mercoledì 29 maggio 2013
Belo Monte... Le donne indios dicono no alla diga che devasterà il loro habitat naturale
Abbiamo il dovere di parlare di loro.” Circa 150 indigeni brasiliani appartenenti a varie etnie sono tornati a bloccare il principale cantiere della mega-diga Belo Monte a Vitoria do Xingu, nella regione sud-est dello Stato amazzonico del Parà.
Gli indios avevano condotto un’identica forma di protesta anche il 2 maggio scorso, rimanendo nel locale per otto giorni consecutivi.
Come nelle precedenti occasioni, il gruppo rivendica il diritto di essere consultati in anticipo sui rischi ambientali.Nelle intenzioni della protesta innanzitutto l’essere consultati preventivamente per valutare l’impatto ambientale di un simile progetto, che certamente si ripercuote sulle secolari abitudini di vita e sul sostentamento delle varie tribù autoctone.
Una volta costruita, la diga di Belo Monte sarà la terza al mondo per dimensioni, dopo quella delle Tre Gole in Cina e di Itaipù, alla frontiera tra Brasile e Paraguay.”
Avevano promesso a dicembre del 2012: «Nel 2013 abbiamo il dovere di evitare il disastro di Belo Monte», sono i lavori di sbarramento del fiume Xingu per la costruzione della diga di Belo Monte in Brasile.
“Il consorzio Norte Energia (NESA) ha iniziato a costruire dighe temporanee sul fiume Xingu, per drenare le aree di costruzione della diga definitiva, e deviando l’80 per cento del flusso del fiume Xingu, la diga Belo Monte distruggerà le case e l’ambiente di 40.000 persone che saranno costrette ad abbandonare case e campi, e sommergerà anche oltre 40.000 ettari di foresta pluviale distruggendo forme animali e vegetali.”Poco più avanti riporterò l’ intero articolo per la ricchezza esplicativa del suo contenuto. Perchè la foto di una donna indigena all’inizio? Antonia Melo, coordinatrice del movimento Xingu Vivo aveva dichiarato: “Continueremo ad opporci a questa mostruosità e a denunciare di fronte all’opinione pubblica brasiliana e al mondo intero questa distruzione indiscriminata del Rio delle Amazzoni che danneggerà tutti noi: togliere il fiume è di togliere la vita della sua gente, perché l’acqua è vita”.
Contro la presidente Dilma Roussef: “l’approvazione e i lavori della diga Belo Monte sul fiume Xingu, causerà non solo la distruzione di 40.000 indios e dell’ecosistema locale, ma anche dell’intero pianeta. Questa diga è la prima di un’intera serie di altre grandi dighe, strade e infrastrutture che devasteranno la regione amazzonica. E quel che più ci indigna è che una simile decisione sia stata presa proprio da una presidente donna, dal passato di combattente vicina agli ultimi: contro il tradimento di questa donna reclamiamo una sollevazione femminile planetaria.
Noi, donne della Terra, le chiediamo un passo indietro, senza il quale lei, con il suo mandato, sarà sempre ricordata per aver tradito il proprio paese, la povera gente, la madre terra con tutte le sue creature, e tutto il genere femminile che in lei confidava”.
So che vi sembrerà molto lontano tutto ciò e la loro lotta ma io la trovo preziosa e straordinariamente grande, nel pensiero e nella pratica. Di esempi così, ne abbiamo tanto bisogno.
Doriana Goracci
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