lunedì 16 aprile 2018

Contro la guerra, una proposta di Enrico Peyretti


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Premesse per una proposta 

- La guerra tortura i popoli e distrugge le case, cioè la vita, chiude i 
bambini nell'inferno fin dalla nascita, condanna 70 milioni di profughi a non 
avere dove posare il capo per riposare, e dove lavorare per vivere da 
cittadini. 

- Siria, Yemen, Sudan, Congo, eccetera, continuate voi la litania dolorosa 
della morte inflitta con le armi, con l'economia di rapina e con la 
diseguaglianza violenta. 

- Tutti quanti hanno sentimenti di umanità sono offesi e disperati. Siamo 
offesi e disperati. Non vediamo soluzioni, ma accanitamente vogliamo soluzioni 
dei conflitti senza morte, con la parola disarmata del dialogo, con la ragione 
umana intelligente della vita - che ci distingue dalle bombe "intelligenti" -, 
col coraggio che la dignità esige. 

- Offesi e disperati, ma non rassegnati, e dunque inventivi. Dobbiamo 
inventare soluzioni pacifiche, altrimenti non siamo degni di vivere. Invece di 
suicidarci, proponiamo e ci offriamo. 

- Il potere  e il dovere di vivere tutti, senza uccidere e distruggere, 
appartiene ai popoli, prima che ai capi politici. Un capo è legittimo se serve 
la vita dei popoli, tutti i popoli, e non solo del suo. Se fa politica di 
potenza, è delinquente internazionale, nemico di tutti. Non vogliamo la sua 
morte, ma il suo ritorno alla saggezza, oppure alla vita privata, destituito 
di potere sugli altri. 

Proposta 

- Vorremmo essere capaci di correre dove famiglie e bambini sono bombardati, 
le loro case distrutte. Vorremmo essere capaci di fare scudo umano alla loro 
vita, esercitare il primo e ultimo dei diritti umani a favore di chi è offeso 
nel diritto di vivere senza minaccia. 

- Qualche tentativo di interposizione umana, con la forza della vita 
disarmata, è stato fatto in passato (esempio: Sarajevo 1992). Ogni tentativo 
giusto non rimane senza frutto, anche se non subito, ma nel tempo successivo. 

- Proposta: ci sono dappertutto persone, uomini e donne, che rappresentano i 
popoli, o perché scelti liberamente, ma anche informalmente, per qualità 
morali, per saggezza, per bontà personale, per ricerca e amore della bellezza 
nelle arti, per dedizione ai più poveri, per libertà di parola, per capacità 
di interpretare e dar voce ai sentimenti comuni, per intensità di vita 
spirituale, per cultura aperta alle varie culture umane, per passione della 
giustizia, per semplice onestà popolare. Queste persone rappresentano la 
migliore umanità dei popoli nella sostanza reale , ancor più che attraverso i 
meccanismi democratici, preziosi e irrinunciabili, ma inquinati, come vediamo 
dappertutto, da interessi privati e volontà di dominio. Senza assolutamente 
sostituire né delegittimare le forme democratiche, che sono irrinunciabili, 
oggi le voci dell'umanità dei popoli, ignorate, tacitate, impedite, deformate, 
devono farsi sentire: non per decidere le controversie, ma per obbligare 
moralmente, con la forza della verità umana, i responsabili politici a 
decidere in modo umano, per la vita giusta e libera, per la mediazione tra i 
diversi bisogni e i diversi interessi, senza uso della morte e della 
prepotenza. 

- Senza falsa umiltà (non sono tempi di finezze formali), queste persone si 
riconoscano tra loro, anche di culture e idee diverse, si convochino a 
vicenda, uomini e donne, più famosi o meno famosi presso i popoli. Usino bene, 
per una volta, la fama meritata, deposto ogni orgoglio e vanto personale, 
parlino alla gente non per farsi ammirare, ma per servire la vita di tutti. Se 
sono ricchi, impegnino il loro denaro. Si radunino a Ginevra, sede europea 
delle Nazioni Unite. Vadano insieme a Damasco, luogo oggi emblematico, dove si 
spara e si bombarda, vadano senza vanto, con coraggio fisico, disponibili ad 
usare la vita in difesa della vita. Rappresentino noi tutti come ambasciatori 
di fatto della volontà di vita giusta e libera di tutti, dal bambino nato ieri 
nell'orrore, che ci invoca in modo irresistibile, fino al vecchio che vuol 
morire in pace tra i suoi, nel suo paese. Si mettano a fianco dei popoli 
torturati. Sappiano di essere più forti dei bombardatori stragisti. 

- Paghi le spese del viaggio l'Onu - nulla più di questo è nelle sue 
competenze e doveri - e paghiamole noi stessi, contribuendo generosamente, noi 
tutti che comprendiamo un'azione come questa. 

- Sia questa una assemblea umana spontanea, in uno dei luoghi della guerra 
oscena. Ogni persona famosa chiami e porti con sé un'altra persona sconosciuta 
- rendiamoci disponibili con coraggio - che rappresenti i milioni e miliardi 
di umili sconosciuti, che sono la carne violentata dell'umanità. 

- Sarà come la crociata disarmata dei bambini? Perché no? I bambini ingenui 
hanno la pura sapienza della vita. C'è una forza della vita, superiore alle 
forze della morte, del dominio, delle armi, dell'economia feroce che divora le 
persone, della politica che tradisce i popoli. Ma sarà soprattutto un'azione 
che svergogna e obbliga i decisori politici, i lanciatori di missili contro 
terra e case, gli spargitori di veleni che uccidono il respiro, i 
trasmettitori di falsità che uccidono la conoscenza. Sarà un'azione che denuda 
i potenti violenti - "Il re è nudo" gridò il bambino mentre tutti fingevano di 
vederlo vestito - e li mostra per ciò che sono e fanno: nemici della vita, 
delle vittime, e di noi spettatori offesi. Noi non li odiamo, vogliamo solo 
che ritornino nell'umanità. Siamo umani, ridiventiamo umani, restiamo umani. 

- Sarà possibile? Sarà efficace? Avete altre migliori idee che ci riscattino 
dalla vergogna di assistere all'uccisione dell'umanità, nei corpi e negli 
animi? 

Enrico Peyretti
Lista Pace 



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1 commento:

  1. Replica Jure Ellero: "Dici: Né con la NATO né con...
    Per questo non funziona. A questo serve la propaganda e la costruzione del consenso.
    Collaterale, stavolta: con la NATO no, ma contro Israele guai.

    Siamo alle solite: né con Milosevic, né con Qadafi, né con Assad. E intanto altri Paesi crepano per mano NATO. E stanno (stiamo, noi NATO-Israele, USA e UE) alzando il tiro: Israele (membro esterni, in tutti i sensi) oramai punta apertamente i missili (anche nucleari) all'Iran, la UE ha appena approvato le bombe NATO-I stabilendo per diritto divino la sua verità su Douma (Radio24, pochi minuti fa), e il New York Times per le sue fandonie ha appena ricevuto il Pulitzer (ibidem). Ma guai a dirlo: presso Movimento per la Pace si parli solo di PACE e DISARMO. Dichiarando verosimili le accuse chimiche - ancora? e quando di nuovo? probabile subito - della Coalizione Democratica. Sposando quindi l'azione NATO-I USA UE. Distruggendo la Siria, come prima gli altri malcapitati.
    A Milano e Roma ieri contro la guerra non c'era nessuno del Pacifismo Istituzionale. Nemmeno Rifo e PaP. Figurarsi DAlema o la CGIL. Pure Zanotelli ha trovato meglio da fare.
    Per consolazione non c'era nemmeno Salvini, che ha altri problemi a sinistra, Mister B.
    D'altra parte, se gli 'Americani' bombardassero il Rojava avremmo altre reazioni, ma questo non avverrà prima di vent'anni: ora i Curdi alla NATO-I servono, come prima altri popolini da usare e sfruttare. Merce umana non manca, e in caso di bisogno se la crea dal nulla, come il denaro. Poi si butta, e si buttano pure i missili vecchi, per produrne di nuovi, alle acciaierie ILVA, alla RWM, alla Leonardo, così si lavora e il Pil cresce, come scrivono assieme Confindustra e CGIL. Ma qui sto divagando in geopolitica ed economia, che con la guerra e il pacifismo non c'entrano niente, come non serve far nomi. Di nomi deve bastare il Sarin, o il Novichok, tutta roba di Putin (si arriva a scrivere che gli USA non la farebbero mai, la strage chimica: memoria corta e cortissima). E' Putin che fa la guerra. Lui e la Russia, e l'Iran. Mica l'umanitaria NATO-I." (Jure Ellero)

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