mercoledì 8 marzo 2017

Roma - Le commesse del supermercato festeggiano l'8 marzo, ma senza sciopero!


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Roma, 8 marzo 2017 -   Nonostante il tanto lavoro, ho trovato un ritaglio di tempo per andare a fare la spesa nel supermercato vicino casa e ho interagito con 3 donne.
La prima è stata la commessa del banco forno. Età apparente 35 anni, alta, un po' mascolina, bruttina, romana verace. Prima di me una signora l'aveva fatta impazzire con domande inutili su pane e pizza, quindi al mio turno ho evitato di parlarle adottando modalità di comunicazione extraterrestri. Lei potendomi solo ascoltare, rifacendo il verso alla signora cretina di prima, mi ha dato il pane che volevo, ovviamente filone tipo Lariano a lievitazione naturale fatto da Roscioli (*per i non romani, è il pane più buono al mondo). Ci siamo scambiati un sorriso e dentro di me ho pensato “per fortuna che una ragazza così simpatica non ha aderito all'importante sciopero odierno”.

Mi trasferisco al banco dei salumi e formaggi, ma torno subito indietro a recuperare il bigliettino della fila che avevo buttato nel cestino insieme a quello del banco pane, scatta una battuta e tanti sorrisi.

Dopo un po' vengo servito da una ragazza nuova, età apparente 26 anni, paffutella, bassa, in complesso più carina della precedente. Compro un po' di cose e vengo trattato con grandi sorrisi e talmente tanta cortesia che neanche sembrava di stare a Roma, questo forse dovuto al fatto che sono un ragazzo carino e piacente, o semplicemente come naturale risposta ai miei modi carichi di gentilezza, preoccupazione per il lavoratore ed educazione lontani anni luce dalla media romana.
Prendo le cose, ci auguriamo buona giornata e dentro di me penso che “grande fortuna che una ragazza così simpatica e gentile non abbia aderito all'importante sciopero odierno”. 

Vedo una fila pazzesca alle casse e avendo poco tempo opto per la cassa automatica. Passo quasi tutte le cose e per ultimo un pezzo di pecorino romano che avevo preso da un mucchio di fette già tagliate e pesate. Proprio il peso di questo pezzo fa impazzire la bilancia della cassa automatica e mi dice di aspettare l'intervento di una commessa. Aspetto 5 minuti facendo gesti a una tizia del punto informativo che nel frattempo era impegnatissima al telefono e a scrivere cose, mi scasso la minchia, prendo tutta la spesa composta da circa 10 cose e cambio cassa automatica partendo proprio dal pecorino per capire se era un problema di cassa o di formaggio non pesato con amore e gentilezza dalle dolci commesse crumire non scioperanti nel giorno della loro festa.

Niente il pecorino proprio non va, “attendere l'intervento di una commessa” (se non ricordo male scritto proprio così al femminile). Passano altri 5 minuti e inizio a meditare di lasciare il pecorino romano nonostante fossi entrato sopratutto per quello. Mi giro verso la prima cassa automatica che ho abbandonato e vedo una commessa di età apparente 28 anni, alta, con modi da camionista e faccia posseduta dal demonio che oggettivamente se uno la guardasse in fotografia la troverebbe pure carina, ma dal vivo con quel fare mi appare come la donna più brutta del mondo. 

Questa donna non scioperante la sento tirare giù tutte le madonne e maledire chi aveva abbandonato la cassa automatica “bloccandogliela co' tutta sta gente in fila” perché l'attaccamento al lavoro fa sentire nostre le attrezzature che il padrone ci mette a disposizione. Io con i miei modi gentili, mi costituisco e spiego che ho aspettato 5 minuti e che la fila non era dovuta al fatto che io avessi abbandonato la cassa anche perché al momento della fuga ce ne erano altre due libere, bensì perché non essendoci commessi in grado di intervenire si era bloccata a causa della sbagliata pesatura del pecorino. Insomma non era colpa di nessuno, la fila si era appena creata e semmai l'unico incazzato dovevo essere io, ma assolutamente non lo ero. 

La tizia non ci vede e inizia ad aggredirmi verbalmente trattandomi come fossi un rincoglionito e io dentro di me penso che non mi devo arrabbiare e sopratutto che non devo discutere come uno stolto. Allora con il pecorino messo lì sopra accanto al lettore a barre in quanto se lo passavo e poi poggiavo vicino ai sacchetti mi diceva di attendere l'intervento di una commessa, proseguo la spesa. Lei che nel frattempo si era spostata a rompere i coglioni a un altro, da dietro mi inizia a urlare “lo vedi che è colpa tua che non poggi le cose bbene!!! le cose vanno poggiate nell'area sacchetti perché ce sta la bbilanciaaa!” Io ancora gentile cerco di rispiegarle la questione, ma poi stufo della situazione passo il pecorino sul lettore e lo metto nell'area sacchetti, mi ridà segnale di errore e dice di attendere l'intervento di una commessa, ma mi accorgo di una scappatoia. In alto a destra appare un simpatico pulsante “non insacchettare il prodotto”, lo premo e finalmente posso pagare. 

La tizia si accorge di tutto e viene a urlarmi che non bisogna mai premere “non insacchettare il prodotto” senza motivarmi la cosa borbottando cose incomprensibili sul sistema che così di nuovo glielo blocco. Sempre con atteggiamento zen evito di rispondere e dentro di me penso che se Dio esiste presto una stronza del genere farà parte di una brutta statistica. Pago, insacchetto e prima di andarmene però le chiedo “Ma lo sai che giorno è oggi? E' l'8 marzo, festa della donna, mezzo mondo è in sciopero e te non potevi sta a casa? Arrivederci.”

Tanti auguri alle donne del mondo sopratutto a quelle due su tre che non sono stronze e se li meritano veramente!
Amen.

Fabrizio Girolami 

L'immagine può contenere: cibo

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