Spilamberto, Viale delle Rimembranze con i Ginkgo - Foto storica
Viale Rimembranze.... forse non è il viale più bello di Spilamberto e i suoi alberi non sono i più belli del mondo, ma il tutto a me piace e cerco di raccontarlo.Finita la 1^ guerra mondiale,per ampliare l'area urbana furono abbattute le mura,nel corso di pochi anni,1930 circa, fu edificato la "casa del fascio", ora caserma dei carabinieri, il municipio, il campo di via Tacchini.
Chiuso il fossato presso la torre, viale Rimembranze divenne circonvallazione, con tanto di sfilata del regime venne una figura importante ma non ricordo chi, nel libro"l'an n'era mènga giòsta"di F.Borghi c'è una foto con Umberto di Savoia, ma è del '38, si vedono gli alberi di 4/5 metri quindi è posteriore.La via fu intitolata a un fratello del duce con tanto di targa, ma il giorno dopo,con spirito e coraggio vi fu aggiunto a vernice:..E VIA ANK SOO FRADEL.IL viale, partendo dal Torrione,è alberato solo a sinistra, perché sull'altro lato scorreva il canale Diamante,interrato attorno al 60 con l'apertura del cantiere della scuola Marconi, il canale poi riappariva fra il campo e il frigo di Graziosi dove fu interrato anni dopo.
La messa a dimora delle piante dovrebbe essere in contemporanea all'apertura del viale perchè, come detto,nella foto del 38 sono ben visibili. Il Ginkgo (o gingko-ginko-ginco) ha una storia tutta sua, albero unico e straordinario,presente su larga parte del pianeta oltre 200 milioni di anni fa,si pensava estinto,conosciuto fin dall'antichità per i numerosi resti fossili. Ritrovato intorno al 1730 presso templi buddisti in Giappone e Cina, coltivato insieme ai piccoli arbusti della pianta del thè (carmona macrophilla), considerato sacro per le proprietà terapeutiche,sia dalla medicina tradizionale cinese che da quella ayurvedica (sono state trovate ricette in antichi manoscritti), è inoltre venerato come simbolo di lunga vita, un po' come l'ulivo nella cultura occidentale.
Anche il suo aspetto è una cosa unica, il tronco è liscio e marrone in età giovanile, poi forma una corteccia fessurata e d'argento da adulto,non ha rami simmetrici,a volte il primo spunta abbastanza vicino al suolo,altre a 5 e più metri,alcuni sono inclinati rispetto al tronco di 80/90 gradi altri di 50 e anche meno, col tempo viene accentuata quest'ultima caratteristica,cosi che, spesso,gli esemplari più vecchi hanno una forma a "fiamma"con rami paralleli al tronco.Le foglie sono a forma di ventaglio,con 2 lobi più o meno accentuati e una striatura a "pettine"finissima,non produce fiori né frutti,quelli che appaiono fra i 30 e 40 anni e solo sui soggetti "femmina"sono i semi avvolti in un guscio a sua volta protetto da un involucro carnoso,il tutto in autunno assume un colore giallo-oro per poi cadere repentinamente a formare un tappeto.
Ma la cosa più originale del ginkgo, a mio avviso, è il "carattere", prendiamo altri alberi presenti a Spilamberto: tigli,aceri,abeti ecc.a parità di età e locazione sono molto simili,ora guardiamo i Nostri,da viale Rim. a, (dopo la curva), via Quartieri, sembrano progettati da un architetto impazzito,sono diversissimi!IL nome, si entra nella leggenda e può far sorridere: dall'antichità (
E il Gingko? si tratterebbe di un errore di trascrizione fatto da un botanico tedesco dal giapponese,che a sua volta prende dal cinese e sarebbe:"albicocco d'oro" o "albicocco d'argento",o anche "piede d'anatra"(?).Linneo conferma questo errore e completa con "bis-lobus",(2 lobi),fatto:Gingko Biloba! Altri botanici aggiungono sinonimi:Salisburia Adiantifolia, (Smith,1797), come riportato da Federico B., e Pterophyllus Salisburiensis (Nelson,1866), in Europa viene definito volgarmente anche "albero di Capelvenere".Si rischia il mal di testa,ma è cosi,questa è una scienza "in divenire",si trova una nuova specie?Si riclassifica la famiglia,ogni 4 anni c'è un congresso in cui stuoli di eruditi,dopo dotte disquisizioni,fanno questo (in latino).Io l'ho vissuto,da 30 anni ho un acquario tropicale,il mio riferimento è "pesci e acquario,edizioni Paoline,1979",di recente ho scoperto un cambio di nome perché un tale,in un ruscello in Amazzonia ha fatto un ritrovamento e scritto una nuova storia.
Torniamo al Gingko:il primo esemplare importato in Europa dagli inglesi verso la metà del 1700 se lo è aggiudicato Parigi, l'università,e doveva essere una bella cifra per quei tempi se è diventato un nuovo nome per il nostro:albero dei 40 scudi.Le università italiane sono in prima fila con esemplari documentati e tuttora esistenti:Padova(1750), Milano (Brera,1775), Pisa(1787),Parma(1791),Pavia.
Alcune curiosità e peculiarità:albero a lenta crescita e robustissimo,si dice che sopporti temperature da -35 a +40,immune a funghi, parassiti, insetti, l'
Sembra non soffrire l'inquinamento urbano, infatti è presente in molte città, a Firenze (Cascine),si trova un bellissimo viale,qui da noi ne ho visti in villette di Castelnuovo, ebbene si, anche gli alberi possono seguire una "moda", come le magnolie e gli abeti in Fondo Bosco negli anni 60/70. Un certo numero si trova in via Belvedere, dall'Inalca verso Castelvetro, sono molto giovani e in autunno fanno uno splendido mix di colore con i filari di vite alle spalle.Sulla longevità non si sa molto, a Tokyo, (il cui simbolo è una foglia....indovinato, Ginkgo!),
Ora che interessa l'industria chimico-farmaceutica il Ginkgo non è a rischio estinzione, vi sono vivai in Giappone, Cina,Corea e U.S.A., pochi decenni fa, in un angolo remoto della Cina nord orientale sarebbe stato ritrovato allo stato selvatico, ma un'altra corrente di pensiero li ritiene frutto del lavoro dei monaci buddisti da millenni, a un prossimo congresso dei botanici la sentenza.Tutto sto romanzo (chiedo scusa), spero serva, poco poco, perché impariamo a guardare con occhio diverso cose che ci sono da tanto e a cui passiamo di fianco senza notarle
.............hasta Ginkgo Biloba, siempre!
Paolo Parmeggiani
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