La giornata dell'8 marzo è tradizionalmente la "festa della donna", ma
spesso si riduce nel ricevere qualche spelacchiato rametto di mimosa,
un paio di sms più o meno graditi e niente più. A meno per quel che mi
riguarda. Non sono avvezza ad andare a festeggiare in pizzeria o
simili, anche perché non trovo ci sia molto da festeggiare. Ci sarebbe
più che altro da arrabbiarsi, con quel che succede...
Ma dato che i semi di amore possono sempre germogliare, finché se ne
hanno, è bene spargerli, anche a spaglio, senza un preciso intento,
sperando in un opportuno destino.
Con questa intenzione, il 12 marzo 2017, l'amica Maria ha proposto di fare un
incontro da lei a Rocca Malatina per condividere quello che di buono
potevamo avere da raccontare: le donne un episodio o una situazione in
cui si sono sentite gratificate da un uomo e gli uomini, un
ringraziamento che volevano fare ad una o più donne. Eravamo in un bel
numero: Maria B., Tiziano, Patty, Massimo, Maria M., Antonella,
Simona, Lalla e Maria C. e la signora cingalese di cui non ricordo il
nome che assisteva la madre di Patty.
Sinceramente ero un po' scettica (e questo la dice lunga su quanto
poco di buono vedo in giro). La gratificazione che un uomo può dare ad
una donna la leggevo solo in forma di complimenti su un aspetto
fisico, su una ricetta di cucina venuta particolarmente bene, su
qualche lavoretto eseguito a regola d'arte.... cioè nulla di cui
valesse veramente la pena stimarsi tanto...
In realtà quando le persone presenti hanno cominciato a raccontare le
loro storie mi si è rivelato un mondo e anch'io ho "scoperto" (se mai
ce ne fosse stato il bisogno) di cose (poi solo alcune) di cui posso
essere grata a degli uomini per come sono stati con me. Che non
riguardano l'aspetto o la cucina. Ho raccontato di un bel rapporto di
lavoro che coltiviamo io e un uomo che lavora con me da ormai 28 anni,
una persona che mi è stata anche molto vicina in quasi tutte le fasi
della vita di questo periodo, sostenendomi e aiutandomi sollevandomi
anche da lavori per me sgraditi; e del rapporto d'amore che porto
avanti con Paolo da ormai quasi 8 anni, durante i quali non mi ha mai
sollecitato ad essere quella che non sono, senza criticarmi, ma
cercando di tirare fuori il buono che c'è in me. Uno specchio in cui
guardarmi. Un'iniezione di carburante. Un braccio che anche questo, mi
sostiene nel mio percorso. Perchè io sono una che non ha una gran
spinta, sono alquanto debole e rischio di lasciarmi andare alla
pigrizia e di rinunciare. Ma forse non era questo che volevo scrivere
in questo resoconto.
Sono state descritte dagli altri presenti, tra l'altro, diverse forme
di amore: l'amore tra due coniugi nel corso della malattia di uno dei
due, l'amore di una vecchia signora che viene accudita con altrettanto
amore da figlia e amici e che infine, serenamente per tutti, lascia il
corpo, l'amore che si può ricevere da un compagno che pur lasciandoci
ci ha dato qualcosa, l'amore di un compagno che pur lasciandoci, ci
accompagna per ancora un breve tratto di vita per non lasciarci in
difficoltà, l'amore di un sacerdote amico che si presenta inaspettato
per concelebrare il funerale di un nostro caro defunto.... senza
retorica, le forme di amore che si possono esprimere sono infinite,
basta non porci noi stessi dei limiti, dovuti a incapacità di aprire
il cuore e di sentire, come se il cuore fosse un muscolo ormai poco
allenato, troppo spesso distratto da calcoli di interesse e giudizi
dati forse troppo affrettatamente.
Caterina Regazzi
In conclusione Maria Bignami ci ha letto la sua bella poesia che segue:
Da donna a donna
Quando ero ragazzina
ancor prima da bambina
se qualcuno mi sgridava
mi veniva un nodo in gola
e volevo star da sola.
Poi crescendo mi accorgevo
che ogni volta che tacevo
ascoltavo ammutolita
ma a quel punto non fuggivo.
Mi chiedevo come fare
a dar voce al mio sentire
poi qualcuno mi ha insegnato
positivo il risultato.
E così da quel momento
vedo tante mie carenze
non inseguo perfezione
ma ritengo giusto fare
riconoscere il mio errore
e serena lascio andare.
Ora so che tante altre
sono proprio come me
e se vogliono cambiare
sono in tanti ad aiutare.
Donna, è Grande il tuo potere
puoi gestirlo, non temere
attingendo dal tuo cuore
dove abbonda tanto amore.
Fare uscire le parole
senza rabbia ne rancore
con dolcezza ma fermezza
onorando anche te stessa.
Cara donna, che altro dire?
ti sconsiglio di mentire
se qualcosa non ti va
suggerisco, falla uscire
con coraggio e gentilmente
pur derisa dalla gente
sempre, in questa società
dire la tua Verità.
La Verità è esprimere il proprio dolore
senza rendere responsabile o ferire l’atro/a.
La Verità è dire; non mi va, se viene fatto un invito al quale non si
vuole partecipare.
Nel tempo sarà compreso e apprezzato.
Dire la propria Verità anche a chi si crede essere “superiore” a noi.
La Verità è essere se stessi e non cercare di
apparire come gli altri vorrebbero.
Quando vuoi esprimere la tua Verità, chiedi l’attenzione a chi vuoi dirla.
Ti auguro di vedere, riconoscere e accettare i tuoi limiti e fare
emergere le qualità che sono di gran lunga superiori.
Che tu sia felice.
(8 marzo 2017)
“Avrei dovuto e voluto esserci anch'io a Roccamalatina, per giustamente onorare le donne e la mia compagna Caterina che tutte le rappresenta. Già da diversi anni cerco di festeggiare l'8 marzo in forme alternative, nei modi più idonei a dimostrare l'inscindibile unità del maschile e del femminile. Una unità che supera il genere e che non può avere inizio e fine, preponderanza o carenza. Donna e uomo sono l'umanità. E' giusto quindi che questa umanità si manifesti in forme gentili come quelle dimostrate durante l'incontro tenuto il 12 marzo a Roccamalatina. Giorno di luna piena e quindi particolarmente adatto all'unione...”
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