sabato 9 agosto 2014

Alberi nella storia remota e recente di Spilamberto




Spilamberto non ha alberi monumentali, quelli di via
Rimembranze/Quartieri sono i più vecchi, un tempo avevano compagnia
perchè da foto d'epoca si vede la piazza senza il municipio
alberata,anche via Vischi lo era fino all'abbattimento delle mure e
costruzione delle villette in via Quartieri.Siamo un borgo medievale
di circa 2000 anime, forse meno,quella civiltà non curava tanto il
superfluo,costruito e lastricato con ghiaia, sabbia e sassi del
Panaro,in cotto solo gli edifici pubblici,il cardo e il decumano per
il transito,il commercio e luogo di ritrovo,il resto erano abitazioni,
botteghe artigiane,ricoveri per attrezzi e animali,magazzini.C'erano
dei cortili e spazi fra le case,per future abitazioni,nel frattempo
adibiti ad orto per integrare le scarse risorse alimentari,qualche
albero da frutto e tralcio di vite.L'eco di questi spazi si trovano
ancora nelle vie del centro,con immaginazione e spirito di
osservazione. Dove possiamo vedere come "eravamo" è un altro
borgo,Monteriggioni,rimasto immutato,costruito nel 1213/14,come noi
border-line,conosciuto da Dante: "...come sulla cerchia
tonda, Monteriggion' di torri si corona..." (inferno 31°). Unica
differenza le 2 chiese, qui a misura di paese perché non in
competizione.I primi giardini,dopo quelli mitici dell'antichità,sono
degli Arabi di Spagna,1000 anni fa,rappresentazione/idealizzazione del
Paradiso musulmano,con giochi d'acqua,percorsi,spazi per il riposo,la
conversazione,la meditazione,la preghiera tanti alberi di agrumi e
melograni,un sistema di illuminazione! Chi ha visitato l'Alhambra di
Granada ne può avere un'idea "non vi è pena maggiore che essere cieco
a Granada!" (Garcia Lorca). La cultura occidentale,nel rinascimento e
anche dopo,ha giardini all'"italiana" o all'"inglese", parchi per lo
svago o la caccia sempre in dimore aristocratiche.Un primo cambiamento
è a fine 18° secolo con la nascita della botanica e delle scienze
naturaliste, con l'osservazione e l'introduzione di nuove specie,una
curiosità:fra 1700 e 1800 due Spilambertesi saranno docenti di
botanica all'università di Modena, Enrico Maria Savani, (dove sono
nato),e Giovanni Fabriani (non quello della via). Ma l'impulso decisivo
all'uso degli alberi come complemento di un paesaggio è dato
dall'introduzione nel corso di architettura,19° secolo,di questa
materia.In poco tempo,con la nascita di parchi,ville,spazi
pubblici,nuovi viali,città e paesi che uscivano dallo spazio
medievale,residenze private,questa estrosa categoria di creativi si è
sbizzarrita nel provare il nuovo,creazioni a filari, casuali, a
gruppo, boschetti, scenografie, prospettive,ecc. Oggi Spilamberto è un
paese con viali e spazi di verde,al di là del colore politico, le
amministrazioni del dopoguerra ne hanno fatto il paese più verde del
comprensorio, nella regione più verde d'Italia. Non abbiamo monumenti
vegetali, ma qualche chicca si, se vi capita di andare al
1°maggio, andate nel campetto di allenamento, in maggio è un'esperienza
surreale giocare in 20 cm. di bambagia, guardate i pioppi, hanno foglie
sottili come seta, un lato verde l'altro argento, con la minima brezza
l'effetto è di uno stroboscopio che suona e canta, provate.Sempre al
1° maggio, presso gli spogliatoi, c'è un imponente "cercis siliquastrum"
o albero di Giuda, secondo una tradizione apocrifa l'Iscariota si
sarebbe impiccato a questo albero, andateci all'inizio della
primavera, prima delle nuove foglie fiorisce, è uno spettacolo
mozzafiato! Un altro cercis l'ho visto a S.Vito, privato, 2 si trovano a
Ponte Guerro, proprio di fronte alla trattoria, non perdeteli a
primavera, ma attenti alla curva! Ho scritto un romanzo e volevo
parlare degli alberi monumento in Italia e nel mondo, di quelli
millenari,dei giardini giapponesi, sapete che uno si trova a
Spilamberto? Vabbe', la prossima puntata.....


Paolo Parmeggiani

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