voi, sugli Orti di pace. C'era Pia Pera, c'erano persone da tutta Italia che poi saremmo andati a trovare, poco alla volta, uno alla volta, con mio figlio. Persone prima che progetti, individui prima che istituzioni.
Come te, Gianfranco, persone che ridono e mangiano insieme, quell'assemblea di Civiltà Contadina ed eravamo in tre o quattro, i ravioli al radicchio, ricordi? Perchè le cose si fanno e si fanno meglio lontano dagli schermi televisivi, si fanno anche in pochi, non c'era più posto nel vostro bel salone in legno e tanti non erano potuti venire.
Ma è giusto, tu cercavi ed hai avuto un luogo in cui ciascuno potesse ascoltare e conversare, raccogliere idee, semi, uscire un attimo, circolare per il vostro bellissimo terreno, la fattoria didattica, oasi per animali, piante ed umani.
Tu, come altri fratelli in Brasile e c'era quella bella mostra, io, qui a Cranno, sull'isola del Giglio dove i detenuti assieme a Marco praticano veterinaria omeopatica e agricoltura biodinamica.
Gianfranco, è caduta una quercia, ma, come nella poesia di Brecht, sei stato una quercia che non ha mai smesso di crescere e di aiutare a crescere altri, le tue ghiande sono state feconde. Altri ti ricorderanno come direttore didattico, critici d'arte loderanno le tue magnifiche illustrazioni, chissà quante mai altre cose buone avrai realizzato, tu, nella tua Romagna, ma dovrai perdonarmi, a meno di non dovermi rimettere daccapo a parlare di te.

Ricomincerei dall'orto. Si, imperterrito, Gianfranco, perchè è dall'orto di pace che bisogna partire, dall'orto, luogo prediletto di didattica e di svago, di apprendimento giocoso. Che mille monelli possano arrampicarsi sugli alberi che voi Zavalloni avete messo a dimora, che possano imparare a non cadere e riconoscere la frutta matura, che non scaccino via i merli e dividano a metà le ciliegie con loro!
E questo, carissimo Gianfranco, è il mio commiato, il mio saluto più fervido, il mio abbraccio più forte.


Teodoro Margarita

Sulle ali di Iside

ISM-Italia: "No alla licenza israeliana e occidentale di aggredire e di uccidere.."



Dovrebbe essere sufficiente ai sionisti, capaci di coprire tutte le sponde, quelle di destra, quelle di centro e quelle di sinistra, leggere quanto viene scritto sui giornali israeliani sulla minaccia, all'apparenza sempre più concreta, di un attacco all'Iran, per essere almeno più prudenti nelle manifestazioni di una islamofobia, sempre più allucinante, e nel loro cieco sostegno a un governo di criminali di guerra come quello israeliano.

Non ci interessa entrare qui nella discussione infinita sulla probabilità che un attacco israeliano si verifichi, domani, dopodomani, tra qualche mese, prima o dopo le elezioni americane. Rimane a nostro parere del tutto valido quanto scritto da Giorgio S. Frankel nel suo L'Iran e la bomba, DeriveApprodi 2010, sull'atomica più lenta della Storia, un sistema escogitato da Israele per mantenere alta la tensione, in Medio Oriente, dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

Ci interessa invece sottolineare l'assoluto silenzio che accompagna le dichiarazioni dei sostenitori della licenza israeliana e occidentale di aggredire e di uccidere.
Il silenzio dei difensori a oltranza dei cosiddetti valori occidentali (in che cosa consistano e dove siano conservati è sempre più misterioso) sostituiti dalle killing lists di Obama, dalle numerose Guantanamo e dall'elenco senza fine delle barbarie e dei crimini che vengono commessi in nome della democrazia.

Israele è uno stato coloniale di insediamento che ha come obiettivo di completare la pulizia etnica della Palestina iniziata nel 1947. A questo scopo è necessaria una guerra del terrore permanente. Nonostante l'immagine di modernità che tenta in ogni occasione di vendere, la guerra e il terrorismo sono la base della coesione della società israeliana. Le minacce di guerra hanno sempre avuto anche una funzione interna. Sono, in questo periodo, una risposta al malessere di una piccola borghesia impoverita che ha protestato nei mesi scorsi senza mettere in discussione il regime sionista, ma che è sensibile alle sirene del nazionalismo. Il messaggio è sempre lo stesso: Israele deve difendersi da minacce esistenziali e quindi si può permettere ogni crimine.

Gideon Levy ha paragonato recentemente, sul quotidiano israeliano Haaretz, lo Stato di Israele alla mafia, sottolineando però la sua incapacità di passare dalla fase iniziale di violenza brutale alla fase in cui entra in società indossando guanti bianchi.

Lo stesso sta accadendo in Siria.

Dovrebbe essere sufficiente agli esportatori di democrazia, di destra, di centro e di sinistra, leggere l'ultimo articolo di Bernard-Henri Lévy, apparso e subito scomparso dal Corriere della Sera del 16 agosto, La fine di Assad – Aleppo come Bengasi – L'Occidente intervenga, per rendersi conto di quali siano i reali obiettivi del neocolonialismo occidentale in Medio Oriente, dopo le vicende degli ultimi anni e non solo.

In particolare dopo la liberazione della Libia.

“I dittatori non prendono vacanze!, esordisce il Lévy, per poi porsi ben 7 domande: bisogna intervenire? Come intervenire? Che tipo di intervento? Chi per questo intervento? Quale ruolo ha la Francia in tale contesto? E, al di là della Francia, L'Europa? Quello dell'iniziatore, del facilitatore, dell'architetto? La voce della Francia è ascoltata. La Francia gode, nella regione del prestigio che la sua azione in Libia le ha dato (sic!). C'è il rischio di un incendio esteso alla zona circostante? E il dopo Assad?”(1). Questo il florilegio delle intenzioni bellicose del noto intellettuale francese, che, è bene ricordarlo, è aduso a sostenere che l'esercito israeliano non è solo il più morale del mondo, ma anche il più democratico.

Ma il discorso va oltre le vicende mediorientali. Chi ha bisogno di una guerra in queste circostanze storiche? Il finanz-capitalismo non riesce a uscire dalla spirale di distruzione delle risorse mondiali, è avvitato su sé stesso in un percorso suicida e omicida. Ha bisogno di una guerra per ristabilire un equilibrio a suo favore.

Dovere morale e politico di quanto rimane della coscienza democratica del paese è di denunciare, immediatamente, i pericoli imminenti e di mobilitarsi prima, e non dopo, che una nuova guerra di dimensioni imprevedibili renda la protesta un inutile alibi.

Il coordinamento di ISM-Italia
19 agosto 2012
(1) www.lemonde.fr/idees/article/2012/08/14/des-avions-pour-alep_1745994_3232.html-

- Palestina News - voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia http://www.ism-italia.org

sabato 18 agosto 2012

Luca Purchiaroni a Poggio San Vicino - Concerto per organo antico il 22 agosto 2012

Salamanca - Luca Purchiaroni


Caro Paolo D'Arpini, ti ringrazio per il premuroso pensiero. Mi sarei fermato volentieri anche un'altra notte ma il 23 devo tornare a casa per altre questioni. Le tue informazioni girano tantissimo! Sai che mi ha già scritto una tua amica, tale Lucilla Pavoni, che vuole venire al concerto?
Ti mando molto volentieri il programma del concerto e una foto mia, ti ci metto anche un breve curriculum.
Il concerto è gratuito, fa parte della XVIII ediz. della rassegna "Suoni dal passato", ti mando anche il link alla pagina dell'associazione che organizza.
http://www.associazioneorganisticavallesina.it/rassegne.htm



PROGRAMMA CONCERTO
22 agosto 2012
POGGIO SAN VICINO (MC)

organista: Luca Purchiaroni

“IL FILO ROSSO DELL'ISPIRAZIONE”

...dalla danza
G. F. HANDEL Passacaglia in sol min.
(1685-1759)

...dalla natura
BERNARDO PASQUINI Capriccio con lo scherzo del cucco
(1637-1710)

...dal divino
J. S. BACH Jusus bleibet meine Freude, corale 147
(1685-1750)

...da temi propri
G. F. HANDEL Fuga in la minore
(1685-1759)
Coro “And with his stripes we are healed”, dal “Messiah” (trascriz. per organo di Mozart)

...da temi altrui
W. A. MOZART Kyrie dal Requiem (trascriz. di Muzio Clementi), ispirato al
(1756-1791) precedente Coro di Händel

A. LUCCHESI Sonata in sol (Allegro)
(1741-1801)

J. S. BACH Adagio (sua trascrizione del concerto per oboe in do min.
di A. Marcello, BWV 974)

A. CORELLI Fuga con un soggetto solo
(1653-1713) (dal manoscritto di Firenze, trascrizione di L. Purchiaroni)

G. F. HANDEL “Halleluya” dal “Messiah” (trascriz. L. Purchiaroni)
(1685-1759) col precedente soggetto di Corelli


.......................


Curriculum telegrafico



LUCA PURCHIARONI. Organista, clavicembalista, diplomato con lode al Conservatorio romano “S. Cecilia” e perfezionatosi in musica antica con Stembridge, Christensen e Tagliavini, svolge dal 1986 attività concertistica in Italia e all’estero (Spagna, Austria, Slovenia, Slovacchia, Brasile, Egitto, Canada). Ha suonato con la Israel Philharmonic Orchestra diretto da Zubin Mehta, il London Symphony Choir, l'Orchestra Naz. di Radio Sophia, Orchestra Sinfonica di Roma, coi soprani D. Dessì, M. Devia, G. Banditelli. Ha inciso, tra gli altri, per Niccolò, Diapason e Discoteca di Stato. Già docente di Clavicembalo in Conservatorio a Madrid e organista a S. Ignazio da Loyola in Roma e in Vaticano per le Udienze Generali del Papa, insegna attualmente alla scuola di musica Sound Garden di Tarquinia e svolge attività di ricercatore (ha pubblicato anche per il Galpin Society Journal). È ideatore e direttore artistico, dal 2006, del festival di organi antichi viterbesi “Organa Nostra”.



Anthony Ceresa: un condottiero dall'animo risoluto e candido e il suo programma di governo



IL BEL PAESE ALLA RICERCA DI UN CONDOTTIERO DALL’ANIMO RISOLUTO E CANDIDO.
Politici e Professori hanno fallito, trascinando il Paese al suicidio morale ed Economico.
Il danno nel paese è inarrestabile e si sta estendendo ad altri settori. Le Ditte continuano a chiudere o trasferirsi, i Pazienti vanno all’estero a curarsi, molti genitori dopo i risultati negativi dei Professori, non si fidano più delle scuole Italiane e iscrivono i loro figli in Istituzioni estere.
Soltanto il Trota è andato in Albania per non perdere il contatto con il suo ambiente, ma gli altri vanno in America, Inghilterra, Svizzera, Francia e Germania.

I Media ben foraggiati dal Potere, stanno affilando la parola e gli scritti per guidare le anime e il pensiero nel convincere gli stolti per le scelte più rispondenti agli interessi di parte, di quella bava Politica che ha Governato il Paese da poi l’istituzione della Repubblica, i quali sono i soliti e soli responsabili per aver indotto la Nazione sul filo del baratro.

Eppure vi sono tanti uomini migliori disposti a prendere le redini del Paese e fra essi son qui armato di grande coraggio e competenze, in attesa dell’invito a procedere alla salvezza  della Nazione, ponendomi in testa al plotone esecutivo formato da galantuomini con programmi innovativi ben determinati, per rimettere in sesto il Paese nel brevissimo tempo di venti mesi e dimostrare al mondo il miracolo Italiano, dove per secoli ha regnato la Politica del malaffare, come  sinonimo di speculazioni Istituzionalizzate, imbrogli e guerre interne ed esterne ai danni della Nazione.

Non sono un Banchiere e neppure un Professore, ho iniziato la gavetta con studi esteri e meriti acquisiti lavorando duramente nei cinque Continenti come Tecnico e Consigliere di alto livello, a contatto con Regnanti, Presidenti e miserabili, dai quali ho imparato la realtà della vita.

Come ultimo incarico, facevo parte del tavolo di Consiglio del Presidente Americano per la Funzione Organizing For America. Gli Americani sono molto più svegli e per sopperire alla crisi, si erano avviati molto prima nel raccogliere informazioni da varie angolazioni per migliorare la Politica del grande Paese, mentre l’Italia ricorre ai Professori per seguire l’onda del marciume Politico che attanaglia la Nazione.

Il Signore mi ha premiato con una numerosa famiglia, e dalla famiglia ho imparato ad amare il prossimo come membri della mia stessa discendenza.

Se sarò scelto a guidare il Paese, non vi chiamerò Italiani, perché l’Italia non è ancora unita, ma rispettosamente amici, e tutti insieme costruiremo il meraviglioso presepio che è il nostro Paese, con la collaborazione di tutti.

Il programma è piuttosto ampio ed ha lo scopo principale di far rifiorire il nostro piccolo mondo, nei Diritti Umani, la libertà di parola, il rispetto di tutte le ideologie di Fede, la rinascita dell’Industria, della Scuola, della Cultura, con il severo isolamento indeterminato per i venditori di morte, gli approfittatori e i ruffiani che controllano e inducono alla Prostituzione.

La Mafia di Stato sarà abolita con severe punizioni per tutti i malfattori che gestiscono il servizio Pubblico della Nazione a vari livelli.

Tutti i cittadini potranno partecipare con idee e servizi nella creazione di un ponte diretto di dialogo fra l’Autorità e il cittadino, allo scopo di eliminare la burocrazia esistente e le disuguaglianze fra i vari ceti di povertà e lo sfacciato benessere di una parte della Società, la quale  conduce all’isolamento.

Alcuni temi importanti:
Il futuro della Comunità Europea e tutto da rivedere, per non essere sottomessi a nessuno.
L’Euro è morente, potrà durare ancora qualche mese o qualche anno, ma non soddisfa più i criteri di una valuta di fiducia a livelli Internazionali.
La nostra valuta futura, potrebbe essere il Dollaro Italiano garantito dalle scorte aurifere Nazionali.
La Globalizzazione ha ridimensionato la nostra produzione, causando disoccupazione e povertà.

I Costi della Politica sono il nostro principale obiettivo nell’innovazione strutturale della Politica del Paese, per rendere il mercato Nazionale più competitivo.

Il Servizio d’Ordine sarà unificato ed eseguito da personale preparato di maggiore livello, a costo di mandare tutti i nostri Poliziotti a scuola.

Svilupperemo la nostra agricoltura per non dipendere totalmente dalle importazioni.
Le Banche, rimarranno private sottostando a criteri di Governance sui servizi, costi e sicurezza imposti dallo Stato.
Le Pensioni saranno unificate per gli aventi diritto, cinquantotto anni per le donne e sessanta anni per gli uomini, lasciando spazio per l’introduzione dei giovani al mondo del lavoro.

I contributi spariranno, tutti pagheranno le tasse in merito agli introiti.

Lo Stato si farà garante di tutti i suoi sudditi, livellando i diritti fra l’Uomo, la Donna e la tutela dei minori.

Sarà data maggiore importanza alla sicurezza e al lavoro dei giovani per un futuro di garanzie nell’affrontare la vita.

La Casa, il nido della famiglia, sarà oggetto di riforme a garanzia di tutti i cittadini. Non è possibile per un operaio guadagnare 1.200 Euro al mese e regalarli al padrone di casa, oltre ai costi dell’Energia, del Telefono, della spazzatura, dei Medicinali, dell’Imu, dei Trasporti, delle Multe ingiuste, e del costo esorbitante della vita.

Riduzione delle tonnellate di carta da macero, proveniente dall’eccessivo stampaggio di Giornali e Riviste invendute, le quali accrescono gli scarti a pagamento.

Le Ditte giudicate responsabili per falsificazione dei bilanci, contraffazione degli alimenti, e speculazioni di vario genere, saranno sequestrate e Dirette da personale di fiducia.

Le Ditte non potranno superare con debiti, le garanzie di liquidità dei soci. Abbiamo un debito spaventoso che coinvolge grandi e piccole Aziende che navigano a danno della Società.

Il Sistema Fiscale sarà riformato per ridurre le Tasse ed eliminare scappatoie per i furbi.

Sarà migliorata la produzione di Energia Locale abolendo ogni collegamento estero con Centrali Nucleari. Il Gas d’importazione sarà oggetto di riforme a garanzia della sicurezza negli scambi e nelle abitazioni.
Le Regioni saranno libere di adottare i propri programmi sottoposti all’approvazione dei cittadini.
Tutti i Consiglieri, i Consulenti Regionali e Comunali, i Porta Borse dovranno cambiare mestiere, sostituiti dalla collaborazione e necessità della Comunità.
Tutti i Governatori saranno sottoposti a regole in qualità di dipendenti dello Stato per il periodo di esercizio delle mansioni. Troppa libertà nel spendere le risorse della Comunità.
Saranno riformati gli stipendi dei Manager Pubblici e dei Servitori dello Stato.
Le Guardie del corpo al servizio dei Politici vecchi e nuovi, sarà abolito o ridimensionato.

L’Immigrazione sarà condizionata alle possibilità di sistemazione o assistenza dei nuovi arrivati, per ridurre lo stato di delinquenza per ragioni di sussistenza.

Le Missioni di Guerra in Paesi caldi del Globo, che producono morti e famiglie infelici, saranno sottoposti al voto referendario della popolazione.

Prendo in prestito un saggio di un uomo che gode di tutto il mio apprezzamento “Paolo D’Arpini”, il quale individua nell’etica Confuciana, in parte somigliante a quella di Francesco Guicciardini (1483/1540), di Gerolamo Savonarola, di Nicolò Machiavelli, di Leonardo da Vinci, di Galileo Galilei, grandi uomini del passato che tutt’ora onorano l’Italia, tutti uniti con un’esemplificazione ideale basata su norme atte a coagulare la società e renderla prospera, nei suoi vari livelli del sapere, mantenendo inoltre una costante sinergia d’intenti fra lo Stato ed i Sudditi, considerando la Politica come la nuova Scienza Sociale se attuata con Etica di comportamenti e di comprensione, nel costante progresso della vita dell’uomo.

I codici di comportamento umani erano stati già tracciati 500 anni a.c. dove “Il bene supremo dell’uomo non è il piacere, né gli onori, né la ricchezza… ma la virtù, sorgente di ogni bontà”.
Nel pensiero più realistico di Confucio: il Cielo e la Terra sono i genitori di tutte le creature esistenti nell’universo, dove è indicato al di sopra di ogni altra convinzione filosofica il comportamento etico come “bene supremo per l’uomo”, e al proposito dell’aldilà, com’è possibile farneticare filosoficamente su certi temi, “Se non si conosce ancora il miracolo della vita, il comportamento umano nella scelta fra il bene e il male, tanto peggio potremo conoscere la morte”. 
Confucio richiamava l’attenzione dell’uomo ai fatti concreti dell’esistenza, piuttosto che alle meditazioni trascendentali. Egli stabilì una dottrina di vita su principi logici,  etici,  estetici ed intellettivi, basati sulla realtà della vita spesso trascurati dall’uomo, senza intercedere a Politiche illusorie atte a promuovere gli interessi di parte. Proprio quelle virtù che a danno del bene sociale e umano, furono sostituite nel tempo con il consumismo e il materialismo, per primeggiare nelle speculazioni del pensiero masturbato dalla Politica, per avvantaggiare le anime diaboliche, definite anche gli eletti, i beati, da non confondere con i Martiri o i Santi.
Dopo il medioevo considerato, un’epoca oscurantista, seguita da un’era di civiltà culturale e artistica rinascimentale, la quale segnò un periodo di particolare fioritura moderna Fiorentina, nell’Arte, nella Letteratura e nell’Umanesimo, ad eccezione della Politica la quale non è mai stata un argomento degno del popolo Italiano, ne prima e neanche dopo l’illuminismo, che invece ha visto crescere gli altri Stati dell’Europa, dell’America e dell’Australia.
Dal 1600 l’Italia vive un periodo di grave crisi economica che si riprende parzialmente con la rivoluzione Industriale in Inghilterra (1760), affrontando continui disordini interni di Natura Politica e dell’occupazione che si concludono con il periodo Fascista (1919/1944) e qualche anno più tardi dopo la seconda Guerra Mondiale, la nascita della Repubblica Italiana (1946).
Con la Repubblica, grazie agli aiuti Americani, l’Italia vede una leggera ripresa poi danneggiata dalla Cassa del Mezzogiorno e l’ingordigia dell’arricchimento facile con il libero affondo nel contenitore delle risorse Economiche Pubbliche, che hanno condotto allo sfascio totale della Nazione, con il vertiginoso debito pubblico attuale.
La Politica di repressione di tutti questi anni, non ha permesso ai cittadini Italiani di osteggiare l’andamento disastroso verso il quale non fu possibile un reale cambiamento sistematico della Politica.
Hanno giocato a favore della Politica maliziosamente orchestrata con la divisione delle diverse culture innescate fra Nord e Sud, le quali hanno agito come sparti acque, impedendo l’unità del pensiero nazionale, aggravato dalla diffusione della droga che qualcuno sosteneva ad opera di due Partiti, e della pornografia, il Bunga Bunga, come strumenti di separazione e di attrazione dell’opinione pubblica, condita dallo sviluppo della grande Mafia fra Roma e Milano, attribuendo le colpe a qualche piccolo pesce indipendente fra la Puglia, Calabria e la Sicilia.
L’evento degli Africani alla conquista del nostro Paese e dell’Europa, è servito ad affievolire concetti separatori del passato e l’Italia di oggi si trova ad un punto più ravvicinato nel sentimento nazionalista di apparente unità Nazionale. 

Ho sentito parlare Siciliani con lo stesso fervore dei Milanesi o Piemontesi per la salvezza del Paese, ad eccezione dei Veneti che si sentono più vicini agli amici di oltre confine.
Nel dubbio di raccogliere molti assensi per un reale risveglio dell’Italia, necessari per rovesciare una Gerarchia Politica Partitica multicolore che continua a danneggiare il Paese.
Qualora fossi chiamato a salvare la Nazione, il mio ordinamento sociale e programmatico rifletterebbe la metafora di Menenio Agrippa (Console Romano 503 a.c.), il quale paragonava lo Stato al corpo umano, di cui tutte le parti connesse fra loro riescono a vivere, mentre se discordano si danneggiano fino alla morte. Più specificatamente, se le braccia si rifiutassero di lavorare, lo stomaco non riceverebbe cibo e tutto il corpo deperirebbe per mancanza di nutrimento. Lo stesso accadrebbe se il cibo della Comunità servisse ad ingrassare esclusivamente la Kasta.

Buona fortuna.
Anthony  Ceresa – Milano Italia.

venerdì 17 agosto 2012

Associazione per i Popoli Minacciati: "Tibet, continuano i suicidi di monaci.."

Collage di Vincenzo Toccaceli


L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia dal
drammatico aggravarsi della situazione in Tibet. Mai prima è successo
che in una sola settimana cinque persone si siano date fuoco per
protesta contro la politica cinese in Tibet. La comunità internazionale
deve finalmente prendere sul serio questa disperata richiesta d'aiuto
dei Tibetani e deve finalmente mettere sotto pressione la Cina affinché
cambi la sua politica. Il rischio altrimenti è quello di un'escalation
del conflitto in cui tutti - incluso il governo cinese - rischiano di
perdere.

Lunedì 13 agosto due Tibetani della regione di Ngaba nella provincia di
Sichuan si sono dati fuoco. Secondo i testimoni, le vittime sono un
monaco del monastero di Kirti e un giovane Tibetano. Presumibilmente
feriti gravemente, entrambi sono stati portati via dalle forze di
sicurezza cinesi e non si è più saputo nulla del loro stato di salute.
La settimana prima si era dato fuoco il monaco buddista Lobsang
Tsultrim, anch'egli del monastero di Kirti. La stessa forma di protesta
è stata usata lo scorso 7 agosto dalla Tibetana Dolkar Tso e tre giorni
dopo, il 10 agosto, dal 24enne Nomade Choepa, morto il giorno dopo a
causa delle gravi ustioni riportate.

Molti governi fanno tuttora finta di non vedere questa drammatica
richiesta di aiuto oppure addirittura accusano i Tibetani di utilizzare
questa forma di protesta per esercitare violenza. Qui però non si tratta
di dare il proprio giudizio sulla pratica di darsi fuoco, ricorda l'APM.
E' evidente che tutti noi ci auguriamo che nessuno scelga la morte
volontaria, ma il drammatico aumento dei suicidi in Tibet ci mostra
chiaramente quanto i Tibetani stessi considerino la propria situazione
senza ormai alcuna speranza, e la comunità internazionale ne deve
finalmente prendere atto.

Dal 2008 sono fortemente aumentate le persecuzioni nelle regioni a
maggioranza tibetana. La repressione cinese riesce a reprimere ogni
forma di protesta pubblica ma non riesce a evitare che molti Tibetani
scelgano il suicidio come ultima e disperata via di uscita.

Associazione per i popoli minacciati

mercoledì 15 agosto 2012

Massimo Marino dell'ISDE sui rifiuti: "Incenerire non è risolvere.."




Il Parlamento europeo ha approvato un rapporto sulle linee guida del
prossimo programma ambientale UE. Prevede il divieto di incenerimento
dei rifiuti a vantaggio del riciclaggio. La relazione “sulla revisione
del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione
delle priorità per il settimo programma”,votata a stragrande
maggioranza, invita la Commissione ( l’organo esecutivo europeo) a
seguire la linea indicata per salvaguardare l'ambiente e chiudere
una volta per tutte con pratiche obsolete e pericolose come
l'incenerimento dei rifiuti”.

Nel nostro Paese 15 milioni di tonnellate di rifiuti (su un totale di
32) finiscono ancora in discarica senza nessun trattamento, 4,6 mil
di ton sono inceneriti in 50 impianti ( circa 100 linee ) di diversa
età, taglia, tecnologia. In realtà meno di un terzo di RSU e assimilati
prodotti vengono realmente differenziati, recuperati e, si spera,
riutilizzati secondo il loro ruolo potenziale di materie prime
seconde.

Secondo il recente decreto del governo ispirato dal ministro
dell'Ambiente Clini (che persegue da anni questo obiettivo) si
aumenterà l’incenerimento utilizzando “combustibili solidi secondari” (cioè
rifiuti, in teoria preselezionati) nei forni degli impianti che
producono cemento. Da molti punti di vista ( tecnologie, temperature,
abbattimento scorie, controlli ) un salto indietro e nel buio; un
medioevo tecnologico oltre che un favore non da poco all’AITEC e alle
poche aziende che controllano il settore ( le solite Cementir,
Italcementi, Buzzi Unicem…).L’Italia resta il paese europeo con la
maggiore produzione di cemento ma l’AITEC lamenta le eccessive
limitazioni all’uso dei propri impianti, concepiti per fare altro, per
bruciare rifiuti.

Dal punto di vista della termodinamica e dei bilanci di materia e di
energia, l’incenerimento dei rifiuti urbani e degli assimilabili è il
massimo dell’irrazionalità. Materiali provenienti dalla cellulosa,
alberi secolari o coltivati come i pioppi, tagliati, trasportati a
volte illegalmente e per migliaia di km, e lavorati per produrre carte e
cartoni, mobili, materiali misti e molto altro, vengono alla fine
buttati e bruciati. Se ne ricava un po’ di energia elettrica, invece
di rimettere in ciclo cellulosa e truciolato di legno. Il vetro, ottenuto
per estrazione da rocce e sabbie contenenti silicati, sali di boro e
fosfati, depurati, portati a fusione ad alte temperature ed a
raffreddamento non cristallino, può essere usato per recipienti e
bottiglie riempite una volta sola per un po’ di latte, di acqua
zuccherata, di olio e poi buttate in discariche o inceneritori; fra
l’altro con potere calorifero pressoché nullo. Altri materiali, in
genere metalli, anche rari e preziosi, estratti mediante escavazioni
in lontani paesi asiatici o africani, dopo un lungo processo di
lavorazione ci forniscono i contenitori usa e getta per la nostra coca-cola, per
la splendida carrozzeria della nostra 500, e per migliaia di prodotti
diversi per i quali non è previsto, nella loro ideazione, il
riutilizzo in nessuna forma. Non ci soffermiamo sulle plastiche da petrolio
perché è forse la questione più nota. Basti dire che una nuova geografia nel
pianeta di isole e isolotti si sta affermando per l’accumulo di
plastiche negli oceani.


Negli impianti di incenerimento, la cui denominazione più corretta è
quella di termosvalorizzatori, il tutto viene arrostito su una grande
griglia trasformando pressoché tutto il carbonio in ossido o anidride
carbonica, l’idrogeno e l’ossigeno in vapore acqueo; il singolare
arrosto crea molecole organiche difficilmente degradabili, alcune
quasi indistruttibili e altamente pericolose per tutti gli esseri viventi
come le diossine. E’poco noto che il tutto lascia un consistente
residuo (circa il 25% in peso su quanto si carica) di ceneri e scorie di
abbattimento fumi e filtri altamente tossiche e difficilmente
utilizzabili. La limitata produzione di energia elettrica si
giustifica economicamente solo perché i termosvalorizzatori, intendendo in questo
caso i gestori degli impianti, ricevono contributi pubblici (nel caso
italiano attraverso la bolletta elettrica, quasi ironicamente sotto
la voce di contributo per le energie rinnovabili e certificati verdi ).
Nell’ultimo anno circa 5 milioni di tonnellate di rifiuti vari sono
passati in Italia nei termosvalorizzatori lasciandoci in eredità quasi
1,5 milioni di tonnellate di scorie solide tossiche delle quali è
meglio non sapere (come non sappiamo) in quali discariche speciali, più o
meno controllate, finiscano. Solo dai termosvalorizzatori almeno due
milioni di tonnellate di materie prime seconde (cioè candidabili ad un secondo
utilizzo) in un anno le abbiamo buttate.. al vento o nel pozzo senza
fondo dello spreco neppure energetico dei residui dei forni.

L’unico aspetto positivo della faccenda, di cui si discute in modo
acceso da alcuni decenni, è che un ristretto gruppo di industriali
(…), varie cosche mafiose ben ramificate nel paese, un certo numero di
amministratori che tessono le lodi di questi miracolosi impianti,
hanno decisamente elevato il loro tenore di vita poiché, solo per gli
urbani, si tratta di un giro di “affari” di parecchi miliardi di euro
all’anno.



Secondo il rapporto ENEA-Federambiente dell’ aprile scorso i 53
impianti di incenerimento presenti da fine 2010 hanno una capacità di
smaltimento di poco più di 7 milioni di tonn/anno di rifiuti, con una capacità
termica di meno di 3000 Megawatt ed una potenza elettrica di meno di
800 Megawatt elettrici (l’Italia richiede circa 40 GW di potenza elettrica
totale). In gran parte (82%) sono i soliti impianti a griglia, e meno
del 15% a letto fluido. Quelli che contano sono i 6 grandi
termosvalorizzatori che sono in grado di trattare almeno 600
tonn/giorno (circa 200.000 all’anno ) di rifiuti: da soli il 40% del totale.
Comunque 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15
(23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole.
Sembra già da questi primi dati che i termosvalorizzatori abbiano una
netta caratterizzazione di sinistra; ed una marcata propensione, come
vedremo, all’asse sinistra-centro; con grande invidia di Berlusconi e
soci… Nessun nuovo impianto è entrato in funzione nell’ultimo anno. La
produzione di rifiuti e la aliquota differenziata (ufficialmente
attorno al 34% ), sono pressoché stabili, a parte l’incidenza della crisi dei
consumi che si è fatta sentire, specie nel 2008-2009. Secondo l’ISTAT
nel 2011 si valuta una diminuzione dei rifiuti (-2,9%) ed un limitato
aumento del recupero ( + 1,8%) Il recupero dei materiale è in realtà
una media fra il centro-nord che spesso supera il 40% ed il sud che è
in gran parte sotto il 20%. Città come Napoli e Bari restano sotto il
20%.

In Sicilia la RD praticamente non esiste: a Palermo 7,4%, a Catania
5,6%, a Messina 3,8%, più che altro un pretesto per alimentare qualche
ulteriore segmento di clientelismo locale. Tutti i dati vanno presi
con prudenza: stante la bassa qualità della selezione del differenziato
nelle aziende di trasformazione e recupero lo scarto finale è elevato
(10-20% a seconda del materiale, delle zone e dei metodi di recupero ).
Trascurando la quota di mercato indefinibile gestita dalle mafie, che
non distinguono fra urbani, assimilabili e i più pericolosi (e più
redditizi ) industriali, smaltiti in genere su terreni agricoli,
cave, fiumi, mari e oceani si può concludere che dopo 30 anni di battaglie,
scontri, comitati, associazioni, movimenti e partiti di vocazione
ambientalista, compresi alcuni ministri di dichiarata connotazione
verde, meno di un terzo dei rifiuti prodotti ancora negli ultimissimi
anni sono stati realmente recuperati ad una seconda vita.

Le centinaia di comitati locali, l’insistenza delle associazioni
ambientaliste, la presenza di ambientalisti nelle istituzioni negli
anni passati a diversi livelli, l’azione di alcuni magistrati e di parte
delle forze dell’ordine hanno contenuto il dilagare delle discariche
legali e spesso irregolari, che si sono più che dimezzate arrivando a
poco più di 200 seppure di dimensioni maggiori del passato; così come
è stata contenuta fino ad oggi la vocazione al dilagare dei
termosvalorizzatori, uno dei settori dove il connubio fra pubblico,
privato e illegale ha esercitato per due decenni una incessante azione
di lobby. Per i quali è di fatto impossibile il controllo di routine
di quanto, cosa e come si brucia, a meno che si decida di istallare una
stazione di carabinieri in ogni impianto.



Dopo anni di iniziative e proposte, in una parte significativa del
paese la proposta della raccolta differenziata “porta a porta” è
diventata realtà ma i successi principali si sono avuti nei comuni di
piccola e media dimensione in alcune decine dei quali si arriva anche
al di sopra del 70%. In 16 su 110 capoluoghi di provincia il recupero è
arrivato al 60%.

Paradossalmente sono le amministrazioni di centro-sinistra o di
sinistra-centro che stanno tentando il rilancio del vecchio modello
basato sull’incenerimento, mettendo ai margini, seppure in modo non
dichiarato, sia la vocazione allo sviluppo ulteriore del recupero
differenziato e del riciclo sia soprattutto una idea di conversione
ecologica nell’uso dei materiali che va alla fonte della produzione
dei materiali cambiandone modalità, tecnologie, ed alla fine del ciclo
attraverso un riutilizzo dei materiali concepito come un nuovo e
originale settore produttivo con effetti occupazionali di grande
potenzialità. La questione non interessa minimamente gran parte della
sinistra istituzionale che, specie nelle aree più popolate, tranne
eccezioni la ignora o la considera con sufficienza.



Fra i pochi impianti di incenerimento in costruzione la regione Puglia
ha il record del numero di impianti e la città di Torino ha il record
del più grande impianto in costruzione nel nostro paese e fra i più
grandi ( forse il più grande) d’Europa. La giunta Vendola 2, mentre
la raccolta differenziata nella regione langue sotto il 20 %, può
vantare i quasi ultimati lavori per l’entrata in funzione di sei impianti che
trasformeranno i rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti
(Cdr), realizzati da Cogeam, società partecipata dal gruppo Marcegaglia;
tratterebbero 900mila tonnellate di rifiuti, trasformati in circa
400mila tonnellate di Cdr. All’attuale impianto da 25mila tonn d'
incenerimento di Massafra (gestione Appia Energy, gruppo Marcegaglia)
si aggiungeranno a breve 98mila tonn che finiranno nell' inceneritore
Eta (sempre gruppo Marcegaglia) nelle campagna tra Manfredonia e
Cerignola, grazie anche ad un contributo pubblico di 15 milioni di
euro ed all’impegno costante dell’UDC particolarmente sensibile al tema.
Poi l’impianto di Modugno, al momento sotto sequestro giudiziario. Lo
smaltimento del Cdr, avverrà anche nei forni dei cementifici: a
Barletta (Buzzi Unicem) e a Taranto (gruppo Caltagirone). Si tratta dei
cosiddetti co-inceneritori benedetti da Clini.



Ma il bello lo prepara a Torino la giunta, quasi un monoclore PD di
fatto (perché SeL e IdV sono poco più che oleogrammi nella
maggioranza), con l’impianto del Gerbido, un mega termosvalorizzatore da più di
400mila tonn/anno in costruzione nella periferia di Torino, che vanta
già il record di città più inquinata d’Italia, in questi giorni
riconfermato. L’impianto, non ancora finito, proprio qualche giorno
fa è già stato messo in vendita ( 80%, cioè controllo assoluto dei privati)
nell’ambito della privatizzazione generale (rifiuti, acqua, trasporti,
perfino i nidi) che è poi il ruolo assegnato a Fassino con la sua
elezione; in perfetta continuità culturale con i suoi predecessori che
hanno dimostrato che il modo migliore di contenere il centro-destra è
quello di assumerne la stessa vocazione, specie sulle questioni
ambientali, dei trasporti e della cementificazione del territorio (più
di 200 varianti al Piano regolatore); ma con maggiore efficienza e
capacità di controllo sociale e in ottimo accordo con le aree di
centro tipo UDC e moderati. Un anticipo su quanto si prepara sul piano
nazionale, mentre nelle varie scadenze elettorali ( provinciali 2009,
regionali 2010, comunali 2011 ) si sono dissolti da soli i variegati
frammenti eco-civici, alternativi, di estrema sinistra: un vero
capolavoro di masochismo narcisistico che ha fatto tabula rasa di
qualunque presenza istituzionale e lasciato totale campo libero, con
l’unica vera opposizione circoscritta ai due grillini eletti che fanno
quello che possono in un panorama così disastrato.



La Conversione ecologica, intesa come insieme di idee, azioni e
pratiche istituzionali contrapposte e alternative al modello dello spreco e
della irrazionalità energetica che conseguono alle logiche della
dissipazione dei beni comuni e delle risorse a favore dei comitati d’affari e dei
loro gregari nel sistema dei partiti, richiede di ricominciare
dall’inizio. Avviando la transizione nelle tre fasi di vita dell’uso
dei materiali: dalla formazione, all’uso razionale, al recupero e riciclo.
Nella produzione dei materiali e degli imballaggi serve il lavoro dei
ricercatori in diverse direzioni: la progressiva eliminazione dei
materiali misti (esempio tipico il tetrapack) arrivando a materiali
unici standard nel confezionamento (ad es. dei prodotti alimentari ),
la riduzione degli imballaggi ( peso e volume-forma) tendendo a formati
standard e con la minore superfice (cioè alla fine minore quantità);
all’uso di materiali leggeri e concepiti per eventuali secondi usi tal
quali; per fare un esempio con riferimento al gioco del Lego
contenitori std e di colori appropriati potrebbero essere concepiti e assemblati
in modo da avere un utilizzo diverso (es scaffali per librerie o altri
oggetti di uso casalingo); eliminazione dello spreco da
sovradimensinamento dei contenitori (tipico esempio i minuscoli
apparati elettrici e informatici in involucri a volte di dimensioni dieci volte
il loro contenuto). La razionalizzazione delle etichettature che
devono essere facilmente rimovibili (oltre che leggibili) per permettere un
più facile riutilizzo dei contenitori per altri usi. La
standardizzazione ha infiniti risvolti: per fare un esempio non si
comprende perché 10 cellulari diversi di 10 diversi modelli e aziende
debbano richiedere 10 diversi tipi di trasformatori di ricarica.
Oppure perché si debba consentire la quotidiana distribuzione di milioni di
depliant pubblicitari (in carta quasi sempre non riciclata) presso le
buche delle lettere, dei quali probabilmente la gran parte vengono
cestinati senza neanche essere aperti e che potrebbero essere
sostituiti da bacheche condominiali e comunque imponendo un uso
moderato e con sola carta riciclata.



La raccolta differenziata dei diversi materiali, sia nella versione
porta a porta, sia nella raccolta di strada dove ancora è presente,
deve essere profondamente razionalizzata, prima di tutto definendo in tutto
il territorio nazionale un unico colore standard dei contenitori per
ogni singolo materiale e definendo un numero contenuto di dimensioni
standard (es piccola, media, grande ) alle quali tutti i comuni e
consorzi si devono adeguare nell’arco di un numero limitato di anni e
per tutti i contenitori di nuova fattura. Stroncando la sconfinata e
diseducativa fantasia creativa per cui nella stessa città esistono
decine di fatture, colori e dimensioni diverse che disorientano molti
cittadini che ne traggono la conclusione che in fin dei conti non si
tratti di una cosa seria, specie se non riscontrano effetti del
proprio impegno civico sulle tariffe. Con il tempo è stata abbandonata anche
l’idea che le postazioni di raccolta siano isole, complete di tutte le
tipologie, ma distribuendo a caso bidoni isolati qua e là davanti i
diversi portoni delle abitazioni si è data l’idea che il tutto abbia
un fondo di irrazionalità e causalità. Inoltre non si comprende perché si
trascuri la qualità visiva dei contenitori, normalmente sporchi e
privi di alcuna manutenzione mentre potrebbero diventare ornamenti
gradevoli e colorati del paesaggio urbano.



L’insieme di questi interventi non ha nulla di straordinario, sono
facilmente ottenibili con semplici decreti e regolamenti ma
richiedono, oltre ad un lavoro dei ricercatori, una volontà politica motivata e
orientata che sembra non interessare gran parte degli attuali
amministratori. Infine bisogna contrastare la superficiale
consuetudine dell’usa e getta, dai piccoli contenitori fino a mobili ed
apparecchiature di medie e grandi dimensioni. L’organizzazione e la
diffusione in tutti i quartieri dei mercatini del riciclo e del
baratto, potenzialmente molte migliaia nel paese, deve essere stimolata,
regolamentata con una specifica disciplina fiscale di livello
nazionale oggi praticamente inesistente, superando la attuale presenza di
nicchia che caratterizza queste iniziative.



La scelta di fondo che conduce all’incenerimento, che è l’evidente
prodotto composto della incapacità amministrativa, del prevalere delle
lobby affaristiche e mafiose, della semplice indifferenza alle
condizioni ambientali e sociali dilaganti da anni nella classe
politica può cancellare anche i risultati ottenuti, come la diffusione del
porta a porta. E’ necessario avviare la transizione: anche qui il ricambio
della classe politica e la priorità del progetto sugli interessi
privati o personali è requisito necessario e urgente.



Gli articoli della risoluzione del Parlamento europeo riguardanti i
rifiuti Il Parlamento europeo, (...)

31. ritiene che il settimo PAA debba favorire l'introduzione di
incentivi volti a sostenere la domanda di materiali riciclati, in
particolare se incorporati nel prodotto finale;
32. è del parere che il settimo PAA debba prevedere la piena
attuazione della legislazione sui rifiuti, in particolare il rispetto della
gerarchia, garantendo coerenza con le altre politiche dell'UE; ritiene
che esso debba fissare obiettivi di prevenzione, riutilizzo e
riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della
produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere
riciclati o compostati, con riferimento alla gerarchia prevista nella
direttiva quadro sui rifiuti e un divieto rigoroso di smaltimento in
discarica dei rifiuti raccolti separatamente, nonché obbiettivi
settoriali per l'efficacia delle risorse e parametri per l'efficienza
dei processi; ricorda che i rifiuti costituiscono, inoltre, una
risorsa che spesso può essere riutilizzata, assicurando un impiego efficiente
delle risorse; invita la Commissione a studiare come migliorare
l'efficacia della raccolta dei rifiuti provenienti dai prodotti di
consumo grazie a un'espansione dell'applicazione del principio della
responsabilità estesa del produttore, nonché mediante orientamenti
riguardanti la gestione dei sistemi di recupero, raccolta e
riciclaggio; sottolinea la necessità di investire nel riciclaggio delle materie
primee delle terre rare, in quanto i processi di estrazione, raffinazione e
riciclaggio delle terre rare possono avere gravi conseguenze per
l'ambiente se non vengono gestiti correttamente;
33. ritiene che gli obiettivi già definiti in varie direttive in
relazione alla raccolta e alla separazione dei rifiuti debbano essere
ulteriormente elaborati e impostati in modo da ottenere il massimo e
il miglior recupero di materiali in termini di qualità in ciascuna delle
fasi del riciclaggio, vale a dire raccolta, smaltimento,
pretrattamento e riciclaggio/raffinazione; (...)

Massimo Marino


http://isdepalermo.ning.com/