sabato 28 febbraio 2015

Lecce, 1 marzo 2015 - Sit-In contro "mal affaire Xylella"



Un immenso scandaloso affare nazionale ed internazionale,  il cosiddetto "mal affaire Xylella" !

SALVARE ULIVI, SALENTO E SALENTINI
dal cavallo di troia della XYLELLA 

Domenica pomeriggio 1 marzo 2015, sit-in presidio in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, dalle ore 18.



Una delle più catastrofiche e terroristiche frodi della storia, montata ad arte ai danni di un intero territorio, il Salento danneggiato così ad ogni suo livello, con danni molteplici per ogni salentino come per le future generazioni; danni incommensurabili al Salento tallone portante della Nazione Italia; danni anche all’intera Unione Europea. Frode che ora dopo ora sempre più si conclama, mentre si comprende che non è la cura naturale di una naturale sintomatologia degli olivi che si vuole perseguire, ma la distruzione sistematica del Salento, per irrorare costosi agro-veleni delle multinazionali, per fare biomassa lucrosa di innumerevoli alberi, per liberare suolo alla cementificazione selvaggia, per impiantare varietà brevettate spacciate come resistenti alla fantomatica Xylella, per sperperare su immensi fondi pubblici con la scusa dell'emergenza, per veicolare politiche economiche comunitarie, ecc., il tutto in un quadro di pseudo-scienza meschinamente distorta alla bisogna!

Tutti uniti in cerchio attorno all’albero monumentale e simbolico d’Olivo presente in Piazza Sant’Oronzo.

Con anche un appello ai Vescovi salentini di Lecce, Ugento, Nardò e Otranto, perché si ergano a guida contro la psicosi costruita artatamente su “Xylella”, in un clima di terrore nel quale si insinuano interessi e progetti nei fatti portanti alla cancellazione non solo degli ulivi, (simboli forti anche per la Cristianità), e soprattutto delle nostre tradizionali cultivar, ma anche del nostro territorio e della sua salubrità, impedendo alla Natura di risanare ritrovando come sempre i suoi millenari equilibri!
Foto allegata del grande Olivo in piazza Sant’Oronzo a Lecce
  
L’iniziativa è volta a coscientizzare tutti sul piano assurdo e assolutamente inutile, suicida ed inammissibile di chimicizzazione ed eradicazioni desertificante del Salento, nella questione della presunta presenza del fantomatico microorganismo chiamato "Xylella"!
Un evento anche che segue all’ appello lanciato dal medico oncologo Giuseppe Serravezza della LILT Lecce, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, che ha chiesto l’urgente moratoria del folle piano programmato dalla Regione Puglia, per i danni certi, (con risultati inutili), che causerebbe alla salute delle persone, già tanto provata per l’ inquinamento anche proprio agro-chimico nel Salento, e all’ecosistema tutto sia naturale che agricolo. Moratoria inevitabile anche alla luce dei principi europei di prevenzione e precauzione alla base della Costituzione Europea, e alla luce dell'articolo 32 della nostra Costituzione Italiana che tutela la salute delle persone.
Si pensi anche solo al danno eco-sistemico e agricolo apocalittico che causerebbe la moria delle api inevitabilmente indotta dalla chimicizzazione biocida, perseguita oggi, in questa pazzia, nell’incriminato e forsennato piano anti-xylella, di parchi, giardini, strade, aree demaniali, giardini privati, aree agricole anche incolte e abbandonate, e persino, come se già tutto non fosse incommensurabilmente blasfemo, anche di muretti a secco e della macchia mediterranea!
Bisogna curare l'ecosistema e l'agro-sistema salentino con pratiche agro-ecologiche rinaturalizzanti assolutamente non prevedenti veleni, quali sono tutti i pestidici ed erbicidi, e senza eradicazioni. Del resto le varie sperimentazioni di agricoltura biologica stanno mostrando una buona ripresa degli alberi che hanno presentato sintomi di disseccamento, e le immagini sui media di questi giorni, riferite ai vari sopralluoghi ufficiali negli uliveti salentini, mostrano inequivocabilmente ulivi vivi dalle fronde verde-argenteo come deve essere per gli ulivi ben vegeti!
Inoltre l’evento del sit-in simbolico attorno all’ Ulivo di Piazza Sant’Oronzo si svolge a valle della partecipatissima “marcia su Lecce” degli agricoltori che con tanti cittadini insieme a loro hanno chiesto appunto di salvare gli olivi, cosa impossibile se si avvelena e squilibra l’ ecosistema con pesticidi, che già troppo usati negli anni hanno appunto indebolito alberi e loro ecosistema, e tanto meno si salverebbero gli ulivi se li si eradicasse, quando invece mostrano, come stanno mostrando, buone potenzialità di ripollonatura dalle sane radici ri-innestabili, quando non anche di ripresa della vegetazione sui fusti più alti, in quegli alberi d' olivo, solo una frazione dell'immenso patrimonio olivicolo della agro-foresta degli ulivi della Provincia di Lecce, che hanno mostrato la sintomatologia del disseccamento di alcuni rami. Il piano di eradicazioni forsennate sarebbe poi causa di un disastro paesaggistico immane e con danni di dissesto idrogeologico conseguenti incommensurabili! Una desertificazione artificiale catastrofica! Calpestato verrebbe così anche impunemente l'articolo 9 della Costituzione Italiana che pone tra i principi fondamentali della Repubblica la tutela del paesaggio!

Si chiede pertanto con questo presidio civico e gandhiano alla Politica tutta, e all’ intera macchina statale, oltre a quanto già sopra, nelle richieste della LILT, al cui appello ci uniamo coralmente:

-) di fermare subito i decreti governativi, europei e regionali che legittimano e finanziano questo piano assurdo messo su dalla Regione Puglia, in maniera assolutamente sproporzionata rispetto a quanto consigliato dalla DG SANCO (Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore) e dall’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), organismi di riferimento per l’UE (Unione Europea), e nei resoconti degli ispettori europei, sempre in merito al caso dei sintomi di disseccamento parziale di alcuni alberi d'olivo, e solo d'olivo, salentini. Sintomatologia che si è cercato, in un modo che pare forzoso, e pseudo-scientifico, di imputare alla sola Xylella, organismo da prevista quarantena a livello europeo, quando i campionamenti avrebbero mostrato la sua presenza solo su un  numero irrisorio di campioni dagli alberi colpiti dalla sintomatologia, (campioni che andrebbero pertanto attenzionati maggiormente!). La stessa prova della patogenicità della Xylella per l' ulivo è addirittura assente! E chiediamo invece di attivare subito le buone pratiche agro-ecologiche previste anche nei provvedimenti assunti. Inoltre nei giorni scorsi lo stesso folle piano anti-xylella, messo su dalla Regione Puglia, e fondato su interventi di eradicazione e di chimicizzazione, è stato comprensibilmente definito sui media come "criminale" da stessi recalcitranti esponenti della maggioranza regionale!

-) di approfondire ed aprire la ricerca scientifica seria sulla sintomatologia in questione analizzando la letteratura storica che già per il '700 ci parla di una similare estesa sintomatologia endemica, la "brusca" detta, a carico solo degli ulivi salentini, (si veda la pubblicazione sulla brusca ad opera dell'agronomo fisiocratico Cosimo Moschettini, "Della brusca malattia degli ulivi di Terra d’Otranto, sua natura, ragioni, effetti, ecc.", Mazzola-Vocola, Napoli, 1777. Moschettini insieme al Biasco e al Presta sono tra i padri storici dell’ agronomia salentina), altre estese sintomatologie nel basso Salento a carico degli ulivi si manifestarono tra ‘800 e ‘900; ovviamente come ad ogni malanno e avversità naturale olivi sempre sopravvissuti, (come ben mostrano gli esemplari plurisecolari), come anche ora, se non fosse per il forsennato piano di "eradicazioni", (guarda caso proprio "eradicazioni", e non solo tagli, perché ben si sa che la radice degli ulivi è viva e pronta a ripollonare con forza per ridare nuovi alberi dove i fusti sono stati eventualmente colpiti). Sintomatologie estese ed endemiche che si manifestavano con tanta virulenza anche a distanza di tempi superiori alla vita di un uomo, tanto da perdersene memoria orale, nel basso Salento dove erano tipiche, anche in epoche di agricoltura non monoculturale e industriale dell' olivo, come invece oggi, e anche in un Salento dal paesaggio più ricco di boschi e macchia di oggi. E pensate che gli stessi odierni primi divulgatori della terminologia CODIRO (Complesso del Disseccamento Rapido dell' Ulivo), con cui han fatto rientrare la Xylella, (cavallo di Troia per fare scattare quarantene e così mille speculazioni), come un possibile neppure certo cofattore, per indicare la sintomatologia degli alberi osservata dal 2013 nel basso Salento han usato il termine "bruscatura" degli alberi, il che fa pensare non poco;

-) di sbloccare i vivai locali consentendo loro la vendita in provincia di Lecce di olivi, mandorli, ciliegi, albicocche, pruni, querce, acacie, oleandri ovviamente inclusi, ecc. ecc., che hanno in magazzino e non solo, il cui divieto di impianto nel Salento, con il cavallo di Troia di Xylella, è assolutamente inaccettabile sotto ogni punto di vista, come sarebbe per ogni altra essenza, e viola ogni moralità, oltre che profondi internazionali diritti umani e dell’ambiente, come le direttive scaturite dalla Conferenza internazionale di Rio del 1992 sulla tutela della biodiversità naturale e domestica, che tanto hanno influenzato la legislazione europea e italiana. Ricordando anche la totale negatività dei test sulla presenza di Xylella nelle piante analizzate in tutti i vivai salentini (dati questi del febbraio 2014, non smentiti successivamente), vivai pertanto oggi assurdamente ed incomprensibilmente sottoposti ad immotivabili ed “illogici” blocchi;

-) di indagare su possibili interessi e forzature che possono avere indotto il sistema Italia e Puglia, per il fomentato caso "xylella", a portare il Salento sull’ orlo di un tale apocalittico baratro, economico, sanitario ed ecologico assolutamente da scongiurare! Si considerino in merito gli spunti provenienti dalla eloquentissima e dettagliata denuncia da parte di senatori salentini attraverso interrogazioni parlamentari (vedi: http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_02736_17, dove leggiamo: «nel Salento il caso "Xylella" potrebbe celare interessi speculatori»), e anche il recente rapporto Eurispes intitolato “Agromafie. III Rapporto sui Crimini Agroalimentari”, coordinato dal giudice Giancarlo Caselli e in cui si trova un paragrafo proprio dedicato a “Lo Strano Caso della Xylella” in Salento (vedi: http://eurispes.eu/content/agromafie-eurispes; qui capitolo dedicato al Salento:http://www.csvsalento.it/upload/doc/notizie/libro-agromafie2015.pdf). 

Qui in Salento non c’è ora in atto alcuna calamità naturale, come taluni vorrebbero invece fare credere, ma indubbiamente vi è  una gravissima inquietante calamità umana da fermare, potenzialmente innescabile oggi da una serie di provvedimenti “illogici” e suicidi che preannunciano conseguenze da genocidiogeocidio ebiocidio, e purtroppo senza alcuna enfasi e retorica!
           
Nel fare appello a tutto il mondo civile, religioso, al Vescovo di Lecce, come agli altri vescovi del Salento, affinché si uniscano a queste nostre richieste, riportando la logica e la moralità di rispetto per la Natura e gli ecosistemi che la politica, ad ogni livello, pare in questa vicenda paradossale avere del tutto smarrito in una mera monetizzazione della vita e di ogni valore, che siano da sprone e da monito per tutti le recenti parole di Papa Francesco:   “Padre, Dio perdona sempre, le persone umane perdonano alcune volte, ma il creato non perdona mai: se tu non lo custodisci, lui ti distruggerà!”.

E con questo appello e contributo di richieste virtuose aderiremo poi alla manifestazione del 24 febbraio a Lecce per chiedere la salvezza di tutti gli ulivi della Provincia di Lecce, e non solo, al fianco degli agricoltori: “Non vogliamo e stigmatizziamo politiche di incentivazione per eradicare e per avvelenarci, ma chiediamo solo politiche volte alla massima promozione della cura agroecologica delle nostre piante, ulivi in primis, ed ecosistemi, in cui la biodiversità domestica tradizionale e naturale, insetti inclusi, vedi le api e non solo, è un valore e una ricchezza da salvaguardare e ripristinare!”
ABBRACCIAMO I NOSTRI ULIVI
LECCE PZ. S. ORONZO -Ulivo
dom. 1 marzo h.18-21

PRESIDIO POPOLARE
CONTRO IL BIOCIDIO DEL SALENTO
imposto pur nell’incertezza del killer
VOGLIAMO DATI DOCUMENTATI E PUBBLICI
non numeri sparati e allarmanti
IL FANTASMA XYLELLA TERRORIZZA:
ma  cosa nasconde  sotto il lenzuolo?

venerdì 27 febbraio 2015

La cultura nel mondo parla "italiano"



I Governi italiani, le Autorità, tutte, i Membri del Parlamento Europeo, dovrebbero prendere coscienza del fatto che nell’esercizio delle loro funzioni non agiscono a titolo personale ma in rappresentanza del Popolo italiano, in nome e luogo di tutti i cittadini italiani i quali sono pesantemente discriminati dalle politiche linguistiche della Commissione Europea e delle altre istituzioni.

Nel corso del semestre di Presidenza italiana quasi tutte le manifestazioni sono state fatte in inglese, addirittura una riunione su Pinocchio, con rappresentanti di tutti gli Stati Membri, si è tenuta in inglese con rappresentanti italiani che si esprimevano in inglese, il più sovente un inglese « petit nègre », che li ridicolizzava e insieme a loro sviliva il nostro povero Paese la cui cultura di respiro universale  è sistematicamente disconosciuta in sede europea.


Quello che le Autorità italiane non hanno ancora compreso, o che non vogliono comprendere, sotto il tacco di forti interessi stranieri, è che l’italiano è una lingua molto più conosciuta di quanto si vuole ammettere e, per di più, amata nel mondo intero. Posso affermarlo per esperienza vissuta, in quanto funzionaria della Commissione Europea, in missione nei più disparati Paesi del mondo.
C’è un solo modo per diffondere e far rispettare una lingua ed è quello di imporla, inglese docet, e l’italiano, in sede europea, ha tutte le qualifiche culturali, demografiche e di diritto per farlo.

Anna Maria Campogrande


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giovedì 26 febbraio 2015

Roma, 4 marzo 2015 - No all'inutile e dannosa autostrada A12 (Roma/Latina)


No-Corridoio

Azione diretta del Comitato No Corridoio alla prima riunione presso l’ANAS della Commissione aggiudicatrice dell’appalto dell’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina.
Una delegazione di attivisti del Comitato No corridoio Roma-Latina si è presentata nell’aula dove si stava aprendo la 1^ riunione della Commissione che dovrebbe aggiudicare l’appalto miliardario per la costruzione dell’inutile autostrada a pedaggio.
Da un lato i Commissari e dall’altro i prenditori della concessione autostradale formati da due mega cordate: una guidata da Salini Impregilo, Astaldi, Pizzarotti e Ghella. L'altra formata dal Consorzio stabile Sis (società consortile per azioni), una consolidata  
alleanza italo-spagnola nata su spinta del colosso iberico “Sacyr y Vallermoso” e oggi controllata al 51% dal gruppo “Fininc” di Torino (tramite la società di costruzioni Inc spa e la società di ingegneria Sipa Spa), contro il 49% di Sacyr. 

Considerato la censura e la continua disinformazione pianificata ad arte, abbiamo fatto visita alla sede centrale dell’ANAS, per rendere edotti i convenuti della volontà decisamente contraria espressa dalle nostre comunità alla costruzione del mostro di cemento e asfalto. Visto l’unilaterale decisione del Governo Renzi/Lupi e della Giunta della Regione Lazio di Zingaretti di perseverare nella volontà devastatrice senza informare e far partecipare i cittadini alle decisione che li riguardano. Per questi motivi i Nodi del nostro Comitato hanno deciso di mettere in pratica delle azioni tendenti a denunciare e informare pubblicamente degli impatti sociali e ambientali dell’opera e delle alternative più efficaci ed economiche. Abbiamo comunicato agli intervenuti che il nostro movimento non si piegherà e non retrocederà di un millimetro, anche davanti all’apertura del cantiere.


Il percorso per condividere e organizzare i PRESIDI PERMANENTI inizierà con la prima Assemblea Pubblica che si terrà il 4 Marzo 2015 alle ore 17,30 presso la sala Teatro della Dodicesima in Via Carlo Avolio, 60 a Spinaceto – Roma.


Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera
web: http://quartiereroma12.blogspot.com/ - e.mail: nocorridoio@tiscali.it
Portavoce 
 - cell. 3332152909 

Visualizzazione di anasbalcone.jpg

mercoledì 25 febbraio 2015

Giulia e la fisica del Tao





Giulia forse è uno dei doni più belli che abbia ricevuto dalla vita.
nel suo modo di essere riesce a coniugare sapientemente l'energia
femminile chiusa e conservatrice che custodisce il focolare domestico,
Estia, e l'energia maschile, Hermes, commerciante navigatore
viaggiatore e costruttore sempre alla ricerca di nuove opportunità di
conoscenza. questo continuo coniugare usando le parole di Margherita
Yourcenare immobilità con velocità suprema conduce alla vertigine,
quello che mi piace di giulia e’ proprio questa idea di vertigine che
mi provocava costantemente. L'ho incontrata per caso, anche se non e’
stato un caso, sul treno delle ferrovie del sud est, che da lecce
porta a Gallipoli. ero salito sul vagone del piccolo treno con la
chitarra e il carrello bagaglio, l'ho vista subito seduta vicino al
finestrino bionda vestita di chiaro occhi verdi un violoncello al suo
fianco, emanava un alone di calda energia, pronto le ho detto: ti
mancano solo le ali! lei rispondendo al mio sorriso: ce le ho, ma sono
ancora piccole! e fa per mostrarmele dietro la schiena. il tempo di
sedermi nel sedile di fronte ed il treno era partito! avevo quel libro
in mano di Fritjof Capra "il tao della fisica". Abbiamo subito iniziato
a parlarne e sulla onda delle parole ci siamo dimenticati di tutto.


All'improvviso una voce gracchiante annuncia: stazione di Galatone! io
trafelato tornando in me ho detto: la mia stazione, purtroppo sono
arrivato! e lei: anch'io scendo a Galatone! ci siamo ritrovati sulla
banchina del binario e da lontano vedo arrivare il mio amico donato,
ingegnere ex insegnante di matematica, seguace di osho. ora segue
quella stana filosofia di access of consciousness che lui chiama
semplicemente bars, massaggiando zone stabilite della testa possiamo
aumentare il nostro livello di consapevolezza. vive tra torino e
galatone dove ospita gli amici in alcuni pagghiari di pietra nella
campagna salentina. come ci vede esclama: ah siete arrivati assieme!
cosi abbiamo scoperto che eravamo diretti allo stesso luogo. ci siamo
ritrovati a dormire nello stesso pagghiaro, due letti nell unico vano
senza finestra, pavimento in coccio pesto, ambiente umido. i furni o
pagghiari come sono chiamati, costruzioni in pietra a secco sono
composti da due gradonature, tronchi di cono su due livelli con coppie
di scalette simmetriche sia al primo che al secondo gradone, per
raggiungere il tetto terrazzo. 


La funzione poteva essere quella dell'asciugatura di prodotti della campagna. Sul tetto piatto circolare si ha la sensazione di stare in un luogo che può essere usato come enorme condensatore di umidità, osservatorio dei fenomeni celesti, per comunicare con altri pagghiari, guardare dall'alto il mare di ulivi e… seccare fichi. 

Abbiamo trascorso quasi tutto il periodo della nostra
convivenza sul tetto terrazzo, molto spesso durante il giorno suonando
chitarra e violoncello. pomeriggi interi, quasi dissociati ognuno
iniziava a suonare per conto suo, come se laltro non ci fosse per poi
a un certo punto trovare un improvviso accordo di consonanza e
continuare a suonare fino al tramonto. avevamo messo un enorme
tappeto… volante. e’ capitato pure di dormirci a guardare le stelle e
la luna. abbiamo scoperto che la notte anche d estate in salento e’
umidissima! infatti la mattina i sacchi a a pelo erano quasi bagnati
di rugiada. io le ripetevo spesso che la parte legnosa e fibrosa delle
piante e’ luce trasformata in materia, nell massa scorre la linfa
succhi e sali minerali della terra. infatti un legno secco bruciando
ricompone gli elementi e dal caldo cuore bruciante ritorna alla fonte
che lha originato il sole. cosi la mattina mi svegliavo sempre presto
e tornavo con un cesto pieno dicevo di condensati di luce al dolce
sapore zuccherino di quel che chiamiamo uva di quel che chiamiamo
fichi di quel che chiamiamo mandorle e di quel che chiamiamo fichi
dindia, a volte spruzzati con condensato profumato di luce di quel noi
chiamiamo timo. una colazione fantastica! così naso all'insù di giorno
e di notte a osservare ed ammirare il cielo. Ma non solo quello anche
passeggiare per le campagne ad ammirare e scoprire tutti i pagghiari
abbandonati che ci sono nella zona, uno più affascinante dell altro.
gustando con curiosita ed interesse le cose che ci circondavano in
cerca di emozioni più che di percorsi. Ogni giorno questa fiaba ari
ari ciuchino caca denari si ripeteva davanti ai nostri occhi increduli
di tanta bellezza. cosi su quel terrazzo alla ricerca dellarmonia
cosmica il fior di loto ad otto petali ci siamo imbattuti in super
oggetti magici come una chitarra e un violoncello che suonavano da
soli riempiendo le nostre giornate. Nelle passeggiate ogni fiore e
ogni profumo era una scoperta e con le loro forme qualcosa di
infinitamente bello, al solo guardarli ci si sentivamo sollevati
felici investiti di vibrazioni damore, anche l’erba secca estiva ci
dava emozioni con i suoi profumi e brulicante della segreta vita degli
insetti colorati e indaffarati e poi tutte quelle pietre ammmucchiate
una sull altra che facevano viaggiare cositanto le nostre menti. tanto
tempo fa luomo osservando il sole sapeva come regolarsi con il tempo
grazie alla notte e al giorno all alternarsi delle stagioni il caldo e
il freddo, il raccolto la semina, l’uomo ha imparato a tener conto dei
mutamenti che si ripetono secondo un preciso ordine di tempo. Così
quelle pietre ci parlavano ci raccontavano storie antiche a volte
anche millenarie forse calendari o forse altro, non riuscivamo a
capire il loro linguaggio intrinseco, erano la che ci parlavano e ci
raccontavano ma noi niente! in verita non era poi cosi importante
capire il loro linguaggio o la tecnica costruttiva era importante
l'emozione che ci facevano provare. quelle pietre ammucchiate con
tanta sapienza, come i pensieri che spesso emergono in maliziose forme
di incomunicabilità che fuggono senza ritorno. Insomma quel posto per
noi era la casa, una casa sonora metafora di un luogo di musica
immaginaria, mediterranea dove ci si incontra per scambiare atmosfere
sensazioni, un suono nuovo a volte potente a volte raffinato, racconto
di una storia che inizia ma non ha mai fine perche continua dentro di
noi. alla ricerca di quel piccolo suono del mondo chiudevamo gli occhi
navigando al buio, delle volte il vento i suoni e i profumi giravano
intorno come unica comunic-azione mistic-azione. contemplavamo la
grande via davanti a noi con calma amore leggerezza e determinazione.
con lei tutto questo era naturale e spontaneo come se ci conoscessimo
da sempre, così quel giorno tornai di corsa dai miei giri mattutini
svegliandola di soprassalto e gridando: ho capito! ho capito! l'opera
dell uomo, pietre ammassate per anni sotto al sole cocente, la doppia
forma tronco conica attiva ed esplica uno scambio energetico tra la
terra e la luce il calore del sole, tutta la vita biologica del luogo
sembra ruotare attorno a quella forma archetipa, punto fermo nella
vita dell'uomo in simbiosi con le piante e altri organismi viventi.


Allora per ringraziare la terra e il sole per i meravigliosi frutti
che offrono, andammo di corsa davanti al primo furnu pagghiaru, una
doppia gradonatura con due coppie di scalette simmetriche, una coppia
al primo livello una coppia al secondo livello, saliti dalla prima
scaletta a sinistra sul primo gradone percorremmo un giro attorno al
tronco di cono e salimmo sul secondo gradone dalla seconda scaletta di
sinistra, percorso il tetto terrazzo circolare fermandoci a
ringraziare il sole al suo sorgere ridiscendemmo al primo gradone
dalla scaletta di destra ripercorremmo il gradone attorno al tronco di
cono. ridiscendendo a terra dalla seconda scaletta di destra.
praticamente percorrendo con i nostri corpi, in senso orario, una
doppia spirale energetica prima ascendente e poi discendente. così ci
illuminammo abbandonando tutte le idee sui misteri di antichi culti
solari, soddisfatti nell immediato. provammo anche una sorta di
benessere psicofisico per la doppia spirale ergetica effettuata
percorrendo aria pietre e cielo. questa semplice ed elementare
scoperta ci rese felice. il giorno dopo riprendemmo la via di casa.


Quell'ultima volta, alla stazione, mi saluto infilandomi due dita
nelle narici, come forse per dire: mi e’ piaciuto! o forse un senso di
possesso! ripensandoci ora potrei dire cose banali tipo che possedeva
il mio cuore la mia mente! non era questo! io tirai fuori quel pezzo
di terracotta colorata dalla tasca, lei senza pensarci un attimo tiro
fuori dalla sua tasca una tessera di terracotta che combaciava
perfettamente con la mia tessera. e ci lasciammo!

Simbolo, dal greco symballein che significa mettere insieme. fa
riferimento a una pratica diffusa nel mondo antico in virtù della
quale gli amici dividevano una tessera di terracotta ricavandone due
meta (tessere hospitalitatis) che ricongiunte avrebbero consentito in
futuro a loro di ricomporre il significato della reciproca amicizia.
la stessa idea espressa nel mito dell androgino che Platone narra nel
Convivio, uomo donna originariamente indistinti nell'androgino si
possono considerare come le due meta simboliche di quella originaria
unità.

l'uomo si adatta alla terra in cui vive e giorno dopo giorno lavora
alla sua trasformazione, in questo modo si allungano le ombre della
sera sulla tavola su cui far incontrare arte musica poesia e vita

Ferdinando Renzetti

P.S.
Il libro di Fritjof Capra il tao della fisica lo regalai a Giulia e non ho più avuto occasione di leggerlo. Conosco bene il lavoro del famoso fisico che con il suo pensiero ha dato parecchi LA (nota musicale) alla mia ricerca.

martedì 24 febbraio 2015

Uqbar Love, di Paolo Mario Buttiglieri, si presenta


UQBAR LOVE 
diretto da Paolo Mario Buttiglieri
SETTIMANALE SENZA PUBBLICITA’  REALIZZATO GRAZIE AL LAVORO GRATUITO DI TUTTA LA REDAZIONE


in  questo giornale trovate anche una rubrica 
di offerte di lavoro e concorsi


Redazione: Fiorenzuola d'Arda (PC), 347.2983592 - trentomilano@gmail.com
Notiziario diffuso gratuitamente via mail e via facebook
misticismo, eventi alternativi, offerte di lavoro, cucina secondo i gruppi sanguigni, bio vegana e vegetariana, matriarcato, yoga, massaggi, scambio di ospitalità, osho, lorenzo milani, massaggio dell’anima, libero baratto, libertà, tangerine dream, popul vuh, amore, attrazione, dipendenze affettive, poesie e racconti

Quel che trovate pubblicato a volte riflette l’opinione della redazione, a volte del redattore che lo firma e a volte è una semplice documentazione di opinioni non condivise dalla redazione perché la filosofia di uqbar love è esprimi quello che pensi e fai esprimere chi non la pensa come te

CHI SIAMO
Uno strumento per dare espressione a menti creative e osservatrici che offrono ai lettori intuizioni, informazioni e segnalazioni di quel che altre menti creano e diffondono attraverso il web e nella realtà non virtuale

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Alcuni pensieri tratti dal numero N. 124, 25 FEBBRAIO 2015

" Non possiamo continuare a pensare la prostituzione come una questione di libertà individuale, ma dobbiamo capire che ogni sistema politico ha la sua politica sessuale e la prostituzione è sempre stata un'istituzione a disposizione del sistema di turno, nella fattispecie, adesso, del neoliberismo. Il neoliberismo cerca di farci pensare alla prostituzione solo dal punto di vista individuale, cancellando tutte le tracce del sociale che potrebbero metterla in discussione".
(Beatriz Gimeno)

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 "Ogni storia d'amore è un fallimento, senza eccezioni. Tu lo potresti ammettere, oppure negarlo: è un fatto che si cerca di nascondere il più a lungo possibile, ma tutti sanno cosa accade a tutti gli altri...
La vostra frustrazione è inevitabile.

Il tuo amore reale è per il Sé eterno nascosto dietro il sipario... e tu non guardi mai dietro quel sipario: stai semplicemente giocando sul palcoscenico, stai facendo lo sciocco, rendendoti ridicolo.
Il grande amore di tutti è conoscere il segreto della vita eterna e immortale....e non lo puoi trovare in un'altra persona. Quando fai un incontro sulla spiaggia, sembra ( ed è la stessa cosa per ognuno di voi ) che "questa donna- o uomo - sia fatto per me"... e nessuno è fatto per qualcun altro... ognuno è "fatto" per se stesso.

Il fallimento dell'amore nel mondo rivela un fatto significativo: forse il nostro amore è in cerca di qualcos'altro e, poiché non lo troviamo nei nostri cosiddetti 'innamorati', nasce la frustrazione.
Nessuno ne è responsabile, semplicemente la nostra direzione è sbagliata.

Il vero amante è dentro di te. L'eterno amante è dentro di te.
Una volta che l'hai trovato, sei assolutamente felice e appagato con te stesso... non c'è bisogno di qualcun altro perché non sei più incompleto.

Soltanto un buddha è appagato." (Osho)

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Fuori dal guscio

Appena nato
non galleggiavo più
ma sentivo il peso del mio corpo

potevo vedere
l'esterno del guscio
dal quale ero improvvisamente uscito

sfrattato
e senza possibilità di rientro
senza casa

guardavo sconsolato
gli occhi luminosi
ma stanchi di mia madre

per farmi sentire più leggero
lei mi prendeva tra le sue braccia
e mi cullava

era meglio nel guscio
anche se li dentro
non avevo mai visto

il suo volto
assaporato il sapore delle sue labbra
la dolcezza delle sue carezze

in questo universo non liquido
mi sentivo indifeso
come un pesce fuor d'acqua"

(Paolo Mario Buttiglieri)

lunedì 23 febbraio 2015

Pavullo - "Alimentazione e Salute" con Sabine Eck



Abbiamo programmato un paio di incontri sul tema "Alimentazione e salute", che vorremmo approfondire in questo anno di attività.

Sarà la dott.ssa Sabine Eck a condurre i primi due incontri previsti, già molto conosciuta e apprezzata nei circuiti dei GAS e dell'economia solidale.

Gli appuntamenti si terranno a Pavullo presso la Sala Consigliare in piazza Montecuccoli, nelle seguenti giornate:

- sabato 28 febbraio ore 16,30 - SALUTE E MALATTIA, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA: LA VITA

- venerdì 20 marzo ore 20,45 - LE CINQUE COLONNE DELLA SALUTE - Tanti consigli pratici per grandi e piccini

Il tema è davvero interessante, ma soprattutto urgente, in questo tempo in cui davvero si fa sempre più fatica a comprendere che cosa mangiamo, come gestire la nostra alimentazione e ai collegamenti che ciò di cui ci nutriamo hanno con il nostro benessere psico-fisico.

Appuntamenti da non perdere, che potranno aprire a ulteriori approfondimenti.

Partecipate e aiutateci a fare passaparola.
In allegato le locandine.

A presto,

domenica 22 febbraio 2015

Carnevale a Dresda, 70 anni fa...



13 febbraio di 70 anni fa, Carnevale. Alle 22.08 l’allarme aereo interrompe i clown del Circo Sarassini nel carosello finale del martedì grasso e spinge gli abitanti di Dresda nei rifugi: compostamente, in fondo l’ultimo bombardamento risale a mesi prima, e non è stato granchè. D’altra parte, perché prendersela con la più bella città tedesca, colta luminosa città del mondo lontana dalla tenebra nazista…
14 febbraio 1945: dell’antica Dresda non esiste più nulla.
      14 febbraio 2015, di nuovo Carnevale. Da Praga il treno per Dresda è lento, due ore di ovattato scivolare tra campi, villaggi, casette per vacanza sul fiume che ad Ústí nad Labem e Děčín è già Elba. E qualche fabbrica, certo. Cielo grigio e basso che si rompe via via, l’arrivo è un trasparente azzurro di vento gelido che spezza il respiro e piega le spalle. La luce inonda, dalla cupola in fibra di vetro e teflon, la Stazione Centrale, la magnifica Dresden Hauptbahnhof: funzionalità e gusto amalgamati dalla sapienza di chi ricostruisce dall’antico avendone fatto tesoro.
     Sembrano freschi di fabbrica, i tram che scivolano rapidi e silenziosi; agili le bici dalle selle altissime, gente d’ogni età pedala nelle folate gelide, perfino senza berretto o guanti, e pensi ai nostri lungomari tiepidi anche d’inverno ma deserti di bici “perché fa freddo”…
      E’ struggente questa città dilaniata e arsa e risorta: vi aleggiano le ombre dei bruciati, dei soffocati, dei volatilizzati dalla tempesta di fuoco, Feuersturm da 300-400 gradi centigradi al suolo; i turisti in falangi compatte dietro le guide si fanno riguardosi mentre percorrono gli itinerari canonici, costeggiano piano le architetture severe, tendono l’orecchio all’eco sommessa della tragedia remota.
      Il sole discorre con le pietre scure, i massicci volumi barocchi si slanciano con leggerezza inattesa nello spazio dilatato delle piazze, si offrono alla vista dall’altra sponda dell’Elba lento e azzurro; il rigore teutonico si attenua nella luce romantica della Brühlsche Terrasse, nella colorata genialità dei giubbotti da lavoro arancio-fluo “indossati” dalle monumentali statue sulla cornice del Landtag; nel pannello sulla facciata dell’Accademia d’Arte Moderna col goethiano monito - di sconvolgente modernità - del West-östlicher Divan: “Il paese che non protegge gli stranieri, presto sprofonda”; nei versi dello schilleriano Die Künstler rivolti agli artisti: “La dignità dell’uomo è affidata alle vostre mani / serbatela! / Con voi essa affonda, con voi si eleverà!”, su un edificio in restauro; nell’incredibile mimo pietrificato (con cane finto) - come la sua sciarpa sollevata dal vento - nell’atto del camminare svelto.
      Indicibile Dresda, violata a morte nel settimo anno di una guerra perduta, riedificata sulle proprie ceneri per essere monumento eterno all’umana mostruosa follia.
      In treno verso Praga, confronti, sensazioni. Bellezza, armonia, magnificenza, quiete, si sono date appuntamento come fate benigne nelle due città vicine e diverse, cui la storia non ha fatto sconti.
A Dresda la severa, ci si accosta con reverenza, ombre antiche e recenti abitano le sue pietre, navigano il suo Elba carico di passato e di storie. Praga si illumina della sua incomparabile superba bellezza, dell’infinito merletto delle sue architetture, della Vltava che le scorre in grembo cantando il poema sinfonico di Smetana.
Dresda, mi dice Kristynka sorprendendomi, è i possenti massicci alpini incombenti della Valle d’Aosta; Praga, lo svettare aereo delle Dolomiti quando tramonti e albe le tingono di rosa.

     Sara Di Giuseppe
     faxivostri.wordpress.com    

sabato 21 febbraio 2015

SALVARE ULIVI, SALENTO E SALENTINI dal cavallo di troia della XYLELLA


Tutti uniti in cerchio attorno all’albero monumentale e simbolico d’Olivo presente in Piazza Sant’Oronzo.

Con anche un appello ai Vescovi salentini di Lecce, Ugento, Nardò e Otranto, perché si ergano a guida contro la psicosi costruita artatamente su “Xylella”, in un clima di terrore nel quale si insinuano interessi e progetti nei fatti portanti alla cancellazione non solo degli ulivi, (simboli forti anche per la Cristianità), e soprattutto delle nostre tradizionali cultivar, ma anche del nostro territorio e della sua salubrità, impedendo alla Natura di risanare ritrovando come sempre i suoi millenari equilibri!

STOP FRODE “XYLELLA”

Domenica pomeriggio 22 febbraio 2015, sit-in presidio in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, dalle ore 18 

 (Avviso: in caso di pioggia il sit-in sarà rinviato)

L’iniziativa è volta a coscientizzare tutti sul piano assurdo e assolutamente inutile, suicida ed inammissibile di chimicizzazione ed eradicazioni desertificante del Salento, nella questione della presunta presenza del fantomatico microorganismochiamato "Xylella"!
Un evento anche all’ indomani dell’ appello lanciato dal medico oncologo Giuseppe Serravezza della LILT Lecce, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, che ha chiesto l’urgente moratoria del folle piano programmato dalla Regione Puglia, per i danni certi, (con risultati inutili), che causerebbe alla salute delle persone, già tanto provata per l’ inquinamento anche proprio agro-chimico nel Salento, e all’ecosistema tutto sia naturale che agricolo. Moratoria inevitabile anche alla luce dei principi europei di prevenzione e precauzione alla base della Costituzione Europea, e alla luce dell'articolo 32 della nostra Costituzione Italiana che tutela la salute delle persone.
Si pensi anche solo al danno eco-sistemico e agricolo apocalittico che causerebbe la moria delle api inevitabilmente indotta dalla chimicizzazione biocida, perseguita oggi, in questa pazzia, nell’incriminato e forsennato piano anti-xylella, di parchi, giardini, strade, aree demaniali, giardini privati, aree agricole anche incolte e abbandonate, e persino, come se già tutto non fosse incommensurabilmente blasfemo, anche di muretti a secco e della macchia mediterranea!
Bisogna curare l'ecosistema e l'agro-sistema salentino con pratiche agro-ecologiche rinaturalizzanti assolutamente non prevedenti veleni, quali sono tutti i pestidici ed erbicidi, e senza eradicazioni. Del resto le varie sperimentazioni di agricoltura biologica stanno mostrando una buona ripresa degli alberi che hanno presentato sintomi di disseccamento, e le immagini sui media di questi giorni, riferite ai vari sopralluoghi ufficiali negli uliveti salentini, mostrano inequivocabilmente ulivi vivi dalle fronde verde-argenteo come deve essere per gli ulivi ben vegeti!
Inoltre l’evento del sit-in simbolico attorno all’ Ulivo di Piazza Sant’Oronzo si svolge prima della preannunciata “marcia su Lecce” degli agricoltori che chiederanno appunto di salvare gli olivi, cosa impossibile se si avvelena e squilibra l’ ecosistema con pesticidi, che già troppo usati negli anni hanno appunto indebolito alberi e loro ecosistema, e tanto meno si salverebbero gli ulivi se li si eradicasse, quando invece mostrano, come stanno mostrando, buone potenzialità di ripollonatura dalle sane radici ri-innestabili, quando non anche di ripresa della vegetazione sui fusti più alti, in quegli alberi d' olivo, solo una frazione dell'immenso patrimonio olivicolo della agro-foresta degli ulivi della Provincia di Lecce, che hanno mostrato la sintomatologia del disseccamento di alcuni rami. Il piano di eradicazioni forsennate sarebbe poi causa di un disastro paesaggistico immane e con danni di dissesto idrogeologico conseguenti incommensurabili! Una desertificazione artificiale catastrofica! Calpestato verrebbe così anche impunemente l'articolo 9 della Costituzione Italiana che pone tra i principi fondamentali della Repubblica la tutela del paesaggio! 

Si chiede pertanto con questo presidio civico e gandhiano alla Politica tutta, e all’ intera macchina statale, oltre a quanto già sopra, nelle richieste della LILT, al cui appello ci uniamo coralmente: 

-) di fermare subito i decreti governativi, europei e regionali che legittimano e finanziano questo piano assurdo messo su dalla Regione Puglia, in maniera assolutamente sproporzionata rispetto a quanto consigliato dalla DG SANCO (Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore) e dall’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), organismi di riferimento per l’UE (Unione Europea), e nei resoconti degli ispettori europei, sempre in merito al caso dei sintomi di disseccamento parziale di alcuni alberi d'olivo, e solo d'olivo, salentini. Sintomatologia che si è cercato, in un modo che pare forzoso, e pseudo-scientifico, di imputare alla sola Xylella, organismo da prevista quarantena a livello europeo, quando i campionamenti avrebbero mostrato la sua presenza solo su un  numero irrisorio di campioni dagli alberi colpiti dalla sintomatologia, (campioni che andrebbero pertanto attenzionati maggiormente!). La stessa prova della patogenicità della Xylella per l' ulivo è addirittura assente! E chiediamo invece di attivare subito le buone pratiche agro-ecologiche previste anche nei provvedimenti assunti;  

-) di approfondire ed aprire la ricerca scientifica seria sulla sintomatologia in questione analizzando la letteratura storica che già per il '700 ci parla di una similare estesa sintomatologia endemica, la "brusca" detta, a carico solo degli ulivi salentini, (si veda la pubblicazione sulla brusca ad opera dell'agronomo fisiocratico Cosimo Moschettini, "Della brusca malattia degli ulivi di Terra d’Otranto, sua natura, ragioni, effetti, ecc.", Mazzola-Vocola, Napoli, 1777. Moschettini insieme al Biasco e al Presta sono tra i padri storici dell’ agronomia salentina), altre estese sintomatologie nel basso Salento a carico degli ulivi si manifestarono tra ‘800 e ‘900; ovviamente come ad ogni malanno e avversità naturale olivi sempre sopravvissuti come anche ora, se non fosse per il forsennato piano di eradicazioni;

-) di sbloccare i vivai locali consentendo loro la vendita in provincia di Lecce di olivi, mandorli, ciliegi, albicocche, pruni, querce, acacie, oleandri ovviamente inclusi, ecc. ecc., che hanno in magazzino e non solo, il cui divieto di impianto nel Salento, con il cavallo di Troia di Xylella, è assolutamente inaccettabile sotto ogni punto di vista, come sarebbe per ogni altra essenza, e viola ogni moralità, oltre che profondi internazionali diritti umani e dell’ambiente, come le direttive scaturite dalla Conferenza internazionale di Rio del 1992 sulla tutela della biodiversità naturale e domestica, che tanto hanno influenzato la legislazione europea e italiana. Ricordando anche la totale negatività dei test sulla presenza di Xylella nelle piante analizzate in tutti i vivai salentini (dati questi del febbraio 2014, non smentiti successivamente), vivai pertanto oggi assurdamente ed incomprensibilmente sottoposti ad immotivabili ed “illogici” blocchi;

-) di indagare su possibili interessi e forzature che possono avere indotto il sistema Italia e Puglia, per il fomentato caso "xylella", a portare il Salento sull’ orlo di un tale apocalittico baratro, economico, sanitario ed ecologico assolutamente da scongiurare! Si considerino in merito gli spunti provenienti dalla eloquentissima e dettagliata denuncia da parte di senatori salentini attraverso interrogazioni parlamentari (vedi: http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_02736_17, dove leggiamo: «nel Salento il caso "Xylella" potrebbe celare interessi speculatori»), e anche il recente rapporto Eurispes intitolato “Agromafie. III Rapporto sui Crimini Agroalimentari”, coordinato dal giudice Giancarlo Caselli e in cui si trova un paragrafo proprio dedicato a “Lo Strano Caso della Xylella” in Salento (vedi: http://eurispes.eu/content/agromafie-eurispes; qui capitolo dedicato al Salento: http://www.csvsalento.it/upload/doc/notizie/libro-agromafie2015.pdf).

Qui in Salento non c’è ora in atto alcuna calamità naturale, come taluni vorrebbero invece fare credere, ma indubbiamente vi è  una gravissima inquietante calamità umana da fermare, potenzialmente innescabile oggi da una serie di provvedimenti “illogici” e suicidi che preannunciano conseguenze da genocidiogeocidio ebiocidio, e purtroppo senza alcuna enfasi e retorica!
            
Nel fare appello a tutto il mondo civile, religioso, al Vescovo di Lecce, come agli altri vescovi del Salento, affinché si uniscano a queste nostre richieste, riportando la logica e la moralità di rispetto per la Natura e gli ecosistemi che la politica, ad ogni livello, pare in questa vicenda paradossale avere del tutto smarrito in una mera monetizzazione della vita e di ogni valore, che siano da sprone e da monito per tutti le recenti parole di Papa Francesco:   “Padre, Dio perdona sempre, le persone umane perdonano alcune volte, ma il creato non perdona mai: se tu non lo custodisci, lui ti distruggerà!”.

E con questo appello e contributo di richieste virtuose aderiremo poi alla manifestazione del 24 febbraio a Lecce per chiedere la salvezza di tutti gli ulivi della Provincia di Lecce, e non solo, al fianco degli agricoltori: “Non vogliamo e stigmatizziamo politiche di incentivazione per eradicare e per avvelenarci, ma chiediamo solo politiche volte alla massima promozione della cura agroecologica delle nostre piante, ulivi in primis, ed ecosistemi, in cui la biodiversità domestica tradizionale e naturale, insetti inclusi, vedi le api e non solo, è un valore e una ricchezza da salvaguardare e ripristinare!”

Il  Forum Ambiente e Salute


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Info:

Forum Ambiente e Salute del Grande Salento
rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone
Lecce, c.a.p. 73100 , Via Vico dei Fieschi – Corte Ventura, n. 2