sabato 30 giugno 2012
Viterbo, la città dei papi... e dell'arsenico
In quest'antica citta' di Viterbo da anni ed anni la popolazione e'
avvelenata dall'arsenico presente nell'acqua che viene erogata nelle
case dai pubblici acquedotti, arsenico presente in quantita'
enormemente superiori al limite massimo ammesso dall'Unione Europea
(limite massimo che oltretutto e' il doppio di quello stabilito
dall'Organizzazione Mondiale della Sanita').
E la popolazione paga salate bollette per il veleno che riceve al posto dell'acqua potabile.
E poiche' il Comune si rifiuta ostinatamente di realizzare i
dearsenificatori necessari per restituire alla popolazione il diritto
all'acqua potabile - un diritto semplicemente vitale -, ebbene, chi
puo' compra l'acqua minerale, chi puo' si rifornisce ad alcune poche
fontanelle di acqua dichiarata dearsenificata, e chi non puo' si
avvelena. Si avvelena. E, ripetiamolo, si avvelena perche' le
istituzioni locali non realizzano i dearsenificatori necessari.
Si dira': forse il Comune non dispone di fondi. Ma il Comune da anni
annuncia e promuove progetti faraonici per grandi opere assai
discutibili o assolutamente folli; il Comune sostiene largamente
attivita' di ogni sorta tra futili e superflue (per non dir peggio);
il Comune sperpera senza ritegno il pubblico denaro. E la gestione del
servizio idrico e' scandalosamente affidata a un carrozzone - la
Talete spa - la cui abolizione sarebbe il primo dovere di una pubblica
amministrazione decente.
La verita' e' che i fondi per realizzare i dearsenificatori sarebbero
reperibili con una adeguata ricognizione del bilancio, con interventi
impegnativi persuasi e appropriati (e nei mesi scorsi abbiamo anche
formulato delle proposte operative al riguardo), con scelte di rigore
e trasparenza nitide e intransigenti orientate al pubblico bene, ai
bisogni primari di tutta la popolazione. Ma chi governa il Comune - e
non solo - resta sordo, dando flagrante prova di insipienza ed
irresponsabilita' (ed usiamo un eufemismo).
Cosi', tra clientes e circenses, l'avvelenamento continua, in
quest'antica citta' di Viterbo.
*
Lo ripetiamo una volta ancora - come facciamo ormai da due anni a
questa parte -:
a) le istituzioni locali devono prendere atto della drammatica realta'
e dire finalmente la triste verita' ai cittadini: ovvero che da anni
vengono avvelenati, che l'acqua che ricevono nelle case e per la quale
pagano salate bollette e' semplicemente avvelenata;
b) le istituzioni locali devono realizzare subito dearsenificatori
alla fonte impegnando per questo fondi del proprio bilancio, salvo
successivamente rivalersi sulla Regione Lazio e su altri eventuali
soggetti gestionali ed istituzionali inadempienti.
*
L'accesso all'acqua potabile e' un fondamentale dirittto umano.
Una pubblica amministrazione che non si impegna con tutte le sue
risorse per garantire alla popolazione l'accesso all'acqua potabile e'
semplicemente criminale.
Dearsenificare e rendere potabile l'acqua a Viterbo e' possibile e
necessario: occorre quindi farlo subito.
Cessi finalmente l'avvelenamento della popolazione.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i
diritti umani" di Viterbo
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di
Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it ,
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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