martedì 8 dicembre 2015

Dal medioevo alla fine di ogni evo - Ovvero: ...si stava meglio quando si stava peggio




Ante scriptum - Se da un lato fa piacere che si arrivi finalmente ad esprimere certi concetti come quelli contenuti nell’intervista al giovane filosofo, dall’altro provo rammarico nel riscontrare che gli stessi concetti li avevo espressi già parecchi anni fa, solo che all’epoca, pur essendo già attivo in rete, ci si limitava a scrivere e non esisteva ancora youtube e la possibilità molto più efficace di comunicare tramite immagini, molto meno oneroso e gravoso sia per chi realizza i video e sia per gli spettatori, rispetto alla scrittura e lettura che è molto più impegnativa.

Che il Medioevo fosse, in molti ambiti e localizzazioni (soprattutto nei villaggi di montagna e nelle realtà dei liberi comuni) migliore dell’epoca attuale a livello politico e sociale, è una realtà che gli appassionati di storia conoscono bene, basti citare le comunità di villaggio e gli spazi (boschi, prati, pascoli corsi d’acqua) che erano lasciati liberi a disposizione di tutti gli appartenenti alla comunità per le esigenze esistenziali, dalla pesca alla raccolta della legna, al pascolo, ecc.. Oggi invece ti lasciano morire di fame e ti trovano morto in casa dopo qualche settimana … 

Così come già oltre un decennio fa avevo definito il degrado della politica italiana partitocratica e lottizzatoria un ritorno al feudalesimo più retrivo, conflittuale ed asociale. Insistere a definire il Medioevo come secoli bui è a dir poco demenziale. 

Claudio Martinotti Doria


Rispetto ad oggi, il medioevo è stato un periodo storico migliore sia dal punto di vista culturale, sia da quello della ricchezza spirituale. Anzi, per il filosofo Diego Fusaro, raffrontare le due epoche equivale a commettere un'ingiustizia verso quella medievale. Oggi, dopo secoli di conquiste sociali, stiamo assistendo a un imbarbarimento sotto a tutti i punti di vista, mentre il nuovo imperialismo riduce ogni differenza sacrificandola sull'altare del Dio mercato e il nuovo clero, quello giornalistico, lo santifica ogni giorno per compiacere la sola, unica religione voluta dai "bellatores" di oggi, che altro non sono se non quella nobiltà finanziaria , sempre più esigua numericamente, che al riparo dei consessi segreti dei grandi meeting internazionali decide come governare le greggi plebee e crea i nuovi barbari. Un'intervista per fermarsi a riflettere e per tracciare una rotta.

https://www.youtube.com/watch?v=YUXYhEcfQTk&feature=em-uploademail


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