domenica 1 ottobre 2017

Spilamberto, 1 ottobre 2017 - Most cot - Museo delle erbe palustri di Bagnacavallo


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Non sono spesso presente alle manifestazioni che si svolgono a Spilamberto, per vari motivi, ma questa , "Most cot" non me la perdo mai. Siamo ormai in autunno, come ho già detto varie volte, per me la stagione della malinconia, ma passeggiare per le strade del paesello che mi ospita ormai da 17 anni (!), in mezzo ai profumi del mosto che bolle nei calderoni dei diversi comuni che partecipano all'evento, dei saponi e degli olii essenziali di qualche bottega erboristica, alle macchine agricole d'epoca che funzionano, queste mandando miasmi irrespirabili (ma sono troppo simpatiche), ai sorrisi delle persone, alle varie curiosità esposte, rallegra l'animo, in quello spirito che conosciamo bene, per cui d'autunno si raccolgono e si lavorano gli ultimi frutti (e qui regna il mosto di lambrusco o altri vitigni per la produzione del balsamico). In due giorni ci sono stata ben quattro volte, due al mattino e due al pomeriggio, a volte con amiche (Grazia, Antonella), più spesso da sola. 

Stamattina, 1 ottobre,  sono rimasta incantata davanti allo stand del Museo delle erbe palustri di Bagnacavallo. Non era una novità, ma le altre volte forse mi ero soffermata di più su altre cose. Mi sono fermata a lungo ad osservare le abili mani di diverse signore che intrecciavano borse e impagliavano sedie. Facevano dei lavori meravigliosi, come raramente se ne vedono e vedere come vengono creati dava ad essi molto maggior valore. 

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Ho parlato a lungo con una signora gentilissima e bella che mi ha raccontato quanta passione c'è attorno a questo museo, che è unico in Europa ed accoglie sempre tantissimi visitatori, più stranieri che italiani. Il problema per loro è reperire la materia prima, con le bonifiche, queste piante si sono molto diradate. Lavorano molto anche con le scolaresche e i bambini sono sempre felicissimi di visitarlo e di fare con le loro manine, piccoli manufatti. 

Mi riprometto di andarci senz'altro, magari nella bella stagione. La signora, dall'accento straniero (sembrava anche dall'aspetto sudamericana), mi ha detto invece di essere dello Sri Lanka, ma di essere in Italia da tantissimo tempo. Era venuta con il marito, italiano, che lavorava nel suo paese per conto dell'ENI, per la fabbricazione dell'unica raffineria di quel paese.

Che bello!

Nel pomeriggio ci sono voluta tornare per poter scattare qualche foto e riprendere qualche video...

Caterina Regazzi

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