lunedì 4 giugno 2012

Giuseppe Turrisi, vecchi testamenti, nuovi vangeli, ideologie politiche, banche usuraie... il tutto condito in aria fritta...



Uno dei modi migliori per fare esegesi è quello di spiegare il messaggio biblico con la stessa Bibbia, cercando di collegare i vari passi per dare significato al "verbo" - "In principio era il verbo" (Genesi 1,1) per poi compiersi con "Io sono la via la verità e la vita" (Gv 14, 1-6).

Ma andiamo alla "economia evangelica" e agli insegnamenti del Nuovo Testamento e partiamo con un versetto forte ed emblematico: "A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha che ha" (Mt 13,12), Questa frase evangelica riporta un concetto che è molto difficile da comprendere a gli uomini di "poca fede" (materialisti), sopratutto in chi ravvisa nel messaggio evangelico la prima forma di "comunismo", scaturita dalla frase "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune". (Atti 4,32). Tale frase propone un "comunismo" strano anche perché, sapendo che i vangeli sono la continuazione della "parola di Dio" espressa dai profeti nel vecchio testamento e poi per la stessa bocca di "Gesu" con: "io sono la via la verità e la vita" (Gv 14 1-6) di fatto esprime un continuità logica, anche se questa logica spesso viene a mancare in quanto un "messaggio profetico" è sempre da interpretare e l'economia di Dio è diversa da quella umana. La continuazione logica però c'è tutta, sopratutto di un principio già contenuto nel vecchio testamento ossia del Pentateuco e particolarmente in un versetto del Deuteronomio (e non solo ma lo vedremo dopo): Dt 19, 23-25: "19 Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglia, nè cosa alcuna che si presta ad usura. 20 Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello; acciocchè il Signore Iddio tuo ti benedica in tutto ciò a che metterai la mano, nel paese nel quale tu entri per possederlo. Certo è che questi versetti impongono (o danno per scontato ) l'esistenza delle caste, fratello e straniero, una divisione, delle differenze, chi ha (ricco) e chi non ha (povero) nuovo testamento, e chi specula (usuario) da deve essere speculato (gentile) ne vecchio testamento.

Facciamo un inciso sul vangelo di Matteo, è il secondo più vecchio (dopo quello di Marco) datato tra il 70 ed il 100 ed è quello che risente di più l'influenza ebraica, per esempio nel rimarcare le usanze di "abluzione" o nel rimarcare le profezie ed il collegamento con il vecchio testamento. Perché mi interessa molto questo vangelo perché Matteo tra una serie di versetti ci tiene a fare sempre la differenza (che supera il principio di eguaglianza, Gesù stesso non era tenero con i deboli ricordiamo l'episodio del fico senza frutti che fece seccare immediatamente Mt, 21,20 ) infatti non contento del "a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha" (Mt 13,12) in continuazione logica con il Deuteronimo rincara la dose ripetendolo al capitolo 15 ,29 "Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha."

Come se non bastasse con una serie di versetti ci tiene a precisare le caste (principio di appartenenza e di separazione ed esclusione) tra cui: Ma egli, rispondendo, disse: "Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata sarà sradicata. (Mt- 15,13) (o sei del dio Cristiano-ebraico oppure niente da fare). A proposito della donna che chiede la guarigione della figlia ammalata Gesù per bocca di Matteo risponde (Mt. 15,24) "Ma egli, rispondendo, disse: "Io non sono stato mandato che alle "pecore" perdute della casa d'Israele", per la cronaca poi la guarisce per la sua insistenza, ma l'idea che passa, è che è una guarigione fatta per "elemosina" per insistenza ed ad un "altra casta" (inferiore), lontana dal "comunismo" degli atti degli apostoli (un'anima e solo cuore...). A tal proposito va detto che i libri in comune tra ebraismo e cristianesimo sono solo i primi cinque libri che nel cristianesimo vengono chiamati "Pentateuco" mentre nell'ebraismo "Torah" (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Ci sarà un motivo perché gli altri libri vengono riconosciuti solo dal cristianesimo (almeno nel'impianto dei testi di dottrina, poiché nella pratica è tutta una altra cosa), il motivo è che non bisogna arrivare al nuovo testamento (parola di Gesù ossia Vangeli + altri testi) per dire che: Levitico 25:36 "Non prendere da lui interesse, né usura; ma temi il tuo Dio e il tuo prossimo viva presso di te." Levitico 25:37 "Non gli presterai il tuo denaro a interesse, né gli darai i tuoi viveri per ricavarne un'usura." Salmi 15:5 " non dà il suo denaro a usura, né accetta regali a danno dell'innocente. Chi agisce così non sarà mai smosso. Proverbi 28:8 "Chi accresce i suoi beni con gli interessi e l'usura, li accumula per colui che ha pietà dei poveri." Ezechiele 18:8 "se non presta a interesse e non dà a usura, se allontana la sua mano dall'iniquità e giudica secondo verità fra uomo e uomo. Ezechiele 18:8 "se non presta a interesse e non dà a usura, se allontana la sua mano dall'iniquità e giudica secondo verità fra uomo e uomo. Ezechiele 18:13 "presta a interesse e dà a usura, questo figlio vivrà forse? No, non vivrà! Egli ha commesso tutte queste abominazioni, e sarà certamente messo a morte; il suo sangue ricadrà su di lui. Ezechiele 18:17 non fa pesare la mano sul povero, non prende interesse né usura, osserva le mie prescrizioni e segue le mie leggi, questo figlio non morrà per l'iniquità del padre; egli certamente vivrà. Ezechiele 22:12 " In te si prendono regali per spargere il sangue; tu prendi interessi, dai ad usura, trai guadagno dal prossimo con la violenza, e dimentichi me", dice il Signore, DIO.

Premesso che tutti questi versetti sono scritti su libri successivi (fuori) alla "Torah" ad eccezione del Levitico e che ogni versetto di questi riportati, meriterebbe una esegesi e riflessione approfondita, e che per rispetto di studio, non si possono estrapolare dal contesto in cui sono stati scritti per forzarne un significato, dobbiamo comunque fare una riflessione forte sulla forte differenza con il Deuteronomio (Dt. 23:19-25 ) che "impone l'usura al gentile" ed il divieto posto nei libri successivi. Chiudiamo con una nota di vero "socialismo" sempre in Mt 20, 1-16 Nella splendida parabola degli operai della "vigna" ("vigna" vista come stato di Israele già in Isaia, 5 1-7), che vengono chiamati a lavorare (assunzione con regolare contratto) alle diverse ore del giorno (tempo pieno e part-time) ma alla fine della giornata vengono pagati tutti alla stessa maniera (remunerazione) in quanto uomini con la stessa dignità e non in senso meritocratico o di quanto avevano prodotto, anche se con la lamentela dei primi (sindacalisti della prima ora) che avendo lavorato molto di più nonostante avessero preso accordi sul pagamento mugugnavano. Nasceva la "meritocrazia" e allo stesso tempo il socialismo, ma per la "stupidità umana" erano forse già fallite sul nascere entrambi?

Il "padrone" (stato) era uscito a tutte le ore per dare la piena occupazione (oggi si direbbe politica keynesiana, ma il Maynard nascerà molti anni più tardi) contro la logica del profitto (margine) pagandoli "ugualmente" e per far si che tutti avessero un uguale "redito" (minimo garantito". L'economia di Dio è certamente diversa dell'economia umana, e probabilmente anche da quello che la chiesa cerca di professare. In ogni caso oggi siamo lontanissimi e lo possiamo dire con certezza, dall'economia del pareggio di bilancio, della meritocrazia, della logica del "margine ad ogni costo", per produrre denaro da dare al "sistema bancario usuraio" di una casta eletta di stampo "deuteronomiano" a danno degli "stranieri".

La lingua ufficiale della chiesa è il latino quindi sa perfettamente che dire "interesse" e dire "usura" è la stessa cosa (fenus, -ŏris). Quindi anche chi applica l'interesse è in peccato. La chiesa cristiana tace, oppure parla sottovoce a tal punto che non si sentono nemmeno tra di loro. A mio avviso c'è come una riflessione ed un travaglio interno quasi a sconfessare il nuovo testamento da parte della stessa Chiesa che si sia ritirata anch'essa, non tanto nelle prediche, ma nei fatti al solo "Pentateuco", non si vede una battaglia convinta (salvo alcuni preti di frontiera a cui va tutto il nostro onore e stima) contro l'usura (interesse). Non Basta fare encicliche come la "Rerum Novarum" e "Sollicitudo Rei Socialis" se poi non ottengono un effetto nella cultura e nel comportamento dei cristiani. Quanti cristiani (quelli che battezzano il figli che si sposano in chiesa ecc) sono direttori di banca, di finanziarie, quanti giudici cristiani emettono condanne sugli usurati, quanti cristiani lavorano ad equitalia, quanti avvocati cristiani difendono le banche usuraie? Ultima citazione Matteo 23,27-28 (non la riporto ve la andate cercare).

Giuseppe Turrisi

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