martedì 7 luglio 2015

Per l'Europa dei Popoli... un referendum in ogni stato aderente alla UE


Premessa necessaria è questa: nel 1977, assieme ad altri soci, il sottoscritto fondò la Associazione "Centro Europa" con lo scopo di propagandare la tesi della necessità della creazione di una Europa dei Popoli e dei lavoratori da contrapporre a quella, poi vincente, dei burocrati e dei banchieri. Quindi bene o male, e sia pure in scala ridotta, ritengo di non essere in materia uno sprovveduto. Se dalla promozione di una Europa Unita sono passato (via chiusura del Centro Europa a fine anni '90) alla denuncia dello UEismo di Bruxelles uno dei principali motivi che mi hanno spinto in questa direzione è quello della mancata ratifica popolare delle principali istituzioni UEiste. 

Con le relative scelte imposte ai "sudditi" europei.


È sui referendum che pongo l'attenzione : quella "chiamata al voto",nei singoli paesi Europa,per dire un semplice "si o no" alle decisioni prese o,meglio ancora,da prendere a Bruxelles su tematiche riguardanti tutti i 28 membri di questa enorme sovrastruttura economica-politica.


Certo,l'ultima chiamata al voto di ieri,quella che ha fatto trionfare il No al diktat UEista ad Atene,ha riproposto il caso : la distanza tra i cittadini (sudditi,secondo molti di noi) europei e le istituzioni comunitarie è enorme.


Secondo il mio modesto parere, e quello di decine di milioni di astensionisti (alle europee), la sfiducia nel Parlamento,nella Commissione,nella Bce ed in tutto il resto è tale che non vale la pena neppure votarli....,cadranno da soli come pere mature.
A parere di altri milioni di euroscettici, pur lottando dall'interno, sempre alla caduta delle pere si arriverà....


Gli UEisti al potere (a Bruxelles e nei singoli parlamenti nazionali) se ne fregano del non rappresentare la maggioranza dei cittadini europei: hanno blindato leggi e norme vincolanti ed hanno dalla loro parte i poteri finanziari e mediatici della intera Europa.
Che io non stia scrivendo una balla lo dimostra questo: non è prevista alcuna procedura di uscita dall'euro !!


Impossibile, praticamente: "lasciate ogni speranza voi ch'entrate"....


Loro, i lacchè dell'UEismo... professoroni universitari in testa, giornalisti dei principali media (specie italiani), politici di alto bordo (e di scarsissimo valore pratico), seguiti da codazzi vari accusano chi vede nello UEismo un pericolo mortale per i greci, gli italiani e tutti gli altri... di "populismo" !!


Mah..., lasciamo perdere la disputa ed andiamo al sodo: perché non indire un referendum in tutti i 28 paesi sull'appartenenza all'Unione Europea e, di conseguenza, all'euro ?


Stabilito il quorum del 50% +1 degli aventi diritto per renderlo valido si avrebbe assoluta contezza della volontà popolare in Europa.


Se la maggioranza votasse il Si,la Unione Europea (e l'euro) resterebbero in vita in tutti quegli stati in cui gli elettori avessero scelto Bruxelles e la moneta unica.


Nei singoli stati ove il popolo avesse votato a maggioranza per il No,sarebbero automaticamente fuori dalla UE e si organizzerebbero per altre forme di moneta.
Qualora la Unione Europea venisse globalmente delegittimata dal libero voto della maggioranza dei cittadini, gli UEisti dovrebbero chiudere bottega con effetto immediato e, casomai, riorganizzarsi negli stati che si fossero pronunciati per il Si .


Spero che questa proposta, tutt'altro che visionaria, possa trovare un minimo di visibilità... ovunque possibile.

A me sembra realizzabile (magari in tempi  medi) e senza dubbio espressione di "democrazia partecipata".

Vincenzo Mannello - 
info@vincenzomannello.it

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