martedì 20 maggio 2014

Per una Polizia diversa, più umana e gentile




Le vicende delle ultime settimane, come degli ultimi anni, ci hanno mostrato una polizia violentache percuote fino al sangue e che non di rado uccide: a colpi di pistola, a furia di botte. E che poi viene assolta o non adeguatamente punita.

Ritornano i nomi dei morti di polizia: Aldrovandi, Giuseppe Uva, Cucchi, Ferrulli, Magherini.

Nelle manifestazioni, che certo possono degenerare, dovrebbero essere proibite sia le armisia i bastoni: basterebbero degli sfollagente di gomma.
Ma è essenzialmente la personalità del poliziotto che deve mutare, perciò la sua formazione morale, che ora è carente.

I cui punti fondamentali sono:
il rispetto del cittadino, della sua dignità e diritto di persona umana;
un profondo rispetto che non deve venire mai meno; anche quando il cittadino si fa violento, sprezzante, criminale. Il rispetto della persona nel crimine stesso;

uno spirito di servizio della comunità che non deve mai diventare alterigia, presunzione, arroganza;

la capacità di resistere alla violenza e di eliderla senza diventare violenti; considerandola una debolezza cui contrapporre uno spirito fermo e forte.

È una forma mentis e un habitus che l’agente deve acquisire attraverso un periodo adeguato di formazione, che ora forse manca. Una formazione tecnica certo, ma soprattutto una formazione umana, morale, sociale, che prepari l’agente di polizia al suo importante compito.
In questo senso dev’essere riformata la scuola di polizia.

  
                                                                                             Prof. Arrigo Colombo

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