venerdì 21 novembre 2014

Gita bioregionale e visita al paesello di Montecorone (e dintorni)



Ieri, 21 novembre 2014,   la mia compagna doveva fare un sopralluogo ad un laghetto di pesca sportiva che si trova nei paraggi di Montecorone, così ho deciso di accompagnarla per approfittarne e visitare il borghetto. Salire sulle colline modenesi è sempre un viaggio interessante, che mostra la differenza di stile di vita fra la pianura cementata e industrializzata ed i piccoli paesi che ancora mostrano una parvenza di vita bucolica e pastorale. Parecchie le vecchie abitazioni abbandonate e parecchie anche le nuove costruite a schiera od in gruppi di casette in stile finto alpino. Ma almeno l'aria è pulita e resistono ancora negozietti, coltivatori diretti e piccoli allevatori. 


Arrivati al minuscolo stagno della pesca sportiva la prima impressione non è stata buona, lo specchio d'acqua era tutto recintato e attorno si vedevano sei o sette pescatori anziani con un ragazzino. Lei scendendo dalla macchina mi ha avvertito di non parlare e di lasciar fare tutto a lei che doveva semplicemente controllare quale tipo di mangime venisse usato per le trote d'allevamento. Tirata fuori la sua cartella con le scartoffie del mestiere ci siamo avvicinati a un piccolo chalet di legno, deserto, allora siamo andati verso il laghetto ed un signore si è staccato dal gruppo e si è avvicinato a noi. Avendo compreso il motivo della visita si è poi girato verso i pescatori gridando "non sono i testimoni di Geova...", e ci ha spiegato che avendo notato che avevamo in mano delle cartelle avevano sospettato che fossimo lì per convincerli di qualche religione. Subito è stato da lui chiarito che le trote che venivano immesse nel laghetto giungevano un paio di volte alla settimana da un allevamento e quindi i pesci non dovevano essere nutriti, anzi venivano messi per alcuni giorni in vasche adiacenti a "spurgarsi" e poi immesse nello stagno per la pesca sportiva. Allora siamo saliti fino all'annesso ristorante per scrivere le carte di servizio. 


Il locale rustico era ben riscaldato da una stufa a legna accesa ed il profumino che veniva dalla cucina era invitante. "Profumo di funghi"  ha spiegato la moglie del pescatore.... La mattinata però non era per noi terminata. Ripresi i tornanti in salita siamo arrivati fino al borgo di Montecorone. E qui abbiamo goduto di una bella vista sulle colline circostanti del parco regionale dei Sassi di Roccamalatina. In cima al paesello c'era una chiesetta linda, chiusa, tutt'attorno aiuole fiorite con rose bianche rosse e gialle. Le piante erano state da poco potate e per terra ancora c'erano parecchi rametti con i fiori attaccati, così ne abbiamo approfittato per raccoglierne alcuni: rose bianche profumate. Il sole scaldava la piazzetta. Abbiamo poi scrutato con un cannocchiale pubblico, di quelli montati su un paletto, i famosi sassi. Ben visibile il masso di Sant'Andrea ed un altro sasso che sembrava la testa di un uccello col becco proteso. 


Gironzolando abbiamo scorto solo due vecchietti e qualche gallina. Una casetta aveva gli infissi socchiusi e sulla porta c'erano le chiavi attaccate alla serratura. La mia compagna mi ha chiesto: "Verresti a viverci qui? E poi scriveresti tutte quelle notizie catastrofiste sul Giornaletto?" Ed io ho risposto che se fossi stato lì a vivere avrei cambiato genere ed avrei scritto solo poesie sulla bellezza del luogo. Al ritorno ci siamo fermati a Rocca Malatina per acquistare qualche nido di pasta all'uovo ed un pacchetto di biscotti caserecci, poi pian piano siamo scesi verso il fumoso e confuso mondo della vecchia/nuova Emilia, quella che oggi tutti conosciamo. 

I sogni durano sempre poco!

Paolo D'Arpini

1 commento:

  1. Bello!!! Un quadretto meraviglioso... un po' ve l'ho invidiato mentre leggevo, ma in fondo l'invidia non mi serve, perché momenti come questo li vivo anch'io sul mio Appennino ligure-emiliano-piemontese. Luoghi magici, dove il tempo si è fermato e dove ci si sente a casa...Grazie carissimi!

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