sabato 31 dicembre 2011
Scie chimiche e salvataggio del pianeta.. Botta e risposta fra Roberto Falvella, Corrado Penna e Giuseppe Altieri
I “credenti alle scie chimiche”, per fortuna pochi, sono abbastanza per definire allarmante il relativo fenomeno culturale: come mai un certo numero di persone “crede” a notizie false ed inverosimili ? se la notizia fosse solo falsa, poco male, difatti dopo un po si smentirebbe da sola (ma non sarebbe male filtrare sul web le notizie meno attendibili, per non disinformare l’ opinione pubblica).il guaio è che la notizia è anche inverosimile (una cospirazione mondiale e con milioni di complici omertosi, che vuole sterminare l’ umanità !), il che dimostra che alcune persone rifiutano logica, rigore scientifico ed un po di sano scetticismo razionale ….. e questo è molto preoccupante (il sonno della ragione genera mostri, ha scritto goya nel celebre quadro).…… e se ora qualche mattacchione si inventasse che, al contrario, è in atto una micidiale cospirazione mondiale e di segno opposto: cioè di alcuni inquinatori reali (ce ne sono fin troppi !) che si sono inventati sul web queste “scie chimiche”, con lo scopo di eludere o ritardare i costosissimi impianti di depurazione (previsti dal protocollo di Kyoto) ….. ?
Roberto Falvella
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…quando le scie degli aerei coprono TUTTO IL CIELO DI UNA INTERA REGIONE ALLE 5 DI MATTINA QUANDO IL TRAFFICO CIVILE E’ RIDOTTO AL LUMICINO questa è la sola risposta che sa dare Falvella? Aerei che volano rasenti ai tetti degli edifici pubblici come scuole università ed ospedali con bianche scie al seguito li definisci voli civili? e a quota minore di un km quella la chiami scia di condensa? Siamo seri, i deposimetri, ma che risposta è? tutte, e lo ripeto TUTTE le analisi di acqua piovana, nonché le analisi delle acque “potabili “ mostrano livelli di alluminio bario manganese che improvvisamente in tutto il mondo sono cresciuti in proporzioni allarmanti..
Corrado Penna
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in realtà sono vere tutt'e Due le cose...
...ma il vero piano di sterminio di Massa e distruzione del Pianeta, in barba al protocollo di Kyoto per lasciarlo in mano a pochi "auto-eletti"... viene attuato dalla grande globalizzazione dell'agricoltura industriale nelle mani di pochi commercianti e delle Multinazionali AgropetrolchimicofarmaceuticOGM...
che distruggono l'Humus dei terreni, incrementando la CO2 nell'atmosfera a livelli terribili creano dissesti idrogeologici e alluvioni con perdita dei terreni fertili, distruggono foreste e allevano animali in lagers zootecnici pieni di Pesticidi e medicine disseccano la terra con il Roundup massacrando i microrganismi che creano l'Humus rendono tosicodipendenti gli agricoltori e fanno soldi vendendo piccole dosi di residui chimico che si accumulano nelle catene alimentari attraverso i supermarkets della coalizione Bancaria- Multinazionale- Militare ..
dove si producono eccedenze di cibo ...per creare Fame e distruggere l'agricoltura tradizionale dei popoli... alleviamo 5 miliardi di Bovini equivalenti che mangiano come almeno 20 miliardi di persone... riepiendo l'atmosfera di CO2 e Metano più di tutti i trasporti mondiali (che trasportano prevalentemente derrate alimentari, ndr)
...mentre 1 miliardo di umani soffre la fame nera..
ma i supermarkets sono pieni di cibi e conservanti per cui nemmeno i cadaveri più si decompongono... dopo esser stati massacrati dal disordine cellulare del Cancro...
OGM che si riproduce in noi...
Siamo in un paese al reparto oncologico, dove la spesa per malattia rappresenta l'80% del bilancio delle regioni... Italia record mondiale di tumori infantili (fonte OMS) e tasso doppio di incremento tumori infantili rispetto ala media UE...
i contadini muoiono e falliscono... l'aspettativa di vita sana media si abbassa di 10 anni dal 2004 ad oggi... da 72 a 62 anni... mentre le terre sono pignorate dalle banche e vengono acquistate da commecianti e nuovi latifondisti...
Hannocreato proprio un bel campo di sterminio a fuoco lento... ed a pagamento (supermarkets del cibo in plastica ed alluminio, con pesticidi OGM e conservanti, aromi chimici e solventi... e quando ti ammali... medicine per cure di malattie degenerative, spesso incurabili, cancro, alzheimer, Parkinson, Linfomi...)
I soldi finiscono sempre l+.. alla Coalizione NuclearpetrolagrochimicofarmaceuticOGM
che oggi sperimenta anche armi elettromagnetiche a domicilio, come i Cellulari telefonici e altro dall'alto dei Cieli... pieni di polveri chimiche irrorare da aerei strani.... con rotte sttrane... ad altitudini strane... ma ciò appare il minimo... da quanto detto.
CIBUS IN PRIMIS, salviamo l'Italia ... ed il Pianeta... con il MANGIACOMEPARLI
acquisto diretto dai produttori biologici 100% liberi da OGM e 100% coltivato in Italia (o locale delle tradizioni)... importiamo ed asportiamo ciò che manca e non ciò che si può autoprodurre riappropriamoci della Sovranità Alimentare dei Popoli
Passando dall'economia della Morte all'ECONOLOGIA della Vita.
Giuseppe Altieri
venerdì 30 dicembre 2011
San Benedetto del Tronto: Gasparhosis II° e la lettera a babbonatale sui botti di capodanno
Animali in guerra per botti di fine d'anno
Ci sono i sindaci con le palle e i sindaci senza. Quelli con, emanano ordinanze comunali che vietano i botti di fine anno. Quelli senza, sono "accorati".
Gasparhosis II° è "accorato". Non vieta i botti. E scrive un comunicato/letterina a babbo natale "affinchè si limiti al massimo l'utilizzo dei petardi" e bla e bla e bla...
Il Gasparhosis-accorato non ha "ritenuto necessario predisporre un'ordinanza" - dice - sul modello del Comune di Torino [qualcuno dei cortigiani l'ha informato che non è solo Torino, e che l'iniziativa sta dilagando fra tanti comuni? Pensi un po', sindaco: c'è perfino la vicinissima Teramo!]. (*) E "spiega come non ci sia il tempo materiale di predisporre un'ordinanza ".
Bisogna capirlo: lui non è come quei sindaci sfaccendati di Torino, Venezia, Bari ecc., che stanno in panciolle tutto il dì e tra un ricamo all'uncinetto e l'altro per ammazzare il tempo sparano ordinanze anti-botti.
Nella letterina a babbonatale, Gasparhosis spera - accoratamente, va da sè - che i contenuti del provvedimento torinese [e dei tanti altri in Italia, sveglia, Gasparhosis!] da lui "condivisi in toto" [dice, ma si guarda bene dal farne oggetto di ordinanza comunale] "siano recepiti a beneficio della serenità di tutti... eccetera". A pensarci bene, è l'uovo di Colombo: prendi un sindaco che dica con accorati accenti "a capodanno fate i buoni" e subito i ciechi vedono e gli storpi camminano e gli imbecilli che a capodanno sparano come in Afghanistan diventano intelligenti, escono dalle caverne, lasciano la clava, si danno una ripulita e danno retta al caro leader.
Tocca vette d'ineguagliato lirismo l'accorato Gasparhosis quando francescanamente invita alla prudenza coi botti anche per tutelare la salute dei "nostri amici quattrozampe [sic]". Già, quelli si possono vendere come pentole e calzini nelle fiere e nei mercati locali e al Comune non gliene può importare di meno: ma quanto tornano utili per esercizi di sana demagogia nella letterina di natale! Tanto quei poveretti mica votano. I commercianti e i petardomani sì.
(*) Ultimissime della sera: anche il sindaco di Teramo ha emanato ordinanza comunale di divieto dei botti. Motivazone: è un segno di civiltà. Con i vigili autorizzati a riprendere con le telecamere i balconi. I trasgressori pagheranno multe fino a 500 euro.
Grottammare 29. 12. '11 - Sara Di Giuseppe
www.faxivostri.wordpress.com
Ci sono i sindaci con le palle e i sindaci senza. Quelli con, emanano ordinanze comunali che vietano i botti di fine anno. Quelli senza, sono "accorati".
Gasparhosis II° è "accorato". Non vieta i botti. E scrive un comunicato/letterina a babbo natale "affinchè si limiti al massimo l'utilizzo dei petardi" e bla e bla e bla...
Il Gasparhosis-accorato non ha "ritenuto necessario predisporre un'ordinanza" - dice - sul modello del Comune di Torino [qualcuno dei cortigiani l'ha informato che non è solo Torino, e che l'iniziativa sta dilagando fra tanti comuni? Pensi un po', sindaco: c'è perfino la vicinissima Teramo!]. (*) E "spiega come non ci sia il tempo materiale di predisporre un'ordinanza ".
Bisogna capirlo: lui non è come quei sindaci sfaccendati di Torino, Venezia, Bari ecc., che stanno in panciolle tutto il dì e tra un ricamo all'uncinetto e l'altro per ammazzare il tempo sparano ordinanze anti-botti.
Nella letterina a babbonatale, Gasparhosis spera - accoratamente, va da sè - che i contenuti del provvedimento torinese [e dei tanti altri in Italia, sveglia, Gasparhosis!] da lui "condivisi in toto" [dice, ma si guarda bene dal farne oggetto di ordinanza comunale] "siano recepiti a beneficio della serenità di tutti... eccetera". A pensarci bene, è l'uovo di Colombo: prendi un sindaco che dica con accorati accenti "a capodanno fate i buoni" e subito i ciechi vedono e gli storpi camminano e gli imbecilli che a capodanno sparano come in Afghanistan diventano intelligenti, escono dalle caverne, lasciano la clava, si danno una ripulita e danno retta al caro leader.
Tocca vette d'ineguagliato lirismo l'accorato Gasparhosis quando francescanamente invita alla prudenza coi botti anche per tutelare la salute dei "nostri amici quattrozampe [sic]". Già, quelli si possono vendere come pentole e calzini nelle fiere e nei mercati locali e al Comune non gliene può importare di meno: ma quanto tornano utili per esercizi di sana demagogia nella letterina di natale! Tanto quei poveretti mica votano. I commercianti e i petardomani sì.
(*) Ultimissime della sera: anche il sindaco di Teramo ha emanato ordinanza comunale di divieto dei botti. Motivazone: è un segno di civiltà. Con i vigili autorizzati a riprendere con le telecamere i balconi. I trasgressori pagheranno multe fino a 500 euro.
Grottammare 29. 12. '11 - Sara Di Giuseppe
www.faxivostri.wordpress.com
giovedì 29 dicembre 2011
Considerazioni sul clima in India.
Dal corrispondente di Viverealtrimenti Oscar Salvador.
Il seguente articolo deriva da una attenta (fors’anche forzata) osservazione dei fenomeni atmosferici del subcontinente indiano durante gli ultimi 9 anni.
Seppur l’argomento del clima sia in genere rilegato alle semplici chiacchiere col vicinato per intavolare una breve conversazione, in realtà riveste un’importanza notevole sullo sviluppo culturale dell’essere umano.
L’India e il Nepal, le due nazioni che verrano prese in considerazione, sono paesi ricchi di fascino e cultura ma anche di contraddizioni, che sembrano in qualche modo riflettere il clima estremo di quelle zone.
Sebbene il subcontinente indiano si trovi nello stesso emisfero dell’Europa, per cui la successione delle stagioni è identica, in realtà una maggior vicinanza all’Equatore, alla quale vanno aggiunte caratteristiche locali, fa sì che, escluso appunto il succedersi delle stagioni, siano ben poche le similitudini riscontrabili col clima temperato mediterraneo, che interessa gran parte della penisola italiana.
Per essere sicuri di toccare l’argomento in tutti in suoi punti, l’abbiamo diviso in dodici paragrafi, seguendo semplicemente l’ordine dei mesi dell’anno.
Gennaio: cadendo nel pieno dell’Inverno, Gennaio è uno dei mesi piu freddi del subcontinente; la pianura Gangetica, da Amritsar (in Punjab al confine col Pakistan), fino a Calcutta, viene coperta da una fittissima coltre di nebbia che non permette al sole di scaldare e le temperature precipitano vertiginosamente fino ai 3-4 gradi centigradi in gran parte dell’India, Nepal compreso. In genere viene considerato un mese “dry”, cioè asciutto, e la possibilità di pioggie, almeno nelle pianure, è piuttosto rara; sulle montagne le nuvole possono invece facilmente congregarsi e quindi scatenare acquazzoni e sopra i duemila metri anche nevicate.
Febbraio: segue l’andazzo di Gennaio, e seppur spesso durante questo mese si verifichino le temperature più basse (che escluse le zone di montagna non scendono comunque mai sotto lo zero) la nebbia inizia a diminuire, il sole può scaldare più liberamente ed entro fino mese le temperature iniziano finalmente a salire.
Nella punta meridionale dell’India, dove già di per sé l’Inverno è piuttosto breve e debole, le temperature sono ottime.
Marzo: probabilmente il mese dal clima migliore. La nebbia diventa un lontano ricordo, la temperatura sale ma senza raggiungere limiti preoccupanti e le precipitazioni, come d’altronde per il resto dell’Inverno, sono piuttosto rare.
È quindi primavera, e anche la natura si risveglia dopo il pur breve letargo invernale.
Aprile: al sud e nelle pianure il caldo inizia a farsi sentire, mentre sui monti, o già solo in collina, sono ancora pressoché perfette. Nelle pianure e nelle zone collinari meridionali, in questo periodo sembra quasi di essere in autunno (l’autunno “europeo”) visto che il sole inizia a seccare le foglie che cadono per preparare molti alberi a una specie di letargo estivo, che gli permetta di superare la caldissima stagione secca.
Sulle montagne invece continua la vera primavera, e dopo il rigido inverno animali, insetti e piante danno libero sfogo alle loro forme e qualità.
Maggio: a partire da questo mese inizia la lunga, estenuante stagione calda, che seppur alleviata leggermente dall’auspicabile arrivo del monsone, si protrarrà almeno fino alla fine di Ottobre. La remotissima possibilità di pioggia durante questo mese, unita a un sole impietoso che brilla costante nel cielo per circa 14 ore al giorno, fa sì che tutto si asciughi e secchi. Essere a più di un paio di metri di distanza da una ventola potrebbe rivelarsi fatale, mentre un saltuario utilizzo dell’aria condizionata potrebbe portare direttamente al nirvana.
La natura si rattrappisce: i fiumi si prosciugano, il poco vento è caldo e alza cumuli di polvere, gli uccelli svolazzano a bocca aperta, i cani acciambellati sembrano mummificati, mentre gli esseri umani, con i nervi a fior di pelle, cercano sollievo con tecniche che sembrano uscite dalla preistoria.
Questo a causa di una mancanza cronica di elettricità che si acuisce durante i mesi più caldi.
Giugno: le temperature schizzano alle stelle, con le massime pericolosamente vicine ai 50 gradi, ma soprattutto le minime a 34-35, e il caldo che quindi non da tregua neppure durante la notte.
Entro la fine del mese però, dovrebbero iniziare le prima avvisaglie di monsone, se non proprio con lunghe pioggie, con sporadici ma rinfrescanti temporali.
Luglio: supponendo l’agognato arrivo del monsone, in questo periodo i cieli del sub-continente indiano sono invasi dalle nuvole. Spessi strati di cumuli “piatti” coprono costantemente l’orizzonte e scaricano potenti acquazzoni che fanno sì salire l’umidità, che a Giugno aveva raggiunto minimi impressionanti, ma fa scendere leggermente la temperatura.
I diasagi pratici si susseguono vorticosamente: muoversi con treni e autobus diventa un enigma, ma anche raggiungere il negozio all’angolo può spesso presentare inconvenienti insormontabili, come la strada allagata e l’acqua che arriva all’altezza della vita...
Si verifica anche un’esplosione di animali e insetti, i primi a causa degli spazi che si restringono e delle loro tane che si allagano (soprattutto roditori e rettili), i secondi che trovano nell’acqua ambienti estremamente favorevoli alla nutrizione, e quindi alla riproduzione.
Agosto: anche se il monsone avesse deciso di non presentarsi, o solo a tratti, in questo periodo il cielo limpido è comunque un miraggio. Nel caso le pioggie continuino imperterrite, le temperature dovrebbero rimanere a livelli quasi sostenibili, cioè entro i 40 gradi, ma l’umidità a quel punto ha impregnato qualsiasi cosa.
Le pioggie monsoniche in ogni caso, seppur insistenti, offrono spesso degli squarci di sole, che illuminano, attraverso un’aria finalmente pulitissima, gli allegri colori di piante, alberi e fiori, che spuntano fra immense distese d’acqua.
I fiumi infatti a questo punto iniziano a fuoriuscire dai propri argini, allagando completamente le pianure e trasformando il nord dell’India, in un gigantesco acquitrino.
Settembre: il sole finalmente inizia ad aver una certa angolazione e i suoi raggi, seppur caldissimi, non battono più impietosi dal centro del cielo. Le pioggie potrebbero diminuire, ma durante un monsone “pieno” potrebbero essere costanti per ancora tutto il mese.
Gli allagamenti ormai hanno raggiunto proporzioni bibliche, e nelle città non si sa più dove deviare l’acqua che sembra essere ovunque.
Ottobre: ammesso, ma non del tutto concesso, che le pioggie siano terminate, questo mese che in Europa coincide con l’inizio del bigio autunno, nel subcontinente indiano può essere considerato l’inizio di una seconda primavera. Il cielo, dopo mesi di nuvoloni, è finalmente limpido, l’aria, dopo mesi di pioggie, è pulita (anche nelle grandi città...) e le temperature si avvicinano a limiti tollerabili, seppur l’utilizzo di una ventola che muova un po’ d’aria all’interno delle stanze è ancora necessario.
Novembre: insieme al successivo e a Marzo, probabilmente il mese dal clima migliore. Il vero caldo è un vago ricordo, il freddo ancora lontano e le pioggie rarissime. Le temperature sono quasi perfette tanto che, almeno a fine mese, l’utilizzo della ventola potrebbe provocare inaspettati starnuti.
Nel caso sia passato un monsone regolare, questo è il periodo più importante per l’agricoltura, con i contadini indaffarati nella preparazione dei nuovi campi per la stagione invernale.
Dicembre: escludendo perturbazioni che dal nord potrebbero scendere sulla pianura, anche durante questo mese le temperature sono ottime, seppur alla mattina presto sorprendentemente fresche, anche a causa delle prima avvisaglie di nebbia che coprono a lungo il sole. Escludendo quasi certamente la possibilità di antipatiche pioggie, risulta comunque essere un mese climaticamente buono, per terminare un anno, come abbiamo visto, in genere difficilissimo.
Seppur l’argomento del clima sia in genere rilegato alle semplici chiacchiere col vicinato per intavolare una breve conversazione, in realtà riveste un’importanza notevole sullo sviluppo culturale dell’essere umano.
L’India e il Nepal, le due nazioni che verrano prese in considerazione, sono paesi ricchi di fascino e cultura ma anche di contraddizioni, che sembrano in qualche modo riflettere il clima estremo di quelle zone.
Sebbene il subcontinente indiano si trovi nello stesso emisfero dell’Europa, per cui la successione delle stagioni è identica, in realtà una maggior vicinanza all’Equatore, alla quale vanno aggiunte caratteristiche locali, fa sì che, escluso appunto il succedersi delle stagioni, siano ben poche le similitudini riscontrabili col clima temperato mediterraneo, che interessa gran parte della penisola italiana.
Per essere sicuri di toccare l’argomento in tutti in suoi punti, l’abbiamo diviso in dodici paragrafi, seguendo semplicemente l’ordine dei mesi dell’anno.
Gennaio: cadendo nel pieno dell’Inverno, Gennaio è uno dei mesi piu freddi del subcontinente; la pianura Gangetica, da Amritsar (in Punjab al confine col Pakistan), fino a Calcutta, viene coperta da una fittissima coltre di nebbia che non permette al sole di scaldare e le temperature precipitano vertiginosamente fino ai 3-4 gradi centigradi in gran parte dell’India, Nepal compreso. In genere viene considerato un mese “dry”, cioè asciutto, e la possibilità di pioggie, almeno nelle pianure, è piuttosto rara; sulle montagne le nuvole possono invece facilmente congregarsi e quindi scatenare acquazzoni e sopra i duemila metri anche nevicate.
Febbraio: segue l’andazzo di Gennaio, e seppur spesso durante questo mese si verifichino le temperature più basse (che escluse le zone di montagna non scendono comunque mai sotto lo zero) la nebbia inizia a diminuire, il sole può scaldare più liberamente ed entro fino mese le temperature iniziano finalmente a salire.
Nella punta meridionale dell’India, dove già di per sé l’Inverno è piuttosto breve e debole, le temperature sono ottime.
Marzo: probabilmente il mese dal clima migliore. La nebbia diventa un lontano ricordo, la temperatura sale ma senza raggiungere limiti preoccupanti e le precipitazioni, come d’altronde per il resto dell’Inverno, sono piuttosto rare.
È quindi primavera, e anche la natura si risveglia dopo il pur breve letargo invernale.
Aprile: al sud e nelle pianure il caldo inizia a farsi sentire, mentre sui monti, o già solo in collina, sono ancora pressoché perfette. Nelle pianure e nelle zone collinari meridionali, in questo periodo sembra quasi di essere in autunno (l’autunno “europeo”) visto che il sole inizia a seccare le foglie che cadono per preparare molti alberi a una specie di letargo estivo, che gli permetta di superare la caldissima stagione secca.
Sulle montagne invece continua la vera primavera, e dopo il rigido inverno animali, insetti e piante danno libero sfogo alle loro forme e qualità.
Maggio: a partire da questo mese inizia la lunga, estenuante stagione calda, che seppur alleviata leggermente dall’auspicabile arrivo del monsone, si protrarrà almeno fino alla fine di Ottobre. La remotissima possibilità di pioggia durante questo mese, unita a un sole impietoso che brilla costante nel cielo per circa 14 ore al giorno, fa sì che tutto si asciughi e secchi. Essere a più di un paio di metri di distanza da una ventola potrebbe rivelarsi fatale, mentre un saltuario utilizzo dell’aria condizionata potrebbe portare direttamente al nirvana.
La natura si rattrappisce: i fiumi si prosciugano, il poco vento è caldo e alza cumuli di polvere, gli uccelli svolazzano a bocca aperta, i cani acciambellati sembrano mummificati, mentre gli esseri umani, con i nervi a fior di pelle, cercano sollievo con tecniche che sembrano uscite dalla preistoria.
Questo a causa di una mancanza cronica di elettricità che si acuisce durante i mesi più caldi.
Giugno: le temperature schizzano alle stelle, con le massime pericolosamente vicine ai 50 gradi, ma soprattutto le minime a 34-35, e il caldo che quindi non da tregua neppure durante la notte.
Entro la fine del mese però, dovrebbero iniziare le prima avvisaglie di monsone, se non proprio con lunghe pioggie, con sporadici ma rinfrescanti temporali.
Luglio: supponendo l’agognato arrivo del monsone, in questo periodo i cieli del sub-continente indiano sono invasi dalle nuvole. Spessi strati di cumuli “piatti” coprono costantemente l’orizzonte e scaricano potenti acquazzoni che fanno sì salire l’umidità, che a Giugno aveva raggiunto minimi impressionanti, ma fa scendere leggermente la temperatura.
I diasagi pratici si susseguono vorticosamente: muoversi con treni e autobus diventa un enigma, ma anche raggiungere il negozio all’angolo può spesso presentare inconvenienti insormontabili, come la strada allagata e l’acqua che arriva all’altezza della vita...
Si verifica anche un’esplosione di animali e insetti, i primi a causa degli spazi che si restringono e delle loro tane che si allagano (soprattutto roditori e rettili), i secondi che trovano nell’acqua ambienti estremamente favorevoli alla nutrizione, e quindi alla riproduzione.
Agosto: anche se il monsone avesse deciso di non presentarsi, o solo a tratti, in questo periodo il cielo limpido è comunque un miraggio. Nel caso le pioggie continuino imperterrite, le temperature dovrebbero rimanere a livelli quasi sostenibili, cioè entro i 40 gradi, ma l’umidità a quel punto ha impregnato qualsiasi cosa.
Le pioggie monsoniche in ogni caso, seppur insistenti, offrono spesso degli squarci di sole, che illuminano, attraverso un’aria finalmente pulitissima, gli allegri colori di piante, alberi e fiori, che spuntano fra immense distese d’acqua.
I fiumi infatti a questo punto iniziano a fuoriuscire dai propri argini, allagando completamente le pianure e trasformando il nord dell’India, in un gigantesco acquitrino.
Settembre: il sole finalmente inizia ad aver una certa angolazione e i suoi raggi, seppur caldissimi, non battono più impietosi dal centro del cielo. Le pioggie potrebbero diminuire, ma durante un monsone “pieno” potrebbero essere costanti per ancora tutto il mese.
Gli allagamenti ormai hanno raggiunto proporzioni bibliche, e nelle città non si sa più dove deviare l’acqua che sembra essere ovunque.
Ottobre: ammesso, ma non del tutto concesso, che le pioggie siano terminate, questo mese che in Europa coincide con l’inizio del bigio autunno, nel subcontinente indiano può essere considerato l’inizio di una seconda primavera. Il cielo, dopo mesi di nuvoloni, è finalmente limpido, l’aria, dopo mesi di pioggie, è pulita (anche nelle grandi città...) e le temperature si avvicinano a limiti tollerabili, seppur l’utilizzo di una ventola che muova un po’ d’aria all’interno delle stanze è ancora necessario.
Novembre: insieme al successivo e a Marzo, probabilmente il mese dal clima migliore. Il vero caldo è un vago ricordo, il freddo ancora lontano e le pioggie rarissime. Le temperature sono quasi perfette tanto che, almeno a fine mese, l’utilizzo della ventola potrebbe provocare inaspettati starnuti.
Nel caso sia passato un monsone regolare, questo è il periodo più importante per l’agricoltura, con i contadini indaffarati nella preparazione dei nuovi campi per la stagione invernale.
Dicembre: escludendo perturbazioni che dal nord potrebbero scendere sulla pianura, anche durante questo mese le temperature sono ottime, seppur alla mattina presto sorprendentemente fresche, anche a causa delle prima avvisaglie di nebbia che coprono a lungo il sole. Escludendo quasi certamente la possibilità di antipatiche pioggie, risulta comunque essere un mese climaticamente buono, per terminare un anno, come abbiamo visto, in genere difficilissimo.
Benito Castorina: "L'economia riparte con l'uso alternativo sociale e collettivo delle terre demaniali..."
Ritorno alla campagna
LA POPOLAZIONE, I PARTITI, I SINDACATI, DEVONO PRETENDERE L’INVENTARIO ATTUALE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE DEL PAESE, QUELLA DELLE RISORSE UMANE, DELLE CONDIZIONI DELLA GENTE CHE LAVORA e poi come modificherà la manovra e quelle successive le condizioni e i dati dichiarati e che nessuna manovra può prevedere l’impoverimento del Paese con la svendita dei suoi patrimoni.
INSISTERE SULLE CONDIZIONI DI APPLICABILITA’ della clausola prevista dal trattato europeo che consente - in tempi di crisi - una moratoria nel rapporto tra debito nazionale e prodotto interno lordo.
Come richiesto da noti economisti italiani:
DEROGHE EUROPEE. «Chiediamo dunque che il governo», è scritto nella pubblica missiva, «si attivi presso la Commissione europea e il Consiglio europeo al fine di riconoscere all’Italia, a causa di una grave recessione economica, la possibilità di superare il valore di riferimento del rapporto disavanzo pubblico-Pil 2012 in via eccezionale e temporanea, restando il rapporto vicino al valore di riferimento. Ciò allevierà la trappola perversa dell’austerità. Il non farlo è scelta politica».
Poi tornando al discorso delle terre (vedi articolo: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/12/28/agricoltura-contadina-la-vendita-delle-terre-di-proprieta-pubblica-deve-essere-fermata/) e del patrimonio artistico ed archeologico dello Stato che non può e non deve essere venduto e mi fa specie che quel tale bersani se ne esca in TV dicendo: ma se la famiglia muore di fame, per sfamarla si vendono i gioielli… e poi la casa, l’onore… (ndr)
Quelle terre si possono usare in mille modi producendo occupazione e valorizzando le loro potenzialità.
Si può per esempio piantumare il vetiver per produrre energia elettrica e affrancarsi del debito per l’inquinamento ambientale (GHG), che pare si aggiri intorno a un miliardo e quattrocentomilioni l’anno (dato di 3 anni fa, da aggiornare), oltre a far nascere migliaia di imprese di giovani a tali fini occupate, salvare il territorio e contribuire al risanamento dell’economia nazionale.
Inoltre molti di questi territori sono parchi e boschi per i quali la CE ci riconosce solo il 10% circa della superficie totale (dato da verificare).
L’Appennino Italiano che si estende per tutto lo stivale è il parco dell’Europa e va rivalutato, ristrutturato con percorsi agibili per consentirne il godimento dietro modesti contributi che verrebbero investiti per l’assunzione di personale idoneo.
Il Danubio con i suoi 300 affluenti che insieme raccolgono tutti gli agenti inquinanti derivanti dalle attività antropiche dei Paesi attraversati da questi fiumi, hanno determinato la morte del Mar Nero, che ci regala attraverso il Bosforo e i Dardanelli 450 chilometri cubici di acqua inquinata. Cosa si fa per salvaguardare il mare nostro? Chi ci risarcisce il danno?
I pensionati possono salvare l’Italia, utilizzando le loro entrate fisse per la realizzazione di progetti agroindustriali che riportano benessere e rendono appetibile per i giovani il ritorno alle attività agricole, creando nuove forme di comunità, nuovi modelli di aggregazione per restituire al quotidiano i debiti spazi sociali e di relazione.
Trasformiamo questo momento in un momento positivo guardando in faccia la realtà, dobbiamo essere uniti siamo quel 90% che detiene pari ricchezza del 10% di italiani che dalla loro posizione di privilegio ci chiedono, anzi, ci vorrebbero costringere a sacrifici ciclici che portano per fasi successive alla umiliazione dell’intero 90% della popolazione che sino a ieri è stata amministrata da due coalizioni concorrenti chiamate dx e sx, che non erano contrapposte, ma concorrenti e apiravano allo stesso posto di governo non dimostrando le loro capacità e professionalità come si fa normalmente quando si concorre, ma denigrando l’altro e nel fare ciò denigrando il Paese. E cosa ha fatto quel grande arbitro che è la popolazione? Li ha imitati grandemente, schierandosi in posizioni di difesa dell’uno o dell’altro, credendo di nobilitarsi, mentre dietro il gioco dei pudori e dei prudori, si giocava il destino degli italiani la cui sola colpa è quella di non aver capito che non bisogna seguire l’onda che copre la visuale, ma bisogna cavalcarla.
Quanti erano disgustati del comportamento litigioso e del linguaggio scurrile dei nostri politici?
Quanti si sono stupiti nel sentire pronunciare a Berlusconi la frase: i mercati non possono condizionare un Paese? E Alfano ribadire questo concetto dopo che Bersani aveva corretto Berlusconi asserendo che non erano i mercati ma i BOT dei lavoratori?
Titoli, depositi e investimenti finanziari PERCHE’ SFUGGONO ALLA MANOVRA?
DIMENTICAVO… perché li possiedono i lavoratori!!!
LA POPOLAZIONE, I PARTITI, I SINDACATI, DEVONO PRETENDERE L’INVENTARIO ATTUALE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE DEL PAESE, di ogni cittadino italiano, QUELLA DELLE RISORSE UMANE, DELLE CONDIZIONI di vita DELLA GENTE CHE LAVORA e poi come modificherà la manovra attuale e quelle successive le condizioni e i dati che dovranno essere dichiarati e soprattutto che nessuna manovra deve prevedere l’impoverimento del Paese con la svendita dei suoi patrimoni.
DI CONTRO: BISOGNA INSISTERE SULLE CONDIZIONI DI APPLICABILITA’ della clausola prevista dal trattato europeo che consente - in tempi di crisi - una moratoria nel rapporto tra debito nazionale e prodotto interno lordo.
QUESTA AZIONE CONSENTIREBBE AL PAESE DI PRENDERE FIATO ED INTRAPRENDERE LA VIA DELLA salvezza per raggiungere la quale è ESSENZIALE abbandonare il terreno della critica a tutti i costi e dell’oltraggio, che divide, umilia e fa regredire, mentre bisogna ricercare i comportamenti e i modi per progettare una via da percorrere uniti per il bene comune e per la costruzione di una società equa e solidale.
Forza Signore e Signori del 90%!!!
Benito Castorina
Referente per l'agricoltura della Rete Bioregionale Italiana
...............
Di queste e simili proposte se ne parlerà durante l'Incontro Collettivo Ecologista previsto al solstizio estivo, dal 22 al 24 giugno 2012, da tenersi nel podere del vetiver di Aprilia (Roma) - Info: circolo.vegetariano@libero.it
LA POPOLAZIONE, I PARTITI, I SINDACATI, DEVONO PRETENDERE L’INVENTARIO ATTUALE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE DEL PAESE, QUELLA DELLE RISORSE UMANE, DELLE CONDIZIONI DELLA GENTE CHE LAVORA e poi come modificherà la manovra e quelle successive le condizioni e i dati dichiarati e che nessuna manovra può prevedere l’impoverimento del Paese con la svendita dei suoi patrimoni.
INSISTERE SULLE CONDIZIONI DI APPLICABILITA’ della clausola prevista dal trattato europeo che consente - in tempi di crisi - una moratoria nel rapporto tra debito nazionale e prodotto interno lordo.
Come richiesto da noti economisti italiani:
DEROGHE EUROPEE. «Chiediamo dunque che il governo», è scritto nella pubblica missiva, «si attivi presso la Commissione europea e il Consiglio europeo al fine di riconoscere all’Italia, a causa di una grave recessione economica, la possibilità di superare il valore di riferimento del rapporto disavanzo pubblico-Pil 2012 in via eccezionale e temporanea, restando il rapporto vicino al valore di riferimento. Ciò allevierà la trappola perversa dell’austerità. Il non farlo è scelta politica».
Poi tornando al discorso delle terre (vedi articolo: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/12/28/agricoltura-contadina-la-vendita-delle-terre-di-proprieta-pubblica-deve-essere-fermata/) e del patrimonio artistico ed archeologico dello Stato che non può e non deve essere venduto e mi fa specie che quel tale bersani se ne esca in TV dicendo: ma se la famiglia muore di fame, per sfamarla si vendono i gioielli… e poi la casa, l’onore… (ndr)
Quelle terre si possono usare in mille modi producendo occupazione e valorizzando le loro potenzialità.
Si può per esempio piantumare il vetiver per produrre energia elettrica e affrancarsi del debito per l’inquinamento ambientale (GHG), che pare si aggiri intorno a un miliardo e quattrocentomilioni l’anno (dato di 3 anni fa, da aggiornare), oltre a far nascere migliaia di imprese di giovani a tali fini occupate, salvare il territorio e contribuire al risanamento dell’economia nazionale.
Inoltre molti di questi territori sono parchi e boschi per i quali la CE ci riconosce solo il 10% circa della superficie totale (dato da verificare).
L’Appennino Italiano che si estende per tutto lo stivale è il parco dell’Europa e va rivalutato, ristrutturato con percorsi agibili per consentirne il godimento dietro modesti contributi che verrebbero investiti per l’assunzione di personale idoneo.
Il Danubio con i suoi 300 affluenti che insieme raccolgono tutti gli agenti inquinanti derivanti dalle attività antropiche dei Paesi attraversati da questi fiumi, hanno determinato la morte del Mar Nero, che ci regala attraverso il Bosforo e i Dardanelli 450 chilometri cubici di acqua inquinata. Cosa si fa per salvaguardare il mare nostro? Chi ci risarcisce il danno?
I pensionati possono salvare l’Italia, utilizzando le loro entrate fisse per la realizzazione di progetti agroindustriali che riportano benessere e rendono appetibile per i giovani il ritorno alle attività agricole, creando nuove forme di comunità, nuovi modelli di aggregazione per restituire al quotidiano i debiti spazi sociali e di relazione.
Trasformiamo questo momento in un momento positivo guardando in faccia la realtà, dobbiamo essere uniti siamo quel 90% che detiene pari ricchezza del 10% di italiani che dalla loro posizione di privilegio ci chiedono, anzi, ci vorrebbero costringere a sacrifici ciclici che portano per fasi successive alla umiliazione dell’intero 90% della popolazione che sino a ieri è stata amministrata da due coalizioni concorrenti chiamate dx e sx, che non erano contrapposte, ma concorrenti e apiravano allo stesso posto di governo non dimostrando le loro capacità e professionalità come si fa normalmente quando si concorre, ma denigrando l’altro e nel fare ciò denigrando il Paese. E cosa ha fatto quel grande arbitro che è la popolazione? Li ha imitati grandemente, schierandosi in posizioni di difesa dell’uno o dell’altro, credendo di nobilitarsi, mentre dietro il gioco dei pudori e dei prudori, si giocava il destino degli italiani la cui sola colpa è quella di non aver capito che non bisogna seguire l’onda che copre la visuale, ma bisogna cavalcarla.
Quanti erano disgustati del comportamento litigioso e del linguaggio scurrile dei nostri politici?
Quanti si sono stupiti nel sentire pronunciare a Berlusconi la frase: i mercati non possono condizionare un Paese? E Alfano ribadire questo concetto dopo che Bersani aveva corretto Berlusconi asserendo che non erano i mercati ma i BOT dei lavoratori?
Titoli, depositi e investimenti finanziari PERCHE’ SFUGGONO ALLA MANOVRA?
DIMENTICAVO… perché li possiedono i lavoratori!!!
LA POPOLAZIONE, I PARTITI, I SINDACATI, DEVONO PRETENDERE L’INVENTARIO ATTUALE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE DEL PAESE, di ogni cittadino italiano, QUELLA DELLE RISORSE UMANE, DELLE CONDIZIONI di vita DELLA GENTE CHE LAVORA e poi come modificherà la manovra attuale e quelle successive le condizioni e i dati che dovranno essere dichiarati e soprattutto che nessuna manovra deve prevedere l’impoverimento del Paese con la svendita dei suoi patrimoni.
DI CONTRO: BISOGNA INSISTERE SULLE CONDIZIONI DI APPLICABILITA’ della clausola prevista dal trattato europeo che consente - in tempi di crisi - una moratoria nel rapporto tra debito nazionale e prodotto interno lordo.
QUESTA AZIONE CONSENTIREBBE AL PAESE DI PRENDERE FIATO ED INTRAPRENDERE LA VIA DELLA salvezza per raggiungere la quale è ESSENZIALE abbandonare il terreno della critica a tutti i costi e dell’oltraggio, che divide, umilia e fa regredire, mentre bisogna ricercare i comportamenti e i modi per progettare una via da percorrere uniti per il bene comune e per la costruzione di una società equa e solidale.
Forza Signore e Signori del 90%!!!
Benito Castorina
Referente per l'agricoltura della Rete Bioregionale Italiana
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Di queste e simili proposte se ne parlerà durante l'Incontro Collettivo Ecologista previsto al solstizio estivo, dal 22 al 24 giugno 2012, da tenersi nel podere del vetiver di Aprilia (Roma) - Info: circolo.vegetariano@libero.it
mercoledì 28 dicembre 2011
Resoconto dell'Incontro annuale Campagna popolare per l’agricoltura contadina Firenze 18/12/2011
Associazioni presenti: Antica Terra Gentile, Ari, Asci, Campi Aperti, Consorzio della Quarantina, Crocevia, Rete Semi Rurali, Wwoof
Resoconto sulle decisioni operative
- ACCESSO ALLA TERRA
Viene deciso di inserire il complesso tema dell’accesso alla terra nell’ambito degli obiettivi della nostra Campagna, con il compito quindi di lavorare sul piano delle proposte normative, in relazione con l’insieme delle altre tematiche.
Su questo argomento è stata presentata l’iniziativa avviata da Campi Aperti sull’azionariato popolare per l’acquisto di terre, sull’esempio francese di Terre de Liens (vedi documenti su www.campiaperti.org)
Viene presentato il manifesto collettivo sull’opposizione alla vendita delle terre demaniali e si decide di sostenerlo formalmente come Campagna contadina .
- AZIONI SULLE NORMATIVE
Sul piano nazionale:
si riprende la rielaborazione-studio sulle normative a livello nazionale, con l’intenzione di riprendere i contatti con il Ministero delle Politiche Agricole,per poi giungere successivamente a ridefinire un testo di riferimento. L’Associazione Crocevia farà da riferimento organizzativo, coordinando contatti con tecnici e giuristi della materia al fine di avere consulenze in merito.
Sul piano regionale:
Facendo seguito alla proposta emersa nel gruppo di lavoro di Genuino Clandestino a Bologna (ottobre 2011), abbiamo individuato come primo obiettivo da perseguire collettivamente nelle Regioni di appartenenza, l’azione in merito alle normative igienico-sanitarie, riconosciute come quelle di maggior impatto sia per i contadini che per i consumatori.
- ORGANIZZAZIONE INTERNA
Nazionale
Si prosegue, per ora, con un Coordinamento nazionale così come costituito l’anno scorso nell’incontro di Genova.
Regionale
Abbiamo proposto che almeno una delle Associazioni, presente in una Regione, svolga un ruolo di riferimento per l’informazione sulla Campagna e per l’azione presso la propria Regione.
Un compito semplice, essenziale riguardante:
-fare da punto d’informazione locale,tenendosi aggiornato sulle iniziative comunicate riguardanti la Campagna
- fare da riferimento per le richieste normative che si decideranno a livello locale con la propria Regione
-senza vincoli d’obbligo, ma liberamente – inserire, dove si ritiene che vada bene, il tema della Campagna contadina, nell’ambito di iniziative locali.
Ecco una prima indicazione:
Piemonte – Coordinamento contadino piemontese
Liguria – Consorzio della Quarantina
Veneto – Antica Terra Gentile
Emilia Romagna – Campi Aperti
Toscana – WWOOF ( e Asci Toscana ?)
Lazio – Crocevia
Campania – Ragnatela
Sicilia – Le Galline Felici
Nei prossimi giorni, come Coordinamento nazionale, prenderemo contatto con le singole Associazioni che non erano presenti all’incontro, per definire quale impegno sono disponibili a mettere in atto sulle azioni indicate nell’ambito della Campagna contadina.
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Con l'adesione di Rete Bioregionale Italiana e Circolo Vegetariano VV.TT.
Di questi temi sicuramente parleremo durante l'Incontro Collettivo Ecologista previsto ad Aprilia (nel podere del vetiver) dal 22 al 24 giugno 2012 (Solstizio Estivo). Cercando di coinvolgere ambiti amministrativi regionali e nazionali per il rilancio della proposta dell'Agricoltura Contadina.
Attività a favore dell'agricoltura contadina sin'ora svolte:
https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=agricoltura%20contadina%20paolo%20d'arpini
Madeinem - Made in Emilia Romagna, terra di sapori terra di cantautori - Prossimi eventi 2012
Ante scriptum
Alcuni giorni fa, poco prima di Natale, abbiamo fatto un incontro a casa di Maria, dell'azienda agricola La Bifolca di Vignola, membro di Agriobio E.R., per parlare di attuazione bioregionale e di come coniugare il bioregionalismo con la cultura locale. A raccontare la loro esperienza, oltre ad Aldo, Caterina, Maria, etc. c'era l'organizzatore del Madeinem, Fabrizio Dal Borgo, il quale ci ha parlato della sua avventura di cantatutore dialettale e del suo tentativo di coniugare canti popolari e agricoltura ed artigianato locale. Il suo è un progetto bioregionale degno di nota, che andrebbe proposto e rilanciato in ogni bioregione italiana, in modo da coniugare "cultura e coltura". Ricordo che tale esperimento era stato da noi tentato anche in un incontro bioregionale tenuto a Calcata alcuni anni fa.. (alla fiera delle arti creative) in cui l'esposizione di prodotti agricoli e artigianali era abbinata a canti e poesie tradizionali e dialettali. Ciò non toglie nulla alla originalità del progetto Madeiner che è nato spontaneamente ed autonomamente qui in Emilia Romagna senza che nulla sapessimo l'uno dell'altro... Evidentemente questo è un filone "spontaneo" che chiama attenzione nell'attuazione del bioregionalismo.
Così, ammucchiati vicino ad una stufetta a legna, con davanti un piatto di polenta e lenticchie ed un insalatina di verza di campo, la descrizione degli eventi passati e dei progetti futuri è andata avanti.. Ovviamente Fabrizio è stato invitato a partecipare all'Incontro Collettivo Ecologista che si terrà ad Aprilia il 23 e 24 giugno 2012, per allietare le serate con la sua chitarra e le sue canzoni emiliane.
Paolo D'Arpini
Ed ora ecco una presentazione di Madeinem
Madeinem (che sta Made in Emilia Romagna) si propone di creare relazioni, gettare ponti e mettere in rete cantautori indipendenti, prodotti biologici, tradizionali, e saperi tipici del territorio emiliano romagnolo. Madeinem è un festival itinerante, una carovana di musica, sapori, tradizioni, che porta di città in città, di paese in paese, i migliori prodotti dell'eccellenza e del talento emilianoromagnolo, i valori della solidarietà dei gruppi d’acquisto solilale, l’impegno dei produttori e dei trasformatori biologici, la fede dei cantautori indipendenti.
Questo è il primo scopo di MADEINEM: mettere in rete il talento del territorio, in questo caso dell’Emilia Romagna, e la sua creatività, la socialità, il gusto per la buona vita, la buona tavola, il buon vino, la solidarietà conviviale o la convivialità solidale da cui nascono le nostre eminenze e le tipicità.
Madeinem ha realizzato finora, con il Patrocinio e la collaborazione dei Comuni di Maranello, Fiorano Modenese, Sassuolo, Scandiano diverse attività, e per l’anno 2012 ha già in serbo numerose sorprese.
Prossime attività programmate:
• Maranello: 13 aprile 2012
• Fiorano: 11 maggio 2012
• Sassuolo: data da definire
Fabrizio Dal Borgo - fabriziodalborgo@gmail.com
martedì 27 dicembre 2011
Vito De Russis: "Guerra continua sulle strade.. ma la chiamano pace"
Le Istituzioni ed i media italiani insistono nel rappresentare il nostro Paese con una "convivenza civile" in una condizione di pace; mentre ci informano sulle numerose situazioni di guerre che si combattono nel mondo.
Pace e guerre, Guerre e pace. Civili e incivili, Incivili e civili.
Generano, così, una enorme confusione sul significato di Pace, di guerra, di civiltà e di inciviltà.
Nei nostri Auguri inviati in occasione delle attuali Festività - "Auguri ed Azioni" - abbiamo cercato di esternare questa nostra difficoltà a riscontrare la condizione di pace vissuta "in" Italia.
L'Italia ha partecipato alla guerra in Iraq chiamandola "Operazione Antica Babilonia": iniziata dagli USA nel marzo del 2003 e terminata all'alba del 19 dicembre 2011, quando gli scarponi dei soldati USA hanno lasciato il suolo iracheno.
In quel periodo, dall'Iraq sono rientrati in Italia 37 corpi di italiani uccisi in quella guerra(-Operazione).
In quel periodo, circa nove anni (2003 - 2011) di guerra, dall'Iraq sono rientrati in USA 4.500 corpi di soldati USA.
Se questa è la "macelleria di guerra", come si deve definire quanto si registra sulle strade italiane?
In quegli stessi anni, 2003 - 2011, sulle strade italiane sono morte oltre 46.000 persone di ogni età, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; è stata seminata tanta paura; è stata limitata la libertà alla mobilità e calpestato il diritto al rispetto della dignità della persona. Oltre 46.000 morti in Italia prodotti dagli incidenti stradali registrati in quei circa 9 anni, nel più assoluto silenzio (che non ha nulla di civile).
E' come aver fatto scomparire una intera città come Biella, Lecco, Mantova, Rieti, Vercelli, ecc.. (Si tralasciano qui gli effetti di quella macelleria sulla carne di quasi 3 milioni di persone ferite negli incidenti stradali di quei 9 anni; anche queste persone di ogni età, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' come ferire la popolazione di una intera provincia grande come quella di Milano o di Napoli.)
Come è rumorosa la caccia dei falsi invalidi (che vanno scovati e neutralizzati), altrettanto rumorosa (noi siamo per il molto più rumorosa) deve essere l'azione di impedimento alla fabbrica degli incidenti stradali di continuare a produrre grandi invalidi veri, reali accanto a decina di migliaia di persone morte.
CamminaCittà ritiene necessario e civile rompere l'attuale SILENZIO sia attraverso i media ma, principalmente, attraverso le Istituzioni.
CamminaCittà propone alle Istituzioni che ad ogni persona vittima dell'incidente sulla strade e/o nei cantieri di lavoro:
- venga celebrato il funerale di Stato con la presenza fisica almeno di un'alta personalità dello Stato;
- che tale personalità venga accompagnata dai deputati e senatori eletti in quella località;
- venga deliberato il lutto cittadino; e
- venga invitata l'istituzione scolastica di quel Comune, in coincidenza con i funerali, a svolgere mezzora di interruzione-lezione sulla sicurezza stradale e sul lavoro al fine di educare alla "convivenza civile".
Ai media il compito di informare che, nella nostra Italia, si vive lo stato di guerra cruenta e barbara; guerra che bisogna far finire subito per conquistare la pace (ed, anche, per contribuire a superare la crisi di credibilità).
Crediamo di averne Diritto.
Speriamo di trovare ascolto e volontà politica ed umana a fare chiarezza su cosa è la Pace e cosa è la "convivenza civile".
Vito Nicola De Russis
n.q. presidente di Camminacittà
Sede: via di S. Ambrogio, 4 - 00186 Roma
Tel 06 68809337 Fax 06 68195175
3393484370
lunedì 26 dicembre 2011
Rassegna stampa natalizia dal Nepal.
Dal corrispondente di Viverealtrimenti, Oscar Salvador
Durante un periodo di grandi trasformazioni politiche come quelle che sono in corso recentemente in Nepal, anche un’attenta osservazione dei continui cambiamenti tramite i mass-media, si rivela talvolta inutile per cercare di capire gli effettivi sviluppi.
Nelle ultime settimane è capitato spesso di trovare articoli del quotidiano The Kathmandu Post, quasi allarmistici, secondo i quali il processo di democratizzazione sta fallendo e il Nepal è condannato a tornare nel caos; altre volte invece l’attenzione si sposta su avvenimenti ben poco importanti, che sembrano voler dimostrare che grossi problemi non ce ne sono.
E in effetti, con i soliti alti e bassi, le controversie politiche nepalesi vanno piano piano diminuendo, se non altro in gravità, e qualcosa si muove nell’ancora confusa situazione.
L’argomento topico degli ex-guerriglieri Maoisti, sta diventando sempre più complicato, soprattutto per quanto riguarda il numero di quelli che verranno integrati nell’Esercito, che non dovrebbe superare la prevista quota di 6.500, perché al momento l’NA (Nepal Army) sta affrontando un’altra situazione piuttosto difficile.
Dopo lunghe e altalenanti trattative, secondo alcuni accordi ottenuti nell’ambito della democratizzazione del paese con i leader delle organizzazioni delle caste inferiori, l’Esercito nepalese dovrebbe reclutare, oltre ai 6.500 Maoisti, circa 2.000 giovani della comunità dei Madhesi (l’etnia originale delle pianure nepalesi, considerata un casta “bassa”), nonché addirittura 1.000 dalit (fuori casta), che avrebbero quindi per la prima volta la possibilità di accedere alle Armi (18 Dicembre PM agrees to start process, Mahato said parties are mulling over recruiting 2.000 Madhesis and 1.000 Dalit and indigenous youths to the NA – Il Primo Ministro accetta di iniziare il processo, Il Ministro della Salute e della Popolazione Mahato conferma che i partiti stanno decidendo il reclutamento di 2.000 madhesi, 1.000 dalit e giovani provenienti da comunità indigene; 19 Dicembre Maoists, Morcha ‘agree’ to induct 3.000 in Army – Maoisti e Partito Morcha concordano nell’induzione di 3.000 nuovi elementi nell’Esercito).
Anche il 21 Dicembre, in prima pagina, era presente un piccolo articolo sull’argomento: Govt asks NA to take in Madhesi youths (Il Governo chiede all’Esercito di accettare i giovani Madhesi), ma proprio il giorno successivo, l’articolo più grande annunciava come l’aumento nel numero degli effettivi dell’Esercito stia creando problemi all’economia (22 Dicembre Economy stretched by swelling national army, NA strenght could exceed 110.000 soon – Economia provata dall’ingrandirsi dell’Esercito, Il numero degli effettivi potrebbe superare presto i 110.000).
Viene anche riportata un’interessante tabella che riporta il budget dedicato alla Difesa negli ultimi nove anni, che è passato da circa 8 miliardi e mezzo di rupie dell’anno fiscale 2003/04, agli attuali 19 miliardi del 2011/12, con un incremento superiore al 50%.
E quindi, quasi in risposta a questo articolo, all’improvviso il 23 Dicembre, sembra che la decisione sull’inclusione dei 2.000 Madhesi e 1.000 Dalit non sia ancora ufficiale, causa la mancanza dei relativi documenti e al fatto che la decisione non era stata accettata benevolmente da tutti (22 Dicembre Pag. 1 Army unhappy with decision – Esercito scontento della decisione; Pag. 4 Madhesi recruitment deal a ploy: Yadav – Il reclutamento dei Madhesi uno stratagemma: afferma uno dei leader dei Madhesi stessi Yadav; 23 Dicembre Revival of 3.000 NA vacancies still uncertain, The ministry nd the Army have not received the policy paper that aims at making the Nepal Army more inclusive – Utilizzo dei 3.000 posti vacanti nell’Esercito ancora incerto, Il Ministro.della Difesa e l’Esercito non hanno ancora ricevuto i documenti che certificano la maggior inclusione nell’Esercito Nepalese).
Per quanto concerne invece la restituzione delle terre da parte della fazione ribelle Maoista, dopo una strenua resistenza, verrà risolta attraverso un importantissimo meeting di Partito, il 23 Dicembre, durante il quale il Segretario Generale Dahal e il suo vice Baidya dovrebbero finalmente mettersi d’accordo (22 Dicembre Baidya faction grabs land, houses in Kapilavastu – La fazione di Baidya riprende terreni e case a Kapilavastu; 20 Dicembre Maoist rival leaders may cross swords – I Leader Maosti rivali potrebbero scontrarsi).
Un altro argomento che ha occupato le pagine dei giornali per tutta la settimana, è stato lo sciopero generale, indetto per Lunedì, a causa della morte di un popolarissimo leader della sezione giovanile del Partito del Congresso, in seguito ad un attacco mentre si trovava in carcere in attesa di un processo.
Il Congresso ha quindi proclamato uno sciopero per protestare contro l’incidente e far dichiarare il leader ucciso Poudel, martire per la società (come avvenuto in passato per coloro che erano stati uccisi durante gli scontri per rovesciare la monarchia).
Il problema è che molto probabilmente il signor Poudel era anche un criminale e il Governo si trova nell’imbarazzante situazione di dover martirizzare un delinquente.
Il 18 Dicembre un articolo forse eccessivamente critico denunciava i primi problemi che stava creando la protesta, durante la quale, secondo tradizione nepalese, anche le strade erano bloccate (18 Dicembre Public at receiving end as NC protests nationwide – La gente comune danneggiata dalla protesta nazionale del Nepal Congress).
Lunedì 19, il giorno deciso per lo sciopero, tre articoli spiegavano piuttosto bene la situazione da diversi punti di vista: il primo riportava la giusta costernazione dell’Ambasciatore Americano (US envoy concerned over banda, nome nepalese per sciopero), il secondo dava voce alle motivazioni del Partito del Congresso (Try to see, NC asks international comunity – Cercate di capire, chiede il Congresso alla comunità internazionale), mentre il terzo segnalava i passi fatti dal Governo per sbrogliere la situazione (Will begin process to withdraw case against Poudel, PM assures parties – Il Primo Ministro rassicura i Partiti che inizierà il processo per annullare i casi pendenti contro Poudel).
Seppure, un articolo del 22 Dicembre riportava che il Governo non ha ancora iniziato il procedimento, probabilmente per guadagnare un po’ di tempo ed aspettare che la situazione si tranquillizzi (22 Dicembre PM says no work yet to withdraw charges against Poudel – Il Primo Ministro afferma che nessun lavoro è ancora stato fatto per annullare i casi contro Poudel).
Venendo invece alla questione riguardante l’improvvisa e negativa cancellazione della visita del Primo Ministro Cinese, i politici nepalesi coinvolti in questa debacle sembrano aver capito che l’unico a rimetterci in caso di controversie con la Cina è il Nepal, e hanno accettato l’invito a Pechino per discutere nuovamente la visita (21 Dicembre Will go to Bejing, DPM Gacchadar tells envoy Yang – L’Ambasciatore Cinese Yang assicura che il Deputato del Primo Ministro e Gacchadar andranno a Pechino).
Nessun particolare sviluppo ha invece interessato la questione dei Diritti Umani e l’Amnestia Generale che i maggiori Partiti Nepalesi sembrano desiderare e la Commissione delle Nazioni Unite è comparsa sul quotidiano solo una volta per manifestare il suo dissenso verso una soluzione di questo tipo (20 Dicembre Top UN official warns political parties against blanket amnesty – Alto ufficiale delle Nazioni Unite manifesta parere contrario riguardo un’Amnestia completa).
Per il resto non ci sono particolari notizie positive da segnalare, anzi, l’avanzarsi del Generale Inverno sta mietendo le prime vittime, soprattutto nelle pianure, e la media delle ultime due settimane si è attestata alla morte giornaliera di 2 persone, senza contare i numerosi disagi (21 Dicemre Pag. 1 Cold spell leavve trail of death – Periodo freddo lascia una scia di morte; 21 Dicembre Pag. 4 Schools in the tarai districts remain shut – Le scuole dei distretti del Terai, a sud del paese, rimangono chiuse).
Per fortuna il problema non sta passando completamente inosservato e un gruppo di individui ha mosso la Corte Suprema contro quello che ritengono il fallimento delle agenzie governative preposte ad aiutare le persone in difficoltà (22 Dicembre SC moved against cold death – Corte Suprema mossa contro le morti per freddo).
La Corte Suprema ha quindi emesso una richiesta di spiegazioni al Governo, chiedendo quali passi sono stati fatti e quali ulteriori provvedimenti verranno presi in futuro.
Purtroppo, come ogni questione politica nepalese richiede il suo tempo e il Governo ha tempo una settimana per fare qualcosa e rispondere alla petizione, seppur nel frattempo il freddo continuerà a mietere vittime (23 Dicembre Pag. 1 Apex court issues show cause on cold deaths – La Corte Suprema emette una richiesta di comparizione sulle morti per freddo; Pag. 4 Govt given seven days to furnish written reply – Al Governo vengono dati 7 giorni per fornire una rispota scritta).
Alcune manifestazioni di ordine locale sono anche scoppiate nei vari distretti interessati e addirittura una trentina di ragazzi muniti di fogli di protesta hanno manifestato girando a torso nudo, seppur a giudicare dalla fotografia l’atmosfera sembrava quasi goliardica (23 Dicembre Half-naked Bara youths rally – Protesta di giovani di Bara mezzi nudi).
Nei vari articoli viene anche riportato come in India la Corte Suprema ha ordinato a numerosi stati di costruire ripari per i senzatetto, nonché di distribuire coperte e legna per le strade, semplici ma utilissimi provvedimenti, che sarebbero molto graditi anche in Nepal.
Sempre collegato all’argomento freddo, al centro di pagina due spiccava un titolone decisamente ironico riguardo alla questione, nella Valle di Katmandu, degli incendi provocati dall’aumentare considerevole dei fuochi accesi (23 Dicembre Winter sparks fires in Valley – L’Inverno accende i fuochi nella Valle, intendendo gli incendi; People suffer in lack of fire-fighting capability – La gente soffre a causa della mancanza di mezzi per combattere il fuoco).
L’articolo evidenzia soprattutto la cronica carenza di servizi antincendio, in un posto dove la maggior parte delle costruzioni è in legno e, in tutta la Valle, sono presenti solo 4 camion antincendio, di cui due, per fortuna, stazionati nella meravigliosa e storica città di Bakhtapur.
Bisognerebbe comunque anche segnalare la scarsa attenzione dei singoli, dovuta molto spesso alla sempre pericolosissima ignoranza e a un’attitudine portata invece dalla scarsità di mezzi (leggi povertà) per cui si continuano a utilizzare sistemi obsoleti senza tenere conto dei rischi.
Durante un periodo di grandi trasformazioni politiche come quelle che sono in corso recentemente in Nepal, anche un’attenta osservazione dei continui cambiamenti tramite i mass-media, si rivela talvolta inutile per cercare di capire gli effettivi sviluppi.
Nelle ultime settimane è capitato spesso di trovare articoli del quotidiano The Kathmandu Post, quasi allarmistici, secondo i quali il processo di democratizzazione sta fallendo e il Nepal è condannato a tornare nel caos; altre volte invece l’attenzione si sposta su avvenimenti ben poco importanti, che sembrano voler dimostrare che grossi problemi non ce ne sono.
E in effetti, con i soliti alti e bassi, le controversie politiche nepalesi vanno piano piano diminuendo, se non altro in gravità, e qualcosa si muove nell’ancora confusa situazione.
L’argomento topico degli ex-guerriglieri Maoisti, sta diventando sempre più complicato, soprattutto per quanto riguarda il numero di quelli che verranno integrati nell’Esercito, che non dovrebbe superare la prevista quota di 6.500, perché al momento l’NA (Nepal Army) sta affrontando un’altra situazione piuttosto difficile.
Dopo lunghe e altalenanti trattative, secondo alcuni accordi ottenuti nell’ambito della democratizzazione del paese con i leader delle organizzazioni delle caste inferiori, l’Esercito nepalese dovrebbe reclutare, oltre ai 6.500 Maoisti, circa 2.000 giovani della comunità dei Madhesi (l’etnia originale delle pianure nepalesi, considerata un casta “bassa”), nonché addirittura 1.000 dalit (fuori casta), che avrebbero quindi per la prima volta la possibilità di accedere alle Armi (18 Dicembre PM agrees to start process, Mahato said parties are mulling over recruiting 2.000 Madhesis and 1.000 Dalit and indigenous youths to the NA – Il Primo Ministro accetta di iniziare il processo, Il Ministro della Salute e della Popolazione Mahato conferma che i partiti stanno decidendo il reclutamento di 2.000 madhesi, 1.000 dalit e giovani provenienti da comunità indigene; 19 Dicembre Maoists, Morcha ‘agree’ to induct 3.000 in Army – Maoisti e Partito Morcha concordano nell’induzione di 3.000 nuovi elementi nell’Esercito).
Anche il 21 Dicembre, in prima pagina, era presente un piccolo articolo sull’argomento: Govt asks NA to take in Madhesi youths (Il Governo chiede all’Esercito di accettare i giovani Madhesi), ma proprio il giorno successivo, l’articolo più grande annunciava come l’aumento nel numero degli effettivi dell’Esercito stia creando problemi all’economia (22 Dicembre Economy stretched by swelling national army, NA strenght could exceed 110.000 soon – Economia provata dall’ingrandirsi dell’Esercito, Il numero degli effettivi potrebbe superare presto i 110.000).
Viene anche riportata un’interessante tabella che riporta il budget dedicato alla Difesa negli ultimi nove anni, che è passato da circa 8 miliardi e mezzo di rupie dell’anno fiscale 2003/04, agli attuali 19 miliardi del 2011/12, con un incremento superiore al 50%.
E quindi, quasi in risposta a questo articolo, all’improvviso il 23 Dicembre, sembra che la decisione sull’inclusione dei 2.000 Madhesi e 1.000 Dalit non sia ancora ufficiale, causa la mancanza dei relativi documenti e al fatto che la decisione non era stata accettata benevolmente da tutti (22 Dicembre Pag. 1 Army unhappy with decision – Esercito scontento della decisione; Pag. 4 Madhesi recruitment deal a ploy: Yadav – Il reclutamento dei Madhesi uno stratagemma: afferma uno dei leader dei Madhesi stessi Yadav; 23 Dicembre Revival of 3.000 NA vacancies still uncertain, The ministry nd the Army have not received the policy paper that aims at making the Nepal Army more inclusive – Utilizzo dei 3.000 posti vacanti nell’Esercito ancora incerto, Il Ministro.della Difesa e l’Esercito non hanno ancora ricevuto i documenti che certificano la maggior inclusione nell’Esercito Nepalese).
Per quanto concerne invece la restituzione delle terre da parte della fazione ribelle Maoista, dopo una strenua resistenza, verrà risolta attraverso un importantissimo meeting di Partito, il 23 Dicembre, durante il quale il Segretario Generale Dahal e il suo vice Baidya dovrebbero finalmente mettersi d’accordo (22 Dicembre Baidya faction grabs land, houses in Kapilavastu – La fazione di Baidya riprende terreni e case a Kapilavastu; 20 Dicembre Maoist rival leaders may cross swords – I Leader Maosti rivali potrebbero scontrarsi).
Un altro argomento che ha occupato le pagine dei giornali per tutta la settimana, è stato lo sciopero generale, indetto per Lunedì, a causa della morte di un popolarissimo leader della sezione giovanile del Partito del Congresso, in seguito ad un attacco mentre si trovava in carcere in attesa di un processo.
Il Congresso ha quindi proclamato uno sciopero per protestare contro l’incidente e far dichiarare il leader ucciso Poudel, martire per la società (come avvenuto in passato per coloro che erano stati uccisi durante gli scontri per rovesciare la monarchia).
Il problema è che molto probabilmente il signor Poudel era anche un criminale e il Governo si trova nell’imbarazzante situazione di dover martirizzare un delinquente.
Il 18 Dicembre un articolo forse eccessivamente critico denunciava i primi problemi che stava creando la protesta, durante la quale, secondo tradizione nepalese, anche le strade erano bloccate (18 Dicembre Public at receiving end as NC protests nationwide – La gente comune danneggiata dalla protesta nazionale del Nepal Congress).
Lunedì 19, il giorno deciso per lo sciopero, tre articoli spiegavano piuttosto bene la situazione da diversi punti di vista: il primo riportava la giusta costernazione dell’Ambasciatore Americano (US envoy concerned over banda, nome nepalese per sciopero), il secondo dava voce alle motivazioni del Partito del Congresso (Try to see, NC asks international comunity – Cercate di capire, chiede il Congresso alla comunità internazionale), mentre il terzo segnalava i passi fatti dal Governo per sbrogliere la situazione (Will begin process to withdraw case against Poudel, PM assures parties – Il Primo Ministro rassicura i Partiti che inizierà il processo per annullare i casi pendenti contro Poudel).
Seppure, un articolo del 22 Dicembre riportava che il Governo non ha ancora iniziato il procedimento, probabilmente per guadagnare un po’ di tempo ed aspettare che la situazione si tranquillizzi (22 Dicembre PM says no work yet to withdraw charges against Poudel – Il Primo Ministro afferma che nessun lavoro è ancora stato fatto per annullare i casi contro Poudel).
Venendo invece alla questione riguardante l’improvvisa e negativa cancellazione della visita del Primo Ministro Cinese, i politici nepalesi coinvolti in questa debacle sembrano aver capito che l’unico a rimetterci in caso di controversie con la Cina è il Nepal, e hanno accettato l’invito a Pechino per discutere nuovamente la visita (21 Dicembre Will go to Bejing, DPM Gacchadar tells envoy Yang – L’Ambasciatore Cinese Yang assicura che il Deputato del Primo Ministro e Gacchadar andranno a Pechino).
Nessun particolare sviluppo ha invece interessato la questione dei Diritti Umani e l’Amnestia Generale che i maggiori Partiti Nepalesi sembrano desiderare e la Commissione delle Nazioni Unite è comparsa sul quotidiano solo una volta per manifestare il suo dissenso verso una soluzione di questo tipo (20 Dicembre Top UN official warns political parties against blanket amnesty – Alto ufficiale delle Nazioni Unite manifesta parere contrario riguardo un’Amnestia completa).
Per il resto non ci sono particolari notizie positive da segnalare, anzi, l’avanzarsi del Generale Inverno sta mietendo le prime vittime, soprattutto nelle pianure, e la media delle ultime due settimane si è attestata alla morte giornaliera di 2 persone, senza contare i numerosi disagi (21 Dicemre Pag. 1 Cold spell leavve trail of death – Periodo freddo lascia una scia di morte; 21 Dicembre Pag. 4 Schools in the tarai districts remain shut – Le scuole dei distretti del Terai, a sud del paese, rimangono chiuse).
Per fortuna il problema non sta passando completamente inosservato e un gruppo di individui ha mosso la Corte Suprema contro quello che ritengono il fallimento delle agenzie governative preposte ad aiutare le persone in difficoltà (22 Dicembre SC moved against cold death – Corte Suprema mossa contro le morti per freddo).
La Corte Suprema ha quindi emesso una richiesta di spiegazioni al Governo, chiedendo quali passi sono stati fatti e quali ulteriori provvedimenti verranno presi in futuro.
Purtroppo, come ogni questione politica nepalese richiede il suo tempo e il Governo ha tempo una settimana per fare qualcosa e rispondere alla petizione, seppur nel frattempo il freddo continuerà a mietere vittime (23 Dicembre Pag. 1 Apex court issues show cause on cold deaths – La Corte Suprema emette una richiesta di comparizione sulle morti per freddo; Pag. 4 Govt given seven days to furnish written reply – Al Governo vengono dati 7 giorni per fornire una rispota scritta).
Alcune manifestazioni di ordine locale sono anche scoppiate nei vari distretti interessati e addirittura una trentina di ragazzi muniti di fogli di protesta hanno manifestato girando a torso nudo, seppur a giudicare dalla fotografia l’atmosfera sembrava quasi goliardica (23 Dicembre Half-naked Bara youths rally – Protesta di giovani di Bara mezzi nudi).
Nei vari articoli viene anche riportato come in India la Corte Suprema ha ordinato a numerosi stati di costruire ripari per i senzatetto, nonché di distribuire coperte e legna per le strade, semplici ma utilissimi provvedimenti, che sarebbero molto graditi anche in Nepal.
Sempre collegato all’argomento freddo, al centro di pagina due spiccava un titolone decisamente ironico riguardo alla questione, nella Valle di Katmandu, degli incendi provocati dall’aumentare considerevole dei fuochi accesi (23 Dicembre Winter sparks fires in Valley – L’Inverno accende i fuochi nella Valle, intendendo gli incendi; People suffer in lack of fire-fighting capability – La gente soffre a causa della mancanza di mezzi per combattere il fuoco).
L’articolo evidenzia soprattutto la cronica carenza di servizi antincendio, in un posto dove la maggior parte delle costruzioni è in legno e, in tutta la Valle, sono presenti solo 4 camion antincendio, di cui due, per fortuna, stazionati nella meravigliosa e storica città di Bakhtapur.
Bisognerebbe comunque anche segnalare la scarsa attenzione dei singoli, dovuta molto spesso alla sempre pericolosissima ignoranza e a un’attitudine portata invece dalla scarsità di mezzi (leggi povertà) per cui si continuano a utilizzare sistemi obsoleti senza tenere conto dei rischi.
domenica 25 dicembre 2011
Regione Puglia: STOP al mega eolico nel Parco dei Paduli in feudo di Supersano, SI alla Rinascita della Foresta del Belvedere
Premessa: Cogliamo l’occasione, nella divulgazione di questo importante comunicato stampa, per rivolgere a voi tutti i nostri più sentiti Auguri di Buone Feste, felici anche finalmente di poter divulgare una notizia positiva, il parere sfavorevole espresso dalla Regione Puglia ad un mega impianto eolico devastante nel cuore del Salento, e la cronaca di una giornata pre-natalizia densa di ottime promesse, che ha visto la Regione Puglia, e tutti gli altri enti, Provincia di Lecce, Comune di Supersano, e l’Università del Salento, piantare insieme i semi per la Rinascita dell’antica magnifica e vasta Foresta salentina del Belvedere, che ammantava il cuore del basso Salento nei secoli passati.
Un buon inizio d’anno che deve veder sempre più in prima linea tutti questi enti pubblici e di ricerca scientifica nella difesa vera del territorio contro tutte le assurde minacce industrialiste e di iperinfrastrutturazione che lo minacciano, sia che siano o meno infarcite di falsa-ecologia, e dall’altro lato, deve vederle operare sempre al fianco dei cittadini per il miglioramento visibile e la rinaturalizzazione e restauro del nostro “paesaggio quotidiano” dell’entroterra e costiero-marino, nel massimo rispetto della sua anima caratteristica, che attingendo alla cultura antica italica e latina, possiamo definire il suo "Genius loci".
Forum Ambiente Salute Salento - forum.salento@yahoo.it
Comunicato stampa congiunto del Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino Forum Ambiente e Salute del Grande Salento (province di Lecce, Brindisi, Taranto) Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi (più in generale “aree naturali”)
25 dicembre 2011
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Un Bel Regalo di Natale dalla Regione Puglia per il “Parco naturale dei Paduli”:
SI alla Rinascita della Foresta Belvedere,
NO alle immorali devastazioni della Green Economy Industriale!
Dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce giunge lo stop al mega eolico nel Parco dei Paduli in feudo di Supersano e negli altri feudi;
e da Regione Puglia, Provincia di Lecce ed Università del Salento, e dai comuni coinvolti,
giunge l’impegno per ripiantarla, facendola rinascere per il bene di tutti, l’antica estesissima Foresta del Belvedere che ammantava il cuore del Salento, con una riforestazione “dolce”, “razionale” e “partecipata”!
Al Salento il Natale 2011 porta le fondamenta d’impegno istituzionale per la Rinascita dell’ antica Foresta del Belvedere e un importante “divieto” al mega eolico e alle sue conseguenti devastazioni nel Parco dei Paduli!
Ma adesso la Regione Puglia deve replicare quest’impegno, perché sia concreto e reale e non ne sia vanificato, in tutti gli altri scorci di paesaggio del Grande Salento e del suo mare su cui pende la medesima gravissima minaccia dell’eolico e del fotovoltaico industriali!
Così al Comune di Supersano:
si chiede un atto di responsabilità, onore delle istituzioni e coerenza affinché esprima e porti il suo parere totalmente sfavorevole nelle conferenze dei servizi in Regione a questo assurdo progetto industriale eolico in piena zona agricolo-naturale ricadente nel suo feudo, e per tutti gli eventuali altri progetti impattanti di eolico o fotovoltaico industriale progettati nel suo feudo, o se in altri feudi, ricadenti comunque nel cono visuale del suo territorio.
Idem richiesta di impegno anche ad ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, alla Soprintendenza ai Beni Culturali, Archeologici e Paesaggistici, e a tutti gli altri enti interpellati nelle conferenze dei servizi
perché esprimano pareri sempre fortemente sfavorevoli nei vari uffici pubblici preposti, negli iter di valutazione di tutti questi assurdi impianti altamente impattanti per loro fisiologia di eolico on-shore e off-shore, come anche di fotovoltaico industriale, per la vendita prioritaria dell’energia prodotta, ubicati in aree agricole, naturali o addirittura lacustri; stigmatizzando ogni tentativo di cosiddetto “agro-fotovoltaico” ossia di ubicazione su serre o altra trovata per asserire una possibile combinazione tra attività agricola e fotovoltaico industriale, altamente deleteria sempre comunque per il paesaggio e anche per l’appeal e/o la qualità del prodotto agro-alimentare!
A Supersano, in provincia di Lecce, durante il convegno organizzato a favore del “Parco dei Paduli – Foresta Belvedere”, che in Supersano ha uno dei suoi principali fulcri, e pertanto contro la devastazione del mega eolico speculativo e devastante che minaccia proprio quei luoghi, un convegno tenutosi il 21 dicembre 2011, l’Assessore della Regione Puglia alle risorse agro-alimentari, Dario Stefàno, intervenuto in rappresentanza della Regione Puglia, ha espresso con forza la contrarietà del suo assessorato a tale impianto, sottolineando come il territorio pugliese sia profondamente vulnerabile ai mega progetti devastanti di eolico e fotovoltaico industriale, anche a causa di politiche energetiche nazionali poco attente alle tipicità territoriali, che dovrebbero portare il nuovo Governo ad un serio cambio di politica e legislazione volta a tutelare un territorio così caratterizzato e dalle delicate tipicità paesaggistiche storico-naturali e rurali incompatibili con i grandi impianti. Impianti che nulla hanno di ecologico!
Il momento di maggiore acme ed importanza della serata si è avuto quando l’ Assessore ha letto, durante il suo intervento, il messaggio-documento scritto, affidatogli dalla Prof.ssa Architetto Angela Barbanente, Assessore Regionale all’Assetto del Territorio, con il quale l’Assessore, definita dai locali ormai l’ “Angelo dei Paduli”, ha ricordato che l'intera area dei Paduli è stata da tempo dichiarata, proprio per le sue valenza naturalistiche e storico-rurali, “Parco”, anche nel PPTR il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, e vasta area assolutamente non idonea all'insediamento di impianti energetici da fonte rinnovabile industriali, ovvero volti alla vendita prioritaria dell’ energia prodotta, in base alla norma del Regolamento n. 24 del 30.12.2010, in attuazione delle linee guida statali in materia. Ha dichiarato inoltre, in anteprima assoluta, che: in data 16.12.2011 il Servizio Assetto del Territorio, Ufficio Attuazione Pianificazione Paesaggistica, nell’ambito del Procedimento di Autorizzazione Unica ex D. Lgs n. 387/2003, ha espresso parere sfavorevole al progetto eolico in prioritaria questione in feudo di Supersano.
Ottimo è stato anche il parere espresso nel convegno dell'Assessore provinciale all'Agricoltura ed al Turismo Dott. Francesco Pacella, che, parlando anche a nome del presidente della Provincia di Lecce, Dott. Antonio Gabellone, ha dichiarato la più assoluta incompatibilità ed inconsistenza di un progetto di eolico nell'area naturale del Parco dei Paduli, area da tutelare già riconosciuta per la sua grande importanza naturalistica e paesaggistica nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecce, PTCP, varato nel 2008.
Ma il giorno 21.12.2011 si deve ritenere, allo scadere del 2011, proclamato dall’ONU l’ “Anno internazionale per le Foreste”, il tanto atteso “Dies mirabilis” per la Rinascita della Foresta Belvedere nel Parco dei Paduli, dopo una forte richiesta partita in tal senso dal basso, dai cittadini, comitati e associazioni ambientaliste con tanti articoli, studi scientifici e storici, articoli, iniziative, convegni, ecc.
Infatti, lo stesso giorno a Supersano, poco prima del convegno sopra citato, presso il Castello cittadino e sede del Municipio, insieme ai massimi rappresentanti della Provincia di Lecce, tra cui il Pres. Gabellone, e dell’ Università del Salento, si è inaugurato proprio il Museo del Bosco Belvedere, il museo di quella foresta, la grande “Silva” anche chiamata localmente, la bellissima selva che ammantava nei secoli passati il cuore del basso Salento, tra la Serra di Poggiardo-Giuggianello-Palmariggi e quella di Parabita-Matino, dalla biodiversità ricchissima e dalle caratteristiche miste appenninico-mediterranee, e di cui negli ultimi secoli un’azione antropica scellerata, oggi da invertire, ha portato al suo quasi totale, ma fortunatamente non totale, eradicamento!
Nella partecipatissima inaugurazione il prof. Paul Arthur archeologo dell' Università del Salento, e massimo curatore scientifico del Museo, ha chiesto alle autorità presenti il massimo appoggio per iniziare a ripiantare quella foresta con le essenze di un tempo, molte ancora vegetanti relitte e sparse nella vallata dei Paduli e sulle Serre, altre da reintrodurre dalle stazioni naturali più prossime spazialmente in cui ancora vi vegetano. La bellissima richiesta è stata accolta con grandissima gioia ed entusiasmo da tutti i presenti ed in breve tempo di bocca in bocca è stata anche diffusa per tutto il Salento! Finalmente la più intima e virtuosa volontà e speranza popolare di vedere tornare in vita e florida ovunque la nostra antica e vilipesa foresta, il grande sogno di chiome verdi e al contempo di riscatto storico del Salento ipersfruttato colonialmente e devastato-depredato nelle sue risorse naturali, prendeva voce nella persona di una delle più importanti autorità scientifiche del mondo accademico pugliese!
La Provincia di Lecce e il Comune hanno dato la loro massima disponibilità a supportare l’Università in questa sua virtuosa azione, che rappresenta un primo seme che deve essere piantato e attecchire, coinvolgendo tutti i comuni del cuore del Salento.
Così nell’altro ed immediatamente successivo convegno, altrettanto partecipato dai cittadini, tenutosi, sempre a Supersano, nel grande teatro parrocchiale, Dario Stefàno, l’Assessore alla Agricoltura della Regione Puglia ha assunto l'impegno, su richiesta esplicita dei cittadini, di sviluppare politiche volte ad una riforestazione dell'area del Parco Paduli, da integrare con saggezza ad un’ agricoltura di qualità, biologico ed eccellenza, fondata sul recupero della tradizione e delle antiche cultivar, dove lo stesso uliveto o frutteto o vigneto, come agro-foresta, diventa parte integrante di un' unica osmotica realtà marco-forestale, in cui i seminativi diventano le radure coltivate tra gli alberi!
All’Assessore Dario Stefàno, che ha chiesto che oltre ai giusti “NO” alle opere industriali anacronistiche, possano giungere anche richieste propositive da parte dei cittadini per il bene e miglioramento del parco e di tutto il territorio, i rappresentanti del Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute nel Grande Salento, hanno chiesto, presa la parola nel convegno, che la Regione abbassi subito la soglia minima di suolo privato da rimboschire per accedere agli incentivi pro rimboschimento con piante autoctone, proprie del sud Italia, che attualmente è di 10 ettari, portandola a mezzo ettaro! La soglia dei 10 ettari, data la caratteristica tipica della microproprietà del Salento, impedisce di fatto il rimboschimento a favore invece della dannosa contaminazione del territorio da parte degli insidiosi e deleteri speculatori del fotovoltaico e dell’ eolico della Green Economy Industriale! Dario Stefàno ha preso atto di questa richiesta propositiva e si è detto favorevole ad impegnarsi in tal senso nell’accoglimento di questa valida ed importante proposta volta a favorire quel processo partecipativo della gente in un’ azione di rimboschimento “partecipato” del parco. Allo stesso tempo ha accolto l’ invito rivoltogli ad operare incentivando politiche per il Parco dei Paduli di riforestazione dolce razionale e partecipata dove integrare, come abbiamo richiesto, anche l' ecosistema uliveto, che deve essere già considerato agro-foresta e così massimamente tutelato come ambiente boschivo! Un intervento che deve vedere al Regione impegnata in un’ azione propositiva e di pungolo, stimolo, e coordinamento-coinvolgimento di tutti gli enti pubblici e di ricerca e dei cittadini per la Rinascita della Foresta Belvedere ovunque nella percezione del territorio, con interventi estesi dove possibile di rimboschimento, e minimali, come semplici bordure di strade e canali altrove, per la creazione di una rete polinucleata a macchia di leopardo di rimboschimento a iniziale risanamento del territorio e del paesaggio, con recupero così a 360° delle antiche suggestioni e scorci paesaggistici pittoreschi, tutto secondo appunto quella che si è definita “riforestazione razionale”, che affianchi economie silvicole, integrandole, alle attività agro-pastorali, che così ne traggono ulteriore giovamento, come giovamento ne trae l’intera salubrità e l’appeal del territorio!
Da qui anche deriva la nostra forte raccomandazione alla Regione Puglia perché tutti gli interventi nei Paduli relativi a tutti i possibili progetti da svolgervi e da autorizzare lì d’ora in avanti, siano rigorosamente vagliati al setaccio e giudicati severamente sulla base di un criterio semplice ma essenziale e fondamentale, inderogabile: il rispetto e la valorizzazione ed esaltazione del loro “Genius loci”, che è l’ “anima del luogo” frutto della stratificata amalgama di storia naturale ed umana, consolidatasi nei secoli e millenni; un rispetto che passa da un lato dall' uso dei materiali dei Paduli e del Salento tutto, il legno e/o la pietra calcarea locale, e non assolutamente il metallo (eccezion fatta per il ferro battuto), o la plastica (preludio di rapida usura), né vetro (o comunque con moderazione), né il cemento, né reti metalliche o altro asfalto; dall’altro il rispetto degli stili storici, delle tecniche e dei colori tipici stratificati nei millenni, come l’architettura in pietre informi a secco, lo stile neoclassico, quello dei giardini liberty o eclettici neo-gotici, lo stile megalitico, oggi nelle forme del neomegalitismo dei menhir informi e dei dolmen e triliti con enormi massi dalle forme rigorosamente grezze e naturali di forte carica suggestiva ed evocativa, che vengono talvolta innalzati nei giardini privati, e ancora negli edifici l’uso eventuale dell’ imbiancatura con la calce delle pareti degli edifici, della “terra rossa e bolo” come malta, del cocciopesto, o della nuda roccia o delle “chianche” in pietra leccese come pavimentazione, l’uso nelle pavimentazioni urbane dei basoli di “leccisu” dalle forme antiche di locale compatto calcare salentino, ecc. ecc. Ma non certamente soluzioni hi-tech dalle forme e dai materiali improbabili, anacronistici da arte post-moderna da periferia metropolitana post-industriale, o di cosiddetta “land art” (arte?!), che sarebbero offensive e deturpanti, esteticamente “inquinanti”, opere calate dall’alto, prive di alcun valore simbolico poiché innanzitutto aliene e parti di menti aliene per tutto al locale, da esse vilipeso, “Genius loci”, a-democratiche ed anti-comunitarie, da censurare senza se e senza ma, e da stigmatizzare in ogni modo, in un’ area che proprio per la per la sua verginità ed incontaminazione, proprio da improbabili installazioni hi-tech e infrastrutture moderne, è già oggi set di tanti film storici o comunque che richiedono scenografie incontaminate e naturali, di produzioni italiane e non! Luogo in cui ritrovare e riconciliarsi con la propria storia locale identitaria e con la Natura più vera e genuina del proprio territorio traendone al contempo pieno benessere nell’anima e nel corpo, mens sana in corpore sano, in un ambiente salubre e bello poiché esaltante la “wilderness”, la “selvatichezza”, la “naturalità”, nel massimo rispetto e nella massima valorizzazione del Genius loci!
Un primo seme da cui partire oggi per la ricostruzione razionale e partecipata della nostra foresta del cuore del Salento come tessuto connettivo e vitale del territorio!
Infine all’ Assessore Dario Stefàno si è chiesto il massimo impegno per fermare tutti i progetti di mega eolico che minacciano l’intera valle dei Paduli, e i sui suoi naturali preziosi bordi di contono, le Serre, ed in particolar modo quelle occidentali di Ruffano-Taurisano-Parabita, e quelle orientali, la Serra di Poggiardo-Giuggianello-Minervino di Lecce e Palmariggi-Cannole, dove è la famosa mitologica “Collina dei Fanciulli e delle Ninfe”, sede del più grande scandalo italiano relativo ai minacciosi assurdi mega-progetti eolici, che tiene con il fiato sospeso l’ intera Italia!
Grande è stata la gioia di tutti i presenti, tanto all’ inaugurazione del Museo del Bosco, tanto al successivo convegno contro il mega eolico! Gioia per le tante associazioni ambientaliste e comitati civici di tutto il Grande Salento (Province di Lecce, Brindisi e Taranto) lì rappresentate, anche per l’importante conferma di impegno, massa anche nero su bianco, da parte della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e dell’Università del Salento, per la tutela vera del territorio Salentino. Un importante ritorno di una più piena speranza per il futuro. In particolar modo si segnala la soddisfazione dei giovani supersanesi che si sono impegnati per la difesa del territorio organizzati nel comitato CSTSA (Comitato Supersanese di Tutela della Salute e dell'Ambiente), curatori del convegno che ha avuto sede nel teatro dell’oratorio parrocchiale di Supersano, in via Roma, i quali hanno così commentato: «per il comitato e per tutti quelli che hanno creduto nelle nostre intenzioni, è stato un grande giorno»; veramente una dimostrazione di impegno e amore per l’integrità e il miglioramento paesaggistico del proprio territorio che da Supersano lancia un esempio importante e fulgido per i giovani e non di tutte le altre comunità salentine, pugliesi ed italiane, che vivono le medesime pene e sul cui futuro pendono altrettanti progetti speculativi colonizzanti e devastanti di mega eolico, o anche di mega fotovoltaico, o di cementificazione o iperinfrastrutturazione anche stradale superflua e ridondante, o di industrializzazione, di costruzione di assurde discariche, o anche di mega eolico off-shore e di trivellazioni per l’estrazione degli idrocarburi che minacciano anche il mare di Puglia, non solo la terraferma!
Ma come si è giunti a Supersano a questo punto?! La comunità di Supersano da sempre ostile alle istallazioni eoliche e di fotovoltaico nei campi, si è trovata da ottobre a vivere una situazione assolutamente paradossale. Il nuovo sindaco della città, infatti è stato eletto pochi anni fa, nel giugno 2009, proprio con un preciso mandato: salvare e valorizzare paesaggisticamente il feudo di Supersano e tutto l’orizzonte che si gode dalla città che ricade nel Parco Paduli-Foresta Belvedere. Nero su bianco il sindaco aveva posto questo suo impegno, anche contro proprio il mega eolico a cui la passata amministrazione aveva sciaguratamente aperto le porte, per poi esprimere a distanza di mesi il suo pieno pentimento, una volta compresi gli impatti sul territorio della mastodontica infrastrutturazione industriale falso-green, che erano stati del tutto sottostimati e sottovalutati inizialmente, complice anche la politica regionale all’epoca!
Il nuovo sindaco, pertanto, coerentemente con i suoi impegni, dopo la sua non a caso quasi plebiscitaria elezione, (dopo i malumori sollevati dalle nefaste tendenze industrialiste falso-green dalla passata amministrazione), aveva espresso il diniego al nulla-osta richiesto e necessario per le pale eoliche che progetti eolici nei feudi dei paesi vicini avevano ubicato entro 500 metri dai confini comunali di Supersano, facendole stracciare da quei progetti; è il caso di altri impianti eolici sempre follemente previsti nel Parco Paduli; è il caso del confinante Comune di Nociglia. Non solo, il Sindaco si era impegnato nei ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato contro quel precedente impianto progettato nel suo comune. Ma dai primi di ottobre 2011 la svolta assolutamente inattesa che ha scioccato l’intera cittadinanza facendola risvegliare in un incubo che sembrava ormai scongiurato: il sindaco, riunita la cittadinanza, annuncia in piazza, era domenica 2 ottobre, che la Regione avrebbe autorizzato l’impianto eolico di Supersano, affermazione oggi palesemente smentita dalla stessa Regione, e informa d’essere riuscito a spillare un vantaggioso accordo monetario per le casse del comune con la ditta eolica proponitrice del progetto, in cambio del rilascio del nulla-osta comunale al progetto stesso! Da lì, un’immediata sollevazione popolare pacifista ma forte ed inamovibile della gente che ha portato ad un’ “esondazione” dei cittadini di Supersano e di tutto il Salento nel consiglio comunale che il 6 ottobre il sindaco aveva indetto per autorizzare l’orrore eolico! “La Rivoluzione di Ottobre – è stata chiamata - per difesa del Parco Naturale dei Paduli e della Foresta Belvedere”; una dimostrazione coesa di determinata volontà popolare, un coro crescente a mille voci, che ha portato il sindaco e la sua giunta al ritiro di quella scandalosa “delibera della vergogna” che era stata preparata e che si preparavano a varare disonorevolmente in fretta e furia! Una mannaia che era pronta a cadere sulle teste dei cittadini di oggi e di domani di tutta la bellissima area, paradiso in cui volano le Cicogne, e dove ancora crescono, ormai rarissimi, alberi di Castagno, ben più diffusi lì un tempo.
L’evento dell’inaugurazione del Museo del Bosco da parte del Comune di Supersano oggi, e dello stesso sindaco, dal comportamento tanto contraddittorio, le posizioni, le dichiarazioni e gli impegni assunti dalla Regione Puglia, dalla Provincia, dall’ Università del Salento e dallo stesso Comune segnano una svolta decisiva contro il mega progetto eolico supersanese, contro i simili assurdi progetti nei comuni prossimi, e contro l’assalto fotovoltaico alla ruralità salentina, e più in generale anche contro tutte le altre “eco-idiozie”; progetti cioè che snaturano il territorio, speculativi e che si servono dell’ “ecologia” strumentalizzandola e calpestandola per fini nei fatti anti-ecologici, che deturpano paesaggio e/o anche la qualità dell’ambiente, si pensi alle biomasse industriali o alla costosissima inutile ed esteticamente inquinate “land art” infarcita di falso ecologismo e comportante istallazioni permanenti e il più delle volte aliene per forme e materiali nel paesaggio patrimonio comune di tutti!
Dario Stefàno, Assessore alle politiche Agroalimentari della Regione Puglia, intervenuto al convegno, in merito alla piaga del fotovoltaico nei campi, gemella della piaga eolica sulla terraferma ed in mare, ha in questi giorni sottolineato anche alla stampa, quanto nel convegno ha affermato: “per noi l’agricoltura e i terreni agricoli devono, prima di tutto, produrre alimenti!”. Proprio a tal fine il Coordinamento Civico ha chiesto all’ Assessore nel convegno, che il cuore del Salento, con i suoi parchi naturali ed agricoli, a partire proprio dal Parco Paduli-Foresta Belvedere, contribuisca a salvare il pianeta e la natura essenzialmente attraverso il rimboschimento, e non con sovrapproduzioni di energia assurde e dannose, come oggi in vile progetto, con i grandi impattanti impianti eolici, fotovoltaici e di biomasse; un modello nuovo, che sia d’esempio internazionale per l’ intera Europa, di una realtà territoriale che rimedia in casa propria ai secolari errori di disboscamento selvaggio, divenendo protagonista scientificamente consapevole e tecnicamente avanzata della rinascita dell’ecosistema forestale d’un tempo integrandolo con tutte le attività umane presenti e future sul territorio, trasformando cittadini e amministratori in una sorta di neorinascimentali pittori, che in processo invertito, ridipingono idealmente i paesaggi d’un tempo impressi e conservati simbolicamente sulle tele dei pittori, nei paesaggi reali; una metafora questa per indicare più in generale una nuova politica, una nuova cultura ed attenzione pragmatica che agisce sul paesaggio attraverso interventi di decementificazione, bonifica dagli inquinanti, restauro paesaggistico, rinaturalizzazione, ripristinando la ricchezza di vita, la biodiversità, e quella bellezza del pittoresco storico-naturale e dunque qualità di vita e salubrità, nella concretezza del paesaggio quotidiano che ci circonda a 360°!
Più di un primo importante seme per la Rinascita dell’antica magica Foresta nel cuore del basso Salento, la Foresta del Belvedere, è stato dunque piantato! Ora il grande fertilizzante naturale per tutto questo è l'impegno, l'azione di pungolo crescente nei confronti di tutte le istituzioni ed enti e l'Amore per il territorio e la sua più vera ed antica anima da parte di tutti i veri salentini, quelli cioè che, al di là di ogni aspetto, amano il Salento pur magari non essendovi neppure nati! Questo il fertilizzante che ridonerà al Salento concretamente la nobile dimora del suo spirito, la sua incantata ubertosa Foresta!
Cogliamo l’ occasione per Ringraziare infine:
il Comitato Parchi Nazionali - Gruppo Alberi Sacri che ha scritto al Coordinamento Civico in merito all’impegno per la Rinascita della Foresta Belvedere: «aderiamo pienamente alla vostra civile campagna a favore del bosco, e contro la scellerata proliferazione delle tecnologie invasive... Con vivi e sinceri auguri di pieno successo!», e il grande naturalista italiano, il Prof. Franco Tassi, coordinatore del Comitato Parchi Nazionali e del Centro Studi Ecologici Appenninici - Sezione Alberi Sacri, che ha aggiunto: «Ribadiamo, documentiamo e diffondiamo il nostro appoggio alla vostra civile battaglia ecologica.»;
e
il Centro Internazionale di Cooperazione Culturale e Scientifica ( CICC ), il cui presidente il Prof. Giulio C. Giordano ha scritto al Coordinamento Civico, sempre in merito all’impegno per la Rinascita della Foresta Belvedere: «In qualità di Presidente del Centro Internazionale di Cooperazione Culturale e Scientifica ( CICC ) con una sede operativa anche in Salento presso l’ex Palazzo Comunale di Martignano (Lecce), non posso che plaudere alla vostra iniziativa e vi prego di considerare l’Organizzazione Internazionale che ho l’onore di presiedere, al vostro fianco in questa e in altre battaglie per la difesa dello stupendo patrimonio agricolo, paesaggistico e ambientale del Salento . Vera, e forse unica risorsa, anche economica, del territorio salentino.»
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Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
rete d’azione apartitica coordinativa di associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali – area di prioritaria azione il Grande Salento (province di Lecce, Brindisi e Taranto)
sede c/o Tribunale Diritti del Malato – CittadinanzAttiva
c/o Ospedale di Maglie "M.Tamborino"
Via N. Ferramosca, c.a.p. 73024 Maglie (LECCE)
e-mail: coordinamento.civico@libero.it , coordinamentocivico@yahoo.it
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone Lecce, c.a.p. 73100 , Via Vico dei Fieschi – Corte Ventura, n. 2
e-mail: forum.salento@yahoo.it, forum.salento@libero.it ,
Sito web: http://forumambientesalute.splinder.com/
Gruppo facebook, di circa 3000 iscritti: http://www.facebook.com/groups/123107425150/
Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi
Il cui giovanissimo gruppo facebook conta già oltre 5100 iscitti: http://www.facebook.com/groups/192311587488270/
Sito web: http://comitatonazionalecontrofotovoltaicoeolico.wordpress.com/
Gesù in India.
Sbircia sbircia, in rete, ho trovato un'interessante puntata della
trasmissione Enigma, condotta da Corrado Augias dal titolo Il mistero
Gesù (del 7 marzo 2007) in cui si affronta la questione dei viaggi di
Gesù in India.
Di seguito una prima sintesi trovata su you tube. Nei prossimi giorni sarà mio piacere condividere la puntata in questione, a puntate, su questo blog-magazine.
Buona visione!
http://www.youtube.com/watch?v=aqOYjNKf3g0&feature=playerDi seguito una prima sintesi trovata su you tube. Nei prossimi giorni sarà mio piacere condividere la puntata in questione, a puntate, su questo blog-magazine.
Buona visione!
Scrivono Paolo Ercolani ed Anthony Ceresa - Azzeramento democratico e buco senza fondo...
Scrive Paolo Ercolani:
"Caro Paolo D'Arpini, ti ringrazio per la citazione su colui che ha azzerato la Democrazia in Italia (sua altezza reale Giorgio Napolitano - http://www.associazionelatorre.com/2011/12/sua-altezza-reale-giorgio-napolitano/).
Ti confido che sono molto pessimista sul nostro futuro. Sono infatti sempre più disgustato della politica, specialmente quella italiana. Da sempre sono stati solo capaci di tartassare il popolo (sovrano), di calpestare i diritti del popolo (sovrano), di sfruttare il popolo (sovrano) e di fare solo i propri interessi. Questo negli anni ci ha portato alla situazione odierna. Parlano di alzare il PIL, ma poi comprano auto straniere per i servizi di Stato, per la Polizia di Stato, per gli Enti Statali e le Aziende a Partecipazione Statale. Quindi abbiamo auto blu dell'AUDI, auto e moto della polizia della BMW, auto dei VV.UU. della Toyota, autobus dell'ATAC della Mercedes, ambulanze della Mercedes, ecc... Vogliono che il popolo (sovrano) acquisti Titoli di Stato, ma loro giocano in borsa con titoli stranieri.
Sono sempre più stanco e sempre più convinto che, purtroppo, non vi sia rimedio. Nel momento in cui la politica ci ha fatto credere di aver fatto un passo indietro ma in realtà ha solo "nascosto la mano" per farci depredare a puntino senza assumersene la responsabilità, non ci resta che tenerci stretti gli affetti più cari, quelli che per fortuna nessuno ci può carpire..."
.............
Scrive Anthony Ceresa:
Carissimi amici,Non ho la bacchetta magica per realizzare il sogno degli Italiani, ma sono convinto che il regalo più grande per mettere fine alle sofferenze Politiche del Paese, sostituire la poltrona del Quirinale con una figura eletta dal Popolo, in modo che segua gli artigiani nel ripristino del baraccone ormai affondato. Il grave errore Italiano é focalizzato sulla dipendenza dei Partiti Politici tutti uniti nei privilegi senza meriti e non sull'uomo capace e responsabile, incaricato dagli elettori, sul quale a fine mandato si possa tirare le somme delle sue azioni. L'incarico affidato di prepotenza al Professore non dimostra competenza nel salvataggio del Paese e serve a mantenere il marciume Politico che danneggia sempre più il Paese. Mi auguro che la fine del 2011 finisca con un lutto importante per dare origine a una nuova vita per il Nuovo Anno 2012 e salvare l'Italia dalle continue ingiustizie Istituzionalizzate, le quali sono il fulcro impunito del male"
sabato 24 dicembre 2011
Festeggiamo la nascita del bodhisattva Gesù!
Un documentario del genere non è purtroppo disponibile in italiano, al momento.
Tuttavia, questa non è una ragione sufficiente per non divulgarlo. La tematica è affascinante e spinosissima. Si parte dal presupposto che ci sia una precisa continuità tra buddhismo e cristianesimo e che Gesù abbia viaggiato a lungo, negli anni di cui non parlano i vangeli, in Oriente.
E' una storia lunga di cui ho già parlato quando mi sono recato, in pellegrinaggio, nelle perigliose terre del Kashmeer.
Leggete qui quanto ho avuto modo di scrivere e godetevi questo splendido documentario della BBC, con l'augurio di un prossimo futuro più "laicamente religioso" anche per la piccola (culturalmente) ed ancora oscurantista Italia.
Manuel Olivares
Tuttavia, questa non è una ragione sufficiente per non divulgarlo. La tematica è affascinante e spinosissima. Si parte dal presupposto che ci sia una precisa continuità tra buddhismo e cristianesimo e che Gesù abbia viaggiato a lungo, negli anni di cui non parlano i vangeli, in Oriente.
E' una storia lunga di cui ho già parlato quando mi sono recato, in pellegrinaggio, nelle perigliose terre del Kashmeer.
Leggete qui quanto ho avuto modo di scrivere e godetevi questo splendido documentario della BBC, con l'augurio di un prossimo futuro più "laicamente religioso" anche per la piccola (culturalmente) ed ancora oscurantista Italia.
Manuel Olivares
Per amore, solo per amore.. di Michelangelo Merisi da Caravaggio
Perso in un labirinto nella sabbia...
Ero là, bocconi sulla sabbia, a ingurgitare sciabolate di luce, ferite di buio; e i miei occhi…oh, i miei occhi, brucianti di vita, quella vita che lenta si spegneva dentro me, attorno a me.
L’arsura, il freddo, la notte, il giorno.
Mari tempestosi riempivano l’orizzonte, mentre il litorale si stendeva placido riempiendo gli occhi con il suo infinito. La pace, la pace immensa che cancellava l’incupirsi di ogni cielo, l’assurdo e interminabile svoltare di angoli del mio labirinto. Cosa avrò mai fatto, perchè io?
Eppure, mi dicevano, eppure….tu dipingi la vita stessa, tu la fai conoscere a noi mortali, nella sua vera e più schietta essenza…il trionfo delle tue figure sulla tela è la nostra stessa vittoria, la testimonianza che viviamo, e che vivremo per sempre, perchè la mente di quello stesso dio che si agita dentro di noi ci ha visti così: patetici ma saggi, sconfitti ma degni d’amore, bruti o eccelsi, infinitamente stupidi perchè infinitamente vivi.
La mia gioia è la mia dannazione. E in fondo, due facce della stessa moneta. C‘è un prezzo per tutto, così dicono.
Ed ora, signori, io ho pagato; sì, pagato, e per bene.
La luce, il buio. Il pieno, il vuoto.
Ora la mia stessa ombra, io la vedo, vaga fra i cimiteri dei morti viventi esondanti di ossa dei vivi già morti da sempre. Quell’ombra sembra braccarmi da vicino, mi incalza, mi sovrasta.
E allora, io….?
Un gioco, uno stupido gioco? Oppure una furfanteria della sorte? O, meglio ancora, la decisione di calcare questo palcoscenico ribaldo, da dove…da dove mai era scaturita?
Vagamente, comprendevo.
Comprendevo, per esempio, che la luce in verità stava ingoiando il mio buio. Ed ogni sferzata, ogni cazzotto preso, ogni ingiuria, ogni goccia di sudore e di sangue….tutto, tutto era stato un dono dei miei complici, i compagni della mia recita terrena. Rinsavire è il senso del mio viaggio, e il contributo di tutti costoro, chiamateli amici se volete, è stato fondamentale.
Cali ordunque il sipario; si finisce, e si ricomincia.
Ma stavolta, perdio, ah, stavolta sarà diversa, lo giuro a me stesso.
Quello che però non potrò mai, mai dimenticare, è il volto che si chinava su di me e baciava la mia bocca, che prendeva la mia mano fra le sue, portandola sui seni turgidi e accoglienti; questo è stato difficile lasciarlo, però…lo ritroverò, questo lo so.
Parto, lascio tutto; le maschere di cartapesta dello spettacolo si accartocciano, prive di valore. Il pubblico rumoreggia, ma tant’è: non si può rinviare. D’altronde non troveranno di meglio che affollare qualche altro teatro e sollazzarsi davanti a qualche altro spettacolo, certo più in voga di questo che oramai ha chiuso i battenti.
E là dove vado non c’è più chiaroscuro da dipingere. Quindi, trattenete gli applausi, risparmiate il fiato.
Rimane, di vero, la pulsazione del calore nelle sue vene e nelle mie, la luce nei suoi occhi che mai potrò dipingere qual’è davvero, perchè non ne sono nè maestro nè padrone, ma solo servo: l’amore.
Simone Sutra – simsmeraldo@gmail.com
Ero là, bocconi sulla sabbia, a ingurgitare sciabolate di luce, ferite di buio; e i miei occhi…oh, i miei occhi, brucianti di vita, quella vita che lenta si spegneva dentro me, attorno a me.
L’arsura, il freddo, la notte, il giorno.
Mari tempestosi riempivano l’orizzonte, mentre il litorale si stendeva placido riempiendo gli occhi con il suo infinito. La pace, la pace immensa che cancellava l’incupirsi di ogni cielo, l’assurdo e interminabile svoltare di angoli del mio labirinto. Cosa avrò mai fatto, perchè io?
Eppure, mi dicevano, eppure….tu dipingi la vita stessa, tu la fai conoscere a noi mortali, nella sua vera e più schietta essenza…il trionfo delle tue figure sulla tela è la nostra stessa vittoria, la testimonianza che viviamo, e che vivremo per sempre, perchè la mente di quello stesso dio che si agita dentro di noi ci ha visti così: patetici ma saggi, sconfitti ma degni d’amore, bruti o eccelsi, infinitamente stupidi perchè infinitamente vivi.
La mia gioia è la mia dannazione. E in fondo, due facce della stessa moneta. C‘è un prezzo per tutto, così dicono.
Ed ora, signori, io ho pagato; sì, pagato, e per bene.
La luce, il buio. Il pieno, il vuoto.
Ora la mia stessa ombra, io la vedo, vaga fra i cimiteri dei morti viventi esondanti di ossa dei vivi già morti da sempre. Quell’ombra sembra braccarmi da vicino, mi incalza, mi sovrasta.
E allora, io….?
Un gioco, uno stupido gioco? Oppure una furfanteria della sorte? O, meglio ancora, la decisione di calcare questo palcoscenico ribaldo, da dove…da dove mai era scaturita?
Vagamente, comprendevo.
Comprendevo, per esempio, che la luce in verità stava ingoiando il mio buio. Ed ogni sferzata, ogni cazzotto preso, ogni ingiuria, ogni goccia di sudore e di sangue….tutto, tutto era stato un dono dei miei complici, i compagni della mia recita terrena. Rinsavire è il senso del mio viaggio, e il contributo di tutti costoro, chiamateli amici se volete, è stato fondamentale.
Cali ordunque il sipario; si finisce, e si ricomincia.
Ma stavolta, perdio, ah, stavolta sarà diversa, lo giuro a me stesso.
Quello che però non potrò mai, mai dimenticare, è il volto che si chinava su di me e baciava la mia bocca, che prendeva la mia mano fra le sue, portandola sui seni turgidi e accoglienti; questo è stato difficile lasciarlo, però…lo ritroverò, questo lo so.
Parto, lascio tutto; le maschere di cartapesta dello spettacolo si accartocciano, prive di valore. Il pubblico rumoreggia, ma tant’è: non si può rinviare. D’altronde non troveranno di meglio che affollare qualche altro teatro e sollazzarsi davanti a qualche altro spettacolo, certo più in voga di questo che oramai ha chiuso i battenti.
E là dove vado non c’è più chiaroscuro da dipingere. Quindi, trattenete gli applausi, risparmiate il fiato.
Rimane, di vero, la pulsazione del calore nelle sue vene e nelle mie, la luce nei suoi occhi che mai potrò dipingere qual’è davvero, perchè non ne sono nè maestro nè padrone, ma solo servo: l’amore.
Simone Sutra – simsmeraldo@gmail.com
venerdì 23 dicembre 2011
Ecopolis, un mondo diverso e' possibile
Vi segnalo questo bel video sugli ecovillaggi. L'avrei caricato direttamente sul blog ma sto avendo difficolta'. Potete vederlo sul mio blog-magazine.
Buone feste a tutti.
Manuel Olivares
cliccate qui per il video
Buone feste a tutti.
Manuel Olivares
cliccate qui per il video
Per la difesa della Terra Bene Comune giornata di mobilitazione nazionale
Per la difesa della Terra Bene Comune proponiamo una giornata di mobilitazione nazionale. La vendita delle terre di proprietà pubblica deve essere fermata!
Si sono venduti l'energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili,
le strade e adesso si vendono pure la Madre.
Un paese che vende le terre agricole pubbliche rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare.
Si concepisce la Terra solo in termini di possesso, come bene
escludente, oggetto di diritti di proprietà.
In nome della proprietà la terra continua a essere violentata: dal
folle processo di urbanizzazione senza regole se non quelle della
rendita e del profitto; dalle colture intensive tempestate di veleni
pesticidi, che portano degrado e desertificazione; dall’abbandono
progressivo delle terre meno fertili, che genera erosione e squilibri
idrogeologici.
Lo Stato pensa solo a fare cassa sulle nostre teste, come lo fà
cedendo a basso costo terreni limitrofi della città ai soliti padrini
dell'edilizia, dei centri commerciali e delle discariche.
L'art.7 della legge del 12 novembre 2011 programma in tempi rapidi
l’alienazione(vendita) dei terreni agricoli demaniali.
L'ultima tappa di un'oscuro cammino iniziato 2 decenni fà circa, un
processo di svendita dei beni pubblici a privati in nome di una
gestione più efficiente, come se la logica del profitto avesse mai
reso servigi alla collettività.
La proposta sull’alienazione delle terre agricole dello Stato
riguarda 338.000 ettari ed arriva in un momento internazionale di
crescita del fenomeno denominato Land Grabbing, accaparramento di
terreni da parte di soggetti economicamente forti (paesi in forte
crescita e multinazionali-basti pensare i 3 milioni di ettari
acquistati dalla Cina in Africa).
Ecco i veri destinatari di questa manovra, non certo i giovani
imprenditori agricoli di cui il comma 2: "...al fine di favorire lo
sviluppo dell'imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il
diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli." Proseguendo
invece si legge: "Nell'eventualità di incremento di valore dei terreni
alienati derivante da cambi di destinazione urbanistica intervenuti
nel corso del quinquennio successivo alla vendita, è riconosciuta allo
Stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno
rispetto al prezzo di vendita." Quindi lo stato si limita a
disincentivare il cambiamento d'uso dei terreni per soli 5 anni senza
altra garanzia di salvaguardia ambientale.
A conclusione il lapidario comma 5: "Le risorse nette derivanti dalle
operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate
alla riduzione del debito pubblico."
Le risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro,
una goccia nel mare del debito (circa 1800 miliardi), quando il costo
stimato delle opere per la TAV in Val di Susa è più di 30 miliardi!
Con il risultato di essersi sbarazzati del patrimonio senza tappare
alcun buco di bilancio e senza poter tornare indietro visto l'articolo
che tutela la proprietà privata. Le terre che saranno vendute non
potranno mai più tornare pubbliche!
Tutto questo con l'appoggio della Coldiretti, che si propone come
mediatrice tra lo stato e i "giovani agricoltori". Ma dove sono tutti
questi giovani aspiranti contadini che dispongono di 150.000 euro per
iniziare un'azienda, senza parlare del costo dei mezzi?
Un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia
definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che
mette con prepotenza l'interesse privato al di sopra del bene comune,
è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è
venduto la terra in nome del bilancio finanziario. Tutto questo sarà
possibile se non si svilupperà una seria battaglia in tutto il paese
per sancire il concetto: Terra a chi la lavora e Sovranità della terra come bene comune. La vendita delle terre dello stato deve essere fermata!
Ridiscutiamo le modalità di gestione delle terre agricole di proprietà
degli enti pubblici!
Lavoriamo per normative che favoriscano e sostengano chi vuole
iniziare un'attività agricola mettendogli a disposizione l'uso
agricolo della terra garantito contro ogni possibile speculazione.
Noi rete delle associazioni contadine proponiamo
-che ci si indirizzi verso affitti di lunga durata a prezzi equi a
favore di agricoltori o aspiranti tali, sulla base di progetti che
escludano attività speculative.
-si favorisca l'agricoltura contadina di piccola scala,che è l'unica
che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi
arricchendolo e preservandone la biodiversità
-si prediligano progetti di cohousing, cioè di condivisione solidale
dei beni e delle risorse, perchè la buona agricoltura è quella fatta
con tante braccia pensanti e con poche macchine.
-si individuino nelle associazioni dei consumatori organizzati i
soggetti mediatori tra le istituzioni e le realtà contadine che
andrebbero a insediarsi.
-si renda possibile la costruzione con materiali naturali di
abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale come legno e paglia,
ma totalmente vincolate all'attività agricola. Questo perchè chi
lavora la terra deve anche poterla abitare.
Per la difesa della Terra bene comune proponiamo una GIORNATA
MOBILITAZIONE NAZIONALE, che venga preparata dal lavoro dei gruppi
territoriali (già ferventi sulla mappatura dei terreni demaniali ) e
da occupazioni simboliche.
Proponiamo una RACCOLTA FIRME per pretendere che i nostri diritti
vengano rispettati e sancire il concetto: "terra a chi la lavora e
sovranità della terra come bene comune”.
TERRA E LIBERTA'
Lista Ecologia Peacelink
giovedì 22 dicembre 2011
Comuni, comunità, ecovillaggi: una mappa per vivere altrimenti.
E' stato recentemente pubblicato, sul giornale on line Il Cambiamento (con il quale La Rete delle Reti può trovare convergenze interessanti), un mio articolo di presentazione del mio testo Comuni, comunità, ecovillaggi.
Cliccate qui per leggerlo.
Buon Natale a tutti.
Manuel Olivares
www.viverealtrimenti.com
Intenti per l'Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo - Area Metropolitana Romana: 23 e 24 giugno 2012
Meditazione in cammino
Ecologia profonda, Bioregionalismo e Biospiritualità all’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo - Area Metropolitana Romana: 23 e 24 giugno 2012
Caro Parisi e Caro Lorenzo Merlo, forse avrei dovuto rispondere separatamente ad ognuno di voi ma -infine- perchè separare? Visto che siamo nella stessa barca.. o perlomeno diciamo di esserci?
Trovo il discorso di Lorenzo Merlo estremamente cogente ed utile alla causa ecologista -ribadisco "ecologista" poichè non mi sembra un termine diminitivo a meno che non vogliamo fare delle parole un termine di paragone per le nostre idee personali- la glottologia e soprattutto la capacità di evocare concetti attraverso le parole e di chiarirne il significato non ha nulla a che vedere -secondo me- con le discussioni sul filo di lana caprina.
La glottologia e la semantica hanno ben diritto di entrare nel discorso ecologista, soprattutto per chiarire le azioni connesse all'ecologia, ecologia profonda, e dir si voglia.. Pur tuttavia questi concetti evocati non sono nuovi all'uomo... ed i neologismi vengono usati, per fare un favore alla politica del copy right, ed è solo una concessione alla "politica", appunto...
Ecologia profonda è un fatto, una realtà, e non può essere descritta in termini filosofici se non astraendoci dal contesto dell'ecologia stessa. Vivendo nei fatti e non amando le diatribe dialettiche ma amando dire "pane al pane e vino al vino" debbo confessarvi che non mi piace sentirmi ristretto in un contesto qualsivoglia. Non amo le etichette non amo nessuna coercizione morale, politica, ideologica o religiosa.. Se si vuole fare dell'ecologia profonda una base per esprimere le norme di una "nuova religione" con tanto di sacerdoti titolati all'interpretazione e con tanto di bibbia decisa a tavolino dai sapienti, ricevete le mie distanze più cordiali.. Non che con questo intenda abbandonare l'ecologia profonda, che è la pratica sincera ed onesta della mia intera esistenza.. semplicemente mi disinteresso al novero di chi ritiene di essere depositario delle "regole" dell'ecologia profonda e sente di volerle imporre agli altri come un codice legislativo..
I tempi delle dittature intelletuali sono conclusi.. almeno per me.. e quindi preciso per l'ennesima volta che:
L'incontro collettivo ecologista, per l'ecologia profonda, il bioregionalismo, la biospiritualità e per il vivere armonico, amorevole gentile e solidale sulla Terra, non è un'etichetta bensì una descrizione di un modo di vivere nella nostra società ed in natura.
Che tale incontro sia semplicemente un'occasione di condivisione collegiale del sentire e della pratica quotidiana, nello spirito conviviale e semplice dell'avvicinamento fra amici e fratelli, è per me evidente. Se tale finalità non trova l'accordo di Enzo Parisi, malgrado il suo iniziale favore e complimento, mi spiace... magari ha cambiato idea in corso d'opera, non so... d'altronde lo stesso Enzo Parisi, che sente l'esigenza di un altro tipo di incontro con altre finalità e con altri modi, sarà ed è nel suo pieno diritto di esprimersi personalmente e collettivamente (negli ambiti a lui accetti e nei quali è accettato) nelle forme che ritiene più opportune e consone al suo pensiero...
In ogni caso, indipendentemente da quale "altro" incontro corroborativo del suo pensiero, egli intende organizzare a Roma nelle modalità e tempi da lui stesso decisi, la sua presenza è benvenuta anche all'incontro collettivo ecologista (sopra descritto) che si terrà nei giorni 23 e 24 giugno 2012 in un luogo ancora da definire dell'area metropolitana romana... Qualsiasi altro membro dell'IDEM, come quelli del CIR, degli Ecovillaggi, del Sentiero Bioregionale, della Rete Bioregionale Italiana, dell'Agribio, delle associazioni per la salvaguardia del territorio, dei gruppi che perseguono il naturismo, la tutela degli animali e dell'habitat, che seguono un pensiero laico e spirituale, etc. è parimenti benvenuto è potrà liberamente esprimere il suo parere e raccontare la sua esperienza nel consesso dei presenti, nei tempi ad ognuno consentiti....
Cordiali saluti a Tutti!
Paolo D'Arpini
Lettere menzionate:
…………………………
Lorenzo Merlo il 22 dicembre 2012 ha scritto:
A proposito dell’incontro di Roma a giugno 2012
A proposito del punto 2 chiedo: quindi idem ha un percorso che non può essere aggiornato dai suoi componenti?
Finora idem è stato promosso escludendo sistematicamente tutte le proposte che ho avuto opportunità di pronunciare (costruzione bibliografia, con modalità strumentali a provocare partecipazione attiva e a conoscersi; messa in discussione del valore del linguaggio; del valore del riconoscimento e legittimazione della storia; considerazioni critiche sul documento-manifesto, prima richieste - a tutti - e poi non messe in discussione e neppure diffusione; proposta di raccolta della concezione individuale dell'ep; e altre). Oltre al rischio che fossero tutte inaccettabili, c'è quello che la linea della triade (Parisi, Della Casa, Andreozzi) prevedesse dei veti verso idee e/o persone in quanto ciò che avrebbe dovuto essere l'ep, già era stato da loro deciso.
Per chi le volesse raccogliere, penso siano informazioni utili alla discussione in corso.
Lorenzo Merlo
…………..
Il giorno 22/dic/2011, alle ore 00:31, Enzo Parisi ha scritto:
Ancora a proposito dell’incontro di Roma.
Ho letto l’ultima nota di Paolo D’Arpini (vedi: http://retedellereti.blogspot.com/2011/12/note-aggiunte-per-lincontro-collettivo.html)
e intendo ribadire alcuni concetti.
1) Continuo a ritenere inopportuno il termine Incontro collettivo ecologista comunque sottotitolato, e credo che non debba ripetere le motivazioni già fornite nel precedente messaggio.
2) Il percorso prefigurato per il Movimento per l’ecologia profonda IDEM prevede un incontro, che era già stato indicato a Roma, per una costituzione più formale e organizzata del Movimento stesso, al termine di un percorso di presentazioni in diverse realtà regionali. Se di questo non si dovesse o non si intendesse parlare, è evidente che questo Incontro si porrebbe al di fuori del percorso di IDEM. Se invece questa fosse la visione bisogna allora che i temi e il taglio siano concordati con chi finora ha promosso e avviato IDEM. Se ciò non avvenisse, non significa che l’incontro non sia una occasione positiva, perché incontrarsi e conoscersi è sempre importante, ma che semplicemente non corrisponde all’incontro finale del percorso che si è previsto per IDEM.
3) Infine sul conoscere in anticipo il numero di partecipanti credo che dipenderà non poco sia dal taglio e dal programma che verrà proposto, sia dalle condizioni di raggiungibilità del luogo scelto, nonché dalla durata dell’evento, che, se alquanto fuori Roma, per chi viene da lontano sarebbe di almeno 3 giorni.
Cari saluti a tutti, Enzo Parisi
Ecologia profonda, Bioregionalismo e Biospiritualità all’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo - Area Metropolitana Romana: 23 e 24 giugno 2012
Caro Parisi e Caro Lorenzo Merlo, forse avrei dovuto rispondere separatamente ad ognuno di voi ma -infine- perchè separare? Visto che siamo nella stessa barca.. o perlomeno diciamo di esserci?
Trovo il discorso di Lorenzo Merlo estremamente cogente ed utile alla causa ecologista -ribadisco "ecologista" poichè non mi sembra un termine diminitivo a meno che non vogliamo fare delle parole un termine di paragone per le nostre idee personali- la glottologia e soprattutto la capacità di evocare concetti attraverso le parole e di chiarirne il significato non ha nulla a che vedere -secondo me- con le discussioni sul filo di lana caprina.
La glottologia e la semantica hanno ben diritto di entrare nel discorso ecologista, soprattutto per chiarire le azioni connesse all'ecologia, ecologia profonda, e dir si voglia.. Pur tuttavia questi concetti evocati non sono nuovi all'uomo... ed i neologismi vengono usati, per fare un favore alla politica del copy right, ed è solo una concessione alla "politica", appunto...
Ecologia profonda è un fatto, una realtà, e non può essere descritta in termini filosofici se non astraendoci dal contesto dell'ecologia stessa. Vivendo nei fatti e non amando le diatribe dialettiche ma amando dire "pane al pane e vino al vino" debbo confessarvi che non mi piace sentirmi ristretto in un contesto qualsivoglia. Non amo le etichette non amo nessuna coercizione morale, politica, ideologica o religiosa.. Se si vuole fare dell'ecologia profonda una base per esprimere le norme di una "nuova religione" con tanto di sacerdoti titolati all'interpretazione e con tanto di bibbia decisa a tavolino dai sapienti, ricevete le mie distanze più cordiali.. Non che con questo intenda abbandonare l'ecologia profonda, che è la pratica sincera ed onesta della mia intera esistenza.. semplicemente mi disinteresso al novero di chi ritiene di essere depositario delle "regole" dell'ecologia profonda e sente di volerle imporre agli altri come un codice legislativo..
I tempi delle dittature intelletuali sono conclusi.. almeno per me.. e quindi preciso per l'ennesima volta che:
L'incontro collettivo ecologista, per l'ecologia profonda, il bioregionalismo, la biospiritualità e per il vivere armonico, amorevole gentile e solidale sulla Terra, non è un'etichetta bensì una descrizione di un modo di vivere nella nostra società ed in natura.
Che tale incontro sia semplicemente un'occasione di condivisione collegiale del sentire e della pratica quotidiana, nello spirito conviviale e semplice dell'avvicinamento fra amici e fratelli, è per me evidente. Se tale finalità non trova l'accordo di Enzo Parisi, malgrado il suo iniziale favore e complimento, mi spiace... magari ha cambiato idea in corso d'opera, non so... d'altronde lo stesso Enzo Parisi, che sente l'esigenza di un altro tipo di incontro con altre finalità e con altri modi, sarà ed è nel suo pieno diritto di esprimersi personalmente e collettivamente (negli ambiti a lui accetti e nei quali è accettato) nelle forme che ritiene più opportune e consone al suo pensiero...
In ogni caso, indipendentemente da quale "altro" incontro corroborativo del suo pensiero, egli intende organizzare a Roma nelle modalità e tempi da lui stesso decisi, la sua presenza è benvenuta anche all'incontro collettivo ecologista (sopra descritto) che si terrà nei giorni 23 e 24 giugno 2012 in un luogo ancora da definire dell'area metropolitana romana... Qualsiasi altro membro dell'IDEM, come quelli del CIR, degli Ecovillaggi, del Sentiero Bioregionale, della Rete Bioregionale Italiana, dell'Agribio, delle associazioni per la salvaguardia del territorio, dei gruppi che perseguono il naturismo, la tutela degli animali e dell'habitat, che seguono un pensiero laico e spirituale, etc. è parimenti benvenuto è potrà liberamente esprimere il suo parere e raccontare la sua esperienza nel consesso dei presenti, nei tempi ad ognuno consentiti....
Cordiali saluti a Tutti!
Paolo D'Arpini
Lettere menzionate:
…………………………
Lorenzo Merlo il 22 dicembre 2012 ha scritto:
A proposito dell’incontro di Roma a giugno 2012
A proposito del punto 2 chiedo: quindi idem ha un percorso che non può essere aggiornato dai suoi componenti?
Finora idem è stato promosso escludendo sistematicamente tutte le proposte che ho avuto opportunità di pronunciare (costruzione bibliografia, con modalità strumentali a provocare partecipazione attiva e a conoscersi; messa in discussione del valore del linguaggio; del valore del riconoscimento e legittimazione della storia; considerazioni critiche sul documento-manifesto, prima richieste - a tutti - e poi non messe in discussione e neppure diffusione; proposta di raccolta della concezione individuale dell'ep; e altre). Oltre al rischio che fossero tutte inaccettabili, c'è quello che la linea della triade (Parisi, Della Casa, Andreozzi) prevedesse dei veti verso idee e/o persone in quanto ciò che avrebbe dovuto essere l'ep, già era stato da loro deciso.
Per chi le volesse raccogliere, penso siano informazioni utili alla discussione in corso.
Lorenzo Merlo
…………..
Il giorno 22/dic/2011, alle ore 00:31, Enzo Parisi ha scritto:
Ancora a proposito dell’incontro di Roma.
Ho letto l’ultima nota di Paolo D’Arpini (vedi: http://retedellereti.blogspot.com/2011/12/note-aggiunte-per-lincontro-collettivo.html)
e intendo ribadire alcuni concetti.
1) Continuo a ritenere inopportuno il termine Incontro collettivo ecologista comunque sottotitolato, e credo che non debba ripetere le motivazioni già fornite nel precedente messaggio.
2) Il percorso prefigurato per il Movimento per l’ecologia profonda IDEM prevede un incontro, che era già stato indicato a Roma, per una costituzione più formale e organizzata del Movimento stesso, al termine di un percorso di presentazioni in diverse realtà regionali. Se di questo non si dovesse o non si intendesse parlare, è evidente che questo Incontro si porrebbe al di fuori del percorso di IDEM. Se invece questa fosse la visione bisogna allora che i temi e il taglio siano concordati con chi finora ha promosso e avviato IDEM. Se ciò non avvenisse, non significa che l’incontro non sia una occasione positiva, perché incontrarsi e conoscersi è sempre importante, ma che semplicemente non corrisponde all’incontro finale del percorso che si è previsto per IDEM.
3) Infine sul conoscere in anticipo il numero di partecipanti credo che dipenderà non poco sia dal taglio e dal programma che verrà proposto, sia dalle condizioni di raggiungibilità del luogo scelto, nonché dalla durata dell’evento, che, se alquanto fuori Roma, per chi viene da lontano sarebbe di almeno 3 giorni.
Cari saluti a tutti, Enzo Parisi