giovedì 20 luglio 2017

Terra cruda, libri che volano e neoruralità a Felicia


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Olà eccomi di ritorno dalle Calabrie  dopo la  costruzione di una casupola in mattoni di terra e paglia assieme ad Emilien (un ragazzo svizzero di 23 anni giunto a Felicia attraverso work away, studioso e appassionato di cinema e letteratura contemporanea).

Negli ultimi giorni del laboratorio c’e’ stato un forte temporale e i libri di Emilien si sono tutti bagnati nella tenda, così  ha impiegato un pomeriggio intero a cospargere tutte le pagine bagnate con la crusca per farle asciugare all'aria per poi lasciare tutti i libri aperti esposti nella grande stanza comune. La mattina quando mi sono svegliato ho sentito grande vocio e un chiacchiericcio silenzioso e quando ho aperto gli occhi ho visto la stanza piena di frasi parole e lettere che volavano libere.  E' stato un gran lavoro riacchiapparle tutte con un retino da farfalle e rimetterle nei libri una  per una…

Ferdinando Renzetti

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Relazione di Emilien

Felicia,  il posto mi piace molto. sono due parti: Felicia superiore, sulla cima d’una collina, e Felicia inferiore, ai piedi della stessa collina. mi piace sedermi a Felicia Superiore per guardare la vista sul mare, la campagna, il paese e sentire il rumore del paesaggio. A Felicia superiore e Felicia inferiore vive una comunità di “neo rurali” ( per citare il mio amico Ferdinando). Gente che ha deciso di vivere fuori “Babel”, in una relazione rispettosa con la natura, gli uomini, le donne, gli animali, e i bimbi. Durante il mio soggiorno a Felicia c’era anche uno strano, passionato del Regno di Napoli. Quando lo ascolto, ho quasi nostalgia del epoca pregaribaldiana.


 [il cantiere] Che mi piace sul cantiere? Le pietre, evidentemente. Prendere delle pietre con la pala, metterle nella cariola e poi discendere la cariola di pietre sul cantiere. Mi piace la tranquillità delle pietre, il loro modo di essere millenarie, intrigante e misterioso. 

[la neo ruralita] La prima volta che ho sentito la parola neo ruralita’ ( sulla bocca, o surprisa, di Ferdinando) ho creduto che lui parlava del neo-realismo. Che non e’ addirittura la stessa cosa. Comunque, quando penso alla neo ruralità, diversi immagini mi vengono in testa. Giovani laureati che, constatando che il mondo del lavoro non e’ dedicato allo sboccio e al benessere dell individuo, decidono di lasciare la citta’ per la campagna dove sperano riuscire a reinventare un arte di vivere più prossimo dei loro valori. Quando penso ai neo rurali, vedo Rebecca e Rocco viaggiando su due asini nelle montagne Calabresi. Quando penso alla neoruralita, penso , non so perché’, al film More di Barbet Schroeder, nell quale un giovane laureato tedesco, dopo aver finito gli suoi studi, se ne va a Parigi, dove incontra una ragazza con cui parte per Ibiza, dove passano le loro giornate a fumare e a prendere delle droghe. C’e nessuno rapporto ( almeno io lo credo) tra More e il movimento della neoruralità, ma nel film di Barbet Schroder c’e’ un senso di libertà pieno e tragico che mi fa pensare alla libertà a la quale aspirano, penso, certi neo rurali (od almeno io se era un neo rurale). Quando penso alla neoruralità, penso a una scena di Bianca di Nanni Moretti, nella quale un professore di storsi parla della sua gioventù, nello anni 70, e d’un estate durante il quale, doppi una manifestazione a Reggio d’Emilia, lui e’ partito con una ragazza in Sicilia, dove danno riscoperto “il mare, il sole, il corpo, l’amore”. 

Felicia superiore - 2017  E. G. (Emilien Gur *)


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