giovedì 23 aprile 2020

Caterina ai tempi del Coronavirus

Oggi, 23 aprile 2020, sono qui alla mia nuova postazione "computer", allestita per l'occasione in camera di mia figlia Viola. Lei è da più di un mese che, a causa del lockdown non viene più, quindi mi sto un po' "allargando". A volte penso anche di dormire nel suo letto, più che altro perchè lì ci dorme, praticamente tutte le notti, la nostra micina, tanto dolce e che si fa fare un sacco di coccole ma che non ne vuole sapere di dormire sul mio lettone. Lì invece, spesso e volentieri, ci dorme Romeo, specialmente da quando lunedì mattina è tornato a casa con un piede malmesso e gonfio. Ho approfittato di questo per uscire e portarlo dalla veterinaria (ma ce l'avrei portato comunque), comunque, sono queste occasioni ghiotte di motivazione e scusa per prendere una "boccata d'aria" sia in senso reale che psicologico. 

Si, perchè tranne durante i primi giorni in cui stavo benissimo a casa da sola, vedendo solo i vicini passare quando mi polleggiavo sulla terrazza a leggere (quanto ho letto i primi giorni!) ora le mie "libere uscite" cominciano a mancarmi.
Ho cercato di organizzare la giornata da quando sto a casa, in maniera un po' routinaria: al mattino , per prima cosa telefonata all'amato Paolo, poi colazione, cibo ai gatti e un po' di informazione dal computer e se ne trovo di mio gradimento, meditazione, magari mindfullness, con Nicoletta Cinotti che ringrazio (anche se lei non lo sa), preparazione di un pasto semplice a base di verdure per lo più. Qualche volta, quando ho bisogno di un po' di colore e un pizzico di allegria, una bella pasta al pomodoro. I primi giorni cucinavo molto e ho messo in freezer anche alcune cosette per averle di scorta: delle verdure al forno, alcuni pezzi di pizza fatta da me, il mio pane col lievito madre, non ottimo ma decente (dovrò fare questo benedetto corso con Monica Mancini), ora, passando i giorni sto meno ai fornelli.

Dopo pranzo, che faccio sempre prestissimo, mi concedo un riposino: a volte dormo, a volte no. Anche secondo quanto e come ho dormito alla notte: all'inizio dormivo benissimo, ultimamente faccio spesso un po' fatica ad addormentarmi, nonostante la melatonina. Allora ho pensato che devo stancarmi un po' di più. Da subito ho steso il tappetino ginnico in sala e faccio spesso, quasi tutti i giorni, un po' di Yoga e per questo devo ringraziare due amiche: Barbara Rossetti che quasi ogni giorno si collega via facebook e fa o meditazioni o esercizi di yoga e Graziana Leoni che mette su youtube delle lezioni di yoga complete, un po' come quelle che facciamo nel suo studio, divise in più capitoli. Io cerco di farne uno tutti i giorni. Un pomeriggio, dopo aver letto che Nelson Mandela, ogni giorno, durante i suoi 27 anni di carcere, correva per un'ora sul posto, ho corso un po' anch'io. Questa forse sarebbe una cosa molto buona per scaricare il fisico. Anche se non mi sento affatto nervosa è ovvio che stare a casa per tanto tempo, da una parte rassicura sul fatto di non prendersi il virus, ma dall'altra infiacchisce. E deprime un po'.
Una parte importante della giornata sono le telefonate: oltre quella al mattino con Paolo, le altre due "canoniche" sempre con lui (pomeriggio e sera), più qualche altra occasionale, sempre con lui, le telefonate con le amiche e le mie tre cugine: ormai ho fatto quasi il giro, posso ricominciare. Veramente ci sono quelle più "telefonatrici" (Grazia e Rosalba), con cui ci siamo sentite più volte, altre che non mi azzardo a chiamare più spesso, per paura di disturbare (Monica, Mara,  Antonella, Valeria, Mara T., Maria M., Marinella, Nelly,  Maria B., Nina, Adriana, Lucia, Fabrizia, Maria Pia, Rossella, Fiorella, Margherita, Giancarla, Nadia....).Non voglio fare la parte della "lagnosa" che ha bisogno per forza di parlare con qualcuno. In realtà è così. Ma in questo momento sento come una inutilità della mia persona - scherzo ovviamente, ma in un periodo in cui ci sono persone che fanno veramente tanto per la nostra salute, o per alleviare le difficoltà altrui, a rischio della loro stessa salute, a me sembra di prenderla un po' troppo comoda. Così ho la fanciullesca illusione che forse ricevere una telefonata possa contribuire ad alleviare il disagio che specialmente alcune persone possono provare in questo periodo e far sentire vicini, anche se lontani. Lo so, non è molto ed è anche un po' da presuntuosi, ma di più non so fare.
Due passi se proprio ne ho voglia, o un giro a far la spesa al negozio bio (mi dispiace, ma la Coop fino a fine lockdown non mi vede più, con quelle code chilometriche di un'ora per comprare due cose....).
Un altro momento importante è la meditazione serale, dopo la frugale cena,  spesso, quasi tutti i giorni, con Daniel Lumera, che ringrazio (ma anche lui questo non lo sa.)
C'è da dire anche che è più di un mese ormai che con qualche interruzione, per un motivo o per l'altro, non vado al lavoro. Lunedì prossimo ricomincio. Vedremo come andrà. Nel frattempo spero che le linee che disegnano l'andamento dei contagi in Italia e in Emilia Romagna continuino ad abbassarsi e che le terapie che si stanno scoprendo e che sembrano via via sempre più efficaci, tanto da far si che non siano più necessari tutti questi ricoveri, siano ben diffuse e conosciute all'interno della medicina di base (MMG). A quel punto il covid potrebbe benissimo non fare più paura e si potrebbe affrontare e superare serenamente la malattia da un numero sempre più grande di persone in modo da poter avere quella immunità  di gregge che, stavolta, a mio modesto parere, sarebbe veramente utile. 
Concludendo comunque non posso che considerare questo periodo, positivo. Non purtroppo per chi è morto e per chi ha subito danni fisici, ricoveri, e per chi ha avuto e ha problemi economici, non potendo svolgere il suo lavoro.  Lascio perdere le polemiche, anche se. qualcosa contro il lockdown organizzato in questo modo, avrei qualcosa di dire.
Senza parlare di chi è morto da solo in un letto di ospedale. Terribile per chi muore e per chi rimane. Penso non sia da augurare neanche al proprio peggior nemico.
Ci siamo resi conto che si può vivere con meno, da tanti punti di vista.Ci siamo resi conto di cosa è veramente importante e delle persone che amiamo e che desideriamo vicine.
E tra le cose che sono importanti per me e fanno ormai parte del mio modo di essere ci sono la meditazione e la spiritualità, che è essere con sè stessi e col tutto contemporaneamente. Di questo ringrazio Paolo che mi sta accompagnando in questo percorso.
Tante altre cose ci sarebbero da dire e tante persone, pur nella loro lontananza, ci sarebbero da ringraziare. Solo una persona voglio citare,, che è sempre nei miei pensieri, la prima e l'ultima in questo mio breve scritto: mia figlia Viola che sta vivendo la sua vita con forza e determinazione, senza darmi pensieri, anzi, standomi vicina per quello che può. Grazie , figlia mia. A presto (a tutti)
Caterina Regazzi

6 commenti:

  1. La lettera della speranza... chiamerei questo scritto di Caterina che mi fa sentire lì con lei, presente durante tutto il giorno e tutta la notte, compartecipe della sua vita, della nostra vita. Grazie!

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  2. Scrive Fiorella: Ciao. Ho letto il tuo scritto. Mi rimanda questo.
    Stai cercando di dare un senso alla tua vita attraverso gesti che scandiscono la giornata e che legano la tua mente a cose concrete.
    Serve. Si serve a non cedere al malessere e non porti interrogativi che di affacciano alla consapevolezza e cercano risposte.
    Come avrai capito dalle mie poche parole mi sento prigioniera.
    ....leggo scrivo agli amici aspetto telefonate ( chiamami mi fa piacere) curo la casa curo la mia persona il mio giardino guardo i fiori ascolto il canto degli uccellini assaporo l aria che scende dalla montagna portando ancora brividi di neve il sole caldo sulla pelle...ma..
    Non mi sento libera
    Sento la mente ferma
    C è silenzio
    C'è paura
    C é chiusura.

    Non ho msi amato la folla. Quella che aggredisce le spiagge e i negozi del centro
    Ora vorrei viverla e sentire la vita che scorre e si spende nello stare insieme in chiacchiere in risate in grida nella forza un po sfacciata dei ragazzi e ragazze che si rincorrono negli sguardi e nei gesti

    Non voglio più sentire non voglio più vedere gente sola che muore isolata...
    Ma....se ogni mattino la nostra terra ci dona l alba e ogni sera il tramonto allora si tutto diventa possibile e nella speranza tornano i sogni. Fior

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  3. Commento ricevuto via email da Antonella: "Grazie per il tuo racconto cara... hai ragione, non tutte le amiche/amici possono essere telefonato spesso, come dici bene anche io sono in quel gruppo. Passo ogni giorno ore e ore al telefono per contattare le 20 e più vecchiette/o delle 2 classi di chair yoga che sono in isolamento totale o quasi da più di 5 o forse 6 settimane. 2 hanno purtroppo preso il virus dagli operatori sociali che vengono ogni giorno ad aiutarle a lavarsi e vestirsi o dai figli che lavorano in ospedale. Questi lavoratori qui non avevano le protezioni che servivano e questo è stato, secondo me, scandaloso, insieme al fatto che hanno finora fatto pochissimi test.
    Sono contenta che riprendo a lavorare, perché come tutte le persone buone hai voglia/bisogno di aiutare!
    Io vivo con poco da tantissimo tempo e di stringere ancora più la cinta non mi fa paura. Anche io spero che questo periodo ci insegni a rispettare animali, natura e gli altri umani meno fortunati... vedremo!!! ❤️" (Antonella)

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  4. Commento di Nadia: Grazie! Ieri sera ho letto con piacere il tuo racconto “autobiografico “che mi ha aiutato a conoscerti un po’ di più. La cifra della tua giornata, mi par di capire, sia la meditazione e mi compiaccio con te. Naturalmente la reclusione a cui siamo costretti ci annoia ormai, dopo il primo impatto quasi euforico per la insolita disponibilità di tempo libero. Per te, sola, poi , l’isolamento forzato non mi stupisce stia diventando un peso. L’amore e l’intesa con il tuo compagno però, che traspaionoampiamente dal racconto, di certo ti aiutano a superare questo tempo surreale. Aspettando tempi migliori, per tutti, ti abbraccio. Nadia

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