mercoledì 30 gennaio 2019

Silenzi a Grottammare - Gerstein da Il Vicario di Rolf Hochhuth

GERSTEIN

da

IL VICARIO
di
Rolf Hochhuth

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Riscrittura scenica di Vincenzo Di Bonaventura
con
 Vincenzo Di Bonaventura, Simone Cameli
e il Gruppo Teatrale Aoidos

Ospitale delle Associazioni  -  Grottammare Paese Alto  -  27 Gennaio 2019  h17




SILENZI



Ma questo carro-merci non è la barca
per l’Ade, né sono lo Stige
queste rotaie che portano in Polonia.
Hanno tolto agli dei anche l’inferno,
e nessun canto muove i suoi guardiani.

        [R.Hochhuth  IL VICARIO ed.Wizarts, 1963]


        
        Vi sono silenzi che pesano indelebili sulla Storia. Quello del Vaticano e di Pio XII sullo sterminio nazista supera il tempo e non tollera assoluzioni, grava sulle coscienze dei responsabili di allora e di quanti - oggi come ieri - tentano di confutare, negare, perfino “giustificare”.

        E vi è il silenzio a cui il nostro paese – incapace, a differenza della Germania, di fare i conti col proprio passato – ha consegnato l’imponente lavoro di Rolf Hochhut (“Gerstein – Il Vicario”dramma teatrale in 5 atti, 1963): fin da quando - febbraio 1965 - la prima rappresentazione romana allestita da Gian Maria Volontè e Carlo Cecchi viene bloccata (centinaia di agenti di polizia, sette camionette, due camion e un cellulare…) e poi definitivamente vietata dal prefetto di Roma per i suoi contenuti “contrari alle norme del Concordato” (sic).

        E se in Germania “Il Vicario” è studiato nelle scuole e fin dal 1963 le repliche teatrali si moltiplicano [la prima - Berlino 1963, con Erwin Piscator - sarà seguita da numerose repliche e nel 2002 dal film di Costa Gravas “Amen”], nell’Italia dello Stato non-laico e concordatario, dell’esteso medioevo di ritorno nella società civile, della politica e dei media subalterni alle gerarchie vaticane, il volume è reperibile con difficoltà, e molto di rado i palcoscenici ospitano la poderosa riflessione storica e teatrale che è l’opera di Hochhuth: “Otteniamo complimenti e silenzi. O solo silenzi. Il Vicario è ancora un’opera scomoda” (Marco Foschi).

        La riscrittura scenica che ne fa oggi Di Bonaventura non sarebbe per noi nuova (numerose le repliche nel prezioso TeatrLaboratorium Aikot27 e altrove, da anni lontani fino alla più recente, 2017, con l’attore solista a rivestire più ruoli) se non fosse che “nuovo” il suo teatro lo è sempre, ogni volta che la macchina attoriale ri-crea il testo, re-agisce con esso e lo trasforma, così che il teatro sia per lo spettatore, come nell’utopia di Artaud, sacrale “luogo di purificazione”.
E oggi, dal giovane gruppo di allievi e da una preparazione (di sole 20 ore e ics minuti, ci dice) fatta di ”apprendimento metabolico” che rigetta la piatta memorizzazione, scaturisce una partitura di rara intensità. Teatro “necessario” (nella definizione di Erwin Piscator) che nella testimonianza ritrova un suo compito: teatro del testimone e perciò scomodo, spesso osteggiato, “bocca fiammante che trangugia il mondo” (Di B.).  

        L’opera dal canto suo - autentico capolavoro della letteratura mondiale - è in ogni sua parte teatro di “sottile possanza emozionale” (Di B.). “Testo epico nella sua forma letteraria”, quello di Hochhuth è teatro politico che tratta “scientificamente in forma artistica” un implacabile materiale documentario, con la forza di una verità che non può essere negata senza negare la colpa; che ricorda a tutti gli interessati - cosìErwin Piscator nella sua Nota al “Vicario” - che era data loro la possibilità di scegliere, e che in realtà hanno scelto anche quando hanno creduto di non scegliere.

        La scena odierna ha la nudità desolata di luogo d’ogni luce muto, il perimetro dell’azione definito solo dall’avvicendarsi di cartelli: casa di Gerstein a Berlino - casa Fontana a Roma - la Taverna dei cacciatori a Falkensee - la Nunziatura a Berlino - il Monastero - Auschwitz.

        I diplomatici equilibri della Nunziatura a Berlino sono scossi. Alla denuncia dell’Obersturmführer delle SS Kurt Gerstein* Eccellenza torno ora dalla Polonia, da Belzec e Treblinka, ogni giorno diecimila ebrei, più di diecimila, Eccellenza, vengono uccisi, gasati ( … ) Eccellenza, il Vaticano scende a patti con Hitler… Se non parliamo, questo sangue ricadrà su di noi - ; alla perorazione del giovane gesuita Riccardo Fontana** perchè di fronte ai provati massacri, il Vaticano denunci il Concordato della Curia con Hitler, il Nunzio Apostolico Cesare Orsenigo oppone il neutro gergo diplomatico e il cinismo raziocinante di una realpolitik che offre alla coscienza alibi e assoluzione: Hitler ci teme, non ha torto un capello al vescovo Galen che pure ha tuonato dal pulpito contro l’eliminazione dei malati di mente! Dunque calma, giovane amico. Più saggio è affidarsi al genio della vecchia Europa… confidare nell’inevitabilità per Hitler di “venire a termini per forza, sarà lui a volerlo”. Dovrà fare i conti con la forza dei cattolici, dovrà capire quello che i suoi amici, il signor Franco e il signor Mussolini, hanno capito da tempo: solo con noi, solo con la Chiesa, non contro di noi, il fascismo è invincibile.

      Nella Taverna dei Cacciatori a Falkensee, Berlino, al riparo dai bombardamenti - gerarchi nazisti e affermati accademici, tra vini e musica colta (Ah la Messa in Si minore, è gioia trasfigurata!) conversano amabili: le tecniche per velocizzare la soluzione finale; le comparazioni sui crani condotte dall’accademico Hirt (… i nostri discendenti dovranno un giorno sapere perchè la soluzione del problema ebraico fosse anche dal punto di vista scientifico assolutamente necessaria); le teorie del conciliante Eichmann, “un pedante cordialone” (… prima o poi si capirà che si vuol solo liberare dai patimenti i minorati); l’impaziente curiosità (E com’è andato, Gerstein, il tentativo col cianuro?).

        Non banalità del male bensì male assoluto - che “nella guerra si era soltanto perfezionato” (Carlo Bo) – le cui radici lontane affondano saldamente nell’odio: da Alessandria, nell’Egitto del  38 d.C. - “il più remoto precedente della Shoà” -  ai progrom di fine Ottocento, fino ai genocidi organizzati e scientifici del secolo breve.
        Perchè l’odio - commenta Di Bonaventura -  esso solo può essere costruito, raziocinato, strutturato, finalizzato a perdurare nei secoli. Lo è stato nella più grande caccia all’uomo della storia recente, forgiata con attitudine scientifica in un’Europa - allora come oggi - consapevole e inerte, e per questo corresponsabile non meno del suo Papa cattolico.

        Lo è nel presente che muta i suoi nemici, inventa i suoi untori ed erige le sue colonne infami, ripara silente e complice nelle sue cattedrali, innalza i suoi muri e allestisce i suoi inferni – che si chiamino Libia o Dachau – , consegna le sue dieci cento mille navi Exodus all’abissale silenzio dei mari.



* Personaggio realmente esistito, il cui nome è iscritto per volere della Comunità Israelita di Parigi sul monumento per le vittime del fascismo.

**  Nella realtà storica: Bernhard Lichtenberg prevosto del Duomo di Berlino, che di sua volontà condivise il destino degli ebrei a Dachau)



 Sara Di Giuseppe    faxivostri.wordpress.com    letteraturamagazine.org

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martedì 22 gennaio 2019

Collegamenti tra il vegetarismo e le vicende di Julian Assange

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Brevemente, ...mi piace intravvedere un collegamento tra vegetarismo  e le  vicende  di Julian Assange.

Non sono entrambi sforzi per difendere dei diritti?

Non dimentichiamo che molti dei padri del pacifismo, della non violenza, dell'antimilitarismo sono anche padri del vegetarismo. Gandhi, Tolstoy, Aldo Capitini che fu arrestato più volte nella seconda guerra mondiale per le sue attività di antifascismo non violento e fondatore di Azione non violenta e ideatore della marcia Perugia Assisi, fu anche il fondatore della società vegetariana... la stessa persona...

E' molto facile, molto comodo decidere che un essere indifeso non ha diritti e si può sfruttare a piacimento. Nella storia, come sappiamo, questa supremazia autoassegnata con la prepotenza, la nostra specie l'ha sempre applicata su tutto e tutti, sull'ambiente, sugli animali, il maschio sulla  femmina,  il bianco sul nero, il ricco sul povero ecc. ecc..

Chi ha deciso che siamo i padroni del pianeta e e che la nostra vita include diritti superiori?
 
Facile decidere quando si ha il coltello dalla parte del manico... istituzioni armate, tribunali, mezzi di informazione che osservano principi e leggi create dall'uomo che detiene il potere. E' un mondo difficile...

Daniele Bricchi

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Conservazione della biodiversità e dell'umanità...

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Linneo, verso la metà del '700,  iniziò a raccogliere informazioni sulle specie arboree e vegetali sistemando un primo  catalogo botanico di tutto ciò che cresce sulla faccia della Terra. Linneo era un ricercatore amante della natura e la sua opera era a vantaggio di tutta l’umanità.    
Non come sta avvenendo con le grandi  multinazionali , tipo Monsanto e Syngenta,  che  cercano attraverso i brevetti e la manipolazione genetica  di appropriarsi  dei diritti d’autore della vita sul pianeta.  Non voglio però assumere un atteggiamento catastrofista, poiché di situazioni drammatiche il pianeta Terra  ne ha vissute ben altre. Quello che conta è il mantenimento dell’intelligenza e della capacità di sopravvivenza.
La capacità elaborativa della vita si farà beffe dell’arroganza “scientifica”  e, malgrado l’apparente cecità, l’uomo non potrà  distruggere  la vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo non ostante  la sterile sperimentazione  scientifica che vuole prendere  il sopravvento sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della vita.   Alla fine la capacità di conservazione saprà “affermarsi”.   Lo vedo in quel che succede negli interstizi dell’asfalto, in mezzo alle immondizie, tra i veleni più pestilenziali di questa società opulenta ed un po’ tonta…  
Eppure l’uomo è la somma di una complicata combinazione di istinti, fissazioni e intuizioni.  Ora pare che le multinazionali, le stesse che provvedono ad avvelenare e distruggere, vogliano presentarsi come enti benefici che provvedono a "nutrire" la popolazione mondiale attraverso una tecnologia che non tiene però conto della biodiversità.   
Vediamo cosa succede! Ma intanto  ricordiamo che nessuna cosa viva è in grado di condurre in se stessa un’esistenza distaccata dal resto dell’esistente.  Infatti  in natura, e nella visione bioregionale,  ogni cosa ha il suo posto ed ogni posto ha la sua cosa, in una interconnessione che tutto comprende.   

Paolo D’Arpini

lunedì 21 gennaio 2019

27 gennaio – Memoria a tutto campo…


Il 27 gennaio ricorre il giorno della “memoria”…
E vorrei affermare che le catastrofi umanitarie, gli eccidi e le tribolazioni dell’umanità intera vanno qui ricordate. Quando nel 1945 il mondo scoprì (ma gli alleati lo sapevano già) la tortura e le persecuzioni a cui erano stati sottoposti milioni di individui colpevoli di essere “altri” e “diversi” dalla comunità dominante un velo si squarciò.. Ma subito dopo fu risistemato per lasciar trapelare solo ciò che i vincitori ritenevano utile…. Delle centinaia di migliaia di morti “bianche” in Ucraina ed in Polonia, degli stermini attuati in vari scenari di guerra da diversi belligeranti, a danno delle minoranze, si preferì tacere… Si preferì additare gli sconfitti, pur tremendamente colpevoli, di ogni nequizia avvenuta durante il conflitto.
La storia forse non può ancora essere riveduta e corretta.. forse dovranno trascorrere ancora cento anni.. o forse mille o forse duemila… Come avvenne per le presunte persecuzioni patite dai cristiani che solo oggi la storia conferma essere non corrispondenti a quanto la chiesa tramanda… Come ad esempio la storia di Nerone ammazza cristiani ed incendiario di Roma, che oggi fa sorridere persino i bambini.
Non fanno affatto sorridere, invece, gli stermini compiuti dalla cristianità contro intere popolazioni inermi, in varie parti del mondo, con la scusa della propagazione della “fede”.
Ed anche per quanto riguarda i supplizi di ebrei, omosessuali, slavi, zingari, oppositori dei regimi, etc. che durante l’ultimo conflitto furono sistematicamente perseguitati, in varie e diverse situazioni, in gulag ed in campi di concentramento, non possiamo -né dobbiamo- negare l’evidenza… i morti ci sono stati, i supplizi ci sono stati. Lo testimoniano le foto e le narrazioni dei sopravvissuti all’olocausto.
In se stessa la parola “olocausto” non ha propriamente un’accezione così negativa come oggi viene attribuita al termine. Olocausto è anche il “sacrificio” compiuto in omaggio a un dio. Certo è un sacrificio cruento, con spargimento di sangue, e con bruciatura delle carni della vittima sull’ara… ma non è esattamente quel che faceva Abele per santificare il signore?
Per un senso universale di giustizia occorre ricordare, con la ricorrenza del 27 gennaio, tutte le vittime cadute per mano dell’uomo, in seguito all’accecamento dovuto ad una ideologia, ad una religione, ad una golosità… Vittime sempre innocenti, sempre mutilate e vilipese in nome di un “interesse superiore” o della ragion di stato o della culinaria….
Alcuni potranno scandalizzarsi al mio paragone sugli stermini compiuti contro l’umanità rispetto a quelli verso il mondo animale… ma, pensiamoci bene, non è anch’esso un animale uomo? Non siamo noi tutti umani animali, definiti evoluti, che in seguito alla nostra presunta “intelligenza” siamo stati in grado di dominare tutte le altre e la nostra stessa specie? Non siamo noi animali che assoggettano tutto ciò che è vivo, che usano con mercimonio altri esseri umani e non umani, che distruggono l’habitat e gli elementi, che cancellano dalla loro coscienza l’appartenenza comune alla vita? Sì, siamo animali…. che hanno cancellato la memoria!
Cosa posso aggiungere, ora, oltre all’invito a riportare nella coscienza la nostra memoria?
Paolo D’Arpini 
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Circolo Vegetariano VV.TT. - circolovegetariano@gmail.com

lunedì 14 gennaio 2019

Pressenza: "Una Rete di attivisti e giornalisti indipendenti" di Olivier Turquet


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Vogliamo celebrare, come tutte le redazioni di Pressenza sparse nel mondo, i 10 anni di esistenza della nostra agenzia stampa per la Pace e la Nonviolenza con una serie di iniziative che siano utili all’obiettivo di fondo per cui facciamo le cose: cambiare il mondo in una direzione pacifista, nonviolenta, umanista, nondiscriminatoria.
E’ buono ricordare sempre perché facciamo le cose: non per il prestigio, non per il potere ma per un mondo migliore; non per il proprio personale tornaconto ma per il bene di tutti. E questo non è retorico perché corrisponde a una pratica che si può vedere, valutare tutti i giorni.
In questo contesto stiamo organizzando incontri in varie città italiane e un convegno al Monastero del Bene Comune ad Aprile che cercherà di sintetizzare quanto uscito dagli incontri locali (alla fine di questo articolo trovate anche i dettagli pratici degli incontri già definiti) ed anche di cominciare a costruire questa rete. Il convegno è ancora in fase di organizzazione pratica ed ogni suggerimento o proposta è assolutamente bene accetto, scrivere al sottoscritto che coordina l’organizzazione.
Inoltre stiamo cercando di aumentare la nostra diffusione sui social con interventi mirati su Facebook e Twitter. Il primo intervento lo trovate, pronto per condividerlo, qui. Mettere almeno un like, condividerlo e commentarlo è un modo semplice di appoggiare Pressenza e di aiutare la sua diffusione.
Qui di seguito il materiale di inquadramento le cui idee guidano i nostri incontri in varie città. Se qualcuno ne volesse organizzare altri la redazione è pronta a partecipare e ad aiutare alla realizzazione. Scrivere a   redazioneitalia@pressenza.com

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Attivisti e giornalisti indipendenti, l’urgenza di costruire una rete
In questo momento di crisi il vecchio mondo delle violenza (economica, sociale, mediatica, interpersonale) sta, speriamo, dando i suoi ultimi colpi di coda attraverso una preoccupante deriva razzista e fascista che investe molti paesi; il nuovo mondo si esprime e cresce, ma non trova ancora il suo spazio. I media tradizionali credono ancora di essere il famoso quarto potere, ma sono sempre più al servizio della speculazione finanziaria e di quel modello socio-culturale costruito da una minoranza accentratrice ed affarista.
Ma  esiste anche una diversa tendenza informativa e mediatica: un’altra voce, un nuovo modello che è iniziato dalle prime radio libere, dai fogli di quartiere e da altre forme di divulgazione di prossimità e oggi è cresciuto consolidando un nuovo concetto di informare e fare informazione, grazie all’avvento di Internet e delle reti sociali. Questa tendenza si manifesta anche nei tanti giornalisti che non accettano le regole del mercato, ma rivendicano la loro professionalità e indipendenza, denunciano la violenza in tutte le sue forme e promuovono forme di aggregazione e lavoro basate sul consenso, la reciprocità e la collaborazione.
Se per un verso queste nuove tendenze sono capaci di rilevare e raccogliere le espressioni, le aspirazioni e le esigenze di umanità, solidarietà e rispetto dei diritti umani di tanta gente, per un altro talvolta mostrano difficoltà nel fare rete, nel parlare e comunicare tra loro, nuocendo così fortemente al rafforzamento e alla crescita di un’informazione indipendente.
Occorre dotare questa informazione indipendente di strumenti sinergici adeguati per dargli potere e presenza e per renderla la voce di chi non ha voce, in una stretta relazione con gli attivisti, che a loro volta hanno spesso problemi a  coordinarsi tra loro e rischiano di scoraggiarsi davanti all’avanzare della violenza, alla criminalizzazione della solidarietà e alla difficoltà a far conoscere iniziative e posizioni.
Incontri locali già definiti:
MILANO
Giornalisti indipendenti e attivisti, l’urgenza di fare rete. Esperienze e dialoghi per raccontare il presente e proiettarsi verso un altro futuro
Quando20 gennaio ore 10 – 17,30
Modera: Lorella Beretta, giornalista free lance
Interventi:
Anna Polo, agenzia stampa Pressenza
Christian Elia, QCode
Angelo Ferrari, agenzia Agi
Raffaele Masto, Radio Popolare
Redazione Radio Onda d’urto
Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms
Roberta Ferruti, operatrice della Rete dei Comuni Solidali
Laura Silvia Battaglia, giornalista free lance, Radio3Mondo
ROMA
Giornalisti indipendenti e attivisti, l’urgenza di fare rete – Esperienze e dialoghi per raccontare il presente e proiettarsi verso un altro futuro
Dove: Città dell’Altra Economia, Largo Frisullo – 00153 Roma – Ingresso libero
Quando: domenica 10 febbraio dalle 10 alle 18 circa, con un intervallo per il pranzo
ModeraMarica di Pierri, attivista e giornalista
Interventi:
Domenico Musella, redattore agenzia stampa Pressenza
Marta Bellingreri, giornalista freelance
Stefano Corradino, giornalista Art. 21 e Rai News
Riccardo Gatti, capo missione Open Arms
Roberta Ferruti, operatrice della Rete dei Comuni Solidali
Annalisa Camilli, giornalista Internazionale
Stefano Galieni, giornalista freelance
Ruchi Shroff, attivista International Navdanya
Sabika Shah Povia, giornalista dell’Associazione Carta di Roma
Soumalia Diawara, poeta rifugiato del Mali
Alla fine degli incontri locali verranno raccolte le varie proposte che, si spera, convoglieranno in un progetto concreto da esporre all‘incontro nazionale del 6 e 7 aprile al Monastero del Bene Comune, a Sezano dove confluiranno le esperienze fatte negli eventi delle città. Anche quello sarà un momento di lavoro, con conferenze ma anche gruppi di lavoro, da cui speriamo di uscire con immagini chiare per un lavoro comune.
Altri eventi sono in corso di realizzazione a Firenze e a Napoli
Olivier Turquet - Pressenza
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giovedì 10 gennaio 2019

Mandillo dei Semi 2019 - Due appuntamenti in Liguria il 16 gennaio ed il 20 gennaio 2019



Val Trebbia. Mandillo dei semi – Domenica 20 gennaio 2019, dalle 10 alle 16:30, Chiostro del Santuario di Montebruno (Val Trebbia, prov. di Genova, a pochi km da Torriglia): MANDILLO DEI SEMI - XVIII edizione festa del libero scambio di semi autoprodotti e lieviti di casa, organizzata dal Consorzio della Quarantina, con il sostegno dell'Ente Parco Antola e la collaborazione della Rete Semi Rurali, contadini, orticoltori, appassionati, ovunque banchetti per lo scambio, associazione Parole di Terra, libri di Pentàgora, presentazione di: L'orto da zero, di Simone Siviero, e Di seme in meglio, a cura di Alice Pasin; l'esposizione della copia da viaggio della Cuoca di Bernardo Strozzi, l'esposizione delle patate dal mondo curata da Fabrizio Bottari, il Gioco dell'oca-patata per i più piccoli, la cucina naturale di Una Ginestra e tanto altro ancora!

Massimo Angelini 

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P.S. in previsione del Mandillo dei semi, il 16 gennaio, ore 19.30, presso la ristorazione naturale “Una Ginestra” Genova Nervi, via del Commercio 7/A: “Cena parlata”  per riflettere sull'utilizzo dei semi nell'orto e in cucina.



Un appello alla mobilitazione (a Washington D.C.) per opporsi alla NATO - 30 marzo e 4 aprile 2019

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Il 4 aprile 2019 segnerà il 51° anniversario dell'assassinio del Rev. Dott. Martin Luther King, Jr., il leader internazionalmente venerato nelle lotte contro il razzismo, la povertà e la guerra.

Eppure, in una grottesca profanazione della dedizione al reverendo “Re per la pace”, questa è la data in cui i leader militari dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) hanno scelto di celebrare il 70° anniversario della NATO tenendo il vertice annuale a Washington, DC.  Questo è un insulto deliberato al Rev. King e un chiaro messaggio che le vite nere e le vite dell'umanità non europea o occidentale, cioè le vite della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, in realtà non contano.

Sin dalla sua fondazione, la NATO guidata dagli Stati Uniti è stata l'alleanza militare più letale del mondo, causando indicibili sofferenze e devastazioni in tutto il Nord Africa, il Medio Oriente e oltre. Centinaia di migliaia di persone sono morte nelle guerre USA / NATO in Iraq, Libia, Somalia e Jugoslavia. Milioni di rifugiati stanno rischiando la vita cercando di sfuggire alla carneficina che queste guerre hanno portato nelle loro terre d'origine, mentre ai lavoratori dei 29 paesi membri della NATO viene detto che devono abbandonare i programmi sociali duramente conquistati per soddisfare le richieste statunitensi di una spesa militare ancora maggiore.

Le parole del Dr. King che collegano i tre mali della società americana: il militarismo, il razzismo e la povertà, e la sua profonda osservazione che ogni bomba che cade in altri paesi è una bomba lanciata sulle nostre città, rivela la profonda relazione tra il militarismo e il ingiustizie sociali, razziali, economiche e ambientali che ora impoveriscono intere città e comunità rurali e hanno tormentato la nostra società e il mondo per lungo tempo. Era esattamente un anno prima che fosse assassinato che il Rev. King ha pronunciato il suo famoso discorso contro la guerra degli Stati Uniti in Vietnam, definendo il governo degli Stati Uniti "il più grande erogatore di violenza nel mondo" e dichiarando che non poteva tacere.

Non possiamo neanche tacere. Come ci ha insegnato il Rev. King, "Le nostre vite iniziano a finire il giorno in cui taciamo sulle cose che contano".

Ogni anno che la NATO ha tenuto i suoi vertici, persone di tutto il mondo hanno organizzato massicce proteste contro di essa a: Chicago (2012), Galles (2014), Varsavia (2016), Bruxelles (2017 e 2018) - e il 2019 non farà eccezione.

Stiamo chiedendo una mobilitazione di massa pacifica contro il vertice della NATO di quest'anno a Washington, DC, sabato 30 marzo. Ulteriori azioni si terranno all'apertura dell'incontro NATO il 4 aprile.

Vi chiediamo di fare ogni sforzo per unirvi a noi a Washington DC, o, se non possibile, organizziamo assieme una iniziativa o manifestazione nella tua zona. Dobbiamo mostrare, nel modo più forte possibile, la nostra opposizione alle guerre distruttive della NATO e alle sue politiche militari razziste in tutto il mondo.

Ti invitiamo inoltre ad aggiungere il tuo nome e/o quello della tua organizzazione all'elenco dei sostenitori delle azioni di massa anti-NATO, Anti-Guerra e Anti-Razzismo a Washington DC. Per favore, vai al sito web    http://no2nato2019.org per aggiungere la tua approvazione organizzativa o individuale all'azione o per fare una donazione per costruire l'azione.

Puoi anche contattarci via email:   Contact@No2NATO2019.org 

Grazie.

Comitato Direttivo per la mobilitazione anti-NATO del 30 marzo:

• Bahman Azad, Coalition Against U.S. Foreign Military Bases
• Ajamu Baraka, Black Alliance for Peace
• Leah Bolger, World Beyond War
• Alison Bodine, Mobilization Against War and Occupation
• Gerry Condon, Veterans For Peace
• Miguel Figueroa, Canadian Peace Congress
• Sara Flounders, International Action Center
• Margaret Flowers, Popular Resistance
• Rev. Graylan Scott Hagler, Plymouth Congregational United Church of Christ
• Madelyn Hoffman, U.S. Peace Council
• Tarak Kauff, Coalition Against U.S. Foreign Military Bases, Veterans For Peace
• Marilyn Levin, UNAC United Nations Association in Canada
• Joe Lombardo, UNAC United Nations Association in Canada
• Tamara Lorincz, Canadian Voice of Women for Peace
• Jeff Mackler, West Coast UNAC
• Alfred L. Marder, U.S. Peace Council
• Sarah Martin, Women Against Military Madness
• Nancy Price, WILPF-US Section
• Paul Pumphrey, Friends of the Congo
• Cindy Sheehan, Gold Star Families for Peace
• Paki Wieland, CODEPINK
• Phil Wilayto, Virginia Defenders
• Ann Wright, Veterans For PeaceCODEPINK
• Kevin Zeese, Popular Resistance


Con l'adesione della Rete Bioregionale Italiana e del Circolo Vegetariano VV.TT.  - Coordinatore Paolo D'Arpini

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mercoledì 9 gennaio 2019

Artigiani in esaurimento

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Non ci troverete
Quando cercherete un piccolo panettiere, non lo troverete.
Un calzolaio, o un piccolo artigiano a cui chiedere un favore.
Non lo troverete.
Vorrete una torta, un mobile su misura, l’aggiustamento di una persiana, o un consiglio su un nuovo elettrodomestico che duri qualche anno, non lo avrete.
Non è una richiesta, e neanche una protesta.
Non è una rivendicazione politica e neanche una minaccia.
Non ci troverete.
Vorrete un negoziante con cui consigliarvi per un trapano, un chiodo o una vernice.
Vorrete saper come usare un oggetto o quale flauto è meglio per vostro figlio.
Vorrete una pasticceria come una volta, o la pasta fatta in casa.
Un formaggio vero.
Un piccolo bar, un caffè come si deve.
Non ci troverete.
Vorrete riparare un vecchio lume, o rifare il tessuto.
Vorrete aggiustare un triciclo a cui siete affezionati, o il seggiolone.
Vorrete un consiglio su un pavimento, un dottore che ascolti le vostre paure.
Non ci troverete.
Non ci saremo più.
Spazzati via da grandissimi centri commerciali dove altri poveretti sottopagati a tutto saranno attenti tranne che a voi.
Che non sapranno nulla di quello che chiederete loro.
Centri commerciali illuminatissimi in città buie.
Circondati da lunghe sequele di negozi chiusi in vie un pò sporche e poco sicure.
Forse allora chiederete aiuto, forse vorrete trovare un amico, una luce, un consiglio, una bettola, una chiacchiera, una comunità.
Sarà tardi.
Non ci troverete.
Alcune cose vanno fatte per tempo.
Il tempo di un risveglio e di un ritorno alla comunità, all’impegno e alla lotta è arrivato.
E’ ora.
Se aspetterete,
Non ci troverete.
Ilaria Petri

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Sono circa centomila le imprese artigiane perse negli ultimi 5 anni. Lo rileva Unioncamere. La perdita è avvenuta tra il 2013 e il 2018 nel settore artigiano che conta 1,3 milioni di imprese. Aggiornamento del 2019:  03 gennaio 2019 

martedì 8 gennaio 2019

Piumazzo. Programma Almo di gennaio 2019

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Avete iniziato bene l'anno? Vi rinnovo ancora gli auguri, che sia un meraviglioso duemiladiciannove!
Volevo mettervi tutte le nuove partenze di quest'anno/mese, stare fermi alcuni giorni ha scombussolato il mio ordine mentale e a fatica ritorno nei ranghi.
andiamo in ordine:


venerdì 11 gennaio - 21:00
SPETTACOLO TEATRALE: SCIAME
Parole e musica contro la violenza sulle donne
di e con Giorgia Monti e Serena Piccoli​
fisarmonica Fabio Strada

Lettura recitata di testi di grandi autrici e autori di poesia contemporanea provenienti da Italia, USA, Argentina, India, Romania, Ghana, Russia, Bulgaria, Regno Unito, Polonia.


lunedì 14 gennaio - 6 incontri 21:00 - 22:30
ENNEAGRAMMA II LIVELLO
La disciplina indaga le personalità umane: quali sono, cosa le caratterizza, e quali motivazioni spingono o frenano l’agire. (A disposizione tutto il materiale)


lunedì 14 gennaio - 8 incontri 18:30 -21:00
CUCITO
Se non hai MAI cucito e non sai come funziona una macchina da cucire, questo è il corso che fa per te!


mercoledì 16 gennaio - 19:30 -21:00
BAGNO DI GONG
Concerto di Gong e strumenti ancestrali per il riequilibrio del corpo e dell’anima


mercoledì 16 gennaio 4 incontri 21:00 - 22:30
MONDO DIGITALE - Il computer
Il corso spiega il computer con tutte le applicazioni e i loro possibili utilizzi quotidiani, attraverso incontri di livello e argomenti diversi.


giovedì 17 gennaio - 6 incontri 21:00 - 22:30
CHE STRESS! - Laboratorio di mindfulness
Attraverso brevi spiegazioni teoriche ed esercizi pratici guidati, sia individuali che di gruppo. Riprendiamoci il nostro tempo, la nostra vita!


lunedì 21 gennaio - 5 incontri 21:00 - 22:30
STORIA DELL'ARTE
Una passeggiata nella storia dell’arte dalla caverna preistorica di Altamira al contemporaneo, per acquisire strumenti per la lettura e la comprensione delle opere d’arte.


martedì 22 gennaio - 4 incontri 21:00-22:30
IL TEAM SORRIDENTE
Questo corso nasce con l’idea di fornire spunti utili per migliorarsi e per migliorare il clima e irisultati della vita di gruppo.


giovedì 24 gennaio - 4 incontri 21:00-22:30
FACCIAMOCELO
Usando ritagli di stoffa e carta di recupero, vedremo come si possono creare con le proprie mani oggetti per sé, per la propria casa o regali del tutto personali, da usare anche come bomboniere in occasioni speciali.


domenica 27 gennaio - 9:30-17:30
IN VIAGGIO CON SÉ STESSI Laboratorio di scrittura autobiografica
Dalla Scoperta alla Trasformazione. Il laboratorio di scrittura autobiografica sul tema del viaggio, invita a pensare e a riflettere in profondità sui tanti viaggi che ognuno di noi compie di continuo, sia fisici che metaforici. Alle opportunità che essi ci offrono. Attraverso la scrittura, la lettura e l’ascolto condiviso, riporteremo alla luce eventi, volti, atmosfere, luoghi vissuti, emozioni. Ogni viaggio è un’occasione. Lo sarà anche questo.


martedì 29 gennaio - 3 incontri 18:00-21:00
MANI IN PASTA: IL SALATO
S’imparano le operazioni semplici per rifareanche a casa il meglio dei prodotti da forno. PANE, PIZZA, FOCACCE, GNOCCO FRITTO E PIADINE, GRISSINI


giovedì 31 gennaio (PRESENTAZIONE) - 5 incontri 21:00-22:30
I COLORI DEL MIO ESSERE
Laboratori guidati per avvicinarsi alle proprie emozioni e a prenderne consapevolezzaattraverso l’uso del colore.


INOLTRE tutti i giorni dalla settimana si tengono corsi di CUCITO in base al livello di abilità. 




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domenica 6 gennaio 2019

Ecologia profonda - La fine dell'era del "buttar via" e il Partito X



Il mio compagno Paolo D'Arpini è un appassionato di libri di fantascienza, che a me invece non attirano proprio. A volte però mi consiglia qualche romanzo o racconto. Recentemente era rimasto molto colpito da un racconto di Mack Reynolds, il cui titolo originale è  "The throwaway age", reso malamente in italiano "il Partito X"  e me l'ha caldamente raccomandato, come spunto per riflessioni ecologiste. E' un racconto datato, del 1967 addirittura, ma prefigura scenari politici ed ecologici perfettamente realistici, attuali.

Un asso del controspionaggio degli Stati Uniti d' America, uno "007 scomodo" al sistema del momento,  viene dirottato su un settore meno "delicato" di quello di cui si stava occupando (rapporti USA-URSS), per indagare su una nascente formazione politica di stampo ambientalista. Gli viene ordinato di "infiltrarsi" nell'organizzazione fino a conoscerne tutti i suoi componenti (quattro gatti ma tutti intellettualmente validi ed impegnati su vari aspetti dei problemi), conquistarne la fiducia tanto da assumere un ruolo dirigenziale.

Di mala voglia il protagonista esegue le disposizioni, mentre i suoi capi lo lasciano un po' nelle "peste", cioè lo abbandonano al suo destino. Evidentemente il nuovo incarico  era solo un escamotage per allontanarlo da cose internazionali  più importanti  senza considerare  la rilevanza della questione alla quale era stato incaricato.
 
Paul (questo il nome dell'investigatore) all'inizio si trova un po' a disagio in questo suo nuovo  ruolo, non essendosi mai avvicinato in precedenza a questi argomenti sociali ed ambientali e comincia a prepararsi leggendo vari testi scritti da quello che al momento del suo arrivo appare l'ideologo, il cervello della organizzazione nascente, che non ha neanche un nome. Tra l'altro, questa organizzazione, di una  "pseudo sinistra individualista", non è composta da rivoluzionari, non vuole rovesciare bruscamente la situazione politica, ma vuole lavorare soprattutto sul discorso ambientale con la consapevolezza che nella situazione attuale (di allora ma soprattutto di oggi) il consumo delle risorse è eccessivo e inutile per il benessere della popolazione e porta a danni ambientali, ma anche politici, perché un paese che ha finito le sue scorte di materie prime a causa di un consumismo scellerato deve andarsele a procurare altrove e questo causa squilibri, contrasti, fino allo scatenarsi di guerre fratricide. Un quadro molto attuale e realistico, direi.

Persone normalissime, il cui numero di telefono ed indirizzo si trova sull'elenco telefonico, di modo che Paul, il protagonista, può facilmente andarli a trovare uno per uno, per capire meglio le cose di cui si interessano e ottenere la loro fiducia. Non sovversivi o rivoluzionari e neanche radicali.  Aborriscono questi termini anche perché spaventano la gente comune, mentre le loro idee sono idee per tutti, trasversali, e comprensibili ed accettabili da tutti.   Inizialmente il protagonista li classifica come dei "rivoluzionari da salotto".

Nel racconto viene affrontato anche il discorso dei "lavori utili" e dei "lavori parassitari", dell'obsolescenza programmata di tanti oggetti e strumenti indispensabili ormai nel nostro sistema di vita ma che, per mantenere il  sistema si deteriorano fino a dover essere sostituiti in breve tempo (sia per questioni di moda che per deterioramento anticipato dei materiali).  Insomma trattasi di un metodo che, per mantenersi si basa su un consumismo sfrenato e su occupazioni che non sono più dedicate alla semplice produzione di beni utili, o alla loro distribuzione, alle comunicazioni o alle professioni veramente necessarie, ma al superfluo.  La maggior parte dei lavori sono lavori non produttivi, parassitari.

La protagonista, Randy,  figlia dell'ideologo ecologista, ad un certo punto fa una disamina del consumo delle risorse, che prima o poi diventano carenti o terminano in un determinato paese: "Prima o poi  il paese esaurirà le proprie risorse. Noi eravamo i primi esportatori di rame del mondo, e adesso siamo i primi importatori... Si è fatto un gran baccano a proposito della necessità di portare le nazioni sottosviluppate al nostro livello industriale... in modo che tutti possano godere della Società del Benessere. Ma è una buffonata: le nazioni più progredite hanno talmente abbondato negli sprechi che al mondo non c'è più abbastanza lamiera, o piombo, o rame, per permettere un ampliamento del tenore di vita, sulla base della tecnologia attuale". 

Durante un colloquio di Paul  con un altro partecipante al movimento viene fuori il discorso della corsa alla conquista della Luna. A quell'epoca americani e russi erano in lotta per il primato nelle spedizioni spaziali, con grande spreco di risorse. " Se le due nazioni avessero collaborato allo sviluppo del programma, probabilmente lo si sarebbe attuato spendendo un decimo di quanto si è speso". E ancora, riguardo agli sprechi in agricoltura: "Ogni anno si spendono miliardi per incoraggiare i contadini a coltivare raccolti di cui il paese non ha bisogno. Vengono allegramente irrorati di fertilizzanti terreni che invece avrebbero bisogno di riposare....".  Per non parlare del problema dell'enorme  consumo del petrolio con l'aumento progressivo nel numero di veicoli  e la  progettazione di  auto che devono andare sempre più veloci, nonché dei consumi  per riscaldare le case  e produrre energia elettrica (fortunatamente in questo campo qualcosa si sta muovendo sul fronte del risparmio energetico ndr).
Discorsi  questi che, fatti 50 anni fa, ci fanno capire come siamo ancora indietro nella presa di coscienza ambientalista, nonostante il problema ambientale ed ecologico sia, come ha giustamente notato un amico con cui parlavamo giorni fa, il problema principale dei nostri tempi.

Insomma Paul, il nostro protagonista, si appassiona tanto al programma di rinnovamento che finisce col "licenziarsi" dall'incarico di "spia" comunicando che effettivamente, come programmato dai suoi capi, è diventato uno dei leader del movimento, "il cui programma consiste nella creazione di un nuovo sistema economico-sociale che ci permetta di conservare le nostre risorse e la manodopera, invece di sprecarle. Il suo nome è Partito Conservatore" 

Caterina Regazzi - Rete Bioregionale Italiana

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