martedì 31 marzo 2015

Primo d'Aprile... di Franca Oberti



Curì, curì, che l’è u prim d’arvì!”
Con l’ingenuità dei fanciulli, vedevo mia madre eccitata, lo sguardo acceso di gioia infantile, un leggero rossore sulle guance, correre a destra e a manca per organizzare scherzi, per risvegliare nella gente, pregna del torpore quotidiano, quell’agitazione tipica dei bambini che vibrano nell’aspettativa del gioco.
Bambina io, ogni anno rimanevo stupita da questo suo comportamento.
Non che mi disturbasse, ma era inusuale vederla così viva e partecipe, in quella che, solitamente, era una giornata dedicata alle birbonerie dei bambini.
Eppure mia madre era la principale artefice di burle nel quartiere!
Dalle telefonate fantasma, ai sacchi nel letto; dai pesci di carta disegnati e incollati sulla schiena, al sale nel caffè.
Faceva correre le persone con messaggi fasulli, li convinceva con grande serietà che dovevano fare questo o quello…
Che gioia, quei primi d’aprile!
Era una giornata di divertimento assicurato; persino i miei amici correvano per vedere cosa combinava mia madre!
Poi, l’indomani, tutto sarebbe tornato alla normalità e sui suoi occhi avrei rivisto scendere quel velo di tristezza che la caratterizzava; riprendeva il suo fascino melanconico che incantava non poche persone e che mascherava un’infanzia, forse, non proprio goduta.
Oggi il primo d’aprile lo dimentichiamo addirittura; non abbiamo più il tempo di pensare agli scherzi ingenui e semplici di un tempo. Non possiamo passare ore a ritagliare pesciolini di carta e aspettare il momento buono per appiccicarli con lo scotch sulle spalle delle persone…
I bambini li hanno sostituiti con “paperissima” e i videogames, con la televisione e internet e con scherzetti e giochini pronti che si acquistano in cartoleria.
Io sono qui seduta a scrivere e mi lascio impigrire dall’ozio che porta questa nuova primavera; ormai adulta e… un po’ oltre, penso che ho ancora i piatti da lavare…. Ma ho una voglia matta di disegnare pesciolini sulla carta e appenderli dappertutto!
Vorrei sentirmi dentro la candida ingenuità che nutriva lo spirito di mia madre e mi piacerebbe uscire e bussare alle porte dopo aver appeso al battente il mio pesce di mille colori.
Poi, mi nasconderei dietro ad un cespuglio e sbucherei fuori ridendo tra le lacrime e lascerei tutti a bocca aperta cantando il ritornello:

Curì, curì, che lè u prim d’arvì!”

Franca Oberti 

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