In Italia la percentuale di raccolta differenziata, determinata secondo la metodologia prevista dal DM 26 maggio 2016 "Linee guida per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani" e riferita all'anno 2016, risulta pari al 52,5% della produzione nazionale.
In valore assoluto, la raccolta differenziata si attesta a circa 15,8 milioni di tonnellate, con una crescita di 1,8 milioni di tonnellate (+12,8%) rispetto al 2015. Di tale crescita oltre 760 mila tonnellate (il 40% circa) sono riconducibili alla differente modalità di calcolo introdotta recentemente.
Effettuando il calcolo con la precedente metodologia, invece, l’aumento risulterebbe pari a poco più di 1 milione di tonnellate (+7,4%).
Con riferimento alle diverse aree geografiche del Paese, vediamo dal Rapporto ISPRA che la raccolta differenziata si attesta nel
- Nord a circa 9,1 milioni di tonnellate
- Sud a 3,5 milioni di tonnellate
- Centro a 3,2 milioni di tonnellate.
Tali valori si traducono in percentuali, calcolate rispetto alla produzione totale dei rifiuti urbani di ciascuna macro-area geografica, pari al
- 64,2% per le regioni settentrionali
- 48,6% per quelle del Centro
- 37,6% per le regioni del Mezzogiorno.
Su scala nazionale, la raccolta pro capite è pari a 261 kg anno, con valori di
- 328 kg per abitante per anno nel Nord (+38 kg per abitante per anno rispetto al 2015)
- 266 kg per abitante per anno nel Centro (+29 kg per abitante per anno)
- 169 kg per abitante per anno nel Sud (+20 kg per abitante per anno).
La frazione cellulosica e quella organica rappresentano, nel loro insieme, il 61% del totale della raccolta differenziata. Inoltre, queste due frazioni, unitamente ai rifiuti tessili e al legno, costituiscono i cosiddetti rifiuti urbani biodegradabili, il cui quantitativo complessivamente raccolto in modo differenziato è pari, nel 2016, a 10,6 milioni di tonnellate.
La raccolta differenziata del vetro si attesta a quasi 1,9 milioni di tonnellate, con una crescita del 6% rispetto al 2015, mentre quella della plastica a oltre 1,2 milioni di tonnellate, (+4,8%). Per il vetro e la plastica, gli imballaggi costituiscono, in base ai dati disponibili, la tipologia prevalente di rifiuto, con incidenze percentuali sul dato complessivo di raccolta differenziata delle due frazioni merceologiche, rispettivamente, pari all’86% e al 92%.
Per i rifiuti in legno, l’aumento della raccolta è pari al 6,3%. I quantitativi di questa frazione intercettati in modo differenziato sono, nel 2016, pari a circa 740 mila tonnellate, costituite per il 15% circa da rifiuti di imballaggio.
La raccolta dei rifiuti metallici supera le 290 mila tonnellate, facendo segnare un incremento del 12,3% rispetto al 2015. Si stima che il 43% circa di tali rifiuti sia rappresentato da imballaggi.
Alcune delle frazioni sopra analizzate sono talvolta (si vedano ad esempio il legno e la carta) o in larga parte (ad esempio, la plastica e il metallo) intercettate attraverso la cosiddetta raccolta multimateriale, le cui modalità di effettuazione differiscono in modo considerevole in funzione del contesto territoriale. In base alle elaborazioni condotte da ISPRA, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente intercettati attraverso raccolte multimateriali di vario tipo sono pari a circa 1,4 milioni di tonnellate. Tali quantitativi sono ripartiti, al netto degli scarti, nelle diverse frazioni merceologiche e contribuiscono al dato totale di raccolta delle stesse.
La raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) raggiunge 235 mila tonnellate, facendo rilevare, tra il 2015 e il 2016, una crescita del 5,3%, che fa seguito all’incremento del 4,3% del precedente anno. Il dato censito da ISPRA risulta decisamente più contenuto rispetto a quello pubblicato dal Centro di Coordinamento (CdC) RAEE, che quantifica la raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di provenienza domestica in 283 mila tonnellate, con una differenza tra i due valori superiore al 20%.
Tale differenza potrebbe essere dovuta a due principali fattori:
- l’attribuzione, presso i centri di raccolta comunale, di un codice diverso rispetto a quello specifico dei RAEE, ad esempio, un codice relativo ai rifiuti ingombranti, con conseguente sottostima della quota relativa ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche effettivamente raccolti. Le maggiori differenze tra i dati ISPRA e i dati del CdC RAEE si riscontrano, infatti, per le apparecchiature di maggiori dimensioni (“freddo e clima” e “altri grandi bianchi” appartenenti ai Raggruppamenti R1 e R2 di cui al decreto ministeriale 185/2007)
- i flussi di rifiuti intercettati presso i centri di raccolta della distribuzione possono seguire canali di gestione che non prevedono il passaggio presso le piattaforme comunali o a servizio della raccolta comunale. Questi flussi, se non comunicati, non risultano contabilizzati dai comuni all’atto della presentazione della dichiarazione MUD e non contribuiscono, di conseguenza, al dato di raccolta differenziata dei comuni stessi.
Visualizza il Rapporto Rifiuti Urbani 2017 - ISPRA
(Fonte: Arpat)
“Se non si fa qualcosa di serio per la riduzione dei rifiuti la raccolta differenziata serve a poco... Infatti malgrado la differenziazione il riciclaggio reale è minimo e la maggior parte dei rifiuti finisce negli inceneritori”
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