La politica-spettacolo che va in scena ogni giorno dagli schermi televisivi e dei computer, o sui giornali, è basata sull’immagine, sui loghi, sulle coreografie, sul volto del capo, sulle frasi ad effetto, sulle battute di un tweet.
Noi siamo lontani anni luce da quel modo di fare, che è falso, vuoto, inutile e non vogliamo perderci nella lamentazione, nell’indignazione sterile, nella critica feroce a quello che fanno gli altri. Abbiamo già molto da fare per lavorare sui contenuti: il lavoro costruttivo della nonviolenza è faticoso e quotidiano.
Il nostro Congresso sarà una ricerca corale di qualche parola di verità, sarà un incontro sobrio, con la necessaria tensione e la giusta familiarità. “Ascoltare e parlare” era il motto capitiniano.
Le attività culturali, l’elaborazione teorica, le esperienze educative, la formazione continua, l’informazione, la divulgazione della stampa, il servizio civile, la ricerca, la cura degli archivi, la memoria storica, la denuncia, il disarmo, la difesa nonviolenta, il lavoro locale, la gestione delle Case per la pace, l’impegno internazionale, i campi estivi, l’amministrazione, gli indirizzari, la progettualità, le campagne, la solidarietà, la documentazione, il finanziamento... sono solo alcuni dei compiti che abbiamo da svolgere per mantenere viva la nonviolenza organizzata.
Ci riuniremo nei giorni 1 e 2 aprile 2017 a Roma, centro della politica istituzionale, con la quale vogliamo rapportarci, se avrà l’attenzione e la volontà di ascoltare quel che si dice e si muove nella periferia.
L'invito è a partecipare al Congresso.
Nessun fucile si spezza da solo. Il potere di spezzarlo è nelle nostre mani.
Mao Valpiana
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