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martedì 13 dicembre 2011

Nadia Bartoli: "Come il fotovoltaico a terra può distruggere una vita..."



Vivo con la mia famiglia nella zona periferica di un paese di 5000 abitanti.
Nel Piano Regolatore risulta agricola, ma che è un vero e proprio insediamento abitativo con villini sparsi.

La casa dei miei sogni, in campagna ma vicina al centro abitato in mezzo al verde, a contatto con la natura, che adoriamo. A volte ci sembra un evento bellissimo il solo sbocciare di un fiore. Abbiamo rispetto di tutto quanto ci circonda.

Invece c’è chi non si è fatto alcuno scrupolo a rovinare questa quiete e sopraffare delle persone che sono sconvolte, per paura di veder cambiata la loro realtà dall’oggi al domani e veder svalutati i propri beni.
A rompere questo idillio, nell’aprile 2010, è spuntato all’improvviso un impianto industriale fotovoltaico a terra su un ettaro e 6000 mt. con 1.500 pannelli con inseguitori solari tutti rivolti verso l’abitazione e a pochi metri dal confine del giardino.

E’ l’unica casa che possediamo, ho una sola figlia e l’avergliela donata per venirci ad abitare, mi rendeva orgogliosa e mi ripagava di tutti i sacrifici fatti.
Siamo a tre mesi dal matrimonio e in pieni preparativi, vediamo a confine con il nostro giardino un via vai : già precedente livellamento del terreno , recinzione con rete metallica per lunghi spazi, picchettazioni, poi camion, ruspe, operai, finchè sentiamo parlare di un enorme numero di pannelli fotovoltaici.
Mi collego a internet e capisco che si tratta di parchi industriali fotovoltaici.
Mi informo su tutto e capisco quello che comporterà a noi e alla nostra abitazione ( nella quale stiamo ancora spendendo i soldi per terminarne i lavori).

Si può immaginare lo stato d’animo nell’affrontare questo impatto negativo dall’oggi al domani (in quanto è stato fatto tutto a nostra insaputa e non è stata garantita la legittima informazione come cittadini e confinanti): panico, terrore di veder violata la nostra tranquillità e veder rovinato quello che ci sembrava un piccolo angolo di paradiso

Dalla documentazione presentata dall’Azienda che ha presentato il progetto e che abbiamo ritirato come confinanti, è risultato quasi tutto falso, la nostra casa è magistralmente nascosta, addirittura si afferma che l’impianto è gradevole e non visibile da nessuna abitazione. Ci rivolgiamo ad un legale, che ci consiglia di presentare in Comune una istanza di accesso agli atti come confinanti.

Ci presentiamo all’Ufficio Tecnico: dicono “che questi progetti sono arrivati approvati dalla Provincia e loro non ne sanno nulla” .

Eravamo molto scossi, ma non di certo trattati con riguardo!!!

Ci accorgiamo che è tutto approvato anche dallo stesso Comune, Ufficio Tecnico e Sindaco, che diceva di non sapere nulla, si mostrava dispiaciuto e sconcertato, ammettendo che c’era stata superficialità e che questo non era il posto adatto per l’insediamento dell’impianto.

Nell’immediato aveva promesso che ci avrebbe aiutati, ma nulla, anzi i nostri ostacoli sono stati poi proprio con il Comune, come sollecitare insistentemente un sopralluogo dai Vigili, o aspettare i tempi tecnici per ritirare un documento all’Ufficio Tecnico.

Tale impianto fotovoltaico è realizzato su un lotto di circa 1,6 ettari al centro di un complesso abitativo di numerose case sparse alla periferia con un paesaggio circostante costituito da verde, alberi, giardini delle stesse abitazioni e un panorama di montagne stupendo, tutt’altro che zona di scarso rilievo!!

Ci rivolgiamo anche a ingegneri per pareri tecnici ed intraprendere subito una denuncia di nuova opera per bloccare i lavori appena iniziati: livellamento, recinzione piccoli scavi ecc. ma il giudice ha respinto il ricorso condannando noi al pagamento.

Ci siamo iscritti alla Confconsumatori che doveva difenderci, pagando profumatamente l’interessamento, ma dopo la sentenza negativa del giudice ci ha abbandonati a noi stessi.

Facciamo ricorso al collegio dei Giudici, dopo varie udienze rinviate si riuniscono a ottobre 2010 e a tutt’oggi, un anno di distanza, non hanno dato ancora una risposta dell’esito.

Mandiamo esposti a Comune, Provincia, A.R.P.A., Corpo Forestale, Regione Lazio Assessorato Ambiente, Assessorato Beni culturali, Assessorato Urbanistica, Assessorato Agricoltura e Foreste, ENEL, Carabinieri della locale stazione, Procura della Repubblica , ecc. Ma nessuno ha preso un provvedimento, e l’impianto è giunto al termine nonostante tutte le irregolarità segnalate, anzi siamo stati penalizzati per aver reagito ad un sopruso sulla nostra abitazione e di conseguenza sulla nostra vita..

Siamo stati danneggiati, abbandonati a noi stessi nella mani di queste persone che nascondono facili guadagni sotto la maschera di energia pulita e lavori di pubblica utilità e difesi da enti ed autorità che dovrebbero invece far rispettare le leggi ed intervenire laddove ci sono delle irregolarità e dei soprusi.
Intanto noi spendiamo molti soldi per cercare di difendere ciò che ci è di più caro: LA CASA , dove c’è invece chi ci guadagnerà molti soldi.

Abbiamo costruito un muro che ci separa dall’impianto, ma due metri, ammessi come da regolamento com.le, non sono sufficienti a mitigarlo ed è sempre visibile avendolo proprio davanti l’entrata di casa; non apriamo più neanche la porta finestra che dà sul porticato per non vederlo; è giusto vivere così dove, prima di tutto ciò, per noi era un vero paradiso?

Per regolare l’installazione di questi impianti sono uscite le linee guida nazionali, dove zone come la nostra sono considerate non idonee, ma ormai l’impianto è stato autorizzato, e non saranno retroattive, così dovremmo essere penalizzati “per soli 20 anni” (ed anche rinnovabili) soltanto perché sono stati approvati progetti con troppa facilità e senza controlli.

Inoltre è mai possibile che delle persone, delle case e relative distanze da tali impianti, nelle linee guida non se ne parla?

La casa è il fulcro della famiglia, il luogo tranquillo dove vivere e le energie rinnovabili hanno la precedenza, come se non ci fossero luoghi più idonei per installare impianti industriali lontani da abitazioni.

Le norme CEE parlano di salvaguardare la qualità della vita delle persone, l’incolumità dell’uomo ecc. (Decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152; recepimento della Direttiva 2009/90/CE “Norme in materia ambientale”; per cui tali impianti non dovrebbero insistere laddove vi sono delle abitazioni vicine con presenze umane.
Dobbiamo avere davanti casa, a pochi metri un parco industriale fotovoltaico e la cabina di trasformazione con due inverter, e tutti i rischi che può comportare: incendi per fughe di cariche elettriche e attrazione di fulmini, anche per le numerose staffe d’acciaio, eventuali diserbanti per tenere pulito il terreno, surriscaldamento della zona circostante di almeno 5°, inquinamento da onde elettromagnetiche vista la troppa vicinanza all’abitazione e dove insistono già tre linee elettriche aeree di media tensione, la vicinanza della cabina di trasformazione e fenomeni di abbagliamento dal tipo di pannelli, motorizzati con inseguitore solare, svalorizzazione dell’ immobile, senza considerare i danni morali per sopportare tutto ciò.

E’ come aver subito una violenza sulla propria vita; avevamo scelto la campagna per avere intorno il verde, campi coltivati e non una distesa di grigio silicio.
Spero ci si renda conto dei danni che questi impianti hanno causato in Italia e non hanno risolto quasi niente sul risparmio energetico.

Desidero che sia fatta giustizia per i diritti della mia famiglia e di tutte le persone che come noi hanno subito un’esperienza simile.

Ci batteremo per una legge in Parlamento dove:
a) Questi impianti installati prima delle linee guida nazionali e oltretutto irregolari nella documentazione presentata vengano smantellati e posti sopra i i tetti delle zone industriali;
b) Se installati in zone sensibili e non come indicato nelle linee guida, almeno che la Legge annulli l’Autorizzazione per venti anni e soprattutto dove si afferma
che POSSONO ESSERE RINNOVABILI.

Faccio presente che tra le numerose irregolarità le principali sono:

a) l’impianto non ha il nulla osta del Comune per questa località, bensì per un’altra in zona industriale.
b) Il parere del Sindaco alla Conferenza dei servizi è sempre stato espresso per
l’altra località (dove l’Azienda Agricola aveva presentato un altro progetto).
Alla Conferenza dei servizi erano presenti soltanto l’impiegato dell’Ufficio Energia della Provincia e il proprietario dell’impianto; è stato approvato il progetto con il consenso assenso.
Non siamo stati informati in quanto confinanti.
Gli impiegati dell’Ufficio Energia della Provincia e i Dirigenti si definiscono “notai” che giudicano sulle carte e non sono tenuti ai sopralluoghi per verificare la veridicità del progetto:
c) nell’Autorizzazione della Provincia la distanza dal confine è indicata 15 mt e 20 mt. dalle strade invece sono stati apposti a una distanza inferiore, consenziente il Comune che dice di non avere un Regolamento per gli impianti fotovoltaici e possono stare a qualsiasi distanza anche a confine perché non sono costruzioni.
Senza tener conto di tutte le irregolarità e falsità nelle relazioni presentate dall’Azienda per l’approvazione del progetto.

Questo deve essere un appello anche per la salvaguardia dell’Ambiente; ci si renda conto che oltre lo scempio per le bellezze naturali del Paese, questi impianti soprattutto a terra, in zone agricole, dove tolgono spazi a produzioni, alberi, frutti ecc., stanno danneggiando anche la vita delle persone e come affermato da esperti non risolvono il problema energetico. Tantissimi impianti approvati prima delle linee guida in questi territori, per noncuranza o leggerezza di molti Enti ora dovranno penalizzare chi non ha potuto fare nulla secondo le norme attuali e subirli per soli VENTI ANNI con il rischio che potranno essere rinnovati (come specificato nell’Autorizzazione Provinciale).

Inoltre la non incidenza positiva sul mondo del lavoro, in quanto questo e molti altri impianti eseguiti da ragazzi e stranieri, ininterrottamente anche di sabato e domenica fino a tarda serata, anche al buio (non si sa che tipo di rapporto lavorativo avessero e se regolare).

Ci auspichiamo seri controlli sia dell’iter autorizzativo che dell’impianto stesso, se è tutto a norma e regolare(per es. non ho visto il parafulmine, obbligatorio in quanto attrattori di fulmini e vanno a cadere nella parte più alta vicino, casa e alberi) se non è costruzione è comunque una centrale industriale di produzione di energia elettrica da non sottovalutare.

In questi progetti approvati si parla di assenza di impatto ambientale negativo sulle persone, sull’ambiente, sul territorio, ma sulla base di cosa? Se fossero fatti più seri controlli ante operam, forse la maggior parte di questi cadrebbe come castelli di sabbia.

Ci auguriamo che qualcuno riesca a mettere da parte i propri interessi, tutelare l’ambiente, il territorio, la qualità della vita.

Chiediamo comprensione, affinchè prima di ogni cosa venga considerato il diritto delle persone a vivere con tranquillità nella propria casa, la loro salute e la salvaguardia dell’ecosistema circostante.

Capiscano il disastro che stanno facendo nelle nostre belle campagne, soprattutto con gli impianti a terra, il verde tanto vantato nella nostra penisola sarà presto contaminato da pannelli di silicio e per di più di prima generazione che le nazioni più evolute hanno già superato con tecnologie all’avanguardia.

Mi auguro che non si continui in questa corsa all’oro, distruggendo ambiente, panorami, bellezze naturali e soprattutto la vita delle persone.
Per concludere le denunce querele presentate alla Procura della Repubblica sono terminate con una BELLA archiviazione per la pace di tutti, non certo di noi.

Nadia Bartoli

1 commento:

  1. Ma è "solo" la vista che vi dà noia oppure c'è il riflesso del sole? Non dovrebbe, se entrambi i fabbricati (impianto e casa) sono esposti a Sud... Certamente è fastidioso, sicuramente di vizi nelle procedure ce ne sono, ma non è la fine del mondo. Vale la pena accanirvi e spendere denari per difendervi da tutto questo?

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