venerdì 13 dicembre 2013

Ecologia sociale - Spilamberto che vorrei (2).... di Caterina Regazzi


Spilamberto - Vecchietti che puliscono le strade

Devo iniziare dicendo che  conosco poco la situazione delle problematiche sociali nel nostro paese, posso solo dire quali sono le mie impressioni e sensazioni. 


Credo che la situazione economica di recessione si stia facendo sentire anche qui. Dopo un boom economico di qualche decennio fa che fu la molla per determinare un notevole flusso migratorio sia dal sud Italia, prima, che da paesi fuori dalla CEE, poi, ora ci troviamo in un momento di stallo. L'edilizia credo sia ferma, l'agricoltura continua ancora (si deve pur mangiare), certo che certe produzioni legate soprattutto all'allevamento intensivo, se non trovano sbocchi all'estero, fanno fatica a reggere. Molti lavoratori di questo settore (zootecnia), subiscono la chiusura degli allevamenti e devono trovare un nuovo impiego. A volte si dice che gli stranieri sono una ricchezza per il nostro paese. So di non sembrare "politicamente corretta" nell'affermazione che farò, ma secondo me non è corretto che un'economia si debba basare sulla manodopera straniera; se si vuole continuare a mangiare il prosciutto (ma anche la carne, il latte, i pomodori, ecc.) bisognerebbe che chi lo mangia fosse disposto a lavorare per produrlo e non dover dipendere per lo svolgimento delle mansioni più umili, faticose, sporche, da personale che, per la disperazione e la mancanza di competenze più "elevate" si assoggetta a questo ed altro.... fino a quando il lavoro c'è. 

Perché comunque, essendo il costo del lavoro sproporzionato, chi, in questo settore  deve ricorrere a personale dipendente, vede ridursi i margini di guadagno, fino ad arrivare, a volte, al collasso. Il guadagno, quindi, infine, anche in termini sociali, è molto relativo.Magari c'è o c'è stato nell'immediato, ma a lungo termine questo sistema, implode su sè stesso, con la necessità che subentra, di assistenza a tutti questi disoccupati di ritorno o sottoccupati, italiani e stranieri. Il malcontento serpeggia tra i locali: gli stranieri avendo redditi bassi, sono i primi nelle graduatorie per l'assegnazione di case popolari, ricevono sgravi e sussidi di vario tipo (esenzione dalle tasse scolastiche, dai ticket sanitari, ecc.) con un costo notevole per la collettività. 

Ma si sa, dobbiamo essere solidali con chi sta peggio di noi. Solo, secondo me, bisogna essere lungimiranti e tenere presenti queste dinamiche, a lungo termine. Certo, il Comune, in questa situazione, può fare poco. I flussi migratori sono quelli che sono ed il Comune si ritrova con un carico di bisogni da soddisfare.

Ci sono poi i settori degli anziani, dei disagiati, di chi comunque ha una qualche necessità di assistenza. Mi pare che qui a Spilamberto operino delle associazioni molto valide, come l'Auser e la Banca del Tempo. Credo e spero che a livello comunale ci sia un buon rapporto di collaborazione con loro, di ascolto delle necessità, che non possono essere misconosciute. Anche i servizi sociali del Comune (?) spero siano adeguatamente "attrezzati" in personale e materiale. Con l'aumentare dell'età media della popolazione che secondo me non è accompagnata da un altrettanto elevato stato di benessere fisico, mentale e spirituale (si, anche questo!), le necessità di assistenza, non basate solo sul volontariato e sulla disponibilità del buon vicinato, sicuramente aumentano e necessitano di avere risposte. 

Non conosco se ci sono programmi volti al coinvolgimento degli anziani in lavori socialmente utili, ma credo, da quel che vedo, proprio di si (pedibus, manutenzione del verde pubblico, piantumazione di aiuole, sfalcio dei prati, accompagnamento delle persone impossibilitare a muoversi a fare visite, ecc. ecc.).Secondo me potrebbe essere ancor più valorizzato questo patrimonio di cultura e conoscenze organizzando anche piccoli gruppi di cucina, cucito, lavoro a maglia, piccolo artigianato, piccolo giardinaggio - ad esempio trovarsi in primavera a fare dei semenzai - , testimonianze e racconti sul passato... ma forse almeno in parte, queste cose vengono già fatte, Potrebbero diventare delle prassi consolidate e permanenti. 

Per esempio, il Comune potrebbe trovare un luogo, possibilmente nel centro storico, da affidare ad una di queste associazioni, dove andare senza particolari appuntamenti, a prendere un thè, mangiare una fetta di torta, farsi aiutare in un lavoro a maglia o nella riparazione di una lampada, imparare a fare la sfoglia o il pane, o altro. 

Come avevo già accennato precedentemente, siccome spesso si nota in giro per il paese un incremento dell'abbandono di rifiuti, quali lattine, bottigliette, cartacce, etc. etc. sarebbe anche utile organizzare un servizio di sorveglianza e promozione di educazione civica, magari sempre a cura degli anziani più sensibili su questi temi, che durante le ore "critiche", di apertura e chiusura scuole e nelle ore pomeridiane in cui i giardinetti si riempiono di persone, si facciano carico di indirizzare  le persone verso un corretto uso dei luoghi pubblici e verso un approfondimento di coscienza ambientale. 

Forse queste associazioni potrebbero accogliere, con il sostegno dei servizi sociali del comune o del SEERT, anche persone con problemi di disagio di vario tipo, previa valutazione di personale sanitario competente. Ma forse tali programmi già sono in essere (a questo proposito forse sono io che sono poco attenta o forse l'informazione potrebbe essere migliorata).




Caterina Regazzi

Cittadina spilambertese

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