Caterina Regazzi, Rete Bioregionale Italiana
A proposito della proposta di legge sull'agricoltura contadina, di piccola scala, avrei qualcosa da dire a proposito del capitolo che riguarda l'allevamento e la macellazione degli animali. (Vedi proposta: http://www.agricolturacontadina.org/)
Nella proposta si parla di macellazione di un certo numero di animali, ma io risalirei a monte e cioè alla detenzione.
Come veterinaria di una usl, so che attualmente, ci sono limiti entro cui si deve stare per poter considerare l'allevamento "familiare" non dovendo così sottostare ai controlli della stessa Usl, tenuta di registri, ecc.
La macellazione è autorizzata solo per pollame e avicoli per uso proprio e per uno- due suini all'anno per uso familiare, nel periodo invernale. Le scappatoie comunque ci sono, non essendoci un numero prefissato, per cui si assiste a macellazioni anche di 3-5 suini in un'azienda in un periodo di tempo ristretto.
La detenzione di animali senza sottostare ai controlli usl secondo me dovrebbe rientrare in certi parametri numerici:
Bovini 2 (sia da latte che da carne)
Ovicaprini 10
Pollame - conigli 250
suini 3 suini da ingrasso oppure una scrofa con i suinetti dell'anno.
I suinetti prodotti dalla scrofa potrebbero essere allevati in azienda e di questi ne potrebbero essere macellati solo 2 o 3, gli altri dovrebbero essere venduti o macellati in macelli autorizzati.
Per la macellazione di tali animali ritengo che dovrebbe essere permessa dietro verifica, almeno, della presenza in azienda delle strutture e attrezzature necessarie allo stordimento, all'appendimento della carcassa e della eviscerazione pronta e completa, onde evitare l'inquinamento delle carni.
La macellazione dei bovini, suini ovicaprini dovrebbe essere concordata con il servizio veterinario per poter effettuare la visita ispettiva.
Per quanto riguarda il pollame, le macellazioni dovrebbero essere concordate, ad esempio, ogni due settimane anche in questo caso per permettere la visita.
Del resto, già attualmente, molti agriturismi che allevano pollame, si appoggiano a macelli locali per avere la garanzia della visita e di condizioni igieniche adeguate.
Sulle carni e sui prodotti di origine animale, valgono si le comuni norme igieniche ma poter effettuare le proprie produzioni in un ambiente ad hoc, ritengo che sia una garanzia di salubrità che merita anche per la tranquillità sia del produttore che del consumatore.
La possibilità del seppellimento dei resti della macellazione sarebbe da verificare con gli enti preposti per evitare l'inquinamento delle falde acquifere e problemi di igiene ambientale vari.
L'allevamento poi, in questo tipo di azienda, dovrebbe essere un'attività marginale, per la produzione del letame, la pulizia del terreno, l'utilizzo degli scarti di produzione (paglia, erbe di sfalcio dei fossi), l'arricchimento dell'habitat , ma se diventa attività importante o prevalente dovrebbe sottostare a tutte le regole sanitarie previste per gli allevamenti tradizionali.
Caterina Regazzi
Referente per il rapporto uomo-animali
Rete Bioregionale Italiana
martedì 31 gennaio 2012
Economia Poetica a Teramo con Mario Cecchi, Giorgio Degaspari, Alfredo Camozzi ed altri...
Operazioni ecologiche in corso...
Cara unanità Splendente.......(Da far girare perfavore è coinvolto anche il Cir..)
all' economiapoetica si è aperta questa opportunità di avere a disposizione
la facoltà di Scenze della ComunicAzione di Teramo per un convegno un meeting
sulla SalvAvanguardia.... rete delle reti...in più Siamo in dialogo anche con la città per generare un Festival
sempre in tema, che generi un diologo socio territoriale e attivi il MercArte..quindi cari compagni di viaggio vi
chiedo umilsente di unirci e apportere testimonianze e laboratori, idee per poter contaggiare e ampliare la cultura viggente nelle università
con gli intenti i saperi le conoscenze antiche e attuali del vivere un altra realtà..la bozza potrebbe essere :L'Universalità dell'Arte e dei Mestieri...e qui introdorre...
quel che ognuno propone....ho bisogno di Realizzare un programmma Operativo da presentare perf l'inizio di feb. cosi, quello che vi Invito e chiedo
di specificarmi o l'itervento e la tematica o il laboratorio o tutti e tre ...(sicuri: Alfredo Camozzi presidente della RIVE che interverra sugli ecocvillaggi in
Italia in più illustrera l'esperienza di Bagaia con il territorio, Mario Cecchi degli elfi, Giorgio Degaspari con l'Eucrazia interverra e preparerà un possibile laboratorio di teatro territoriale...)
senza ambizioni ma è l'ora di ManiFestAzione dell'opportunità di rinnovare i paradigmi ...Siamo tanti Uniti e pronti per sentieri più profondi...
Sicura Sente usciranno pure i fondi per generarlo non c'è dubbio..comunque..
(data possibile 27 aprile 2012..)
..eP sEP sAT tA....AOHO..
Info: info.radio.sat@gmail.com
Cara unanità Splendente.......(Da far girare perfavore è coinvolto anche il Cir..)
all' economiapoetica si è aperta questa opportunità di avere a disposizione
la facoltà di Scenze della ComunicAzione di Teramo per un convegno un meeting
sulla SalvAvanguardia.... rete delle reti...in più Siamo in dialogo anche con la città per generare un Festival
sempre in tema, che generi un diologo socio territoriale e attivi il MercArte..quindi cari compagni di viaggio vi
chiedo umilsente di unirci e apportere testimonianze e laboratori, idee per poter contaggiare e ampliare la cultura viggente nelle università
con gli intenti i saperi le conoscenze antiche e attuali del vivere un altra realtà..la bozza potrebbe essere :L'Universalità dell'Arte e dei Mestieri...e qui introdorre...
quel che ognuno propone....ho bisogno di Realizzare un programmma Operativo da presentare perf l'inizio di feb. cosi, quello che vi Invito e chiedo
di specificarmi o l'itervento e la tematica o il laboratorio o tutti e tre ...(sicuri: Alfredo Camozzi presidente della RIVE che interverra sugli ecocvillaggi in
Italia in più illustrera l'esperienza di Bagaia con il territorio, Mario Cecchi degli elfi, Giorgio Degaspari con l'Eucrazia interverra e preparerà un possibile laboratorio di teatro territoriale...)
senza ambizioni ma è l'ora di ManiFestAzione dell'opportunità di rinnovare i paradigmi ...Siamo tanti Uniti e pronti per sentieri più profondi...
Sicura Sente usciranno pure i fondi per generarlo non c'è dubbio..comunque..
(data possibile 27 aprile 2012..)
..eP sEP sAT tA....AOHO..
Info: info.radio.sat@gmail.com
lunedì 30 gennaio 2012
Inverno funereo... cadono gli uccelli ed i pesci vengono a galla... morti!
Lo scorso anno, tra gennaio e marzo, assistemmo attoniti alla strage inspiegabile di uccelli e di pesci in varie località del pianeta, Italia compresa. Tutto iniziò in Arkansas con la prima strage di uccelli che cadevano a centinaia dal cielo, allora i soliti saccenti dissero che erano i fuochi artificiali di capodanno che spaventando gli uccelli li facevano impazzire e sbattere tra di loro. Idiozie delle peggiori idiozie! Quest'anno che i fuochi d'artificio nelle zone delle morie di uccelli erano stati vietati, è accaduta la stessa cosa, altre centinaia di merli rossi stramazzati al suolo. E allora? Cosa ci dicono questi scienziati saccenti? Cosa ci nascondono?
Ma non finisce qui, altre morie di uccelli e pesci fino ad oggi vengono segnalate in altre località del pianeta, con le stesse modalità: uccelli che muoiono improvvisamente mentre volano e pesci che si spiaggiano a milioni. Il caso più clamoroso di tutti è avvenuto giorni fa a Troms, cittadina a nord della Norvegia, dove una mattina sulle spiagge del mare del Mar del Nord si sono riversati milioni di aringhe morte.
Anche in questo caso le ipotesi formulate sono state molte, forse la più "credibile" è quella legate alla corrente del Golfo che a causa della rapida fusione del Polo Nord sta scendendo più in profondità perché "appesantita" dall'acqua dolce. Questo fenomeno, secondo gli esperti, potrebbe causare momentanee penurie di ossigeno nel mare o repentini raffreddamenti delle acque al punto da uccidere i pesci. Ma anche questa è una risposta che ci lascia molto perplessi. Anche in Italia, e guarda caso ancora Faenza, giorni fa si sono verificate morie di uccelli nei stessi luoghi dello scorso anno. Anche qui sono state formulate idiote soluzioni al problema, come quelle di ingestione di semi avvelenati ......
Vi ricordate il film di fantascienza di alcuni anni fa intitolato "Core" che trattava della modificazione del nucleo della Terra che, come si sa è una grande elettrocalamita che alimenta tutti i campi elettromagnetici del pianeta? In quel film, nel momento in cui iniziava a modificarsi e ad indebolirsi il campo elettromagnetico del pianeta, improvvisamente morivano persone portatrici di pacemaker e nello stesso istante impazzivano gli uccelli sbattendo contro i grattaceli e stramazzando al suolo. Non vi sembra paradossalmente di rivivere quel film nella realtà?
Quello era solo un film di fantascienza, ma si basava su teorie scientifiche esatte come la variazione dei campi elettromagnetici terrestri. Che questo fatto stia accadendo realmente è ormai scientificamente appurato e di questo ne abbiamo già parlato nelle precedenti newsletter.
Siamo quindi consapevoli che i poli magnetici della terra si stanno rapidamente spostando e insieme a questo fenomeno anche le energie che tengono attiva la nostra protezione geomagnetica sta diminuendo. E allora perché i nostri scienziati saccenti non cercano di darci risposte più esaurienti su quanto sta accadendo e non scusanti infantili che non convincono più nessuno?
Ma forse questi ultimi conoscono la verità e provano a mascherarcela per non impressionarci troppo. Se è così ci scusiamo e vi ringraziamo per la vostra sensibilità!
Ennio La Malfa
Lino Balza ed i messaggi riassunti su: no centrali, no tav, pace, medicina democratica, etc.
Terra come bene comune
Riassumo i punti che ritengo più salienti del dibattito su: liste hyperlink, no centrali, pace, medicina democratica, ecc.
Dopo Vincenzo Miliucci, l’avevo avviato io: "L'operazione è il preludio di un'offensiva più massiccia contro il movimento popolare: sfondare in Val Susa sulla questione grandi opere vuol dire per lo stato mettere a segno un obbiettivo strategico ed un precedente che varrà per tutte le altre forme di opposizione sociale nelle lotte ecopacifiste. Ciò sta avvenendo nel vuoto politico senza incontrare resistenza, quella resistenza che i movimenti dis-organizzati non hanno saputo o voluto contrapporre -non convocando gli Stati Generali dei beni comuni come proposti, chiudendosi nel proprio particolare: esempio acqua- buttando all'aria l'occasione storica conquistata con i referendum. Una sconfitta epocale".
D’accordo Marinella, Michelangiolo Bolognini, Tiziana Volta, Katia Lumachi, Mario, Mena Moretta, Cesare Manachino, Dante Bedini, Leo Bolliger ecc. Articolati gli interventi di Danilo D’Antonio, Isidoro Malandra, Luca Benedini, Antonio Molli, Antonio Caracciolo, ecc.
Più esplicito di me, Marco Giustini: "Non aver unificato il Movimento per l'acqua (non semplicemente con un atto di solidarietà esterna) con il Movimento NOTAV, nei tempi e con i modi proposti, ha generato l'isolamento politico del Movimento NOTAV e di quello per l'acqua. L'attacco a quello NOTAV avviene ora per via giudiziaria, mentre per quello per l'acqua è bastato semplicemente non applicare il risultato referendario. Così la vittoria clamorosa del referendum è stata semplicemente buttata nel cesso per l'incapacità di analisi strategica di alcuni".
Sullo stesso tono, Isidoro Malandra: "La settorializzazione degli interessi (acqua, nucleare, grandi opere, rifiuti ecc) doveva servire ad esercitare una critica forte nei confronti dei singoli modelli imperanti e contribuire allo studio e all'elaborazione di proposte che, messe insieme, avrebbero dovuto configurare un progetto di cambiamento in grado di parlare alla maggioranza della popolazione, al di là non dell'ideologia ma aldilà degli schieramenti dati. Invece essa ha favorito l'emersione di una elìte (io li definisco "professionisti del movimento", letali quanto i burocrati di partito), capace di indirizzare la massa consistente di nuovi soggetti disposti a mobilitarsi e per questo motivo autolegittimantesi".
E Lorenzo Dellacorte: "(Concorre) l'infiltrazione nei movimenti ai posti di dirigenza di soggetti che quanto meno contengono le lotte per mantenere le loro misere posizioni di leaderschip e di "vantaggio"che sarebbero messe in discussione nella convergenza verso movimenti più vasti".
Siamo ancora in tempo a convocare gli Stati generali del governo dei beni comuni? L’interrogativo divide fra ottimisti, dubbiosi e pessimisti.Ottimisti come Leo Bolliger: "Chiamatelo come volete ma è assolutamente necessario un coordinamento nazionale, una rete che emerga e faccia emergere globalmente le nostre tesi, le nostre azioni, i nostri progetti, le nostre realizzazioni concrete di lotta ma anche e soprattutto costruttive nelle amministrazioni e nella società"
O come Frankoze: "Facciamo ancora in tempo, a formare un coordinamento nazionale che riunisca le tre A, Acqua, Aria, Ambiente, noi siamo cittadini di serie A è un dovere tentare insieme una resistenza, contro uno stato sordo alle richieste del popolo".
O come Ernesto Celestini: "Esistono centinaia di associazioni che parlano a nome di mille/duemila persone che nemmeno si conoscono tra loro e non sanno nemmeno come la pensano gli altri iscritti .... in questo modo la gente sa di aver dato la propria partecipazione e si sente impegnata ma ... è solo illusione. In questo vuoto politico tanto sintomatico, in un paese che corre con il pilota automatico, se non si riesce a spiegare che l'unico modo per tornare alla democrazia è quello che propone, da tanto tempo, Lino Balza ... allora siamo complici anche noi".
Ci sono i dubbiosi, con tendenza all’ottimismo, come Mauro Coltorti: "E' chiaro che senza una svolta netta e decisa verso una lotta su tutti i fronti dei Beni Comuni siamo perdenti. Non so neppure se siamo ancora in tempo a fare qualcosa. E' inutile lottare per il rimborso del 7 o del 15%. Il modo di recuperarli quei soldi li trovano comunque. E' un falso obiettivo, magari è d'effetto per i cittadini ma devia l'attenzione da tutto il resto… Gli inviti per fare l'Assemblea dei Beni Comuni dovrebbero partire da una delle associazioni che si occupano di Beni Comuni e dato che questo forum si occupa di acqua, il bene comune per eccellenza insieme all'aria, al mare ed alla terra, il mio invito, e mi sembra anche quello di altri partecipanti al forum, è che sia il Forum dell'Acqua ad attivarsi in tal senso. Innanzi tutto c'è bisogno che ad attivarsi sia un Forum forte ed autorevole. Il Forum è riuscito a coagulare le attività di centinaia di gruppi che lavorano su tutto il territorio nazionale. Inoltre il referendum ha dato forza ed autorevolezza al Forum.
Chi altri? Ci sono infine i pessimisti che non sperano che di essere smentiti, come Lino Balza che pensa che i buoi sono già scappati dalla stalla, o come Marco Giustini: "Il Movimento per l'acqua aveva tutte le carte in mano per attivare un processo di unificazione dei movimenti. Aveva l'indubbia autorevolezza datagli dalla vittoria referendaria ed in più anche i soldi, derivanti dai rimborsi referendari, per creare una organizzazione autonoma. Peccato aver perso questa occasione unica".
In disaccordo Lucio Beloni: "Io fino ad oggi, considero il percorso di tutto il Forum più vincente che perdente. Ci sono partite tutte da giocare come quella dell'Obbedienza Civile".
Messaggio di pace e salute di Lino Balza
Via Dante 86 15121 Alessandria Tel. 3470182679 - 013143650 linobalzamedicinadem@libero.it
Riassumo i punti che ritengo più salienti del dibattito su: liste hyperlink, no centrali, pace, medicina democratica, ecc.
Dopo Vincenzo Miliucci, l’avevo avviato io: "L'operazione è il preludio di un'offensiva più massiccia contro il movimento popolare: sfondare in Val Susa sulla questione grandi opere vuol dire per lo stato mettere a segno un obbiettivo strategico ed un precedente che varrà per tutte le altre forme di opposizione sociale nelle lotte ecopacifiste. Ciò sta avvenendo nel vuoto politico senza incontrare resistenza, quella resistenza che i movimenti dis-organizzati non hanno saputo o voluto contrapporre -non convocando gli Stati Generali dei beni comuni come proposti, chiudendosi nel proprio particolare: esempio acqua- buttando all'aria l'occasione storica conquistata con i referendum. Una sconfitta epocale".
D’accordo Marinella, Michelangiolo Bolognini, Tiziana Volta, Katia Lumachi, Mario, Mena Moretta, Cesare Manachino, Dante Bedini, Leo Bolliger ecc. Articolati gli interventi di Danilo D’Antonio, Isidoro Malandra, Luca Benedini, Antonio Molli, Antonio Caracciolo, ecc.
Più esplicito di me, Marco Giustini: "Non aver unificato il Movimento per l'acqua (non semplicemente con un atto di solidarietà esterna) con il Movimento NOTAV, nei tempi e con i modi proposti, ha generato l'isolamento politico del Movimento NOTAV e di quello per l'acqua. L'attacco a quello NOTAV avviene ora per via giudiziaria, mentre per quello per l'acqua è bastato semplicemente non applicare il risultato referendario. Così la vittoria clamorosa del referendum è stata semplicemente buttata nel cesso per l'incapacità di analisi strategica di alcuni".
Sullo stesso tono, Isidoro Malandra: "La settorializzazione degli interessi (acqua, nucleare, grandi opere, rifiuti ecc) doveva servire ad esercitare una critica forte nei confronti dei singoli modelli imperanti e contribuire allo studio e all'elaborazione di proposte che, messe insieme, avrebbero dovuto configurare un progetto di cambiamento in grado di parlare alla maggioranza della popolazione, al di là non dell'ideologia ma aldilà degli schieramenti dati. Invece essa ha favorito l'emersione di una elìte (io li definisco "professionisti del movimento", letali quanto i burocrati di partito), capace di indirizzare la massa consistente di nuovi soggetti disposti a mobilitarsi e per questo motivo autolegittimantesi".
E Lorenzo Dellacorte: "(Concorre) l'infiltrazione nei movimenti ai posti di dirigenza di soggetti che quanto meno contengono le lotte per mantenere le loro misere posizioni di leaderschip e di "vantaggio"che sarebbero messe in discussione nella convergenza verso movimenti più vasti".
Siamo ancora in tempo a convocare gli Stati generali del governo dei beni comuni? L’interrogativo divide fra ottimisti, dubbiosi e pessimisti.Ottimisti come Leo Bolliger: "Chiamatelo come volete ma è assolutamente necessario un coordinamento nazionale, una rete che emerga e faccia emergere globalmente le nostre tesi, le nostre azioni, i nostri progetti, le nostre realizzazioni concrete di lotta ma anche e soprattutto costruttive nelle amministrazioni e nella società"
O come Frankoze: "Facciamo ancora in tempo, a formare un coordinamento nazionale che riunisca le tre A, Acqua, Aria, Ambiente, noi siamo cittadini di serie A è un dovere tentare insieme una resistenza, contro uno stato sordo alle richieste del popolo".
O come Ernesto Celestini: "Esistono centinaia di associazioni che parlano a nome di mille/duemila persone che nemmeno si conoscono tra loro e non sanno nemmeno come la pensano gli altri iscritti .... in questo modo la gente sa di aver dato la propria partecipazione e si sente impegnata ma ... è solo illusione. In questo vuoto politico tanto sintomatico, in un paese che corre con il pilota automatico, se non si riesce a spiegare che l'unico modo per tornare alla democrazia è quello che propone, da tanto tempo, Lino Balza ... allora siamo complici anche noi".
Ci sono i dubbiosi, con tendenza all’ottimismo, come Mauro Coltorti: "E' chiaro che senza una svolta netta e decisa verso una lotta su tutti i fronti dei Beni Comuni siamo perdenti. Non so neppure se siamo ancora in tempo a fare qualcosa. E' inutile lottare per il rimborso del 7 o del 15%. Il modo di recuperarli quei soldi li trovano comunque. E' un falso obiettivo, magari è d'effetto per i cittadini ma devia l'attenzione da tutto il resto… Gli inviti per fare l'Assemblea dei Beni Comuni dovrebbero partire da una delle associazioni che si occupano di Beni Comuni e dato che questo forum si occupa di acqua, il bene comune per eccellenza insieme all'aria, al mare ed alla terra, il mio invito, e mi sembra anche quello di altri partecipanti al forum, è che sia il Forum dell'Acqua ad attivarsi in tal senso. Innanzi tutto c'è bisogno che ad attivarsi sia un Forum forte ed autorevole. Il Forum è riuscito a coagulare le attività di centinaia di gruppi che lavorano su tutto il territorio nazionale. Inoltre il referendum ha dato forza ed autorevolezza al Forum.
Chi altri? Ci sono infine i pessimisti che non sperano che di essere smentiti, come Lino Balza che pensa che i buoi sono già scappati dalla stalla, o come Marco Giustini: "Il Movimento per l'acqua aveva tutte le carte in mano per attivare un processo di unificazione dei movimenti. Aveva l'indubbia autorevolezza datagli dalla vittoria referendaria ed in più anche i soldi, derivanti dai rimborsi referendari, per creare una organizzazione autonoma. Peccato aver perso questa occasione unica".
In disaccordo Lucio Beloni: "Io fino ad oggi, considero il percorso di tutto il Forum più vincente che perdente. Ci sono partite tutte da giocare come quella dell'Obbedienza Civile".
Messaggio di pace e salute di Lino Balza
Via Dante 86 15121 Alessandria Tel. 3470182679 - 013143650 linobalzamedicinadem@libero.it
sabato 28 gennaio 2012
Falesia di Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme (LE), distrutta per quattro soldi....
Come la maggior parte dei cittadini inorriditi di fronte alle immagini che circolano sui social network e sulla stampa, ci chiediamo fino a che punto fosse necessario un intervento così radicale, che restituirà sì alla popolazione l’insenatura di Porto Miggiano, ma modificando in maniera irreversibile un panorama unico.
La stessa posa in mare di blocchi di cemento e la creazione di una banchina a protezione della baia, come si evince dalle parole del direttore dei lavori riportate da Telerama, modificherà in maniera irreparabile quello che fino a pochi mesi fa veniva considerato un paradiso naturale, il fiore all’occhiello della costa salentina.
Dal progetto definitivo l’intervento di allargamento della banchina e di posizionamento di blocchi di calcestruzzo non sembra previsto, mentre si fa espresso riferimento all’utilizzo di blocchi ottenuti dai lavori di disgaggio dal costone: “L’intervento mira alla conservazione dello stato dei luoghi attuale e perciò sono state scelte soluzioni tecniche che rispettino l’ambiente, limitando gli interventi a sistemazione di blocchi di roccia, già presenti in loco, alla base della scogliera.”)
Allo stesso modo, non sembrano previsti dal progetto definitivo in nostro possesso i lavori di disgaggio e di rimodellamento del costone nella parte a sinistra della discesa a mare, quella verso il faraglione ad ingresso dell’insenatura.
• se il costone roccioso presenta condizioni di pericolo tali da giustificare un intervento così invasivo, com’è stato possibile edificare, fino a pochi mesi fa (inaugurazione a giugno e luglio 2011) i due ecomostri “Augustus Resort” e “Diciannove”, e considerarli agibili?
• Come è stato possibile permettere fino al giorno dell’inizio dei lavori di consolidamento la presenza di turisti nelle strutture immediatamente adiacenti al costone pericolante, nonché , attraverso discesa a mare pubblica e aperta, alla banchina sottostante per i bagnanti?
Delle due l’una. O il costone non era così a rischio da non permettere la fruizione dei luoghi sopracitati, o doveva essere interdetta la costruzione e l’uso dei due ecomostri.
• Inoltre, su un costone così pericolante, i lavori in corso non hanno acuito il problema della stabilità, con il passaggio di ruspe, mezzi di movimentamento, materiali di costruzione ?
• Perché altre zone di Santa Cesarea Terme , già interdette alla popolazione e transennate da anni, non sono state interessate immediatamente dai lavori di messa in sicurezza?
• Perché la zona delle “Fontanelle” , notoriamente più frequentata da bagnanti rispetto a Porto Miggiano , più esposta alle mareggiate e interessata da crolli in maniera molto maggiore (da circa tre anni un enorme masso fa bella mostra di sé dopo essersi staccato dal costone) non è stata presa in considerazione prima dell’insenatura di Porto Miggiano per proteggere i bagnanti?
L’attenzione del Comitato di Tutela è rivolta soprattutto alla speculazione edilizia avvenuta in questi anni ed ai progetti previsti nel prossimo futuro, progetti sui quali non abbiamo mai ottenuto risposte dettagliate. La zona sotto la Torre saracena (comparto 19) è stata recentemente venduta a privati, e si prevedono nuove edificazioni anche in quella zona di alto valore architettonico-archeologico, storico e naturalistico. Sulla collina superiore, a poche centinaia di metri di distanza, i progetti di edificazione nel comparto 13 sono preoccupanti: più di 500“unità abitative”, centri commerciali, nuove infrastrutture sportive.
Tutto questo mentre sono partiti velocissimi e sotto silenzio i lavori a pochi km a nord di Porto Miggiano, sempre nel comune di Santa Cesarea, a Villaggio Paradiso. Un altro luogo di enorme valore paesaggistico, a due passi dalle Torri Minervino, da Porto Badisco e da Torre Sant’Emiliano.
Il Comitato insiste a chiedere all’Assessore Regionale alla Salvaguardia del Territorio Angela Barbanente, dopo averle consegnato migliaia di firme dei cittadini raccolte per questo motivo, di applicare l’articolo 7.01 del P.U.U.T/P – “Beni Paesaggistici non Considerati dal Piano” che recita: “nel caso che un bene di rilevante interesse paesaggistico, non sottoposto a tutela dal Piano, riceva o possa ricevere pregiudizio da azioni in atto o potenziali, la Giunta Regionale su proposta dell'Assessore all’Urbanistica e sentita la competente Commissione Consiliare, con decreto del Presidente della Giunta Regionale, individua il bene e le relative aree e sottopone entrambi - definendone il livello - a tutela. Tale prerogativa della Giunta Regionale si esercita anche in difformità di quanto previsto nel 5 comma dell’art. 1.03, e pertanto può comprendere aree comunque tipizzate dagli strumenti urbanistici generali ed interessate da piani esecutivi e programmi attuativi anche se approvati”.
Chiediamo inoltre che finalmente si riconsideri il naturale collocamento delle zone menzionate sopra nel parco a tutela “Otranto – Santa Maria di Leuca”, e ci chiediamo come sia possibile che ne siano state tenute fuori, essendo tra le più importanti di tutta la costa salentina, per il loro enorme valore paesaggistico, naturalistico, faunistico e storico.
E' pura pazzia: Vogliono cancellare le Falesie del Salento, con la scusa della pubblica utilità, trasformando le nostre coste in edulcorate pareti di cava artificiale, gradonate, spianate e cementificate, snaturate!
Qualcuno chiama "ingegneria dell' innovazione" questi interventi, ma son solo prostituzione dell'intelletto e dell' ingegno alla speculazione più becera!
Abbiamo bisogno di un "ingegneria naturalistica" che si adatti alla Natura, non che ciecamente ed insensatamente, senza badare neppure a spese, si lancia in simili interventi snaturanti e contro-natura, che cercano di coercizzare la Natura in forme artificiali che non le sono proprie e che neppure son utili all' uomo!
Questo progetto va fermato o ne partirà, da questo precedente, una maxi-speculazione, già in progetto, che cancellerà la nostra costa, tutta, rendendola ovunque irriconoscibile!
Già simili progetti assurdi covano in quasi tutti gli altri comuni costieri salentini!!!
Siamo ancora in tempo per salvare la bella Falesia di Porto Miggiano, e con essa tutto il Salento, nell'entroterra come sulla sua costa e nel suo mare, dalle mille infami voci di devastazione, che non sono sciagure inviate dagli dei irati, (seppur giustamente irati contro tanta ingratitudine ed inciviltà), ma progetti di disumani speculatori che covano tutti negli uffici tecnici dei nostri comuni, divenuti meschini tenebrosi nidi di sciacallaggio!!
Oreste Caroppo con Tiziana Colluto
Documentazione Consolidamento: http://db.tt/dTJ1EIKG
Roma - Decade Laica 2012 - dal 9 al 19 febbraio 2012
Gocce di rugiada - Foto di Gustavo Piccinini
Calendario delle iniziative laiche a Roma, dal 9 al 19 febbraio 2012
Giovedì 9 febbraio ore 15 - L’Associazione Garibaldini per l’Italia propone presso il Mausoleo Ossario Garibaldino del Gianicolo – Via Garibaldi, 29/e di celebrare insieme alle associazioni, agli studenti e ai professori delle scuole romane, il 163° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana 1849 – 2012
Venerdì 10 febbraio ore 17 - La Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni e Italialaica presentano per il Cineforum Laico alla Biblioteca Comunale Elsa Morante di Ostia Via A. Cozza 7 "I BACI MAI DATI" un film di Roberta Torre.
Sabato 11 febbraio: ore 12 - Banchetto informativo in centro, a cura dell'UAAR
ore 17 L'Assemblea Permanente delle Donne per i Consultori presenta Alla Casa Internazionale delle Donne Via della Lungara 19
"OBIEZIONE DI COSCIENZA E DIRITTI NEGATI. Quando l'aborto diventa un incubo"
Intervengono: Chiara Lalli, filosofa e autrice di “C’è chi dice no” e Cinzia Sciuto, redattice di Micromega e blogger. Modera Elena Ribet, giornalista di Noidonne.
12 febbraio, ore 12 - Banchetto informativo in centro, a cura dell'UAAR
13 febbraio, ore 18 - Altrevie e Liberacittadinanza presentano Alla Villetta della Garbatella, Via Francesco Passino 26
"Battaglie di Libertà" di Sergio Lariccia - Presentano il libro: Chiara Lalli, filosofa, Enzo Marzo, direttore di Critica Liberale, Andrea Beccari, assessore alle Politiche Sociali dell’XI Municipio. Modera Claudio Bocci dell’associazione Altrevie. Interviene l'Autore.
Dopo una semplice cena/spuntino alle ore 21.15 per il Cineforum della Villetta proiezione del film "Improvvisamente l'inverno scorso" con la presentazione e commento dei registi, sceneggiatori ed attori del film, che saranno presenti in sala
Luca Ragazzi e Gustav Hofer
14 febbraio, ore 18. Il Circolo UAAR di Roma presenta alla Libreria Feltrinelli di via Vittorio Emanuele Orlando 78/81
"Darwin day" - Una giornata per la scienza - Presentazione del libro di Telmo Pievani La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto
Modera Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'UAAR.
15 febbraio, ore 21.15 - Fondazione Critica Liberale. Presenta presso la sede della Fondazione Via delle Carrozze n. 19 - Roma. L’ultimo Dio, Internet, il mercato e la religione stanno costruendo un mondo post-umano
Lettura-dialogante di brani del nuovo libro di Paolo Ercolani, fatta dall’Autore
16 febbraio,ore 16.30 - Crides - Scuola e Costituzione, presenta all’ITIS "Galileo Galilei", Via Conte Verde 51
Insegnamento Religione Cattolica, e alternative - Normativa e nuove iscrizioni
17 febbraio,ore 17 - La Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni aderisce all’iniziativa organizzata da Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” a Piazza Campo dei Fiori. Nel Nome di Giordano Bruno. Emancipazione e Uguaglianza. Interverranno: Maria Mantello (Giordano Bruno – il coraggio dell’emancipazione), Francesco De Martini (Giordano Bruno – libertà e scienza), Elena Coccia (Beni Comuni), Gianni Ferrara (Liberi dal bisogno – il valore laico della Costituzione). Presenta Antonella Cristofaro
18 febbraio - Partecipiamo tutti al sit in davanti l’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede a viale delle Belle Arti, organizzato dall'UAAR
19 febbraio, ore 15.30. Il Gruppo Laico di Ricerca propone in Piazza Salvatore in Lauro. Incontri per Strada: Le memorie di Tor di Nona
Ricordi raccontati nel luogo dove, nel gennaio 1949, grandi assemblee popolari sancivano l'inizio della straordinaria avventura della Repubblica Romana e dove, agli inizi dell'anno 1600, nel terribile carcere di Tor di Nona, fu imprigionato Giordano Bruno.
Calendario delle iniziative laiche a Roma, dal 9 al 19 febbraio 2012
Giovedì 9 febbraio ore 15 - L’Associazione Garibaldini per l’Italia propone presso il Mausoleo Ossario Garibaldino del Gianicolo – Via Garibaldi, 29/e di celebrare insieme alle associazioni, agli studenti e ai professori delle scuole romane, il 163° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana 1849 – 2012
Venerdì 10 febbraio ore 17 - La Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni e Italialaica presentano per il Cineforum Laico alla Biblioteca Comunale Elsa Morante di Ostia Via A. Cozza 7 "I BACI MAI DATI" un film di Roberta Torre.
Sabato 11 febbraio: ore 12 - Banchetto informativo in centro, a cura dell'UAAR
ore 17 L'Assemblea Permanente delle Donne per i Consultori presenta Alla Casa Internazionale delle Donne Via della Lungara 19
"OBIEZIONE DI COSCIENZA E DIRITTI NEGATI. Quando l'aborto diventa un incubo"
Intervengono: Chiara Lalli, filosofa e autrice di “C’è chi dice no” e Cinzia Sciuto, redattice di Micromega e blogger. Modera Elena Ribet, giornalista di Noidonne.
12 febbraio, ore 12 - Banchetto informativo in centro, a cura dell'UAAR
13 febbraio, ore 18 - Altrevie e Liberacittadinanza presentano Alla Villetta della Garbatella, Via Francesco Passino 26
"Battaglie di Libertà" di Sergio Lariccia - Presentano il libro: Chiara Lalli, filosofa, Enzo Marzo, direttore di Critica Liberale, Andrea Beccari, assessore alle Politiche Sociali dell’XI Municipio. Modera Claudio Bocci dell’associazione Altrevie. Interviene l'Autore.
Dopo una semplice cena/spuntino alle ore 21.15 per il Cineforum della Villetta proiezione del film "Improvvisamente l'inverno scorso" con la presentazione e commento dei registi, sceneggiatori ed attori del film, che saranno presenti in sala
Luca Ragazzi e Gustav Hofer
14 febbraio, ore 18. Il Circolo UAAR di Roma presenta alla Libreria Feltrinelli di via Vittorio Emanuele Orlando 78/81
"Darwin day" - Una giornata per la scienza - Presentazione del libro di Telmo Pievani La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto
Modera Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'UAAR.
15 febbraio, ore 21.15 - Fondazione Critica Liberale. Presenta presso la sede della Fondazione Via delle Carrozze n. 19 - Roma. L’ultimo Dio, Internet, il mercato e la religione stanno costruendo un mondo post-umano
Lettura-dialogante di brani del nuovo libro di Paolo Ercolani, fatta dall’Autore
16 febbraio,ore 16.30 - Crides - Scuola e Costituzione, presenta all’ITIS "Galileo Galilei", Via Conte Verde 51
Insegnamento Religione Cattolica, e alternative - Normativa e nuove iscrizioni
17 febbraio,ore 17 - La Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni aderisce all’iniziativa organizzata da Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” a Piazza Campo dei Fiori. Nel Nome di Giordano Bruno. Emancipazione e Uguaglianza. Interverranno: Maria Mantello (Giordano Bruno – il coraggio dell’emancipazione), Francesco De Martini (Giordano Bruno – libertà e scienza), Elena Coccia (Beni Comuni), Gianni Ferrara (Liberi dal bisogno – il valore laico della Costituzione). Presenta Antonella Cristofaro
18 febbraio - Partecipiamo tutti al sit in davanti l’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede a viale delle Belle Arti, organizzato dall'UAAR
19 febbraio, ore 15.30. Il Gruppo Laico di Ricerca propone in Piazza Salvatore in Lauro. Incontri per Strada: Le memorie di Tor di Nona
Ricordi raccontati nel luogo dove, nel gennaio 1949, grandi assemblee popolari sancivano l'inizio della straordinaria avventura della Repubblica Romana e dove, agli inizi dell'anno 1600, nel terribile carcere di Tor di Nona, fu imprigionato Giordano Bruno.
"Non sono d'accordo..." - di Stefano Panzarasa
Stefano Panzarasa, che canta la sua canzone
Non sono d’accordo
La camorra interra i suoi rifiuti nel napoletano
e la mafia siciliana investe i soldi più lontano.
Questo sì che riciclaggio, sì ma di denaro sporco
e tu adesso che lo sai, gridalo forte: Non sono d’accordo!
Ma la gente muore a frotte laggiù nel napoletano
è il pianeta intero adesso a non essere più sano.
Donne uomini e bambini vanno uniti a protestare
e anche Padre Zanotelli scende a fianco dei ribelli.
Dicono state tranquilli c’è il termovalorizzatore
Ma la diossina va fuori ancora come dal vecchio inceneritore.
E le discariche dappertutto, pure nei parchi le vogliono fare!
Voglio raccogliere differenziato, zero rifiuti e… RICICLARE!
Stefano Panzarasa
Non sono d’accordo
La camorra interra i suoi rifiuti nel napoletano
e la mafia siciliana investe i soldi più lontano.
Questo sì che riciclaggio, sì ma di denaro sporco
e tu adesso che lo sai, gridalo forte: Non sono d’accordo!
Ma la gente muore a frotte laggiù nel napoletano
è il pianeta intero adesso a non essere più sano.
Donne uomini e bambini vanno uniti a protestare
e anche Padre Zanotelli scende a fianco dei ribelli.
Dicono state tranquilli c’è il termovalorizzatore
Ma la diossina va fuori ancora come dal vecchio inceneritore.
E le discariche dappertutto, pure nei parchi le vogliono fare!
Voglio raccogliere differenziato, zero rifiuti e… RICICLARE!
Stefano Panzarasa
giovedì 26 gennaio 2012
ACTA - Controllo totale del WEB da parte delle multinazionali... Passerà?
Nooooo!
ACTA, un trattato mondiale, darebbe il potere alle multinazionali di censurare internet. Dopo che è stato negoziato in segreto da un manipolo di paesi ricchi e poteri forti, ora potrebbe mettere in piedi un organismo nell'ombra per combattere le contraffazioni e che permetterebbe a interessi organizzati di controllare tutto quello che facciamo su internet, imponendo sanzioni che prevedono addirittura il carcere contro chi metterebbe in pericolo i loro affari.
L'Europa sta decidendo ora se ratificare o meno ACTA: se non lo farà questo attacco globale alla libertà di internet cadrà. In passato si sono già opposti a ACTA, ma ora alcuni parlamentari vacillano: diamo loro l'ultima spinta per rigettare il trattato. Firma la petizione: faremo una consegna spettacolare a Bruxelles non appena avremo raggiunto le 500.000 firme:
http://www.avaaz.org/it/eu_save_the_internet/?vl
E' una vergogna: i governi dei quattro quinti della popolazione mondiale sono stati esclusi dai negoziati dell'Accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA) e burocrati non eletti hanno lavorato spalla a spalla con i lobbisti delle multinazionali per scrivere le nuove regole e un regime sanzionatorio pericoloso. ACTA sarebbe inizialmente esecutivo negli Stati Uniti, in Europa e in altri 9 paesi, poi in tutto il resto del mondo. Ma se riusciremo a far dire no all'Europa, il trattato perderebbe il momento buono e potrebbe essere chiuso in un cassetto per sempre.
Grazie a queste regole liberticide persone in ogni dove potrebbero essere sanzionate per semplici gesti come condividere l'articolo di un giornale o scaricare un video di una festa dove c'era musica protetta dal copyright. Venduto come un trattato commerciale per difendere il diritto d'autore, ACTA potrebbe vietare anche la vendita di farmaci salvavita e mettere in pericolo l'accesso degli agricoltori ai semi di cui hanno bisogno. E, incredibile ma vero, la commissione ACTA avrebbe carta bianca per cambiare le sue stesse regole e sanzioni senza alcun scrutinio democratico.
Potenti interessi organizzati stanno facendo di tutto per far passare il trattato, ma il Parlamento europeo si è messo in mezzo. Inviamo un grido enorme ai parlamentari per contrastare le lobby e difendere la libertà di internet.
Con speranza e determinazione,
Dalia, Alice, Pascal, Emma, Ricken, Maria Paz e il resto del team di Avaaz
ACTA, un trattato mondiale, darebbe il potere alle multinazionali di censurare internet. Dopo che è stato negoziato in segreto da un manipolo di paesi ricchi e poteri forti, ora potrebbe mettere in piedi un organismo nell'ombra per combattere le contraffazioni e che permetterebbe a interessi organizzati di controllare tutto quello che facciamo su internet, imponendo sanzioni che prevedono addirittura il carcere contro chi metterebbe in pericolo i loro affari.
L'Europa sta decidendo ora se ratificare o meno ACTA: se non lo farà questo attacco globale alla libertà di internet cadrà. In passato si sono già opposti a ACTA, ma ora alcuni parlamentari vacillano: diamo loro l'ultima spinta per rigettare il trattato. Firma la petizione: faremo una consegna spettacolare a Bruxelles non appena avremo raggiunto le 500.000 firme:
http://www.avaaz.org/it/eu_save_the_internet/?vl
E' una vergogna: i governi dei quattro quinti della popolazione mondiale sono stati esclusi dai negoziati dell'Accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA) e burocrati non eletti hanno lavorato spalla a spalla con i lobbisti delle multinazionali per scrivere le nuove regole e un regime sanzionatorio pericoloso. ACTA sarebbe inizialmente esecutivo negli Stati Uniti, in Europa e in altri 9 paesi, poi in tutto il resto del mondo. Ma se riusciremo a far dire no all'Europa, il trattato perderebbe il momento buono e potrebbe essere chiuso in un cassetto per sempre.
Grazie a queste regole liberticide persone in ogni dove potrebbero essere sanzionate per semplici gesti come condividere l'articolo di un giornale o scaricare un video di una festa dove c'era musica protetta dal copyright. Venduto come un trattato commerciale per difendere il diritto d'autore, ACTA potrebbe vietare anche la vendita di farmaci salvavita e mettere in pericolo l'accesso degli agricoltori ai semi di cui hanno bisogno. E, incredibile ma vero, la commissione ACTA avrebbe carta bianca per cambiare le sue stesse regole e sanzioni senza alcun scrutinio democratico.
Potenti interessi organizzati stanno facendo di tutto per far passare il trattato, ma il Parlamento europeo si è messo in mezzo. Inviamo un grido enorme ai parlamentari per contrastare le lobby e difendere la libertà di internet.
Con speranza e determinazione,
Dalia, Alice, Pascal, Emma, Ricken, Maria Paz e il resto del team di Avaaz
Giorgio Nebbia, Liliana Cori.. e le pecore (e gli umani) alla diossina in Puglia...
Ante scriptum: "In Puglia, a Taranto, c'è un bello stabilimento che produce tanta diossina.. le polveri volano nell'aria e si depositano sui terreni, le pecore mangiano l'erba e quando vengono fatti controlli dall'ASL, di routine, risultano avvelenate e quindi condannate all'abbattimento.. Anche gli umani risulterebbero avvelenati ma non vengono abbattuti, sono lasciati tranquillamente in pace a morire di leucemia e cancro. Questa sì che è giustizia!.... Ce ne parla Liliana Cori in un suo libro “Se fossi una pecora verrei abbattuta?”, con recensione di Giorgio Nebbia" (Paolo D'Arpini)
Nei prossimi giorni (fine gennaio 2012) in varie città pugliesi, fra cui Manduria e Taranto, sarà presentato il libro di Liliana Cori intitolato: "Se fossi una pecora verrei abbattuta ?" (Scienza Express edizioni, Milano), che non esiterei a considerare sullo stesso livello di "Primavera silenziosa", il libro di Rachel Carson apparso negli Stati Uniti e in tutto il mondo esattamente cinquant'anni fa. Anche questo libro è scritto da una donna, una biologa che lavora presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche nello speciale Istituto che studia gli effetti dei veleni ambientali sul corpo umano. Con l'analisi delle sostanze tossiche nel sangue di numerose persone, specialmente donne, scelte fra quelle che vivono accanto a fabbriche inquinanti o a discariche di rifiuti tossici, è possibile capire come le sostanze tossiche arrivano, attraverso gli alimenti, fino al corpo umano.
Come quello del libro della Carson, anche lo stile del libro della Cori è gradevole e apparentemente leggero pur dicendo cose terribili. Vi sono somiglianze anche nel titolo accattivante. La Carson già nel titolo avvertiva che un giorno, se si fosse continuato nell'uso indiscriminato dei pesticidi clorurati persistenti, sarebbero morti anche gli uccelli del cielo e "la primavera sarebbe diventata silenziosa". Il titolo del libro della Cori fa riferimento al fatto che in varie parti d'Italia e anche intorno a Taranto, è stato necessario dei greggi di pecore riconosciute contaminate da diossina. Una delle persone studiate nella ricerca descritta dalla Cori le ha chiesto un giorno: "Se nel mio sangue fossero trovate concentrazioni elevate di diossina sarei condannata a morte anch'io come le pecore ?".
Il libro della Cori comincia a descrivere come circolano le sostanze tossiche nella biosfera, attraverso le catene alimentari; dalle fabbriche, dalle discariche, dagli inceneritori, tali sostanze vengono immesse nelle acque e nell'aria e da qui sono assorbite dalla vegetazione e poi dagli animali che si nutrono dell'erba e dei mangimi contaminati e da qui entrano negli alimenti che mangiamo e infine arrivano nel nostro corpo e nei neonati. La Cori mette bene in evidenza che gli effetti di intossicazione del corpo umano si fanno sentire, proprio attraverso le catene alimentari, anche a distanza di tempo e a distanza dal luogo di emissione. Alcune sostanze tossiche possono arrivare in Europa negli alimenti prodotti in paesi sottosviluppati in cui sono ancora usati pesticidi o pratiche vietati da noi. Ci sono stati anni in cui la concentrazione dei pesticidi o degli elementi radioattivi nel latte materno è risultata più elevata di quella massima ammessa negli alimenti commerciali.
Le persone sottoposte ad analisi sono state scelte fra gli abitanti delle località in cui ci sono o ci sono state attività particolarmente inquinanti, da Brescia, al Piemonte, alla valle del Sacco nel Lazio, alla Campania, a Crotone, a Taranto, a Gela. La Cori elenca le principali sostanze pericolose che "sono finite" nel corpo di molte persone. L'amianto, usato per molti decenni, risultato cancerogeno già mezzo secolo fa e finalmente vietato trent'anni fa, è ancora presente nell'aria che si respira durante lo smaltimento dei manufatti di cemento-amianto. Il mercurio è stato usato "con successo" nell'industria chimica fino a quando si è visto che i suoi vapori tossici finivano nel corpo sia degli operai, sia delle popolazioni vicine, e poi nei pesci quando i sali di mercurio erano scaricati nel mare.
Il piombo, usato per molti decenni sotto forma di piombo tetraetile come antidetonante delle benzine, finiva nell'aria e permane nel sottosuolo dei terreni su cui erano insediate le fabbriche. L'elenco continua con metalli tossici come arsenico, cadmio, addirittura uranio nei fanghi delle fabbriche di concimi fosfatici e poi policlorobifenili (PCB), e tanti altri. Il libro della professoressa Cori non ha il fine di terrorizzare le persone, ma di diffondere una cultura "popolare" della necessità di prevedere e prevenire gli effetti dannosi delle attività che ci circondano. Solo con la pressione dell'opinione pubblica è possibile chiedere e ottenere leggi più rigorose per vietare e eliminare attività e sostanze dannose per la salute e per la vita, per condurre efficaci "bonifiche" dalle zone contaminate da scorie di fabbriche abbandonate o da discariche di rifiuti.
Un esempio è offerto proprio in Puglia dalla mobilitazione che ha ottenuto dalla Regione delle norme per la diminuzione delle emissioni di diossine dai fumi dei processi dello stabilimento siderurgico di Taranto. Il libro della Cori ha un messaggio finale che in pieno condivido: la difesa della salute e della vita dipende da una maggiore conoscenza degli aspetti tecnico-scientifici dei processi produttivi, dei prodotti e dei rifiuti; solo così è possibile "sia usare migliori tecnologie, rinnovare il tipo di materiali prodotti e usati, sia risparmiare energia e ridurre le fonti di emissioni inquinanti in aria, acqua e suolo". Tutte cose che, oltre a rendere migliore la vita, assicurano occupazione e genuino sviluppo umano.
Giorgio Nebbia - nebbia@quipo.it
martedì 24 gennaio 2012
Prigionieri del sistema socio-politico-economico-finanziario
Condivisione - Scrive Franca Chichi: "Grazie, grazie mille, Paolo, diffondo il tuo post che condivido in pieno... IL GIORNO DELLA MEMORIA E' UNO-- CHE RICORDA E ONORA TUTTI COLORO CHE IN QUALSIASI TEMPO E PER QUALSIASI RAGIONE SONO CADUTI VITTIME DI "ALTRO". Onoriamo tutti facendone un crogiolo di esperienze che ispirino consapevoli volontà, proponimenti ed azioni di accoglienza e pace...” - http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=27+gennaio+2012
E il punto di vista di Fraternity a questo punto ci sta bene, integra e continua il discorso, che chiaramente non finisce qui... d'altronde, l'apprendimento è eterno..."
Siamo tutti in prigione
L'illusione che attualmente avvolge l'umanità come in una fitta nebbia nasconde alla moltitudine degli individui la visione dei muri e delle sbarre dell'enorme prigione in cui vive credendo di essere libera.
La prigione è il sistema socio-politico-economico-finanziario.
Le mura del carcere, le celle e le sbarre, sono fatti di consumismo, competizione, egoismo, sfruttamento, individualismo, in una parola: "materialismo".
Il 90% della popolazione mondiale è imprigionata fra quelle mura ed è tenuta in quella situazione di cattività dal 10% di individui che sono i carcerieri e che detengono l'85% della ricchezza del pianeta.
Il paradosso è che la gente incarcerata crede di essere libera e si scontra contro quelli che sono nella stessa prigione, nell'illusione di ritagliarsi uno spazio proprio, un piccolo recinto di pseudo-potere. Ma non sa che quello spazio ottenuto a discapito dell'altro è solo una briciola nel cortile dell'ora d'aria all'interno del carcere.
Rivendicazioni operaie o di categoria, proteste e proposte di aggiustamento della condizione di lavoro ed esistenziale fanno parte di quello sforzo ma sono tutte mirate a stare un poco meglio in prigione.
Ciò è comprensibile poiché è l'effetto dell'istintivo spirito di adattamento di ogni essere umano che, anche in gruppo organizzato, cerca di ottenere miglioramenti della condizione. Ma tutto ciò serve soltanto a mantenere lo stato di schiavitù, l'un contro l'altro, in una guerra tra poveri o prigionieri.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, non solo a livello nazionale, bensì mondiale, è lo spasmodico sforzo di attutire gli effetti dello squilibrio economico-finanziario per salvare il sistema (di imprigionamento) mediante un sacrificio di massa. È come se i carcerati rinunciassero all'ora d'aria e ai pasti per sostenere l'apparato carcerario che li imprigiona.
Vista dalla prospettiva dei carcerieri è una precisa operazione per smantellare quel poco di dignità e sostentamento che ancora anima i prigionieri. Vista dalla prospettiva dei pochi che si sono liberati è un criminale piano di annientamento del potere creativo dell'Umanità ottenuto mediante l'abbrutimento e la barbarie.
Chi sono i "carcerieri" e chi sono i "liberi"?
I carcerieri sono, senza alcun dubbio, quelli che hanno progettato il piano di costrizione e costruito il carcere fondato su un sistema di controllo apparente denominato "scambio di ricchezza". Quello che, in realtà, viene scambiato non è la ricchezza ma la scarsità. Una scarsità sapientemente mantenuta un poco al di sopra del livello di guardia; quel tanto da consentire una perenne lotta di sopravvivenza tra i carcerati.
Carceriere è il sistema bancario, quello che ha stabilito che lo scambio è attuato mediante il denaro che esso stesso immette e centellina. Quel sistema che, sul debito, ha creato l'impero di potere per cui, impoverendo le masse, le controlla.
Ora la domanda sorge spontanea.
Perché l'umanità carcerata sacrifica la propria dignità nell'illusione di ottenere un miglioramento di condizione che, se avverrà, sarà comunque, sempre all'interno del carcere?
Perché non mette a frutto le poche risorse che le restano per progettare un piano di fuga, di liberazione di massa?
Non sarebbe più logico, proficuo ed evolutivo?
A questo punto occorre introdurre i "liberi".
I "liberi" sono ex carcerati che hanno elaborato un piano di evasione e, individualmente, sono fuggiti dal carcere. Per compiere tutto il percorso hanno dovuto, prima, risvegliarsi e divenire coscienti della condizione di prigionia, poi intravedere oltre le sbarre la vera realtà, quella al di là della sofferenza e della schiavitù di tutte le forme di seduzione materiale; quindi fare un piano di fuga e, una volta evasi, vivere in una terra di nessuno, ai margini del sistema (carcere), finalmente liberi ma coscienti che quella libertà non è fine a se stessa, ma necessaria al piano di liberazione di massa, perché quella terra di nessuno diventi la Nuova terra per gli uomini di buona volontà.
I liberi sono, non solo, i testimoni del fatto che liberarsi è possibile, ma anche i pionieri che aiuteranno tutti gli altri prigionieri a farlo.
I liberi conoscono la via di liberazione perché l'hanno costruita con le loro mani e hanno elaborato un piano infallibile.
Si sono riuniti e, anche se agiscono apparentemente sparsi, hanno deciso di infiltrarsi di nuovo nel carcere (avendo sempre disponibile la via di fuga), e, all'interno del carcere, istruire i prigionieri, loro fratelli, in modo da attrezzarli non per compiere la fuga, ma per demolire il carcere stesso.
Gli strumenti di liberazione sono quelli che sono indicati dalla Saggezza. Primo fra tutti non cadere nel tranello della tentazione.
I prigionieri sono costantemente tentati dalle seducenti forme che i carcerieri proiettano sull'illusorio schermo del cinema carcerario. Immagini di benessere, opulenza, prestigio, fama, lusso e soprattutto immagini di una infinità di oggetti luccicanti che abbagliano i carcerati come gli specchietti abbagliano le allodole.
La tentazione è madre di tutte le seduzioni. Mette i prigionieri nella condizione di desiderare sempre qualche cosa di più nell'illusione di migliorare la propria esistenza, mentre, in realtà, li induce a fraintendere l'acquisizione di cose come crescita di se stessi e del sistema carcere. Ma l'accumulo di cose non è crescita né tantomeno benessere. È come se la crescita di una persona riguardasse solo l'aumento delle dimensioni corporee. Forse è per questo che la gente ingrassa?
La crescita è soprattutto interiore. Crescere dentro, in consapevolezza, significa mutare il comportamento esteriore e scegliere quei pensieri, sentimenti e azioni che produrranno un effetto benefico nelle relazioni umane e, quindi, anche nello scambio di beni.
Secondo, non cadere nel trabocchetto della distribuzione della cosiddetta ricchezza.
I carcerieri, dopo aver proiettato il film, lanciano nella mischia gli oggetti luccicanti in modo che i detenuti si accapiglino per possederli.
Quei poveretti non sanno che quegli oggetti non sono la ricchezza, bensì un pallido riflesso di latta scambiato per oro.
La vera ricchezza è interiore. Un uomo interiormente ricco dei valori dell'onestà, della cooperazione, della fratellanza, non sarà mai povero e non diverrà mai schiavo o prigioniero. Ciò che deve essere distribuito è l'amore per il fratello, per la terra, l'ambiente e la vita tutta. Distribuendo amore si distribuisce la vera ricchezza e il benessere e l'abbondanza possono regnare.
Terzo, non credere alla menzogna della separatività.
Nella prigione ognuno è tenuto separato perché tenda a desiderare qualche cosa solo per sé. Convincendolo che così si distinguerà dagli altri e potrà divenire più importante, più potente, più ricco. Di fatto il carceriere sa che, tenendo isolati i prigionieri, li renderà soli e impotenti.
L'essere umano non è fatto per vivere da solo. Egli ha un ancestrale slancio verso l'aggregazione e l'unione. Sa, nel suo profondo, che "l'unione fa la forza" e che, solo se insieme agli altri, può liberare la potenza creativa che è celata dentro di sé come scintilla di quel divino che pervade l'esistenza.
Uniti dalla forza dell'amore impersonale che si manifesta come perfetta comprensione delle cause e degli effetti che da esse derivano, gli individui che si riconosceranno in una sola Anima, riusciranno a disintegrare le mura, le celle e le sbarre del carcere e, insieme, salvando anche i carcerieri, procederanno liberi da condizionamenti e illusioni per ristabilire il piano di fratellanza. Coscienti di quel proposito, ricostruiranno una società in pace, senza più barriere di classe, di razza e di pensiero. Una società fondata sul bene comune nel riconoscimento del valore e della dignità di tutti.
Fraternity
E il punto di vista di Fraternity a questo punto ci sta bene, integra e continua il discorso, che chiaramente non finisce qui... d'altronde, l'apprendimento è eterno..."
Siamo tutti in prigione
L'illusione che attualmente avvolge l'umanità come in una fitta nebbia nasconde alla moltitudine degli individui la visione dei muri e delle sbarre dell'enorme prigione in cui vive credendo di essere libera.
La prigione è il sistema socio-politico-economico-finanziario.
Le mura del carcere, le celle e le sbarre, sono fatti di consumismo, competizione, egoismo, sfruttamento, individualismo, in una parola: "materialismo".
Il 90% della popolazione mondiale è imprigionata fra quelle mura ed è tenuta in quella situazione di cattività dal 10% di individui che sono i carcerieri e che detengono l'85% della ricchezza del pianeta.
Il paradosso è che la gente incarcerata crede di essere libera e si scontra contro quelli che sono nella stessa prigione, nell'illusione di ritagliarsi uno spazio proprio, un piccolo recinto di pseudo-potere. Ma non sa che quello spazio ottenuto a discapito dell'altro è solo una briciola nel cortile dell'ora d'aria all'interno del carcere.
Rivendicazioni operaie o di categoria, proteste e proposte di aggiustamento della condizione di lavoro ed esistenziale fanno parte di quello sforzo ma sono tutte mirate a stare un poco meglio in prigione.
Ciò è comprensibile poiché è l'effetto dell'istintivo spirito di adattamento di ogni essere umano che, anche in gruppo organizzato, cerca di ottenere miglioramenti della condizione. Ma tutto ciò serve soltanto a mantenere lo stato di schiavitù, l'un contro l'altro, in una guerra tra poveri o prigionieri.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, non solo a livello nazionale, bensì mondiale, è lo spasmodico sforzo di attutire gli effetti dello squilibrio economico-finanziario per salvare il sistema (di imprigionamento) mediante un sacrificio di massa. È come se i carcerati rinunciassero all'ora d'aria e ai pasti per sostenere l'apparato carcerario che li imprigiona.
Vista dalla prospettiva dei carcerieri è una precisa operazione per smantellare quel poco di dignità e sostentamento che ancora anima i prigionieri. Vista dalla prospettiva dei pochi che si sono liberati è un criminale piano di annientamento del potere creativo dell'Umanità ottenuto mediante l'abbrutimento e la barbarie.
Chi sono i "carcerieri" e chi sono i "liberi"?
I carcerieri sono, senza alcun dubbio, quelli che hanno progettato il piano di costrizione e costruito il carcere fondato su un sistema di controllo apparente denominato "scambio di ricchezza". Quello che, in realtà, viene scambiato non è la ricchezza ma la scarsità. Una scarsità sapientemente mantenuta un poco al di sopra del livello di guardia; quel tanto da consentire una perenne lotta di sopravvivenza tra i carcerati.
Carceriere è il sistema bancario, quello che ha stabilito che lo scambio è attuato mediante il denaro che esso stesso immette e centellina. Quel sistema che, sul debito, ha creato l'impero di potere per cui, impoverendo le masse, le controlla.
Ora la domanda sorge spontanea.
Perché l'umanità carcerata sacrifica la propria dignità nell'illusione di ottenere un miglioramento di condizione che, se avverrà, sarà comunque, sempre all'interno del carcere?
Perché non mette a frutto le poche risorse che le restano per progettare un piano di fuga, di liberazione di massa?
Non sarebbe più logico, proficuo ed evolutivo?
A questo punto occorre introdurre i "liberi".
I "liberi" sono ex carcerati che hanno elaborato un piano di evasione e, individualmente, sono fuggiti dal carcere. Per compiere tutto il percorso hanno dovuto, prima, risvegliarsi e divenire coscienti della condizione di prigionia, poi intravedere oltre le sbarre la vera realtà, quella al di là della sofferenza e della schiavitù di tutte le forme di seduzione materiale; quindi fare un piano di fuga e, una volta evasi, vivere in una terra di nessuno, ai margini del sistema (carcere), finalmente liberi ma coscienti che quella libertà non è fine a se stessa, ma necessaria al piano di liberazione di massa, perché quella terra di nessuno diventi la Nuova terra per gli uomini di buona volontà.
I liberi sono, non solo, i testimoni del fatto che liberarsi è possibile, ma anche i pionieri che aiuteranno tutti gli altri prigionieri a farlo.
I liberi conoscono la via di liberazione perché l'hanno costruita con le loro mani e hanno elaborato un piano infallibile.
Si sono riuniti e, anche se agiscono apparentemente sparsi, hanno deciso di infiltrarsi di nuovo nel carcere (avendo sempre disponibile la via di fuga), e, all'interno del carcere, istruire i prigionieri, loro fratelli, in modo da attrezzarli non per compiere la fuga, ma per demolire il carcere stesso.
Gli strumenti di liberazione sono quelli che sono indicati dalla Saggezza. Primo fra tutti non cadere nel tranello della tentazione.
I prigionieri sono costantemente tentati dalle seducenti forme che i carcerieri proiettano sull'illusorio schermo del cinema carcerario. Immagini di benessere, opulenza, prestigio, fama, lusso e soprattutto immagini di una infinità di oggetti luccicanti che abbagliano i carcerati come gli specchietti abbagliano le allodole.
La tentazione è madre di tutte le seduzioni. Mette i prigionieri nella condizione di desiderare sempre qualche cosa di più nell'illusione di migliorare la propria esistenza, mentre, in realtà, li induce a fraintendere l'acquisizione di cose come crescita di se stessi e del sistema carcere. Ma l'accumulo di cose non è crescita né tantomeno benessere. È come se la crescita di una persona riguardasse solo l'aumento delle dimensioni corporee. Forse è per questo che la gente ingrassa?
La crescita è soprattutto interiore. Crescere dentro, in consapevolezza, significa mutare il comportamento esteriore e scegliere quei pensieri, sentimenti e azioni che produrranno un effetto benefico nelle relazioni umane e, quindi, anche nello scambio di beni.
Secondo, non cadere nel trabocchetto della distribuzione della cosiddetta ricchezza.
I carcerieri, dopo aver proiettato il film, lanciano nella mischia gli oggetti luccicanti in modo che i detenuti si accapiglino per possederli.
Quei poveretti non sanno che quegli oggetti non sono la ricchezza, bensì un pallido riflesso di latta scambiato per oro.
La vera ricchezza è interiore. Un uomo interiormente ricco dei valori dell'onestà, della cooperazione, della fratellanza, non sarà mai povero e non diverrà mai schiavo o prigioniero. Ciò che deve essere distribuito è l'amore per il fratello, per la terra, l'ambiente e la vita tutta. Distribuendo amore si distribuisce la vera ricchezza e il benessere e l'abbondanza possono regnare.
Terzo, non credere alla menzogna della separatività.
Nella prigione ognuno è tenuto separato perché tenda a desiderare qualche cosa solo per sé. Convincendolo che così si distinguerà dagli altri e potrà divenire più importante, più potente, più ricco. Di fatto il carceriere sa che, tenendo isolati i prigionieri, li renderà soli e impotenti.
L'essere umano non è fatto per vivere da solo. Egli ha un ancestrale slancio verso l'aggregazione e l'unione. Sa, nel suo profondo, che "l'unione fa la forza" e che, solo se insieme agli altri, può liberare la potenza creativa che è celata dentro di sé come scintilla di quel divino che pervade l'esistenza.
Uniti dalla forza dell'amore impersonale che si manifesta come perfetta comprensione delle cause e degli effetti che da esse derivano, gli individui che si riconosceranno in una sola Anima, riusciranno a disintegrare le mura, le celle e le sbarre del carcere e, insieme, salvando anche i carcerieri, procederanno liberi da condizionamenti e illusioni per ristabilire il piano di fratellanza. Coscienti di quel proposito, ricostruiranno una società in pace, senza più barriere di classe, di razza e di pensiero. Una società fondata sul bene comune nel riconoscimento del valore e della dignità di tutti.
Fraternity
Hinglish.
Dal corrispondente di Viverealtrimenti, Oscar Salvador
La lunga colonizzazione inglese in India, di cui si è discusso in alcuni video-post precedenti, introdusse nel subcontinente indiano numerose innovazioni, sia tecniche, che culturali. Sebbene questo non sia avvenuto per scopi umanitari, bensì per egoistici fini economici e pratici, bisogna notare come, al giorno d’oggi, alcune di quelle novità si stiano rivelando particolarmente utili per gli indiani.Per quanto riguarda la costruzione di infrastrutture, quali palazzi, strade, ferrovie, fabbriche, ciò era preventivabile, ma sicuramente in pochi, fino a solo circa 20-30 anni fa, potevano immaginare i benefici derivanti dalla diffusione della lingua inglese. Diventata ormai a pieno titolo l’utilissima lingua franca internazionale, il fatto che gli indiani ne abbiano familiarità è sicuramente uno dei rari vantaggi che l’India possiede; ad esempio, è uno dei motivi principali per cui gli indiani in genere dimostrano una particolare propensione verso i computer, nei quali vengono sempre più spesso utilizzate terminologie inglesi. Ma un utilizzo ancora più importante è quello che viene fatto, quotidianamente, come lingua franca all’interno dell’India stessa. Oltre ad essere una delle due lingue ufficiali dello stato indiano, insieme all’hindi, nonché la lingua della giurisprudenza, serve infatti anche per permettere agli indiani di madrelingua differente di comunicare tra loro. Com’è noto, una caratteristica dell’India è l’elevato numero di lingue e dialetti parlati localmente, tanto che la Costituzione al momento riconosce ufficialmente circa venti lingue, che hanno quindi valore legislativo negli stati di maggior diffusione. E nonostante tra molte di esse esistano relazioni e similitudini, le lingue indiane in realtà fanno parte di due famiglie distinte, l’indoeuropea al nord e la dravida al sud, e non hanno nessun punto in comune, a parte il retaggio culturale induista. Chiaramente l’inglese che viene parlato in India non è proprio quello di Cambridge, in particolare la pronuncia indiana è talmente peculiare che spesso perfino madrelingua inglesi fanno fatica a capire quello che dicono gli indiani, ma in generale tra le persone di una certa cultura, la conoscenza dell’inglese degli indiani è di gran lunga superiore a quella degli europei del sud (vedi Francia, Spagna e Italia). Addirittura sta ormai diventando la lingua scolastica dato il progressivo affermarsi, anzi, il definitivo successo, di scuole private dove l’insegnamento viene impartito in inglese già dai primi anni. Considerando però l’ancora altissimo tasso di analfabetizzazione (nonché che per essere considerati alfabetizzati basta sapere scrivere il proprio nome, o poco più), si potrebbe pensare che il fenomeno riguardi quindi solo le classi più abbienti, o le persone che ne hanno bisogno per il proprio lavoro, invece sembra affermarsi a tutti i livelli. Sia a causa di una specie di effetto “moda”, in quanto i giovani trovano sia molto “cool” parlare in inglese, ma soprattutto perché non è necessario saperlo perfettamente, ma è abbastanza comune l’inserire frasi, espressioni o anche solo parole inglesi, all’interno di dialoghi in lingue locali. In hindi oltretutto sono già numerosi i termini presi direttamente dall’inglese come retaggio della colonizzazione, a cui va aggiunto che alcune delle più comuni parole anglosassoni vengono spesso preferite per praticità a termini hindi: classico esempio la parola problem (bisillabica), che almeno colloquialmente ha soppiantato da tempo l’equivalente hindi, samasya (con ben 4 sillabe e una peculiare pronuncia del dittongo ya). Si è venuta quindi a creare una specie di idioma sincretico tra le due, chiamato giustamente hinglish, che si sta diffondendo sia tra gli indiani di lingua hindi che vogliono migliorare (e spesso “mostrare”) il loro inglese, ma anche da parte di indiani che sono nati, o vivono da tempo, all’estero, i quali, non avendo una gran dimestichezza con l’hindi, si aiutano con l’inglese. Sebbene questo fenomeno venga guardato con disgusto dai puristi di entrambe le lingue, c’è la possibilità non tanto remota che se il trend continua di questo passo, in futuro l’hinglish diventerà una lingua vera e propria. Uno dei requisiti principali perché una lingua sia riconosciuta come tale, è la presenza di una letteratura che la rappresenti, e se per l’hinglish al momento questo è appena agli inizi, bisogna notare come numerosi autori d’importanza internazionale, quali Shobhaa De e perfino Salman Rushdie, usino spesso questo nuovo idioma nelle loro opere. Oltre a questo si segnalano i già numerosi quotidiani che usano questo linguaggio, con i titoli degli articoli scritti sia in caratteri devnagari che romani e i testi hindi impregnati di termini inglesi, nonché l’ampissimo uso che se ne fa alla televisione (soprattutto nelle pubblicità) e nel popolarissimo cinema. In ogni caso, il fenomeno è destinato a crescere, almeno nell’immediato futuro, e nonostante il timore che questo possa portare a un’omogeizzazione culturale e ad una estinzione degli idiomi locali, le lingue più importanti dell’India sono ben lontane dallo scomparire: tra le prime dieci lingue più parlate al Mondo ben 3 provengono dal subcontinente indiano, l’hindi (terzo), il bengalese (sesto) e il Punjabi(decimo), che hanno bacini d’utenza superiori ai cento milioni di individui; mentre Marathi, Telugu e Tamil sono parlati pressapoco quanto l’Italiano, cioè da circa 60-70 milioni di persone. Aggiungendo a questo il costante aumento demografico indiano, si potrebbe quindi affermare che una maggior diffusione e l’eventuale riconoscimento dell’hinglish sarebbe comunque un fenomeno positivo e in notevole controtendenza, considerando la progressiva, deprecabile, ma inevitabile scomparsa, a livello mondiale, di antiche lingue e dialetti.
La lunga colonizzazione inglese in India, di cui si è discusso in alcuni video-post precedenti, introdusse nel subcontinente indiano numerose innovazioni, sia tecniche, che culturali. Sebbene questo non sia avvenuto per scopi umanitari, bensì per egoistici fini economici e pratici, bisogna notare come, al giorno d’oggi, alcune di quelle novità si stiano rivelando particolarmente utili per gli indiani.Per quanto riguarda la costruzione di infrastrutture, quali palazzi, strade, ferrovie, fabbriche, ciò era preventivabile, ma sicuramente in pochi, fino a solo circa 20-30 anni fa, potevano immaginare i benefici derivanti dalla diffusione della lingua inglese. Diventata ormai a pieno titolo l’utilissima lingua franca internazionale, il fatto che gli indiani ne abbiano familiarità è sicuramente uno dei rari vantaggi che l’India possiede; ad esempio, è uno dei motivi principali per cui gli indiani in genere dimostrano una particolare propensione verso i computer, nei quali vengono sempre più spesso utilizzate terminologie inglesi. Ma un utilizzo ancora più importante è quello che viene fatto, quotidianamente, come lingua franca all’interno dell’India stessa. Oltre ad essere una delle due lingue ufficiali dello stato indiano, insieme all’hindi, nonché la lingua della giurisprudenza, serve infatti anche per permettere agli indiani di madrelingua differente di comunicare tra loro. Com’è noto, una caratteristica dell’India è l’elevato numero di lingue e dialetti parlati localmente, tanto che la Costituzione al momento riconosce ufficialmente circa venti lingue, che hanno quindi valore legislativo negli stati di maggior diffusione. E nonostante tra molte di esse esistano relazioni e similitudini, le lingue indiane in realtà fanno parte di due famiglie distinte, l’indoeuropea al nord e la dravida al sud, e non hanno nessun punto in comune, a parte il retaggio culturale induista. Chiaramente l’inglese che viene parlato in India non è proprio quello di Cambridge, in particolare la pronuncia indiana è talmente peculiare che spesso perfino madrelingua inglesi fanno fatica a capire quello che dicono gli indiani, ma in generale tra le persone di una certa cultura, la conoscenza dell’inglese degli indiani è di gran lunga superiore a quella degli europei del sud (vedi Francia, Spagna e Italia). Addirittura sta ormai diventando la lingua scolastica dato il progressivo affermarsi, anzi, il definitivo successo, di scuole private dove l’insegnamento viene impartito in inglese già dai primi anni. Considerando però l’ancora altissimo tasso di analfabetizzazione (nonché che per essere considerati alfabetizzati basta sapere scrivere il proprio nome, o poco più), si potrebbe pensare che il fenomeno riguardi quindi solo le classi più abbienti, o le persone che ne hanno bisogno per il proprio lavoro, invece sembra affermarsi a tutti i livelli. Sia a causa di una specie di effetto “moda”, in quanto i giovani trovano sia molto “cool” parlare in inglese, ma soprattutto perché non è necessario saperlo perfettamente, ma è abbastanza comune l’inserire frasi, espressioni o anche solo parole inglesi, all’interno di dialoghi in lingue locali. In hindi oltretutto sono già numerosi i termini presi direttamente dall’inglese come retaggio della colonizzazione, a cui va aggiunto che alcune delle più comuni parole anglosassoni vengono spesso preferite per praticità a termini hindi: classico esempio la parola problem (bisillabica), che almeno colloquialmente ha soppiantato da tempo l’equivalente hindi, samasya (con ben 4 sillabe e una peculiare pronuncia del dittongo ya). Si è venuta quindi a creare una specie di idioma sincretico tra le due, chiamato giustamente hinglish, che si sta diffondendo sia tra gli indiani di lingua hindi che vogliono migliorare (e spesso “mostrare”) il loro inglese, ma anche da parte di indiani che sono nati, o vivono da tempo, all’estero, i quali, non avendo una gran dimestichezza con l’hindi, si aiutano con l’inglese. Sebbene questo fenomeno venga guardato con disgusto dai puristi di entrambe le lingue, c’è la possibilità non tanto remota che se il trend continua di questo passo, in futuro l’hinglish diventerà una lingua vera e propria. Uno dei requisiti principali perché una lingua sia riconosciuta come tale, è la presenza di una letteratura che la rappresenti, e se per l’hinglish al momento questo è appena agli inizi, bisogna notare come numerosi autori d’importanza internazionale, quali Shobhaa De e perfino Salman Rushdie, usino spesso questo nuovo idioma nelle loro opere. Oltre a questo si segnalano i già numerosi quotidiani che usano questo linguaggio, con i titoli degli articoli scritti sia in caratteri devnagari che romani e i testi hindi impregnati di termini inglesi, nonché l’ampissimo uso che se ne fa alla televisione (soprattutto nelle pubblicità) e nel popolarissimo cinema. In ogni caso, il fenomeno è destinato a crescere, almeno nell’immediato futuro, e nonostante il timore che questo possa portare a un’omogeizzazione culturale e ad una estinzione degli idiomi locali, le lingue più importanti dell’India sono ben lontane dallo scomparire: tra le prime dieci lingue più parlate al Mondo ben 3 provengono dal subcontinente indiano, l’hindi (terzo), il bengalese (sesto) e il Punjabi(decimo), che hanno bacini d’utenza superiori ai cento milioni di individui; mentre Marathi, Telugu e Tamil sono parlati pressapoco quanto l’Italiano, cioè da circa 60-70 milioni di persone. Aggiungendo a questo il costante aumento demografico indiano, si potrebbe quindi affermare che una maggior diffusione e l’eventuale riconoscimento dell’hinglish sarebbe comunque un fenomeno positivo e in notevole controtendenza, considerando la progressiva, deprecabile, ma inevitabile scomparsa, a livello mondiale, di antiche lingue e dialetti.
No Censura alla Rete.. si alle tasse al Vaticano
Care, cari,
stamattina ho ricevuta, appena spedito il Giornaletto di Saul, una mail di Stefano Panzarasa in cui mi diceva “Carissimo, ho visto le visite effettuate al video “Non sono d’accordo” che ti avevo inviato, e che tu hai segnalato sul Giornaletto, e sono state 1 o forse 2! Non è un gran risultato, ma quanta gente legge il Giornaletto? E con quale grado di attenzione?”. Al che gli ho risposto: “Ah, proprio non lo so… Bisogna accontentarsi, d’altronde quanta gente legge queste nostre mail? Una .. o forse due..”.
Il senso della mia risposta è che quando scrivo qualcosa non mi metto a pensare a quanti saranno i lettori, accrocco il tutto come se dovessi scrivere un messaggio ad un amico, e se almeno lui lo legge ecco che un risultato è stato ottenuto…
E d’altronde quanti messaggi riceviamo ogni giorno che cancelliamo senza nemmeno aprirli? Perciò diventa sempre più difficile comunicare.. la gente non legge, o perché non ha tempo, ma soprattutto perché ci si è assuefatti al sistema dispersivo in cui la comunicazione è solo pissi pissi bau bau… Vedi sms o post su facebook in cui nulla viene detto, con sequenze interminabili di commentini cretini, e pure fuori tema, ma così funziona…
E poi funziona solo finché non entrerà in vigore la nuova legge anti-internet. Ci aveva già provato il berlusca con il famoso DDL 733, quello contro la libertà d’informazione. Allora la proposta di censura proveniva da un deputato UDC (che era alla finta opposizione) ed ora che l’UDC è nel ventre del governo alla censura ci pensa la Lega (che sta all’opposizione di facciata). Beh in verità si stanno proprio specializzando in censura questi leghisti, basti vedere quel che succede con Maroni e Tosi, tacitati e minchionati.
A proporre l’ammazza blog stavolta ci pensa l’onorevole Fava (non è una battuta il nome è vero!), egli dopo essere stato negli USA, per capire come si stanno muovendo nell’amministrazione Obama per censurare ogni protesta, eccolo che torna alla carica in Italia con una proposta di legge vieppiù punitiva di quella americana e del famigerato DDL 733. Basterà una mail di disappunto di chi si ritiene offeso da un post, o da una comunicazione passata su Google, su facebook o su qualsiasi blog e sito, che immediatamente scatterà l’obbligo, per i gestori, di cancellare il post incriminato.. Come dire che, se passasse la nuova legge, sempre che il monti sia d’accordo è ovvio, questo mio post potrebbe essere cancellato immediatamente su segnalazione del Fava, del berlusca, di Obama, dell’UDC, della categoria cretini, del monti, della Lega, del.. insomma di chiunque si sentisse offeso da queste mie invereconde parole… Ah, ah, ah! Ben mi sta!
Per cui, riferendomi ancora alle lamentele di Stefano, sarà grasso che cola se una sola persona sarà poi in grado di leggere quel che scriviamo.
Per fortuna le notizie odierne non sono poi tutte brutte, ce n’è pure una carina. Il Bagnasco, pelato vaticano, ha detto che lui andrà all’inferno. Sì andrà all’inferno perché “chi evade le tasse commette peccato grave”. Il vaticano ci tiene a sostenere il buon governo e siccome questo monti è un buon governatore “cristiano” a lui bisogna pagare le tasse altrimenti c’è la scomunica!
Ma… il vaticano non paga alcuna tassa ed in più riceve dallo stato italiano fior di miliardi di euro in prebende varie, ed i vaticanardi, a cominciare dalle corna sino alla coda (l’immagine demoniaca è del tutto casuale), son quindi tutti destinati alle fiamme dell’inferno. Buon per loro che almeno staranno al caldo senza dover pagare spese di riscaldamento.
Infine, dulcis in fundo, altro notizia bellissima, in seguito alla protesta dei camionisti ed alla impossibilità di rifornire i supermercati italiani della solita immondizia chiamata cibo, la gente sta finalmente tornando ai mercatini rionali ed agli acquisti diretti in campagna. Il bioregionalismo avanza!
Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana
Tiziano Cardosi.. il Meeting sulle Grandi Opere Inutili e le infrastrutture in vendita...
Le infrastrutture, o meglio, il giro di affari che ruota attorno alle infrastrutture è boccone molto ambito dal salotto buono italiano (ma anche da oscuri investitori); un argomento che dovrebbe diventare di dibattito pubblico, anche nei bar o dal parrucchiere.
E' con questo spirito che stiamo cercando di organizzare il "Meeting sulle Grandi Opere Inutili" a Firenze il 3 e 4 marzo 2012.
Pare si prepari un ulteriore assalto ai servizi anche degli enti locali; per chi ha seguito un po' la vicenda di Milano capirà subito che si sta continuando a svendere il patrimonio pubblico per ripianare debiti la cui natura ha aspetti molto sospetti.
Ci pare un puro furto di risorse collettive a favore dei soliti pochi.
Un saluto da Firenze
Tiziano Cardosi - tiziano.cardosi@gmail.com
Notizia:
F2i: Gamberale, compreremo infrastrutture da Regioni (Rep)
ROMA (MF-DJ)--"Stimiamo che ci siano investimenti potenziali per almeno 7 miliardi, soprattuto nelle infrastrutture di Comuni, Regioni e Province, molti dei quali ci hanno ga' contattato e vorrebbero seguire la strada del Comune di Milano, dal quale abbiamo acquisito il 30% della societa' aeroportuale Sea".
Lo afferma ad Affari & Finanza di Repubblica, Vito Gamberale, che guida il primo fondo infrastrutturale italiano, F2i, aggiungendo che "di questi 7 miliardi potenziali potremmo essere interessati a circa il 50-60%, a cui potrenmmo arrivare utilizzando anche la leva finanziaria".
F2i, partecipata da Cdp, Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, ha quasi esaurito la dotazione di 1,8 miliardi ma sono in corso contatti per un nuovo strumento da 1-1,2 miliardi di euro, con gli stessi obiettivi del primo, ovvero l'investimento in infrastrutture. "In teoria sarebbe possibile anche attivare investimenti in greenfiel. Certo ci vorrebbe un orizzonte temporale di almeno 20-30 anni. Ma soprattutto si dovrebbero superare le lungaggini dei processi autorizzativi che oggi bloccano la realizzazione di queste infrastrutture". Per quanto riguarda i settori, aggiunge infine Gamberale, "io privilegerei le autostrade (Pedemontana Lombarda e la Tirrenica in primo luogo), piu' alcuni sviluppi del gas e delle fibre ottiche".
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=946660&lang=it
domenica 22 gennaio 2012
Carla Corsetti: "Se anche la detenzione carceraria diventa un business..."
Onorevole Ministro Avv.Paola Severino, la lettura dell’articolo 44 del decreto privatizzazioni desta non poche perplessità.
Non è trascorso molto tempo da quando un ministro della Repubblica italiana, occupandosi del fenomeno carcerario, ne confondeva addirittura il genere grammaticale.
Con Lei abbiamo la certezza di un superiore livello culturale, oltre che grammaticale, e di una indubbia sensibilità verso la preoccupante, o per ripetere un aggettivo da Lei invocato, angosciante situazione che vivono i nostri detenuti.
Ed è per questo che ci meraviglia come la Sua relazione alle Camere sia stata priva di riferimenti ad una analisi sulle cause della tendenza antisociale del nostro Paese.
Non v’è cenno alla anomia preoccupante che non riguarda solamente le “storiche” organizzazioni criminali o le prevedibili deviazioni scaturenti dai diversi gruppi sociali, ma involge progressivamente anche le giovani generazioni.
Una corretta e completa analisi del fenomeno criminale non può ridursi alla mera elencazione dei dati, al riferimento numerico dei detenuti, delle strutture carcerarie, dei processi pendenti, delle ingiuste detenzioni e dei conseguenti risarcimenti.
L’analisi deve tener conto delle cause altrimenti le soluzioni adottate non saranno idonee a ricondurre i fenomeni antisociali nell’alveo di una percentuale “fisiologica”.
Abbiamo il fondato timore che la soluzione adottata con l’articolo 44 del cosiddetto “decreto liberalizzazioni” non abbia tenuto conto di quanto il tessuto criminale sia spesso intrecciato con il sistema bancario e la privatizzazione del sistema carcerario, proprio attraverso le fondazioni bancarie, consentirà alle organizzazioni criminali di gestire in via diretta i propri detenuti.
Se il regime carcerario italiano avesse potuto contare su criteri di correttezza e serietà, non sarebbe stato forse nemmeno necessario dover varare una norma restrittiva come il 41 bis arrivando a qualificare come norma speciale il divieto per un pericoloso criminale di continuare a organizzare i suoi traffici anche durante la detenzione.
In un Paese normale questo divieto sarebbe stato altrettanto normale.
Liberalizzando la gestione carceraria si pongono degli interrogativi legittimi.
Cui prodest? Chi avrà interesse alla gestione dei detenuti? Chi potrà pensare che occuparsi della loro riabilitazione possa costituire valido motivo di profitto? Avremo strutture carcerarie di prima classe e di seconda classe? Ci saranno strutture carcerarie con “supplemento” della retta per i congiunti delle famiglie facoltose?
E’ legittimo dubitare che siffatta privatizzazione possa risolvere il problema della conflittualità sociale, e certamente non eliminerà il problema della privazione della dignità che è comunque dovuta a chi è già stato privato della libertà, e a cui assistiamo con indegna indifferenza.
Stupri, pestaggi, ricatti, sporcizia, sono le conseguenze di una colpevole disattenzione che la privatizzazione non risolverà, posto che la finalità sarà quella del profitto.
Porre in relazione le analisi dei fenomeni con le soluzioni, rende chiare anche le finalità che si intendono realmente perseguire e con la privatizzazione del sistema carcerario è di tutta evidenza che maggiore sarà il numero dei detenuti e maggiore sarà la prospettiva di guadagno.
La scelta operata dal Governo non la condividiamo e avremmo auspicato una maggiore attenzione alla eliminazione delle cause che determinano la detenzione, ivi compresa, ad esempio, la depenalizzazione di un gran numero di reati per i quali la forza deterrente risiede più nel comminare una sanzione pecuniaria che non detentiva.
Con la mediazione obbligatoria lo Stato si è spogliato della funzione democratica della Giustizia e lo ha fatto a vantaggio del profitto.
Con la privatizzazione della gestione delle carceri lo Stato si è spogliato della funzione principale della detenzione che è quella della rieducazione e del reinserimento sociale, e lo ha fatto a vantaggio del profitto.
Non vorremmo che si alimentasse nell’immaginario collettivo la predominanza della funzione punitiva, propria delle società tribali, e riteniamo che la finalità dell’articolo 27 della Costituzione ( Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato), si ponga in direzione diametralmente opposta alla mercificazione della detenzione.
Auspico che la Sua personale sensibilità Le consentirà di prendere atto che il nostro è un crescente sentimento di indignazione rispetto a decisioni non condivise e sommamente accondiscendenti verso l’inesauribile voracità del sistema bancario cui giorno dopo giorno stiamo allegramente cedendo le fondamenta del nostro sistema democratico.
Con alta considerazione.
Carla Corsetti
Segretario Nazionale di Democrazia Atea
Fonte: Condominio Terra
sabato 21 gennaio 2012
Bundesbank - Guerra economica con infiltrazione tedesca nelle banche nazionali
roba tedesca in bilancio
Ieri la Wehrmacht, oggi lo spread
Dietro il “nein” pronunciato dalla signora Merkel si nasconde il segno inequivocabile di una volontà di egemonia tedesca nell’area dell’euro e di un espansionismo finanziario che si avvale di armi più potenti, devastanti e penetranti dei panzer, quali lo “spread”.
Si conferma in tal modo l’ipotesi secondo cui sta prevalendo chiaramente un orientamento verso una crescente e progressiva “germanizzazione” dell’euro-zona, una tendenza funzionale esclusivamente agli interessi del capitale finanziario internazionale.
Ciò che in tempi passati non riuscì al cancelliere imperiale prussiano, Otto von Bismarck, né al Führer del Terzo Reich, Adolf Hitler, sta riuscendo oggi alla signora Angela Merkel.
Il progetto egemonico tedesco era palese fin dall’inizio, ma si sta concretizzando seriamente e prepotentemente soltanto oggi. Basti pensare alle insopportabili condizioni-capestro imposte dalla Germania ai Paesi dell’euro-zona che versano in evidenti difficoltà finanziarie. Ma è un dato di fatto assolutamente innegabile che nessun Paese europeo, neppure la Francia, possa permettersi di pagare un prezzo simile.
Tuttavia, mentre le mire espansionistiche del regime hitleriano si limitavano a voler imporre un predominio militare tedesco in Europa, il capitale finanziario cosmopolita, che si ripara dentro il bunker tedesco, conquista e divora le ricchezze del mondo intero.
Recentemente, i titoli di Stato decennali tedeschi, messi all’asta, hanno dato un interesse negativo. Ciò vuol dire che gli investitori finanziano lo Stato tedesco affinché questo gli conservi i loro soldi. Non è mai successo nella storia dell’economia finanziaria: non solo ci rimettono l’inflazione, non solo perdono la mobilità dei propri capitali, ma addirittura pagano affinché i propri soldi siano assicurati dentro il bunker tedesco.
La signora Merkel sta riuscendo ad addomesticare la Francia per farne un potente vassallo della propria economia. Per il resto il povero Monti continua a chiedere che “la Germania faccia la sua parte” per l’Europa, senza capire, o (meglio) non potendo affermare, che è esattamente questa la parte della Germania, ossia solo per sé stessa.
Alludendo alla Germania, Monti ha anche affermato: “Nessun Paese europeo è talmente forte da pensare di andare avanti da solo ad affrontare l’economia globale”. Ebbene, simili dichiarazioni sono tutto quello che Monti e gli altri possono tentare di fare, cioè scombinare le carte prima che Berlino concluda il gioco. Non hanno altro a cui ricorrere.
Ora, se la Germania non può rinunciare in toto all’Europa ed isolarsi, neppure l’Europa può rinunciare alla Germania e perire. Ma Berlino non è disposta a svenarsi per sorreggere i Paesi in bilico che compromettono l’equilibrio dell’euro; vuole mollarli e restringere l’area dell’euro solo ai Paesi che reggono sul piano del debito. Quelli che vogliono rimanervi possono farlo solo all’interno della politica restrittiva fissata da Berlino e cedere parti pregiate dei loro apparati produttivi al controllo tedesco. E’ la condizione (capestro) indispensabile affinché Berlino possa giocare un ruolo stabile all’interno del mercato globale e reggere lo scontro con le superpotenze economiche.
Il potenziale di accumulo di capitali detenuto dalla Germania è impressionante; ce n’è abbastanza per mettere mano alla progressiva infiltrazione massiva all’interno delle economie di alcuni Paesi e controllare settori che le sono strategicamente convenienti.
Le leggi italiane non consentono ancora di superare certi limiti e, soprattutto, limitano la partecipazione straniera al capitale delle banche al di sotto di una soglia oltre la quale si ritiene compromesso l’interesse nazionale; ciò vale anche per le grandi industrie, le reti ferroviarie, i porti, ecc. Ma gran parte delle piccole e medie industrie del Nord lavorano già da decenni su commissioni tedesche. Inoltre, se i vincoli di protezione della ricchezza nazionale dovessero essere aboliti, o aggirati, sarebbe davvero uno scherzo per la Germania investire i ponderosi depositi di danaro che ha accumulato nelle sue banche per acquisire la ricchezza degli altri Paesi, a cominciare dal controllo delle banche di Stato. Già oggi, ad esempio, nella sola Campania, esistono 18 sportelli della Deutsche Bank localizzati nelle aree turistiche. L’imponente circuito turistico della costiera amalfinata, Capri, e così via, è da tempo sotto controllo tedesco.
In Portogallo è avvenuto qualcosa di simile ma su più larga scala. Il governo portoghese ha “liberalizzato” il Banco do Espirito Santo, la banca privata più importante del Portogallo. Il governo ha ritirato la propria partecipazione e sono subentrate, con una quota del 28%, investitori stranieri, per l’esattezza tedeschi, con dietro la Bundesbank.
Questi investitori hanno imposto subito un “rafforzamento”, cioè una ricapitalizzazione, del Banco per “permettergli di contribuire alla crescita del Paese”, in conseguenza del quale essi sono arrivati al 47%. Inoltre, comprano sottobanco quote dei soci più deboli o più disponibili. Il governo portoghese ha dato il suo placet, in deroga alla legge vigente, “per il bene del Paese”. Naturalmente sono in atto interventi di ristrutturazione e licenziamenti. Nell’immaginario collettivo dei Portoghesi il Banco rappresenta la ricchezza nazionale e si può dire che tutte le altre banche portoghesi dipendono direttamente da esso. Formalmente i tedeschi sono soci di minoranza, “aiutano il Portogallo”, non hanno leso alcun principio nazionale, ma di fatto sono i veri padroni.
Costretti dalle condizioni-capestro imposte dalla Germania, i Paesi europei non avrebbero altra scelta che consegnare le loro economie in mani tedesche e diventare tributari della Germania, come lo sono già oggi, in larga parte, il Portogallo e la Grecia, i cui governi e le cui banche centrali non possono investire senza il nulla osta della Bundesbank, che è il loro principale creditore. Hitler pensava che l’occupazione militare dell’Europa gli avrebbe permesso di divorare le loro ricchezze. Ma oggi, il capitale finanziario ha trovato armi molto più potenti e penetranti dei panzer della Wehrmacht.
Lucio Garofalo
Ieri la Wehrmacht, oggi lo spread
Dietro il “nein” pronunciato dalla signora Merkel si nasconde il segno inequivocabile di una volontà di egemonia tedesca nell’area dell’euro e di un espansionismo finanziario che si avvale di armi più potenti, devastanti e penetranti dei panzer, quali lo “spread”.
Si conferma in tal modo l’ipotesi secondo cui sta prevalendo chiaramente un orientamento verso una crescente e progressiva “germanizzazione” dell’euro-zona, una tendenza funzionale esclusivamente agli interessi del capitale finanziario internazionale.
Ciò che in tempi passati non riuscì al cancelliere imperiale prussiano, Otto von Bismarck, né al Führer del Terzo Reich, Adolf Hitler, sta riuscendo oggi alla signora Angela Merkel.
Il progetto egemonico tedesco era palese fin dall’inizio, ma si sta concretizzando seriamente e prepotentemente soltanto oggi. Basti pensare alle insopportabili condizioni-capestro imposte dalla Germania ai Paesi dell’euro-zona che versano in evidenti difficoltà finanziarie. Ma è un dato di fatto assolutamente innegabile che nessun Paese europeo, neppure la Francia, possa permettersi di pagare un prezzo simile.
Tuttavia, mentre le mire espansionistiche del regime hitleriano si limitavano a voler imporre un predominio militare tedesco in Europa, il capitale finanziario cosmopolita, che si ripara dentro il bunker tedesco, conquista e divora le ricchezze del mondo intero.
Recentemente, i titoli di Stato decennali tedeschi, messi all’asta, hanno dato un interesse negativo. Ciò vuol dire che gli investitori finanziano lo Stato tedesco affinché questo gli conservi i loro soldi. Non è mai successo nella storia dell’economia finanziaria: non solo ci rimettono l’inflazione, non solo perdono la mobilità dei propri capitali, ma addirittura pagano affinché i propri soldi siano assicurati dentro il bunker tedesco.
La signora Merkel sta riuscendo ad addomesticare la Francia per farne un potente vassallo della propria economia. Per il resto il povero Monti continua a chiedere che “la Germania faccia la sua parte” per l’Europa, senza capire, o (meglio) non potendo affermare, che è esattamente questa la parte della Germania, ossia solo per sé stessa.
Alludendo alla Germania, Monti ha anche affermato: “Nessun Paese europeo è talmente forte da pensare di andare avanti da solo ad affrontare l’economia globale”. Ebbene, simili dichiarazioni sono tutto quello che Monti e gli altri possono tentare di fare, cioè scombinare le carte prima che Berlino concluda il gioco. Non hanno altro a cui ricorrere.
Ora, se la Germania non può rinunciare in toto all’Europa ed isolarsi, neppure l’Europa può rinunciare alla Germania e perire. Ma Berlino non è disposta a svenarsi per sorreggere i Paesi in bilico che compromettono l’equilibrio dell’euro; vuole mollarli e restringere l’area dell’euro solo ai Paesi che reggono sul piano del debito. Quelli che vogliono rimanervi possono farlo solo all’interno della politica restrittiva fissata da Berlino e cedere parti pregiate dei loro apparati produttivi al controllo tedesco. E’ la condizione (capestro) indispensabile affinché Berlino possa giocare un ruolo stabile all’interno del mercato globale e reggere lo scontro con le superpotenze economiche.
Il potenziale di accumulo di capitali detenuto dalla Germania è impressionante; ce n’è abbastanza per mettere mano alla progressiva infiltrazione massiva all’interno delle economie di alcuni Paesi e controllare settori che le sono strategicamente convenienti.
Le leggi italiane non consentono ancora di superare certi limiti e, soprattutto, limitano la partecipazione straniera al capitale delle banche al di sotto di una soglia oltre la quale si ritiene compromesso l’interesse nazionale; ciò vale anche per le grandi industrie, le reti ferroviarie, i porti, ecc. Ma gran parte delle piccole e medie industrie del Nord lavorano già da decenni su commissioni tedesche. Inoltre, se i vincoli di protezione della ricchezza nazionale dovessero essere aboliti, o aggirati, sarebbe davvero uno scherzo per la Germania investire i ponderosi depositi di danaro che ha accumulato nelle sue banche per acquisire la ricchezza degli altri Paesi, a cominciare dal controllo delle banche di Stato. Già oggi, ad esempio, nella sola Campania, esistono 18 sportelli della Deutsche Bank localizzati nelle aree turistiche. L’imponente circuito turistico della costiera amalfinata, Capri, e così via, è da tempo sotto controllo tedesco.
In Portogallo è avvenuto qualcosa di simile ma su più larga scala. Il governo portoghese ha “liberalizzato” il Banco do Espirito Santo, la banca privata più importante del Portogallo. Il governo ha ritirato la propria partecipazione e sono subentrate, con una quota del 28%, investitori stranieri, per l’esattezza tedeschi, con dietro la Bundesbank.
Questi investitori hanno imposto subito un “rafforzamento”, cioè una ricapitalizzazione, del Banco per “permettergli di contribuire alla crescita del Paese”, in conseguenza del quale essi sono arrivati al 47%. Inoltre, comprano sottobanco quote dei soci più deboli o più disponibili. Il governo portoghese ha dato il suo placet, in deroga alla legge vigente, “per il bene del Paese”. Naturalmente sono in atto interventi di ristrutturazione e licenziamenti. Nell’immaginario collettivo dei Portoghesi il Banco rappresenta la ricchezza nazionale e si può dire che tutte le altre banche portoghesi dipendono direttamente da esso. Formalmente i tedeschi sono soci di minoranza, “aiutano il Portogallo”, non hanno leso alcun principio nazionale, ma di fatto sono i veri padroni.
Costretti dalle condizioni-capestro imposte dalla Germania, i Paesi europei non avrebbero altra scelta che consegnare le loro economie in mani tedesche e diventare tributari della Germania, come lo sono già oggi, in larga parte, il Portogallo e la Grecia, i cui governi e le cui banche centrali non possono investire senza il nulla osta della Bundesbank, che è il loro principale creditore. Hitler pensava che l’occupazione militare dell’Europa gli avrebbe permesso di divorare le loro ricchezze. Ma oggi, il capitale finanziario ha trovato armi molto più potenti e penetranti dei panzer della Wehrmacht.
Lucio Garofalo
Roma, IV Municipio - Mobilità, parcheggi, metro, TPL, B1, OPCM... E la protesta dell'Associazione Diritti dei Pedoni
Banchetti di protesta dell'Associazione Diritti dei Pedoni di Roma
Intervento di Vito De Russi in risposta alla notizia: http://montesacro.romatoday.it/conca-d-oro/iv-municipio-ecco-come-il-tpl-colleghera-la-stazione-conca-d-oro.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email
Ecco il commento inviato da Vito De Russis, n.q. presidente dell'Associazione diritti dei pedoni.
Siamo in pieno gattopardismo: sembra che cambiamo tutto per lasciare le cose come prima e, nel nostro caso, forse, peggio di prima. Sì, c'è stata la collaborazione di associazioni e comitati presenti nel IV Municipio. Sì, è stata riconosciuta la disponibilità dell'agenzia della mobilità.
Una metro che arriva su un progetto di oltre 40 anni fa ed una rete di TPL rivista e riordinata in funzione dell'attivazione di una stazione alla "periferia" del territorio municipale, dovevano ripristinarei fondamentali della mobilità - la strada è bene comune, il diritto alla mobilità nella sicurezza, la legalità e l'aria pulita (tanto per citarne alcuni) - che sono rimasti nel cassetto. Pertanto, è rimasta una mobilità orfana della sostenibilità. Perchè è stata ignorata la circolazione dei pedoni sancita nel Codice della Strada all'art. 3 - 2, 3, 4, 9, 24, 29, 33, 36 e 45; ignorata la circolazione dei velocipedi sulla "PISTA CICLABILE" (CdS art. 3 - 39); sottovalutata la dotazione al TPL della "CORSIA RISERVATA" (CdS art. 3 - 17), sconosciuta a Roma.
Si "doteranno" le stazioni di un parcheggio: autentica pazzia. Perchè la cosa seria, civile e giusta da fare è quella di ZERO posti auto. E' il TPL che deve soddisfare tutti i bisogni delle persone; è la società che deve provvedere ai bisogni di mobilità delle persone portatrici di handicap (convenzione taxi). E' pazzia dotare le stazioni (metro o ferro o gomma) del parcheggio perchè è un attrattore di traffico che invoglia a prendere il mezzo proprio e....... non trovare posto; poi, circolare circolare circolare per abbandonare quel mezzo parcheggiato in maniera non corretta; alimentando così il traffico, l'inquinamento e l'illegalità diffusa.
Ma il danno maggiore è quello culturale: si inducono le persone a risolvere i loro bisogni usando l'avarizia e rinunciando alla giusta e civile pretesa del loro diritto alla mobilità col TPL; diritto che è uguale a quello delle altre persone e, pertanto, va risolto insieme: è la politica. Sul preventivato risparmio dell'anidride carbonica: un poco di serietà non guasta. Installiamo 3 o 4 centraline (Ponte Tazio, Ponte delle valli; via Prati Fiscali e piazza Gondar), rileviamo i dati di oggi e confrontiamoli con quelli di domani. I calcoli scientifici, a tavolino, lasciamoli ai giocatori delle tre carte.
Tutto quello che avverrà con l’attivazione della B1, in assenza di quanto sopra descritto, non risolve i gravi problemi di invivibilità che hanno prodotto il DPCM 4 agosto 2006 e la OPCM 26 settembre 2006 per la nomina a Roma del "Commissario delegato alla emergenza del traffico e della mobilità" nella persona del Sindaco
p.s. ATTENZIONE. I cantieri sono ancora aperti. Il contratto sostiene che alla consegna dei lavori parte il collaudo e le prove per 180 giorni; alla scadenza di questi viene attivato il servizio alle persone. Perchè se ne parla oggi quando c’è ancora tutto questo tempo? Niente, niente, si stanno riducendo i tempi previsti a scapito della sicurezza? Siamo un popolo che sopporta, silenziosamente, una feroce carneficina sulle strade e nei cantieri ..........
Vito De Russis
Intervento di Vito De Russi in risposta alla notizia: http://montesacro.romatoday.it/conca-d-oro/iv-municipio-ecco-come-il-tpl-colleghera-la-stazione-conca-d-oro.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email
Ecco il commento inviato da Vito De Russis, n.q. presidente dell'Associazione diritti dei pedoni.
Siamo in pieno gattopardismo: sembra che cambiamo tutto per lasciare le cose come prima e, nel nostro caso, forse, peggio di prima. Sì, c'è stata la collaborazione di associazioni e comitati presenti nel IV Municipio. Sì, è stata riconosciuta la disponibilità dell'agenzia della mobilità.
Una metro che arriva su un progetto di oltre 40 anni fa ed una rete di TPL rivista e riordinata in funzione dell'attivazione di una stazione alla "periferia" del territorio municipale, dovevano ripristinarei fondamentali della mobilità - la strada è bene comune, il diritto alla mobilità nella sicurezza, la legalità e l'aria pulita (tanto per citarne alcuni) - che sono rimasti nel cassetto. Pertanto, è rimasta una mobilità orfana della sostenibilità. Perchè è stata ignorata la circolazione dei pedoni sancita nel Codice della Strada all'art. 3 - 2, 3, 4, 9, 24, 29, 33, 36 e 45; ignorata la circolazione dei velocipedi sulla "PISTA CICLABILE" (CdS art. 3 - 39); sottovalutata la dotazione al TPL della "CORSIA RISERVATA" (CdS art. 3 - 17), sconosciuta a Roma.
Si "doteranno" le stazioni di un parcheggio: autentica pazzia. Perchè la cosa seria, civile e giusta da fare è quella di ZERO posti auto. E' il TPL che deve soddisfare tutti i bisogni delle persone; è la società che deve provvedere ai bisogni di mobilità delle persone portatrici di handicap (convenzione taxi). E' pazzia dotare le stazioni (metro o ferro o gomma) del parcheggio perchè è un attrattore di traffico che invoglia a prendere il mezzo proprio e....... non trovare posto; poi, circolare circolare circolare per abbandonare quel mezzo parcheggiato in maniera non corretta; alimentando così il traffico, l'inquinamento e l'illegalità diffusa.
Ma il danno maggiore è quello culturale: si inducono le persone a risolvere i loro bisogni usando l'avarizia e rinunciando alla giusta e civile pretesa del loro diritto alla mobilità col TPL; diritto che è uguale a quello delle altre persone e, pertanto, va risolto insieme: è la politica. Sul preventivato risparmio dell'anidride carbonica: un poco di serietà non guasta. Installiamo 3 o 4 centraline (Ponte Tazio, Ponte delle valli; via Prati Fiscali e piazza Gondar), rileviamo i dati di oggi e confrontiamoli con quelli di domani. I calcoli scientifici, a tavolino, lasciamoli ai giocatori delle tre carte.
Tutto quello che avverrà con l’attivazione della B1, in assenza di quanto sopra descritto, non risolve i gravi problemi di invivibilità che hanno prodotto il DPCM 4 agosto 2006 e la OPCM 26 settembre 2006 per la nomina a Roma del "Commissario delegato alla emergenza del traffico e della mobilità" nella persona del Sindaco
p.s. ATTENZIONE. I cantieri sono ancora aperti. Il contratto sostiene che alla consegna dei lavori parte il collaudo e le prove per 180 giorni; alla scadenza di questi viene attivato il servizio alle persone. Perchè se ne parla oggi quando c’è ancora tutto questo tempo? Niente, niente, si stanno riducendo i tempi previsti a scapito della sicurezza? Siamo un popolo che sopporta, silenziosamente, una feroce carneficina sulle strade e nei cantieri ..........
Vito De Russis
venerdì 20 gennaio 2012
Regione Marche: "Lontano da Spacca... lontano dal cuore" - Liste Ciciviche Marche si dissocia da Gian Mario Spacca
Liste Civiche Marche ritiene conclusa la propria esperienza all’interno della maggioranza. La giunta del Presidente Spacca ha disatteso tutte le aspettative dei 6274 cittadini marchigiani che con il loro voto avevano delegato Liste Civiche Marche a rappresentarli esprimendo le proprie capacità progettuali, professionali e amministrative, e a portare avanti il programma che assieme agli altri partiti era stato sottoscritto.
Nessuno spazio e nessun ruolo è stato concesso ai civici all’interno dell’amministrazione, e il programma della coalizione è stato in larga parte disatteso.
Quel programma conteneva un rifiuto netto alla realizzazione di rigassificatori, l’impegno a ridurre i costi della politica, a proteggere e promuovere il lavoro, a difendere l’economia regionale, a favorire lo sviluppo delle piccole imprese e dell’occupazione, a potenziare i servizi sanitari territoriali.
Su questi specifici impegni abbiamo sempre sostenuto posizioni opposte rispetto al resto della maggioranza.
Energia: la nostra regione sta diventando una miniera d’oro per le grandi multinazionali, pronte a investire cifre enormi a fronte di ricavi assicurati da una legge assurda che garantisce l’acquisto dell’80% dell’energia prodotta. Senza tenere in alcuna considerazione il PEAR -che dimostra l’inutilità di tanta produzione, la distruzione del nostro paesaggio, l’alto rischio che comportano certe opere- Spacca ha deciso di rimangiarsi la parola sugli impegni presi e ha dato il via al progetto del rigassificatore di Falconara, in contrasto con la decisione dei comuni interessati, come Ancona e Senigallia, delle associazioni ambientaliste, degli operatori nei settori della pesca e del turismo, di tanti cittadini riunitisi in comitati di lotta.
Non soddisfatto, ha mandato l’Assessore Donati a rassicurare i cittadini di San Benedetto del Tronto sulla presunta “sicurezza” del progetto di stoccaggio del gas e di altri progetti altrettanto inutili se non devastanti o pericolosi come centrali turbogas, impianti fotovoltaici nelle campagne, inceneritori, mega pale eoliche.
Costi della politica: abbiamo ripetutamente chiesto l’abolizione dei vitalizi per i consiglieri regionali e la riduzione immediata degli emolumenti, abbiamo presentato la mozione in diversi comuni che l’hanno votata e trasmessa alla Regione. La risposta furbesca è stata rimandare tutto alla prossima legislatura, quindi tagliare sì, ma ai posteri. La maggioranza ha addirittura sposato la proposta del PDL di ridurre i consiglieri, che seppure comporterà un irrisorio risparmio, consentirà ai grandi partiti di rendere ancor più difficile ai partiti minori di essere rappresentati. Abbiamo anche chiesto la soppressione degli enti inutili, assistendo come risultato alla resurrezione di quelli aboliti per distribuire un maggior numero di posti e alla costosa e incomprensibile integrazione del cugino del Presidente nel proprio staff.
Lavoro: la vicenda della Fincantieri, dei 205 operai che volevano lasciare a casa e dei 1500 lavoratori della Ardo rimasti fuori dalla ricollocazione Porcarelli, hanno visto di nuovo la Regione prontamente schierata al fianco delle aziende e delle loro decisioni contro sindacati e lavoratori.
Imprese e occupazione: sono migliaia le piccole imprese marchigiane che hanno chiuso negli ultimi due anni e nessuna di loro ha avuto la stessa attenzione che la giunta ha dedicato ai grandi capitali, tanto da creare dissidi con la stessa Confindustria.
Economia regionale: uno dei costi determinati dalle regioni è quello della benzina, che nelle Marche è il più alto d’Italia. Questo dato parla da solo, perché riguarda i cittadini e si ripercuote sull’aumento dei prezzi, con la conseguente riduzione dei consumi.
Sanità: la voce che raccoglie la maggior parte dei fondi regionali è gestita con una politica incomprensibile, che accentra tutto sul capoluogo e chiude la strutture nei territori, promette nuovi modelli e funzionalità mentre obbliga i cittadini a interminabili code alla mobilità passiva.
Questo disastro politico è il risultato del tanto celebrato “modello Marche”, un esperimento al quale noi stessi abbiamo voluto credere e che coerentemente abbiamo sostenuto, ma che si è rivelato essere unicamente una manovra centrista e consociativa voluta dai partiti nazionali per garantirsi il controllo incontrastato del potere; un’azione che non ha nulla a che vedere né con gli ideali né con gli impegni presi con gli elettori, bensì con modalità collaudate di riciclaggio di personaggi politici usurati. Un modello che il paese non vuole più e che ha portato questa alleanza a chiudersi sempre più dentro il palazzo.
Un modello che noi civici non possiamo condividere né sostenere e che ci impone di tornare tra i cittadini.
Liste Civiche Marche
Sabato 21 gennaio, alle ore 11 conferenza stampa di Liste Civiche Marche presso la cremeria ROSA, Corso Giuseppe Mazzini, 61- Ancona.
I cittadini sono invitati a partecipare
Programma per l’Incontro Collettivo Ecologista – Solstizio Estivo – Aprilia (Latina) – 22, 23 e 24 giugno 2012
Alea iacta est
"Aprilia o morte!" (Saul Arpino)
Cari amici,
ecco, con le ultime indicazioni sul percorso ricevute da Benito, e le osservazioni di Riccardo e i consigli di Stefano, di Caterina e di qualcun altro, abbiamo redatto questo programma di massima, con alcune note generali sui temi trattati, per l’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo 2012. Grazie per l’attenzione (e per l’aiuto che vorrete dare nella divulgazione)!
Temi trattati, indirizzi comportamentali e programma per l’Incontro Collettivo Ecologista del Solstizio estivo – Aprilia (Latina) dal 22 al 24 giugno 2012
Ante Scriptum
Note introduttive sul Bioregionalismo, sull’Ecologia Profonda, sulla Biospiritualità, sull’Economia Partecipativa, sulla Biopolitica…. ed altro ancora.
Il bioregionalismo è una forma attuativa dell’ecologia profonda. Nel senso che l’ecologia profonda analizza il funzionamento delle componenti vitali e geomorfologiche ed il bioregionalismo riconosce gli ambiti territoriali in cui tali componenti si manifestano.
Per fare un esempio concreto: il funzionamento generale dell’organismo vivente viene compreso attraverso il riconoscimento e lo studio delle sue funzioni vitali e dei modi in cui tali funzioni si manifestano ed il bioregionalismo individua gli organi specifici che provvedono a tale funzionamento e le correlazioni fra l’organismo e l’insieme degli organi che lo compongono, descrivendone le caratteristiche e la loro compartecipazione al funzionamento globale. Per cui non c’è assolutamente alcuna differenza fra ecologia profonda e bioregionalismo, sono solo due modi, due approfondimenti, per comprendere e descrivere l’evento vita.
Abbiamo inserito come terzo elemento componente “l’osservatore”, cioè l’Intelligenza Coscienza che anima il processo conoscitivo. Ovvero la capacità osservativa e lo stimolo di ricerca e comprensione della vita che analizza se stessa. Anche questo processo di auto-conoscenza, ovviamente, è parte integrante del processo individuativo svolto nell’ecologia profonda e nel bioregionalismo. A volte questa intelligenza intrinseca nella vita è anche detta “Biospiritualità” – E cosa si intende per biospiritualità? Biospiritualità è l’espressione, l’odore sottile, il messaggio intrinseco, che traspira dalla materia tutta. Il sentimento di costante presenza indivisa.. la consapevolezza dell’inscindibilità della vita, riconoscibile in ogni sua forma e componente, partendo dal “soggetto” percepiente. La conoscenza “suprema” significa essere consapevoli che tutto quel che “è” lo è in quanto tale. Perché l’esistente è uno, non può esserci “altro”…
Altro aspetto importante del discorso è quello della Solidarietà al Tutto (anziché Umana) per far trasparire una visione meno antropocentrica e più rivolta al rispetto dell’Uno e Molteplice che ci circonda ed in cui siamo. Il termine più appropriato per noi sarebbe Cooperazione Attiva, quindi cooperare alla maniera del fare o dell’agire cioè del concludere e arrivare a soluzioni e propositività negli intenti, orientati sempre verso l’alto, cioè lo Spirito.
Nel discorso dell’ecologia va incluso anche quello della Biopolitica per trasmettere un messaggio che la Politica deve essere inserita sempre in Bios cioè nella Vita, che è un qualcosa che non appartiene solo all’uomo. E poi l’Economia Partecipativa, poiché l’economia deve tornare ad essere a misura delle cose reali e non dei mercati subliminali di borse e speculatori e noi dobbiamo tornare a ridiventare fruitori attivi (ecco il senso di Partecipazione) di questo mezzo di scambio che è nostro (per es. reddito di cittadinanza di auritiana memoria).
Ed ora alcune indicazioni generali per lo svolgimento dell’Incontro che si tiene al Solstizio estivo. Bisognerebbe che ognuno portasse cibo, preferibilmente vegetariano, da condividere nei tre giorni dell’assemblea, ed anche posate e piatti e canovacci personali, e che la vesseile e la cucina e la pulizia dei luoghi venisse fatta in modo democratico con la partecipazione di tutti.
Altro impegno è quello relativo alle tematiche ed agli interventi. Allora, tanto per iniziare ripetiamo lo scopo di questo Incontro Collettivo Ecologista, che è quello di creare un coordinamento efficace e di comune ausilio sulle iniziative portate avanti dai gruppi e dalle persone che in Italia si riconoscono nell’ecologia profonda, nel bioregionalismo, nella biospiritualità e nel riabitare la terra in modo gentile, armonico e solidale. Potremmo dire che lo scopo evidente è quello di definire i nodi di una Rete delle Reti degli operatori sensibili all’ambiente ed alla vita.
Quindi durante il convegno sono ben accette proposte operative, e descrizioni di progetti già avviati in chiave locale da tutti i partecipanti, insomma si parla di condivisione delle esperienze e di trasmissione delle stesse, se utili alla causa comune. La formazione di gruppi di lavoro specifici è auspicabile, per un successivo approfondimento sui temi di maggior interesse… Chiunque potrà partecipare ai gruppi di lavoro che ritiene più prossimi ai propri intendimenti e competenze. Per semplificare l’esposizione dei temi da affrontare ci siamo dati un indirizzo (già sperimentato in simili occasioni) di partecipazione diretta al dialogo in tempi stabiliti.
Per la prima sessione di sharing e proposte, ognuno è invitato a portare un suo intervento scritto in cui sintetizzare il proprio pensiero e proposta, in una lettura non superiore ai 10 minuti. Le letture avverranno a rotazione. Ovviamente ci sarà la presenza di un moderatore facilitatore scelto fra i presenti che consenta l’ordinato svolgimento degli interventi nei tempi stabiliti, e che restituisca la parola a chi vuole ribattere dopo il primo giro di condivisione. Scende la sera e si prepara quindi la cena, la sala, etc. dopo mangiato si potrà tenere una esibizione di talenti artistici per allietare i presenti, con canti, poesie, musica, etc.
Gli altri interventi durante le successive sessioni potranno essere fatti a braccio.
Tutti gli interventi scritti che preventivamente saranno stati inviati alla segreteria redazionale verranno riuniti in un dossier “Quaderni di Vita Bioregionale – edizione 2012” che sarà distribuito, come atti dell’Incontro, a tutti i partecipanti e ad altri interessati, in modo che possano tenerne memoria e divulgarne i contenuti.
Paolo D’Arpini, Riccardo Oliva, Benito Castorina
…….
Per adesioni all’incontro scrivere a:
saul.arpino@gmail.com –
info@mementonatura.org –
bcastorina@gmail.com
………….
Programma di massima:
Incontro Collettivo Ecologista Solstizio estivo 2012 – Tematiche: Ecologia profonda, Bioregionalismo, Biospiritualità, Alimentazione naturale, Cure naturali, Rapporto uomo natura animali, Ecologia sociale, Economia partecipativa, Solidarietà con il Tutto, Biopolitica, Risparmio energetico, Gestione ecologica delle risorse, etc.
Venerdì 22 giugno 2012: Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
Dalle h. 14.00 – Arrivo, sistemazione alloggi ed accoglienza. Benvenuto agli ospiti con degustazione dei prodotti del territorio e approccio al territorio “Aprilia comune rurale – Città della Terra”. Segue escursione al mare con rievocazione narrativa di Carna. (a cura di Memento Naturae)
h. 18.30 – Ritorno al Campo, preparazione della cena e riordino.
h. 20.00 – Pasto conviviale e riordino della sala.
h. 22.00 – Osservazione ad occhio nudo del cielo stellato con riconoscimento astri (a cura di Memento Naturae).
h. 23.00 – Sistemazione per la notte.
…….
Sabato 23 Giugno 2012: Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
h. 7.30 – Sveglia, toilette personale e colazione
h. 9.30 – Inizio dell’Incontro. Seduti in Cerchio, a rotazione (con il bastone della parola) ognuno interviene con proprie proposte sui temi trattati e con narrazione di esperienze vissute. Tempo di lettura 10 minuti per ciascuno. Al termine ripetizione del giro di interventi per ulteriori approfondimenti.
h. 12.00 – Preparazione del pasto, consumazione e successivo riordino
Dalle h. 14.00 alle 15.00 – Riposo
h. 15.00 – Visita nel bosco circostante con riconoscimento erbe (a cura di Vivere con Gioia)
h.16.30 – Riprende il Cerchio di condivisione pareri e formazione di eventuali gruppi di lavoro, su specifici temi da portare avanti successivamente.
h. 18.30 – Break per tisana e preparazione del pasto.
h. 20.00 – Consumazione della cena e riordino
h. 21.30 – Attività ludiche collegiali. Canti, danze, poesie, espressioni corporee
h. 23.30 -Sistemazione per la notte
…..
Domenica 24 giugno 2012 – Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
h. 7.30 – Sveglia, toilette personale e colazione
h. 9.30 – Sessione finale di condivisione in cerchio e affinamento sui progetti
h. 11.30 – Preparazione del pasto, consumazione e sistemazione del luogo, pulizia generale, riordino, etc.
h. 15.30 – Discorso sulle proprietà del cibo, basate sui colori, sapori, forma ed odori (a cura del Circolo vegetariano VV.TT.)
h. 16.00 – Discorso sull’utilizzazione e proprietà del vetiver, la pianta dai mille usi e vantaggi (a cura di Benito Castorina)
h.17.00 – Conclusioni generali, riepilogo degli argomenti trattati e ultimi avvisi ai naviganti.
……………
Durante la manifestazione verrà distribuita la brochure “Incontro Collettivo Ecologista 2012 – Quaderni di vita bioregionale” con gli interventi pervenuti preventivamente (redazione a cura di Daniela Spurio – inviare testi a: europeanconsumers.tuscia@gmail.com)
Avvertenza: Non è richiesta una quota di partecipazione ma un’offerta volontaria per l’organizzazione sarà gradita. Ognuno è invitato a contribuire con cibi e bevande (possibilmente biologici vegetariani) e a partecipare alla conduzione generale, vesseille, pulizia, cucina, etc. Sono disponibili una dozzina di posti letto (con sacco a pelo proprio) riservati a donne, bambini ed anziani. Sono inoltre a disposizione due/tre dozzine di posti al coperto (con materassino e sacco a pelo proprio). E’ possibile campeggiare con tenda e camper senza problemi. La struttura che ci ospita dispone di servizi igienici e di cucina ed ha un salone per gli incontri.
Info. e contatti:
Informazioni Generali: Rete Bioregionale Italiana – circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293
Informazioni logistiche e sui programmi: Associazione Memento Naturae – info@mementonatura.org – Tel. 333-8902499
Informazioni per la permanenza ed accoglienza: Benito Castorina – bcastorina@gmail.com – Tel. 338.4603719
…….
Per giungere al luogo dell’incontro:
S. S. Pontina Km 44,300 da Roma – I Giardini del vetiver
Distributore Benzina Q8 Stazione Campo di Carne
Percorso principale:
1. SS Pontina direzione Roma – Aprilia, uscire al km 44,300 circa , poi girare direzione centro commerciale Aprilia2 rotonda via della Riserva Nuova via della Cogna via Savuto (m.100 a dx dopo il distributore Q8) continuare per via Savuto per circa km 2;
Altri percorsi:
2. chi viene dai Castelli Romani per altre vie;
3. chi viene dai Castelli Romani dalla Nettunense;
4. chi viene da Aprilia centro;
5. chi viene da Latina e dintorni: via Pontina uscita Campo di Carne via del Genio Civile via della Cogna via Savuto (m.100 a dx dopo il distributore Q8) continuare per via Savuto per circa km 2;
6. chi viene da Anzio e dintorni;
7. chi viene da Tor San Lorenzo.
8. per chi viene col treno che Parte da Roma Termini ogni ora, scende alla fermata Campo di Carne (la prima dopo la fermata Aprilia), e può chiamare per il servizio navetta gratuito della Impresa “Latium Vetiver” cell. 338.4603719.
"Aprilia o morte!" (Saul Arpino)
Cari amici,
ecco, con le ultime indicazioni sul percorso ricevute da Benito, e le osservazioni di Riccardo e i consigli di Stefano, di Caterina e di qualcun altro, abbiamo redatto questo programma di massima, con alcune note generali sui temi trattati, per l’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo 2012. Grazie per l’attenzione (e per l’aiuto che vorrete dare nella divulgazione)!
Temi trattati, indirizzi comportamentali e programma per l’Incontro Collettivo Ecologista del Solstizio estivo – Aprilia (Latina) dal 22 al 24 giugno 2012
Ante Scriptum
Note introduttive sul Bioregionalismo, sull’Ecologia Profonda, sulla Biospiritualità, sull’Economia Partecipativa, sulla Biopolitica…. ed altro ancora.
Il bioregionalismo è una forma attuativa dell’ecologia profonda. Nel senso che l’ecologia profonda analizza il funzionamento delle componenti vitali e geomorfologiche ed il bioregionalismo riconosce gli ambiti territoriali in cui tali componenti si manifestano.
Per fare un esempio concreto: il funzionamento generale dell’organismo vivente viene compreso attraverso il riconoscimento e lo studio delle sue funzioni vitali e dei modi in cui tali funzioni si manifestano ed il bioregionalismo individua gli organi specifici che provvedono a tale funzionamento e le correlazioni fra l’organismo e l’insieme degli organi che lo compongono, descrivendone le caratteristiche e la loro compartecipazione al funzionamento globale. Per cui non c’è assolutamente alcuna differenza fra ecologia profonda e bioregionalismo, sono solo due modi, due approfondimenti, per comprendere e descrivere l’evento vita.
Abbiamo inserito come terzo elemento componente “l’osservatore”, cioè l’Intelligenza Coscienza che anima il processo conoscitivo. Ovvero la capacità osservativa e lo stimolo di ricerca e comprensione della vita che analizza se stessa. Anche questo processo di auto-conoscenza, ovviamente, è parte integrante del processo individuativo svolto nell’ecologia profonda e nel bioregionalismo. A volte questa intelligenza intrinseca nella vita è anche detta “Biospiritualità” – E cosa si intende per biospiritualità? Biospiritualità è l’espressione, l’odore sottile, il messaggio intrinseco, che traspira dalla materia tutta. Il sentimento di costante presenza indivisa.. la consapevolezza dell’inscindibilità della vita, riconoscibile in ogni sua forma e componente, partendo dal “soggetto” percepiente. La conoscenza “suprema” significa essere consapevoli che tutto quel che “è” lo è in quanto tale. Perché l’esistente è uno, non può esserci “altro”…
Altro aspetto importante del discorso è quello della Solidarietà al Tutto (anziché Umana) per far trasparire una visione meno antropocentrica e più rivolta al rispetto dell’Uno e Molteplice che ci circonda ed in cui siamo. Il termine più appropriato per noi sarebbe Cooperazione Attiva, quindi cooperare alla maniera del fare o dell’agire cioè del concludere e arrivare a soluzioni e propositività negli intenti, orientati sempre verso l’alto, cioè lo Spirito.
Nel discorso dell’ecologia va incluso anche quello della Biopolitica per trasmettere un messaggio che la Politica deve essere inserita sempre in Bios cioè nella Vita, che è un qualcosa che non appartiene solo all’uomo. E poi l’Economia Partecipativa, poiché l’economia deve tornare ad essere a misura delle cose reali e non dei mercati subliminali di borse e speculatori e noi dobbiamo tornare a ridiventare fruitori attivi (ecco il senso di Partecipazione) di questo mezzo di scambio che è nostro (per es. reddito di cittadinanza di auritiana memoria).
Ed ora alcune indicazioni generali per lo svolgimento dell’Incontro che si tiene al Solstizio estivo. Bisognerebbe che ognuno portasse cibo, preferibilmente vegetariano, da condividere nei tre giorni dell’assemblea, ed anche posate e piatti e canovacci personali, e che la vesseile e la cucina e la pulizia dei luoghi venisse fatta in modo democratico con la partecipazione di tutti.
Altro impegno è quello relativo alle tematiche ed agli interventi. Allora, tanto per iniziare ripetiamo lo scopo di questo Incontro Collettivo Ecologista, che è quello di creare un coordinamento efficace e di comune ausilio sulle iniziative portate avanti dai gruppi e dalle persone che in Italia si riconoscono nell’ecologia profonda, nel bioregionalismo, nella biospiritualità e nel riabitare la terra in modo gentile, armonico e solidale. Potremmo dire che lo scopo evidente è quello di definire i nodi di una Rete delle Reti degli operatori sensibili all’ambiente ed alla vita.
Quindi durante il convegno sono ben accette proposte operative, e descrizioni di progetti già avviati in chiave locale da tutti i partecipanti, insomma si parla di condivisione delle esperienze e di trasmissione delle stesse, se utili alla causa comune. La formazione di gruppi di lavoro specifici è auspicabile, per un successivo approfondimento sui temi di maggior interesse… Chiunque potrà partecipare ai gruppi di lavoro che ritiene più prossimi ai propri intendimenti e competenze. Per semplificare l’esposizione dei temi da affrontare ci siamo dati un indirizzo (già sperimentato in simili occasioni) di partecipazione diretta al dialogo in tempi stabiliti.
Per la prima sessione di sharing e proposte, ognuno è invitato a portare un suo intervento scritto in cui sintetizzare il proprio pensiero e proposta, in una lettura non superiore ai 10 minuti. Le letture avverranno a rotazione. Ovviamente ci sarà la presenza di un moderatore facilitatore scelto fra i presenti che consenta l’ordinato svolgimento degli interventi nei tempi stabiliti, e che restituisca la parola a chi vuole ribattere dopo il primo giro di condivisione. Scende la sera e si prepara quindi la cena, la sala, etc. dopo mangiato si potrà tenere una esibizione di talenti artistici per allietare i presenti, con canti, poesie, musica, etc.
Gli altri interventi durante le successive sessioni potranno essere fatti a braccio.
Tutti gli interventi scritti che preventivamente saranno stati inviati alla segreteria redazionale verranno riuniti in un dossier “Quaderni di Vita Bioregionale – edizione 2012” che sarà distribuito, come atti dell’Incontro, a tutti i partecipanti e ad altri interessati, in modo che possano tenerne memoria e divulgarne i contenuti.
Paolo D’Arpini, Riccardo Oliva, Benito Castorina
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Per adesioni all’incontro scrivere a:
saul.arpino@gmail.com –
info@mementonatura.org –
bcastorina@gmail.com
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Programma di massima:
Incontro Collettivo Ecologista Solstizio estivo 2012 – Tematiche: Ecologia profonda, Bioregionalismo, Biospiritualità, Alimentazione naturale, Cure naturali, Rapporto uomo natura animali, Ecologia sociale, Economia partecipativa, Solidarietà con il Tutto, Biopolitica, Risparmio energetico, Gestione ecologica delle risorse, etc.
Venerdì 22 giugno 2012: Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
Dalle h. 14.00 – Arrivo, sistemazione alloggi ed accoglienza. Benvenuto agli ospiti con degustazione dei prodotti del territorio e approccio al territorio “Aprilia comune rurale – Città della Terra”. Segue escursione al mare con rievocazione narrativa di Carna. (a cura di Memento Naturae)
h. 18.30 – Ritorno al Campo, preparazione della cena e riordino.
h. 20.00 – Pasto conviviale e riordino della sala.
h. 22.00 – Osservazione ad occhio nudo del cielo stellato con riconoscimento astri (a cura di Memento Naturae).
h. 23.00 – Sistemazione per la notte.
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Sabato 23 Giugno 2012: Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
h. 7.30 – Sveglia, toilette personale e colazione
h. 9.30 – Inizio dell’Incontro. Seduti in Cerchio, a rotazione (con il bastone della parola) ognuno interviene con proprie proposte sui temi trattati e con narrazione di esperienze vissute. Tempo di lettura 10 minuti per ciascuno. Al termine ripetizione del giro di interventi per ulteriori approfondimenti.
h. 12.00 – Preparazione del pasto, consumazione e successivo riordino
Dalle h. 14.00 alle 15.00 – Riposo
h. 15.00 – Visita nel bosco circostante con riconoscimento erbe (a cura di Vivere con Gioia)
h.16.30 – Riprende il Cerchio di condivisione pareri e formazione di eventuali gruppi di lavoro, su specifici temi da portare avanti successivamente.
h. 18.30 – Break per tisana e preparazione del pasto.
h. 20.00 – Consumazione della cena e riordino
h. 21.30 – Attività ludiche collegiali. Canti, danze, poesie, espressioni corporee
h. 23.30 -Sistemazione per la notte
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Domenica 24 giugno 2012 – Campo del Vetiver, Via Savuto 38, Aprilia
h. 7.30 – Sveglia, toilette personale e colazione
h. 9.30 – Sessione finale di condivisione in cerchio e affinamento sui progetti
h. 11.30 – Preparazione del pasto, consumazione e sistemazione del luogo, pulizia generale, riordino, etc.
h. 15.30 – Discorso sulle proprietà del cibo, basate sui colori, sapori, forma ed odori (a cura del Circolo vegetariano VV.TT.)
h. 16.00 – Discorso sull’utilizzazione e proprietà del vetiver, la pianta dai mille usi e vantaggi (a cura di Benito Castorina)
h.17.00 – Conclusioni generali, riepilogo degli argomenti trattati e ultimi avvisi ai naviganti.
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Durante la manifestazione verrà distribuita la brochure “Incontro Collettivo Ecologista 2012 – Quaderni di vita bioregionale” con gli interventi pervenuti preventivamente (redazione a cura di Daniela Spurio – inviare testi a: europeanconsumers.tuscia@gmail.com)
Avvertenza: Non è richiesta una quota di partecipazione ma un’offerta volontaria per l’organizzazione sarà gradita. Ognuno è invitato a contribuire con cibi e bevande (possibilmente biologici vegetariani) e a partecipare alla conduzione generale, vesseille, pulizia, cucina, etc. Sono disponibili una dozzina di posti letto (con sacco a pelo proprio) riservati a donne, bambini ed anziani. Sono inoltre a disposizione due/tre dozzine di posti al coperto (con materassino e sacco a pelo proprio). E’ possibile campeggiare con tenda e camper senza problemi. La struttura che ci ospita dispone di servizi igienici e di cucina ed ha un salone per gli incontri.
Info. e contatti:
Informazioni Generali: Rete Bioregionale Italiana – circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293
Informazioni logistiche e sui programmi: Associazione Memento Naturae – info@mementonatura.org – Tel. 333-8902499
Informazioni per la permanenza ed accoglienza: Benito Castorina – bcastorina@gmail.com – Tel. 338.4603719
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Per giungere al luogo dell’incontro:
S. S. Pontina Km 44,300 da Roma – I Giardini del vetiver
Distributore Benzina Q8 Stazione Campo di Carne
Percorso principale:
1. SS Pontina direzione Roma – Aprilia, uscire al km 44,300 circa , poi girare direzione centro commerciale Aprilia2 rotonda via della Riserva Nuova via della Cogna via Savuto (m.100 a dx dopo il distributore Q8) continuare per via Savuto per circa km 2;
Altri percorsi:
2. chi viene dai Castelli Romani per altre vie;
3. chi viene dai Castelli Romani dalla Nettunense;
4. chi viene da Aprilia centro;
5. chi viene da Latina e dintorni: via Pontina uscita Campo di Carne via del Genio Civile via della Cogna via Savuto (m.100 a dx dopo il distributore Q8) continuare per via Savuto per circa km 2;
6. chi viene da Anzio e dintorni;
7. chi viene da Tor San Lorenzo.
8. per chi viene col treno che Parte da Roma Termini ogni ora, scende alla fermata Campo di Carne (la prima dopo la fermata Aprilia), e può chiamare per il servizio navetta gratuito della Impresa “Latium Vetiver” cell. 338.4603719.