Caro Paolo, leggendo gli splendidi versi di Swami Ramathirta (non a caso c'è Rama nel suo nome...) http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2016/05/il-canto-dellilluminazione-di-swami.html mi sono ricordata di questa mia poesia del 2003
Ho volato nel sogno,
ero io, la poiana
dei picchi lontani,
dove nessuno arriva.
Ho bagnato le ali
sfrecciando
tra gocce di nebbia,
virando su alti valloni
e aride coste;
scorrevo paesi
coperti di neve.
Non fili di fumo,
soltanto finestre
già spente,
sentieri deserti,
alberi spogli.
Ho visto la ruota
del vecchio mulino
vestita dell'ultimo
autunno,
col suo cigolìo,
perenne lamento,
e l'acqua
che fugge lontano.
Nel gelido vento
non àliti e voci,
l'incuria del tempo
signora e padrona.
Questo sentirsi "la" Natura l'ho provato la prima volta quando ad una meditazione sui cristalli, mi è stato dato un quarzo ialino che dovevo appoggiare sulla fronte. A fine meditazione ci fu chiesto cosa avevamo provato. A tutti fu risposto, a me no. Eppure la mia sensazione aveva suscitato reazione da parte del nostro "guru" della serata, ma non sono riuscita a capire se positiva o negativa.
In pratica: mi sono sentita proiettata tra pareti di roccia che brillavano con un'intensità mai vista, tappezzate di quarzi ialini come quello che tenevo sulla fronte; mi sentivo trasportata all'interno, ma senza provare angoscia, anzi, ero felice, mi sembrava di essere tornata a casa.
Ecco quanto. Se tu riuscirai a spiegarmi... ti ringrazio molto...
Franca Oberti
Mia rispostina:
"Ritornare alla Natura è pervenire al Tao. Ritornare alla consapevolezza integra del Tutto è il Tao. Ma... come si può “tornare” a ciò che si è sempre stati?" (P.D'A.)
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