domenica 24 giugno 2018

Treia. Intervento di Giuseppe Finamore al Collettivo Bioregionale Ecologista del 24 giugno 2018



Treia. Coop. Talea, 24 giugno 2018


Più volte mi sono chiesto che vuol dire vivere umanamente…poi mi vengono in mente le parole che diceva allo scorso raduno del collettivo un ecologista Massimo Angelini che un giorno ci spiegava che umano deriva da humus, sappiamo che l’humus è il nutrimento della terra e la Terra produce il nostro nutrimento… cosi da ciò che diamo humus (la nostra natura umana ), raccogliamo nutrimento che ci rende umani e ci collega a ciò che mangiamo, respiriamo, beviamo, pensiamo, guardiamo, parliamo, ascoltiamo… 

Ascoltare è una non azione che regala all’umano la capacità di evolvere attraverso l’ambiente di cui fa parte, senza bisogno di pratiche particolari, spontaneamente. Il non ascolto crea ostacoli insormontabili che ci allontanano sempre più dalla nostra natura, fino a farci diventare assurdi nei comportamenti, nelle parole, nella gestione delle risorse naturali, in modo particolare nei confronti degli alimenti; se guardiamo ciò che ha prodotto la sovrabbondanza di alimenti vediamo sprechi, tonnellate di cibo che vengono fatte marcire perché lo dice la UE… 

Ueeeee ma come siamo messi? E dall’altra parte milioni di persone che non hanno da mangiare Ueeee… qualcuno diceva che la parola assurdo deriva dal latino ab-surdam colui che non vuol sentire e direi che si adatta bene a certi comportamenti. Perciò credo che più che ad un riconoscimento giuridico delle agricolture contadine noi dovremmo dirigerci verso un modo che integri l’agricoltura con altre forme di impegno sociale, come per dirne uno, l’inserimento nel mondo del lavoro e in quello relazionale delle persone svantaggiate, dedicare una parte del proprio tempo alla cura del proprio ambiente; tutto ciò anche se non di facile realizzazione, contribuirebbe a rendere il nostro ambiente, la nostra vita meno costosa, più cara e senz’altro piu ecologica… 

Più del riconoscimento giuridico dovremmo cercare quello popolare… È per questo che sento di ringraziare tutte le persone che si impiegano per ristabilire un equilibrio tra uomo, natura e ambiente dove la vita si svolge. In particolare ringrazio la realtà di Mondeggi bene comune, una terra senza padroni, che con il loro lavoro, impegno, coraggio, perizia e amore hanno ridato vita a 120 ettari di terreno, ulivi e viti, creato orti sinergici e tutta una serie di eventi che ruotano intorno all’agricoltura contadina, allo stesso modo ringrazio chi ci ospita adesso che già da anni è impegnata nel portare avanti il progetto dell’agricoltura contadina, cercando anch’essi di ottenere un riconoscimento giuridico che permetta ai componenti il nucleo, di lavorare in pace per il bene di tutti.

Giuseppe Finamore

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Intervento al Collettivo Bioregionale Ecologista tenuto a Treia il 24 giugno 2018

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