Viterbo
– L’Associazione “Il Bullicame” si è sempre battuta per la
difesa del bacino del Bullicame e per la nascita di diverse strutture
termali. Nelle intenzioni dell’Associazione c’era l’attivazione
di una pluralità di offerte termali, come potente volano di sviluppo
del territorio, per la realizzazione della tanto agognata città
termale.
Questo nuovo assetto dello sfruttamento del bacino del
Bullicame, comprendeva diverse strutture per potere offrire cure e
bagni ludici a vari livelli. Oggi dobbiamo constatare che purtroppo
si sono verificati dei problemi, che hanno vanificato tutti i nostri
sforzi, e la “callara” non ha più la bellezza e la ricchezza di
acqua, recuperata col nostro contributo, che ne facevano un monumento
naturale invidiabile.
Sulla strada della normalizzazione dello
sfruttamento delle risorse termali, abbiamo accolto con grande
soddisfazione lo Studio Piscopo. Il documento scaturisce da un lavoro
di equipe portato avanti da un gruppo di geologi dell’Università
della Tuscia, guidati dal Prof. Vincenzo Piscopo. Per un periodo di
tempo durato vari anni, l’equipe ha esaminate attentamente tutte le
emergenze termali del territorio, ed ha prodotto un documento che ha
evidenziato tutti i punti di forza e anche tutte le criticità del
bacino, e oggi rappresenta un valido spartiacque tra il vecchio e il
nuovo termalismo di Viterbo.
La Regione Lazio lo ha adottato e tutti
i suoi provvedimenti sul termalismo sono ormai fatti in accordo con
lo studio Piscopo. Recentemente con la determina n. G10816 del
28/07/2017 ha rinnovato al Comune di Viterbo, la Concessione
mineraria trentennale di acqua termominerale denominata “Bullicame”.
Il bacino interessato occupa la parte centrale del nostro acquifero
termale, e prevede tre sub-concessioni: Terme dei Papi, Terme Salus e
ex Terme Inps. All’interno della determina ci sono anche elencati i
quantitativi massimi di acqua termale che il Comune deve concedere ai
sub-concessionari. Alle Terme dei Papi 23-24 lt/s dal “pozzetto”,
alle Terme Salus 6 lt/s dal pozzo S. Albino e alle ex terme Inps 10
lt/s dal pozzo Gigliola. Il Comune di Viterbo, appena ha ricevuto il
rinnovo della concessione ha pubblicato la gara per la quantità di
acqua che deve arrivare alle Terme dei Papi, dove da tempo sono
trascorsi i primi venti anni per le acque termali, e adesso le leggi
e i regolamenti attuali, obbligano la messa a gara per la nuova
fornitura.
Le Terme dei Papi contestano questa gara. A loro parere
l’acqua che viene offerta nel bando non è sufficiente ad
alimentare lo stabilimento e chiedono 35 litri al secondo. Lo studio
Piscopo che ha diviso il bacino termale in tre sub-bacini, stabilisce
che per quanto riguarda la zona centrale (dove insistono le Terme dei
Papi, le Terme Salus e le ex Terme Inps) può disporre di una portata
media annua che va da 35 a 41 litri al secondo. Qualora le Terme dei
Papi prendessero 35 litri al secondo, non ci sarebbe più spazio per
la riapertura delle Terme ex Inps e forse neanche per le Terme Salus.
C’è anche da considerare l’ipotesi paventata da quello Studio,
per i gravi danni sull’equilibrio del bacino, qualora ci fosse uno
sforamento nei prelievi. Con il rispetto delle quantità stabilite
dallo Studio Piscopo, si tornerebbe invece alla riapertura delle
Terme ex Inps e a vedere la “callara” sempre piena, e si
alimenterebbero naturalmente le pozze adiacenti, che sono un
beneficio gratuito del quale hanno sempre goduto i nostri padri. Per
ultimo ma non meno importante, ci risulta che altri imprenditori
viterbesi siano interessati a partecipare al bando.
Noi ci
auspichiamo che chiunque lo vinca, rispetti i quantitativi dello
Studio Piscopo, in modo di vedere risorgere all’antico splendore la
nostra “callara” del Bullicame.
Giovanni
Faperdue *
* ex presidente Associazione Il Bullicame
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