sabato 23 marzo 2013

Come la produzione energetica nucleare in Francia ruba posti di lavoro in Italia



Il nucleare francese esiste da decenni purtroppo, mentre i repowering e le nuove centrali di A2A sono di quest'ultimo decennio. Perché sono stati fatti? 

Perché le multiutilities hanno installato 24.000 MW negli ultimi 15 anni? questa è la scelta folle e errata che si deve contestare, non il piano nucleare francese. Si sapeva da anni che l'energia elettrica nucleare francese era meno costosa, ed è per questo che la importano e va bene a tutti.
Quindi si tratta di scelte industriali sbagliate che ora fanno pagare ai lavoratori e ai programmi nazionali a favore delle rinnovabili decentrate. Bisogna chiedere le dimissioni dei dirigenti di A2A. Vanno licenziati!

Le centrali nominate sono termoelettriche, non idroelettriche. Sono centrali che arrivano anche a 1700 MW l'una installati, quindi impianti enormi con grande impatto sul territorio locale, che purtroppo è la pianura padana. 
Qualche anno fa siamo andati a incontrare il direttore generale Rossetti con Ruzzenenti e altri, e gli abbiamo proposto di investire sulla coibentazione di edifici e con le rinnovaibli decentrate di piccola scala. Gli abbiamo proposto di rivedere la loro politica energetica e di diventare società di servizi energetici (ESCO) La risposta è stata: non siamo serramentisti!

Nel giro di qualche anno la loro politica va in collisione con la crisi e con la produzione delle rinnovabili di piccola scala. L'errore madornale l'hanno fatto loro, e la prima cosa che gli si deve chiedere è di diventare ESCO e smetterla di investire nella produzione.

Massimo Cerani



Articolo collegato  di Alfonso Navarra - vicepresidente Associazione Energia Felice
Comitato attuare la volontà del referendum antinucleare (cell. 340-0878893)

Turbigo, Cassano, Sermide e Tusciano sono le centrali idroelettriche in capo ad A2A che rischiano la chiusura (vedi articolo stampa sotto de "Il Giorno sotto riportato): l'energia elettrica comprata dalla Francia (nucleare)è, truffaldinamente, meno cara (non si calcolano le esternalità ambientali e sociali). Circa 400 posti di lavoro sono in gioco.

(Sugli approvvigionamenti elettrici di A2A dalla Francia vedi, ad es., depliant societario rinvenibile alla URL:http://www.a2aenergia.eu/home/export/sites/default/a2aenergia/grandiclienti/documenti_grandi_clienti/a2a_brochure_grandi_clienti.pdf , che è interessante perché riporta molte notizie e anche la mappa dei siti produttivi in Italia).

La Francia è costretta a svendere il suo surplus di notte e noi - italiani furbastri, non furbi - approfittiamo contribuendo al rischio nucleare che non ci risparmierebbe. Un sistema basato sul nucleare è, infatti, molto rigido, le centrali nucleari non sono molto modulabili, la Francia deve quindi avere una potenza di base capace di coprire i picchi delle variazioni giornaliere della domanda, per cui quando questa è minima produce energia elettrica in eccesso, che è costretta, appunto, a vendere a prezzi stracciati (ma per picchi eccezionali della domanda deve comprare energia, molto cara: per affrontare le ondate di freddo in inverno, ad esempio, importa energia dalla Germania).

In questo momento però esiste - se guardiamo la questione con un approccio più generale - una crisi di sovraproduzione di tutto il settore elettrico e qui si parla di 4.000 posti in esubero, secondo quanto riferisce, ad esempio, Luca Pagni su Repubblica - come si riporta sotto.

In merito alla vicenda occupazionale A2A il sindacato di base USB - che denuncia l'importazione elettrica dalla Francia ("con ogni probabilità nucleare visto che questo Paese produce la sua elettricità all'80% da fonte nucleare") sta partecipando ai Tavoli di trattativa con l'azienda ed ha in programma l'organizzazione di una conferenza stampa, probabilmente giovedi prossimo (ma ancora la decisione definitiva non è stata presa).
Ieri c'è stato in incontro A2A-Sindacati ed un comunicato della UGL, riportato oggi dalla Reuters, lamenta che l'azienda non starebbe recedendo dal suo piano di esuberi.

"Purtroppo, nel nuovo incontro con A2A sul piano di riorganizzazione della rete, non è stato fatto nessun passo indietro sui 200 esuberi annunciati dall'azienda, a cui si sommano altri 150 per il progetto di integrazione con Edipower, di cui discuteremo invece la prossima settimana. Confermata anche la cig ordinaria per altri circa 300 dipendenti delle 4 centrali di Cassano d'Adda, Sermide, Turbigo e Chivasso", commenta nella nota Luigi Ulgiati, segretario nazionale di Ugl chimici.
Per quanto riguarda le posizioni del C.A.V.R.A., che ribadisco, è noto che noi condividiamo la linea della ripubblicizazione di A2A per lanciare il modello "rinnovabile" che dovrebbe non solo garantire, ma sicuramente moltiplicare l'occupazione.

Questa linea dovrebbe passare per lo scorporo di A2A nelle originarie AEM di Milano e ASM di Brescia: le municipalizzate locali sono il veicolo indispensabile per una politica partecipata che ci traghetterà nella "rivoluzione energetica", quella che, scusate il gergo usato per ragioni di brevità, necessita alla "rivoluzione economica" della conversione ecologica post-crescita.
Per contattare i lavoratori A2A telefonare alla USB di Milano (tel. 02-683091) e chiedere di Sandro Sartorio.

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