giovedì 21 febbraio 2013

Ernst von Freybergm nuovo presidente dello IOR, non piace ai preti pacifisti



“Ci ha stupito e ci rammarica la decisione di affidare la nuova presidenza 
dello IOR all’avvocato Ernst von Freyberg, presidente della Voss 
Schiffswerft und Maschinenfabrik una società di Amburgo attiva nella 
cantieristica navale civile e militare”. Lo affermano p. Efrem Tresoldi 
(direttore di Nigrizia), p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) e p. 
Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di pace), le tre riviste promotrici 

della Campagna di pressione alle “banche armate” che dal 2000 svolge un 
attento monitoraggio delle operazioni di finanziamento e di sostegno al 
commercio di armamenti da parte degli istituti di credito.

“La scelta di nominare al vertice dell’Istituto per le Opere di Religione 
(IOR) il presidente di un’azienda produttrice di navi anche militari, ci 
appare lontana da quanto affermato da Benedetto XVI nel suo primo 
messaggio per la Giornata mondiale della pace (1 gennaio 2006) in cui 
evidenziava «con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese 
militari e del sempre prospero commercio delle armi, mentre ristagna nella 
palude di una quasi generale indifferenza il processo politico e giuridico 
messo in atto dalla Comunità Internazionale per rinsaldare il cammino del 
disarmo»” – notano i direttori delle tre riviste.

“La nomina, dopo diversi mesi, del nuovo presidente dello IOR in un 
momento come questo nel quale papa Benedetto XVI ha pubblicamente 
annunciato la sua rinuncia al ministero petrino, ci appare come una 
pesante ipoteca per il suo successore: anche la conferma, in questo 
delicato momento, dell’incarico agli altri quattro membri del Consiglio di 
Sovrintendenza dello IOR, ci sembra inopportuna per favorire quel 
rinnovamento dell’Istituto per le Opere di Religione tanto auspicato da 
ampi settori del mondo cattolico e non solo”.

“Ci auguriamo inoltre che la Santa Sede decida di interrompere ogni legame 
con la Deutsche Bank Italia, l’istituto bancario che fino al recente 
blocco da parte della Banca d'Italia ha gestito il sistema bancomat 
all'interno del Vaticano. La Deutsche Bank, infatti, è l'istituto di 
credito che più di ogni altro ha offerto servizi alle industrie militari 
italiane per esportazioni di armamenti incassandone cospicui compensi di 
intermediazione: solo nell’ultimo quinquennio queste operazioni ammontano 
ad oltre 3 miliardi di euro che fanno di Deutsche Bank la banca più armata 
d’Italia. E va segnalato che, a differenza di tutte le banche italiane e 
di gran parte di quelle estere operative nel settore militare, Deutsche 
Bank non ha mai definito una direttiva rigorosa e trasparente riguardo ai 
servizi finanziari che offre alle industrie militari e alle esportazioni 
di armamenti”.

“Sentiamo oggi più che mai attuale, nel suo cinquantesimo anniversario, l’Enciclica 
Pacem in terris (11 aprile 1963) in cui papa Giovanni XXIII affermava che 
«giustizia, saggezza e umanità domandano che venga arrestata la corsa agli 
armamenti»” – conclude la nota dei tre direttori.

p. Efrem Tresoldi (Direttore di Nigrizia)
p. Mario Menin (Direttore di Missione Oggi)
p. Alex Zanotelli (Direttore di Mosaico di pace)

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