giovedì 4 dicembre 2014

Scienza e finanza e la ricerca finalizzata a raccogliere fondi per la ricerca



Da decenni torna puntuale e martellante la richiesta di fondi per finanziare la ricerca sul cancro o altre malattie degenerative; ed è chiaro che finché la ricerca utilizzerà animali per i suoi esperimenti noi, vegan animalisti, non daremo un centesimo, perché ci renderemmo complici non solo della tortura e della morte di migliaia di animali innocenti ma contribuiremmo ad ostacolare il progresso della vera scienza medica con danni incalcolabili sulla vita delle persone.

Inutilmente si cerca la cura miracolistica che i ricercatori da decenni promettono di trovare, perché non può esistere una cura se non si elimina la causa che la produce. Probabilmente questa pseudo scienza ha interesse a non trovare la soluzione dei problemi: è come individuare un metodo per non creare fratture pur dandosi martellate sulle mani. La domanda da farsi è: gli enti o gli organizzatori sono più interessati al perdurare della ricerca o a trovare la cause delle malattie? Ma se un’officina ripara gomme può fare propaganda all’uso di gomme che non si bucano? Il fallimento di tale scienza sta nel fatto che mai come oggi l’umanità è stata flagellata da tante malattie, tutte in aumento, specialmente quelle degenerative, quasi 1500. Il loro progresso si manifesta nel produrre macchinari sempre più sofisticati e farmaci sintomatologici.

Non vi è dibattito televisivo in cui si parli di giusta alimentazione, che non venga ribadito il l’invito a consumare frutta e verdura come antidoto all’insorgere di molte patologie. Ma nessuno osa parlare delle cause che portano all’insorgere di tali patologie, che sono principalmente attribuibili al consumo di carne e prodotti denaturati. Quello che non dicono è anche se mangi molta frutta e verdura non è sufficiente a salvarti dagli effetti negativi della carne, perché non ti basta prendere un antidoto se continui ad avvelenarti.

Parlare dei benefici della frutta e della verdura è abitudine di tutti, mentre parlare  delle proteine e dei grassi animali sembra sia un dogma perentorio da non infrangere in alcun modo per non causare reazioni dell’industria zootecnica e chimico-farmaceutica col rischio di far diminuire i loro affari e con essi i posti di lavoro, che bisogna salvaguardare, anche a costo di far ammalare l’intera umanità e soprattutto non far mancare la bistecca alla vasta combriccola dei carnibali nutrizionisti e presentatori televisivi. Inoltre, condannare l’uso dei prodotti carnei metterebbe in contraddizione i fautori della ricerca che certo non intendono rinunciare al piacere del palato.

Franco Libero Manco

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