lunedì 8 novembre 2021

Pensiero verde di Ferdinando Renzetti

 



Quando sto...riflettevo tra me e me sugli amici che hanno le lunghe radici. Da tanti anni curo e dedico gran parte del mio tempo ai giardini e pratico agricoltura naturale in un oliveto e un frutteto; ad alcuni alberi ho dato pure un nome anche se non ho mai cercato di umanizzare il pensiero degli alberi, nel senso che non penso solo di abbracciarli. Quando sto in mezzo a loro, come in questi giorni che sto raccogliendo le olive, mi ritrovo spesso in mezzo alla loro chioma tra le fronde, ecco semplicemente non penso niente, nessun pensiero di amicizia amore. 

Mi sento vuoto e pieno allo stesso tempo, nessun scambio energetico. in una sorta di panismo lirico cerco la fusione con il tutto fiori insetti uccelli alberi fili d’erba cielo terra. infatti la cosa che mi affascina di più è la biodiversità in quanto tale e cerco di apprezzarla nella sua pienezza senza fare distinzione tra alberi piante arbusti uccelli fiori insetti; infatti dico sempre che coltivo acqua e biodiversità, con amore, nell'insieme, allora mi sento veramente bene e vivo una fusione ideale con l'ideale cercato. gli amici con le lunghe radici possono somigliare a una quercia un ulivo un acero un leccio. il mio albero preferito è il sorbo, colorato scenografico e carico di dolcissimi frutti soprattutto l'autunno. alberi e piante spesso producono fitotossine in un processo di allelopatia, sofferenza reciproca. soffro molto stare sotto gli ulivi d’estate, un po per il caldo un po per le cicale, un po' per l’odore forte cel emanano, a volte mi provoca un vero e proprio disagio. anche a livello di energia sottile difficile capire quale sia, visto che da robusti leggeri e flessibili sono stati trasformati in alberi con una chioma spesso molto pesante e appunto non sappiamo se questa condizione li fa soffrire e quanto li fa soffrire.

 


Abbracciare un albero è una pratica molto bella e c'è tutta una letteratura a riguardo anche sulla bioenergetica e l'energia sottile degli alberi. quello che non sappiamo è se gli alberi vogliono essere abbracciati, se in qualche modo partecipano e recepiscono il nostro abbraccio. quando vago per la campagna osservo lentamente e profondamente quel che mi circonda anche e soprattutto il tappeto vegetale che sta sotto i miei piedi. una meditazione dinamica, mi trasformo in campo prato filo d’erba foglia fiore frutto insetto albero uccello cielo nuvola aria terra. quello che voglio dire per concludere il discorso è che se passo su una strada di campagna in macchina, guardo velocemente una siepe che scorre al lato; se percorro la stessa strada con la bicicletta percepisco la stessa siepe con piu lentezza; se la percorro a piedi inizio a fermarmi a guardare alcuni particolari e cambia gia la percezione. se passeggio lungo la siepe raccogliendo asparagi, ci entro dentro e divento siepe. ne percepisco con piu intensità i colori, da vicino, gli odori e anche i sapori, mi pungo respiro ascolto. se poi studio l'ecologia vegetale della siepe ne comprendo anche i fenomeni e i processi ecologici che vi avvengono. imparo i nomi scientifici delle piante degli insetti degli uccelli che posso riconoscere dal canto. questo voglio dire che spesso al primo approccio la realtà ci appare piatta poi pian piano a seconda della attenzione e del tipo di esperienza che le dedichiamo acquista sempre più profondità, con lentezza e consapevolezza. qualche anno fa ho partecipato alcuni giorni a un set di microfotografia naturalistica.mi è servito per guardare ingrandire e mettere a fuoco nell'obbiettivo della macchina fotografica i più piccoli particolari, come una goccia di rugiada sul filo d’erba. giornate inter fermi a guardare nell'obiettivo a cercare di catturare l'immagine di una piccola foglia secca o una bacca colorata. spesso mi è capitato di praticare e condurre delle passeggiate sensoriali nel bosco, ora si definiscono come bagni di foresta oppure earthing, camminare a piedi nudi nel bosco sulle foglie secche, sull'erba o anche deep walking, camminare lento e consapevole. tra gli esercizi praticati quello di stare allungati a terra con le braccia larghe a guardare da vicino il prato appiccicato al nostro naso, oltre che sentirne l’odore si scopre un mondo, nella visione della quaglia, da vicino, quando ci alziamo ne abbiamo la visione dall'alto, dell'aquila. quindi spesso per comprender bene la realta occorre combinare nell'insieme la visione della quaglia e dell'aquila. 



Quindi da terracultore mi piace sentire il ritmo della terra con lentezza cura e appartenenza nella campagna abruzzese bio- regione colline vestine maiella bianca di neve tra alberi chiome fronde foglie olive frutta insetti fiori uccelli nuvole vento pioggia aria terra cielo frantoio olio pane. qualcosa di sacro nel nuovo olio appena spremuto puro condensato di luce sono queste le cose che più mi fanno stare bene e mi legano alla terra e alle tradizioni ancestrali dell'abruzzo rurale 

Ferdinando Renzetti







"Pratichiamo lo yoga, osserviamo diete, imparariamo teosofia a memoria, ripetiamo meccanicamente testi mistici della letteratura mondiale. faremmo qualunque cosa, per quanto assurda, pur di evitare di affrontare la nostra coscienza. Tutto perché non sappiamo stare con noi stessi e non crediamo minimamente di poter tirar fuori qualcosa di utile dalla nostra coscienza." (C.G. Jung)

1 commento:

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