lunedì 25 novembre 2019

Alimentazione e ideologie alimentari... Un discorso


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Ho letto  un  articolo  di Giulia Mattioli (https://it.mashable.com/cultura/471/perche-non-sono-piu-vegana-dopo-10-anni) che  corrisponde a un cambio di bandiera o meglio, di fede. È una confessione – forse neppure autentica – di una vegana. Racconta i motivi che l’hanno costretta a tornare da dove era venuta. Ovvero a reintegrare nella dieta le tanto criminalizzate proteine di origine animali. 
«Egoistico è non attribuire a nessuna cosa un valore proprio o “assoluto”, ma cercare sempre in me il suo valore».
Lo racconta bene. Con dettagli e ragioni che tutti possiamo riconoscere nella loro autenticità e forza. Se non in contesto identico, certamente in altri di pari architettura. Nei quali noi, come l’autrice dell’articolo, abbiamo voltato le spalle a qualche fede, fornendoci autopoieutiche ragioni a sostegno. 
L’autopoiesi è la permanente produzione di verità necessarie all’equilibrio dell’io. Un’entità in permanente oscillazione di stato.
Dunque un articolo come specchio dal quale qualcuno tenterà la fuga, ma in cui è opportuno riconoscersi. Un breve testo qui strumentalizzato a favore della nostra evoluzione. Per riconoscere di aver seguito il medesimo percorso raccontato dall’ex vegana.
Noi, come tutti, al momento opportuno realizziamo quanto Max Stirner nel suo L’unico e la sua proprietà (1844) aveva affermato: che le esigenze del singolo saranno sempre più forti di qualunque ideologia. 
«Di fronte al sacro perdiamo ogni potenza e intrepidezza: nei suoi confronti siamo impotenti e trepidi. E tuttavia nessuna cosa è sacra in virtù di sé stessa, ma invece perché io la dichiaro sacra, cioè in virtù della mia sentenza, del mio giudizio, delle mie genuflessioni, insomma della mia coscienza».
Se per tanti è un’ovvietà, non lo è per gli ideologici, né per i paladini della coerenza tout court, presunto valore assoluto da ridimensionare.
Aver coscienza delle debolezze umane e della turnazione di queste entro tutti i nostri cuori e attraverso tutte le nostre morali, realizza uomini, politiche e società differenti da quelle che osserviamo. 
«Gli ideali riescono a vincere completamente solo quando non avversano più l’interesse personale, cioè quando soddisfano l’egoismo».
Lorenzo Merlo
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P.S. - Ci sono due personalità in noi. A seconda di quella prevalente si può dire che una delle due, leggendo questo post, avrà cercato più o meno determinatamente di trovare in sé i momenti in cui è stato fedele a se stesso o alla linea. È giusto. Si tratta di una dialettica di autostima alla quale è difficile sottrarsi. L’altra personalità avrà invece accettato di andare a spasso per la propria biografia in cerca delle sue contraddizioni. La prima non avrà trovato interessante il post, la seconda avrà trovato materia per proseguire la ricerca di sé e della umana condizione.

1 commento:

  1. "Personalmente non credo sia necessario giustificarsi per aver seguito una dieta, qualsiasi essa sia, o giustificarsi per aver cambiato idea. Il problema delle diete "comandate" è che molto spesso servono solo come modello etico o salutistico, per questa ragione non mi piace molto occuparmene, anche se -come ben sai-  per me sesso preferisco una dieta "satvica". Ma senza alcuna specifica ragione, semplicemente mi trovo bene così... Per quanto riguarda invece l'aspetto produttivo  e spesso  anti-ecologico del nostro cibo, che sia carne pesce o vegetali, c'è da farci sopra serie considerazioni e ritengo che un aggiustamento in tal senso sia assolutamente necessario..." (Paolo D'Arpini)

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