Con il corretto riutilizzo di pneumatici fuori uso si possono ottenere campi da calcio in erba sintetica, componenti per l'edilizia, suole per scarpe, energia ecc. I dati sui pneumatici recuperati in Toscana e l'intervento effettuato a Rapolano (Siena)
L'articolo 228 del Decreto Legislativo 152/206, sancisce l'obbligo per i produttori e importatori di pneumatici di provvedere alla gestione di un quantitativo di pneumatici fuori uso, pari in peso a quanto immesso nel mercato del ricambio l'anno solare precedente.
Nel settembre 2011, a tre mesi dalla pubblicazione del Decreto Ministeriale 82/2011 che regolamenta in Italia l’applicazione del principio europeo di responsabilità estesa del produttore (EPR - Extended Producer Responsibility) per la gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), nasce Ecopneus, società consortile senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia (Bridgestone, Continental, Goodyear Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli) a cui si sono aggiunti nel tempo altri 57 soci, che gestisce oltre il 65% del totale generato in Italia ogni anno, calcolata in base alla quota di mercato di pneumatici immessi al consumo come ricambi dai soci a livello nazionale.
In media, il 64% dei PFU raccolti dal sistema Ecopneus sono recuperati come combustibili nell’industria del cemento e per la produzione di energia elettrica; il restante 36% è avviato a trattamento meccanico per separare l’acciaio e le fibre tessili di rinforzo presenti nel pneumatico e produrre granuli e polverini di gomma.
Dal punto di vista ambientale il recupero di materia genera benefici netti superiori al recupero energetico; quindi intercettare la domanda del mercato internazionale e sviluppare quella interna, rappresentano fattori critici di successo per invertire la dinamica del recupero dei PFU, obiettivo fondante per le attività di Ecopneus.
Negli utilizzi post recupero, la gomma da PFU mantiene le caratteristiche di polimero ad elevate prestazioni che caratterizza il pneumatico da cui deriva e può essere impiegata in sostituzione di altri materiali vergini in molti prodotti e applicazioni, tra cui pavimentazioni e campi sportivi, asfalti modificati, isolanti acustici per l’edilizia, membrane per l’impermeabilizzazione, manufatti e molto altro.
In Italia, il mix di domanda di gomma da PFU vede prevalere le applicazioni sportive e le pavimentazioni antitrauma, ma vi sono forti limiti di capacità di assorbimento e, soprattutto, insufficienti remunerazioni per i produttori di granulo e polverino: limiti ed ostacoli su cui Ecopneus è da tempo al lavoro, puntando su basi tecniche e scientifiche che diano il giusto valore, percezione e visibilità a queste applicazioni.
Grazie all'attività svolta nell'ultimo anno in Italia è stata evitata l'emissione in atmosfera di 344 mila tonnellate di CO2 equivalente, pari alle emissioni di 75 mila automobili; sono state risparmiate 377 mila tonnellate di risorse minerali e fossili, necessarie alla produzione dei beni che il riciclo va a sostituire ed è stato evitato il consumo di 1,8 milioni di metri cubi di acqua, pari a cinque volte la portata media giornaliera del fiume Tevere. Oltre ai benefici per l'ambiente, ci sono anche quelli economici: solo nel 2014 delle risorse raccolte attraverso i contributi ambientali, Ecopneus ha redistribuito alla filiera del recupero 66,7 milioni di euro a sostegno delle attività di raccolta, stoccaggio e trattamento delle vecchie gomme. Ecopneus contribuisce a ridurre il fabbisogno di materia prima di importazione del Paese per un valore di 105 milioni di euro.
Nel 2014, sono stati raccolti e recuperati 255mila tonnellate di pneumatici fuori uso, superando l'obbiettivo di legge del 13%, circa 30mila tonnellate in più. A questi quantitativi contabilizzati “a target” si aggiungono quelli della raccolta “extra target”, effettuata con lo svuotamento degli stock storici ancora presenti sul territorio nazionale, impiegando il 30% dell’avanzo di gestione 2013.
Infatti, la normativa sulla gestione dei PFU in Italia, oltre alla richiesta di raccolta e recupero del 100% dei PFU corrispondenti ai pneumatici immessi al consumo (targhet vincolante in essere dal 2013) impone ai soggetti come Ecopneus di impiegare almeno il 30% dell’eventuale avanzo di gestione dell’esercizio economico in operazioni di prelievo straordinario da stock storici, come definiti dal DM 82/2011, dove spesso le Amministrazioni Comunali con le sole proprie risorse non riescono ad intervenire.
Nel 2014, sono state 16.358 le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso raccolte da Ecopneus in tutta la Toscana, quasi 2 milioni di singoli pneumatici, suddivise tra le 1.362 tonnellate di PFU raccolte ad Arezzo, 4.208 ton a Firenze, 1.648 ton a Grosseto, 1.370 ton a Livorno, 1.446 ton a Lucca, 1.041 ton a Massa-Carrara, 1.265 ton a Pisa, 1.472 ton a Pistoia, 1.021 ton a Prato e 1.524 ton a Siena.
Anche nel 2015 prosegue in linea la raccolta da parte del sistema Ecopneus di PFU in Toscana, che nel primo trimestre ha superato già le 4.000 tonnellate.
Ecopneus ha tradotto le risorse corrispondenti al 30% degli avanzi di gestione maturati annualmente in interventi di svuotamento di stock storici che hanno permesso di prelevare sul territorio nazionale, in 11 interventi straordinari, oltre 60.000 tonnellate di PFU giacenti, in qualche caso, da decenni.
Uno degli interventi straordinari più significativi su “stock storici” ha interessato la provincia di Siena nel comune di Rapolano Terme in località Villa Grande dei Boschi - Collalto, dove da oltre 26 anni giaceva una quantità ingente di pneumatici abbandonati, a causa dell'incendio che aveva interessato un importante deposito di tali materiali.
Il quantitativo di PFU, stimato inizialmente in 2.700 tonnellate, al termine delle operazioni di rimozione è stato calcolato in circa 1.907 tonnellate. Le operazioni di rimozione, che hanno coinvolto dodici aziende partner di Ecopneus, sono iniziate ad aprile 2015 e si sono concluse a giugno 2015, in circa 51 giorni.
Un best practice di collaborazione pubblico-privato che ha risolto senza nessun costo né per le casse della Pubblica Amministrazione né per i cittadini, un grave problema ambientale, paesaggistico ed di salute della popolazione. I pneumatici rimossi saranno riutilizzati per la realizzazione del campo sportivo interno al carcere di Siena.
Con la rimozione degli pneumatici depositati in superficie si è provveduto in primo luogo mettere in sicurezza l'area, interessata dall'incendio del 1995,dal rischio di nuovi incendi.
In secondo luogo, con tale azione, è stato messo in atto quanto indicato dal piano bonifica, già approvato da tutte le autorità e istituzioni competenti, che prevede, come attività propedeutica, la rimozione di tutto il materiale incombusto prima di procedere alle azioni di bonifica del sito, vere e proprie.
Testo a cura di Nicola Zevolini
(Fonte: Arpat)
Nel settembre 2011, a tre mesi dalla pubblicazione del Decreto Ministeriale 82/2011 che regolamenta in Italia l’applicazione del principio europeo di responsabilità estesa del produttore (EPR - Extended Producer Responsibility) per la gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), nasce Ecopneus, società consortile senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia (Bridgestone, Continental, Goodyear Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli) a cui si sono aggiunti nel tempo altri 57 soci, che gestisce oltre il 65% del totale generato in Italia ogni anno, calcolata in base alla quota di mercato di pneumatici immessi al consumo come ricambi dai soci a livello nazionale.
In media, il 64% dei PFU raccolti dal sistema Ecopneus sono recuperati come combustibili nell’industria del cemento e per la produzione di energia elettrica; il restante 36% è avviato a trattamento meccanico per separare l’acciaio e le fibre tessili di rinforzo presenti nel pneumatico e produrre granuli e polverini di gomma.
Dal punto di vista ambientale il recupero di materia genera benefici netti superiori al recupero energetico; quindi intercettare la domanda del mercato internazionale e sviluppare quella interna, rappresentano fattori critici di successo per invertire la dinamica del recupero dei PFU, obiettivo fondante per le attività di Ecopneus.
Negli utilizzi post recupero, la gomma da PFU mantiene le caratteristiche di polimero ad elevate prestazioni che caratterizza il pneumatico da cui deriva e può essere impiegata in sostituzione di altri materiali vergini in molti prodotti e applicazioni, tra cui pavimentazioni e campi sportivi, asfalti modificati, isolanti acustici per l’edilizia, membrane per l’impermeabilizzazione, manufatti e molto altro.
In Italia, il mix di domanda di gomma da PFU vede prevalere le applicazioni sportive e le pavimentazioni antitrauma, ma vi sono forti limiti di capacità di assorbimento e, soprattutto, insufficienti remunerazioni per i produttori di granulo e polverino: limiti ed ostacoli su cui Ecopneus è da tempo al lavoro, puntando su basi tecniche e scientifiche che diano il giusto valore, percezione e visibilità a queste applicazioni.
Nel 2014, sono stati raccolti e recuperati 255mila tonnellate di pneumatici fuori uso, superando l'obbiettivo di legge del 13%, circa 30mila tonnellate in più. A questi quantitativi contabilizzati “a target” si aggiungono quelli della raccolta “extra target”, effettuata con lo svuotamento degli stock storici ancora presenti sul territorio nazionale, impiegando il 30% dell’avanzo di gestione 2013.
Infatti, la normativa sulla gestione dei PFU in Italia, oltre alla richiesta di raccolta e recupero del 100% dei PFU corrispondenti ai pneumatici immessi al consumo (targhet vincolante in essere dal 2013) impone ai soggetti come Ecopneus di impiegare almeno il 30% dell’eventuale avanzo di gestione dell’esercizio economico in operazioni di prelievo straordinario da stock storici, come definiti dal DM 82/2011, dove spesso le Amministrazioni Comunali con le sole proprie risorse non riescono ad intervenire.
Nel 2014, sono state 16.358 le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso raccolte da Ecopneus in tutta la Toscana, quasi 2 milioni di singoli pneumatici, suddivise tra le 1.362 tonnellate di PFU raccolte ad Arezzo, 4.208 ton a Firenze, 1.648 ton a Grosseto, 1.370 ton a Livorno, 1.446 ton a Lucca, 1.041 ton a Massa-Carrara, 1.265 ton a Pisa, 1.472 ton a Pistoia, 1.021 ton a Prato e 1.524 ton a Siena.
Raccolta pneumatici fuori uso Ecopneus in Toscana nel 2014 (dati espressi in tonnellate) | |
Arezzo | 1.362 |
Firenze | 4.208 |
Grosseto | 1.648 |
Livorno | 1.370 |
Lucca | 1.446 |
Massa Carrara | 1.041 |
Pisa | 1.265 |
Pistoia | 1.472 |
Prato | 1.021 |
Siena | 1.524 |
Totale Ton. PFU Raccolte | 16.358 |
Uno degli interventi straordinari più significativi su “stock storici” ha interessato la provincia di Siena nel comune di Rapolano Terme in località Villa Grande dei Boschi - Collalto, dove da oltre 26 anni giaceva una quantità ingente di pneumatici abbandonati, a causa dell'incendio che aveva interessato un importante deposito di tali materiali.
Un best practice di collaborazione pubblico-privato che ha risolto senza nessun costo né per le casse della Pubblica Amministrazione né per i cittadini, un grave problema ambientale, paesaggistico ed di salute della popolazione. I pneumatici rimossi saranno riutilizzati per la realizzazione del campo sportivo interno al carcere di Siena.
Con la rimozione degli pneumatici depositati in superficie si è provveduto in primo luogo mettere in sicurezza l'area, interessata dall'incendio del 1995,dal rischio di nuovi incendi.
In secondo luogo, con tale azione, è stato messo in atto quanto indicato dal piano bonifica, già approvato da tutte le autorità e istituzioni competenti, che prevede, come attività propedeutica, la rimozione di tutto il materiale incombusto prima di procedere alle azioni di bonifica del sito, vere e proprie.
Testo a cura di Nicola Zevolini
(Fonte: Arpat)
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