mercoledì 11 marzo 2015

Edilizia sostenibile e qualità dell’ambiente urbano




Con il D.Lgs.102 del 4 luglio 2014, l’Italia ha recepito la Direttiva 2012/27/UE del 25/10/2012 sull’efficienza energetica che definisce le azioni richieste a livello di Stato Membro (Energy Efficiency Directive - EED), questa Direttiva nasce per garantire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione e risparmio del 20% entro il 2020, previsti dal cosiddetto “pacchetto clima-energia 20/20/20″ e indica chiaramente che il maggiore potenziale di risparmio energetico può provenire dagli edifici pubblici e privati.
Gli obiettivi fissati dall’Unione Europea su efficienza energetica e prestazioni degli edifici cambiano completamente l’approccio alle questioni energetiche all’interno degli edifici, che divengono uno dei settori di principale interesse nella riduzione della CO2.

L'edilizia deve divenire sempre più sostenibile e puntare alla riduzione degli impatti negativi sull’ambiente naturale. Questo significa una limitazione del consumo di suolo, ma anche pensare al benessere fisiologico degli abitanti sia livello di agglomerato urbano ma anche all’interno degli spazi confinati, come le abitazioni o i luoghi di lavoro.

crescita della sensibilità verso l'efficienza energetica

Come riportato nel capitolo sull'edilizia sostenibile del X rapporto ISPRA sulla qualità dell'ambiente urbano, iIl concetto di edilizia sostenibile contiene in sé diversi aspetti ma i consumi energetici associati ai fabbricati rivestono una particolare importanza. L’Italia, infatti, spende 45,2 miliardi di euro ogni anno per i consumi termici ed elettrici negli 11,8 milioni di edifici residenziali, 1,3 miliardi nelle 52mila scuole e 644 milioni nei 13,7mila edifici pubblici.
Il patrimonio edilizio esistente è molto vecchio, il 49% degli edifici per uffici pubblici ha più di 70 anni, il 35% delle scuole è stato costruito più di 50 anni fa e il 80% degli edifici residenziali sono stati realizzati prima del 1980, antecedenti quindi alla L. 373/76 che ha introdotto il concetto di isolamento termico minimo per ogni edificio.
Negli ultimi anni, gli incentivi statali a favore degli interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica hanno sicuramente contribuito al miglioramento complessivo del patrimonio edilizio ed hanno reso il settore delle ristrutturazioni preponderante rispetto a quello delle nuove edificazioni.
Mentre le nuove costruzioni, dopo l’entrata in vigore del Decreto Legge n°63 del 4/06/2013 di recepimento della direttiva 2010/31/UE (convertito nella Legge 90/2013) sulla prestazione energetica nell'edilizia, dovranno nei prossimi anni essere obbligatoriamente ad “energia quasi zero”, l’efficientamento degli edifici esistenti è ancora affidato ai soli interventi volontari da parte dei proprietari.
La Direttiva 2012/27/UE ha introdotto l’obbligo per la P.A. di garantire dal 1° gennaio 2014 l’efficientamento energetico, ogni anno, di almeno il 3% della superficie degli edifici di proprietà del governo centrale e da esso occupati.
La Direttiva 2010/31/CE (EPBD) sulla prestazione energetica nell’edilizia, recepita con Legge 90 del 3 agosto 2013, detta invece le nuove regole sulle prestazione energetiche degli edifici di nuova costruzione e di quelli oggetto di ristrutturazioni.

La direttiva contiene importanti obblighi, quali:
  • obbligo di produzione ed affissione entro 180 giorni (anziché 120) dall’entrata in vigore dell'attestato di prestazione energetica APE (Attestato di Prestazione Energetica) da parte degli edifici delle pubbliche amministrazioni superiori a 500 m²;
  • obbligo di dotare gli edifici di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni importanti di APE prima del rilascio del Certificato di Agibilità;
  • obbligo di rilascio dell’APE anche in caso di trasferimento di un immobile a titolo gratuito;
  • obbligo di allegare l’APE al contratto di vendita, agli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito o ai nuovi contratti di locazione, pena la nullità degli stessi contratti.
La Pubblica Amministrazione ha un ruolo fondamentale, con i propri comportamenti deve fungere da esempio verso il cittadino e le imprese, allo stesso tempo deve sviluppare un mercato per interventi di efficienza energetica, che in seguito potrà estendersi a tutto il settore immobiliare.
La Pubblica Amministrazione inoltre è responsabile della gestione dei propri immobili tra i quali gli uffici pubblici (ad esempio per i comuni il municipio, le scuole inferiori e medie, eventuali strutture sportive), ma anche dell'illuminazione pubblica e semaforica, delle infrastrutture di servizio (raccolta e trattamento rifiuti, acquedotti) e dei trasporti.

Le Amministrazioni Pubbliche non sono lasciate sole nello svolgere al meglio il compito attribuito loro dalla normativa europea e nazionale, oltre alla normativa regionale e alle diverse linee guida esistenti, possono avvalersi di un importante aiuto, il protocollo ITACA, che è una guida tesa ad indicare la direzione della sostenibilità ambientale in edilizia.

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