Cari
amici, ringrazio quest’opportunità di riflettere insieme su noi
stessi, sulle nostre relazioni con gli altri e sui contesti storici e
sociali in cui viviamo. Ringrazio Multimage e Olivier Turquet per
aver pubblicato il libro L’Unità
nell’Azione ed aver organizzato questo giro. Ringrazio
tutti voi per essere qui ed accompagnarmi in questo tentativo di
comunicazione.
Ringraziare
è un atto mentale di riconoscimento delle circostanze straordinarie
che circondano ogni avvenimento. Nel modo
in vui viviamo ogni giorno le cose ci sebra che tutto accada per
caso, i fatti ci sembrano isolati, senza relazioni tra di loro. A
volte mi rendo conto di essere vivo, che siamo qua, vivi, che siamo
vivi, qui, insieme. Siamo presenti, presenti per gli altri, presenti
per noi stessi.
Farci
presenti, cioé prendere coscienza della nostra esistenza qui, in
questo luogo e in questo momento, modifica l’esperienza di ciò
che sta accadendo. Immediatamente prendo coscienza di me in questo
spazio, noto una serie di scomodità. Scomodità che erano già
presenti prima che prendessi coscienza di me, ma ora mi si fanno
presenti. La coscienza di esistere, di stare qui, mi mette sotto gli
occhi alcune inquietudini e preoccupazioni. Se prendo mentalmente
nota di ciò che mi succede osservo il giudizio, la critica su di me
e sugli altri; se invece di lottare con quanto osservato accettiamo
quel che succede, accettiamo con affetto il giudizio e la critica,
con quell’affetto che sentiamo quando scopriamo la debolezza,
continueremo ad ampliare l’osservazione e la coscienza di noi
stessi.
Credete
sia possibile un cambiamento profondo della
società, nelle persone che ci sono vicine e in noi stessi? Cosa
credo nel fondo. C’è senso? Si può superare la violenza, le
guerre, la discriminazione e la disuguaglianza? E’ possibile
rinnovare la mia vita?
Il
libro “L’Unità nell’Azione” tratta la possibilità di un
cambiamento essenziale nell’Essere Umano. Non un cambiamento di
comportamenti, né di capacità motorie, emotive o intellettuali, non
semplicemente sentirsi bene; parla di un cambiamento nella meccanica
stessa della coscienza che genera violenza e sofferenza. Pertanto
parla di un’avventura spirituale e di un progetto umano di
trasformazione radicale di noi stessi e della società.
Nel
libro si fa presente che la coscienza quotidiana, nella veglia
ordinaria, è una coscienta illusa che confonde i desideri, i
progetti e le aspettative con il senso profondo e trascendente della
vita. Questo comportamento della mente, che consiste nel confondere
gli insogni ed i desideri con il senso della vita è la radice della
sofferenza e della violenza. La coscienza abituale è suggestionata
da quei desideri e da quegli insogni e li insegue, credendo che siano
fondamento e senso della sua vita. Mentre forza il raggiungimento di
questi “falsi sensi”, o sensi provvisori, la coscienza resta
invischiata nel risentimento e nella violenza interna. Questa
meccanica della coscienza non si risolve attraverso regole morali, né
con codici legali, né con terapie, né con psicofarmaci. Tutti
quegli elementi aiutano a conservare la situazione ma non risolvono
il problema della sofferenza. Nonostante i progressi della scienza e
della giustizia, sta crescendo a dismisura la violenza personale e la
violenza sociale.
Se
ci meditiamo sopra, possiamo giungere alla convinzione che abbiamo
bisogno di un cambiamento in noi stessi, non un cambiamento
superficiale ma piuttosto un cambiamento nelle nostre credenze più
profonde.
Non
è la volontà che modifica le credenze. Una credenza cambia quando
ci troviamo di fronte esperienze nuove; quando ci succedono cose che
le nostre attuali credenze non sono in grado di spiegare. Vissuti che
mettono in scacco ciò che crediamo; possono succedere per
circostanze interne o esterne; ma alla fine sarà un vissuto interno
non spiegabile dal riferimento che ho preso fino ad ora.
Tentiamo
un altro esercizio. Se riuscissimo a far tacere il rumore della
nostra coscienza per qualche istante, potrebbe mostrarsi o
manifestarsi un’esperienza non abituale. Osservate il rumore della
coscienza, lo sforzo di capire, le distrazioni che interrompono
l’attenzione: se, per un istante, lo sguardo che osserva il rumore
potesse farsi un po’ più interno, separandosi un po’ dagli
occhi, e potesse osservare da una posizione un po’ più indietro
degli occhi; e se lasciassimo che questo sguardo si collocasse ora
più indietro delle preoccupazioni, più indietro dei giudizi,
potremmo raggiungere una zona di calma; se mantenessimo lo sguardo in
quel punto, rilassando ogni tensione e pressione che sorga, è
possibile che lo sguardo si riposi nella pace interiore, nella calma
e nel silenzio. Il silenzio porta un significato in forma di leggera
emozione o di sussurro che ci riempie. Se verificassimo la
possibilità di accedere a tali esperienze, avremmo il primo scalino
del cambiamento che stiamo cercando.
L’accesso
ad esperienze spirituali profonde che rivelano un’essenza
trascendente che abità nella nostra interiorità è molto importante
per la possibilità di un cambiamento umano. Ma non è sufficiente.
Queste esperienze, col tempo, vengono assimilate dalla coscienza al
suo modo abituale di operare. Soo un riferimento imprescindibile ma
non sufficiente per il cambiamento umano sia personale che sociale.
E’ l’azione ciò che fissa i cambiamenti che accadono nella
coscienza. Solo se queste esperienze hanno conseguenze nel modo di
agire, la coscienza verificherà in se stessa un cambiamento
essenziale. Questo perché è l’azione la vera riflessione della
coscienza su se stessa; è grazie all’azione che si registrano le
impronte di memoria che hanno carica di realtà.
Continuiamo
le esperienze. Tutti noi abbiamo l’impulso di trasferire quel che
succede nel mondo interno verso il mondo esterno. Succedono molte
cose dentro di me che voglio che si esprimano nel mondo. Ne succedono
altre che non voglio si plasmino nel mondo perché mi generano
contraddizione. Osservate questa tensione che va da dentro una
persona verso fuori, per completarsi nel mondo. Un dentro di me che
voglio si realizzi fuori di me. Ma cos’è questo dentro, dentro
dove, e cos’è questo fuori, fuori dove. Io, per esempio, sto fuori
da te, sono per caso il tuo “fuori”? Ma anch’io ho un dentro,
il tuo dentro è il mio fuori e il tuo fuori è il mio dentro? Chi
sono? Chi sei?
Questo
che chiamiamo “dentro”, o “interiorità”, è uno spazio o non
è uno spazio? E’ nel tempo o non lo è? E’ o non è? E, se è,
se c’è qualcosa lì nella profonda interiorità di me stesso, è
solo mio? O è anche nel tuo interno? E se c’è qualcosa di mio e
tuo lì, continuerà ad esserci quando non ci saremo più né io né
tu?
Plasmando
il mondo interno per mezzo dell’azione, tutto quel che succede al
corpo mentre esegue l’azione viene percepito simultaneamente dai
sensi interni ed esterni.. La coscienza registra tutto quel che le
succede mentre agisce. Ogni movimento mentale, emotivo o corporeo, sta
rinforzando il solco di registrazioni in memoria. La profondità
dell’impronta di memoria che provoca l’azione, a differenza del
ricordo del solo immaginato o sentito permette di differenziare il
“reale” dal sognato o immaginato.
Ogni
azione si dirige, in modo elementare, verso l’avvicinamento del
piacere e l’allontanamento del dolore; ma, nella costituzione
umana, che è una costituzione temporale proiettata verso il futuro,
l’azione acquisisce le caratteristiche complesse di Unità e
Contraddizione. L’Unità Interna comprende le esperienze di
coesione ed integrazione psichica, le sensazioni di crescita interna
e l’esperienza di libertà interna e di senso. La Contraddizione,
al contrario, comprende la disintegrazione psicologica, il
risentimento, la colpa, l’incatenamento e il nonsenso.
La
crescita dell’unità interna non è un’esperienza semplicemente
psicologica ma si tratta di un avanzamento spirituale, dato che
modifica le credenze. Modifica le credenze sull’apparente
separazione tra me e te, modifica le credenze sulla morte e mette in
comunicazione la coscienza con il suo senso trascendente. Le azioni
che creano o fanno crescere l’unità interna le chiamiamo “azioni
valide” dato che hanno valore per la loro capacità di dare
coesione psicologica e per la crescita spirituale che producono.
Se
torno a farmi presente noto la presenza dell’altro, l’altro
essere umano, tu davanti a me. In genere comprendo l’altro a
partire dai miei interessi, dalle mie necessità. Ma se prendo
coscienza di me, della mia esistenza, osserverò che l’interiorità
dell’altro mi risulta inapprezzabile e incomprensibile. Sei per te,
pura libertà, e non per me. Voglio giungere a te e posso farlo
grazie all’azione. La mia azione può negarti, negare la tua
libertà e il tuo senso, o renderti degno e riconoscere la tua
umanità.L’azione può mettermi in comunicazione con l’altro o
convertirlo in uno strumento della mia intenzione. La mia azione è
per te, sei il destino di essa, sei il mio destino ed io sono il tuo.
Allora
il cambiamento umano è possibile se si coniugano due grandi
esperienze: il vissuto diretto dell’Unità e del Senso e l’azione
diretta agli altri che fa crescere l’esperienza di unità e la
coscienza di questa unità. Questo sviluppo spirituale non è brusco,
è una direzione che, poco a poco, si va convertendo nel centro della
vita e diventa un impegno nei confronti si coloro che mi circondano,
con le loro possibilità di libertà, di unità e di senso.
Gli
avvenimenti attuali che riguardano l’incontro tra le culture, la
disintegrazione delle istituzioni tradizionali e la rottura dei
vincoli interpersonali, portano la coscienza individuale e
collettiva a una situazione limite in cui le antiche credenze non
sono più in grado di spiegare il nuovo mondo che sta sorgendo.
Questo momento storico sta mettendo la coscienza, a livello
planetario, in condizione di accederea una nuova esperienza di tipo
mistico o, se preferite, religioso. Questo da un lato aumenta la
perturbazione psichica, come si vede tutti i giorni. Ma, da un altro
punto di vista, nuove idee, nuove visioni e nuovi modi di sentire
aprono il cammino verso un cambiamento umano e sociale come non è
avvenuto dall’inizio delle civiltà ad oggi, diecimila anni fa.
E’
molto possibile che in questa crisi globale cominci a incarnarsi il
progetto che spinge l’essere umano dalle sue origini. Progetto che
sembra spingerci verso l’evoluzione della coscienza e la
costruzione di una società umana universale. Mi piacerebbe dare una
mano al fatto che questa possibilità prenda forza e realtà. Per
questo tento la mia stessa trasformazione e lo faccio insieme a
quelli che mi sono più vicini, pratico il contatto con la mia
interiorità, cerco di superare le mie contraddizioni, di svegliare
la mente, di riconoscerti e di riconoscere l’essere umano. Cerco di
appoggiare le cause che ci rendono degni e, in questo tentativo,
cerco che ogni cosa che faccio, semplice o importante, faccia
crescere in me l’unità, la libertà e il senso.
Grazie,
molte grazie per accompagnarmi.
Dario Ergas
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