Alcuni mesi fa ricevetti, tramite una comune conoscenza, un messaggio da parte di Carla Lomi, che mi informava dell'uscita del suo ultimo libro che ha come argomento principale, "Le Fate" e, parlando poi personalmente, con lei sono rimasta subito affascinata dal suo modo di fare, in particolare della sua amabilità e gentilezza.
Mi sono ripromessa di leggere il libro in un momento di calma. Ed infatti, dopo qualche tempo ho messo mano a questo mio proposito e ho proceduto ad acquistarlo online. Amo andare nelle librerie, ma purtroppo, come si sa, ormai i libri si acquistano prevalentemente con questo sistema, a meno che non siano libri "di cassetta", che si trovano facilmente in edicola o in libreria. Io vivo alternativamente in due paesi di circa 10.000 abitanti ed, in nessuno dei due, esiste una libreria.
Il libro, il cui titolo completo è: "Le Fate tra illusioni e disincanto - L'anima femminile e la poesia della natura", edizioni Moretti e Vitali, appena ordinato, nel giro di qualche giorno, era già tra le mie mani.
Trecento pagine dense, molto dense, ricchissime di citazioni e di note a piè pagina, richiamanti innumerevoli testi che avranno tenuta occupata l'autrice per anni per un loro studio approfondito. Effettivamente, è un libro molto generoso. Sin dalle prime pagine ho provato un certo timore di non farcela, rendendomi conto della mia grande ignoranza in materia, non tanto sulle Fate in particolare, quanto sulla storia e la letteratura europea, in particolare del Nord Europa e sulla mitologia. Infatti, come ho avuto anche modo di dire all'autrice, l'argomento trattato è molto più ampio della "storia" delle Fate (Melusina e Morgana), ma riguarda anche le Streghe e , soprattutto, le Dee, in primis, la Dea Madre, di cui si parla tanto negli ultimi decenni (vedi le ricerche ed i libri di Marjia Gimbutas) e le leggende che riguardano Iside (ed Osiride) e le dee della mitologia greca.
Questi "esseri fantastici" vengono analizzati come archetipi e, con l'aiuto di Jung, Hillmann e tanti altri vengono riportati all'"umano" e al "femminile sacro" che è in ognuno di noi, potendo così, ispirare, grazie anche alla fantasia e all'immaginazione, il riconoscimento in noi delle loro caratteristiche (la capacità di amare, di curare, la determinazione, la pazienza, la lungimiranza, la solidarietà), che magari sono sopite o dimenticate. Ritengo che, in questo caso, la facoltà dell'immaginazione, citata spesso nel testo, soprattutto nel capitolo in cui è particolarmente esaminata da questo punto di vista, l'opera del "mio" amato Giacomo Leopardi, non sia quella della fuga della realtà, ma anzi, del suo approfondimento, con tutte le sfaccettature che spesso, nella routine malsana della vita in cui siamo immersi, evitiamo di cogliere.
La Natura, Madre Natura, rientra a pieno titolo non solo come scenario in cui si svolgono gli eventi di questi esseri (ed anche i nostri), ma come un personaggio fondamentale: esseri umani, paesaggi, cieli, acque, piante, animali e minerali sono/siamo personaggi che fanno parte del Tutto, gocce dello stesso Oceano. La consapevolezza di fare parte di questo Tutto è l'unica strada, secondo me, per uscire dall'angoscia e cominciare ad amare la Vita e tutto/tutti quelli che, come noi, hanno avuto la fortuna di poter fare l'esperienza della Vita stessa.
Così, come avevo scritto a Carla, appena arrivato il suo libro, prima ancora di iniziarlo, spero che questo libro mi aiuti a riscoprire la Fata che è in me.
All'autrice posso solo dire: grazie, Carla, per questa tua generosità!
Caterina Regazzi
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