venerdì 27 aprile 2012

28 Aprile 2012 - Giornata Mondiale Vittime Amianto (comunicato di Medicina Democratica)

Cemeterio La Loma - Foto di Gustavo Piccinini

28 Aprile 2012 - Giornata Mondiale Vittime Amianto - l’estrazione e la
lavorazione dell’amianto deve essere messo al bando in tutte le nazioni - il
diritto alla salute non può essere subordinato ad esigenze di bilancio. Le
future generazioni di lavoratori e di cittadini non debbono continuare a
vivere questa tragedia.

Medicina Democratica sostiene ed esprimere la solidarietà a chi è stato così
duramente colpito: operai, familiari, cittadini, tutti coloro che hanno l’
unico "torto" di aver lavorato nelle fabbriche dove si produceva eternit con
fibre di amianto o di vivere nelle loro vicinanze.

Il 23 Settembre del 2005 al in occasione del Forum Mondiale sull’amianto
veniva indicata la data del 28 Aprile di ogni anno come giornata in cui
ricordare a livello mondiale l’enorme e per molti sconosciuto costo di vittime
e sofferenze legato a questa fibra omicida.

La sezione di Torino di Medicina Democratica nel ribadire il suo impegno nel
sostegno alle lotte che i cittadini sostengono per avere verità e giustizia
partecipa alla commemorazione ed al ricordo di tutte le vittime denunciando
una volta di più con forza che, benché dichiarato da più di 50 anni dalla comunità scientifica mondiale pericoloso i Paesi produttori come Cina, Canada, Brasile continuano ad esportare amianto verso un Terzo Mondo in cui tutele sanitarie e sociali sono in sostanza inesistenti e la popolazione non ha la benché minima conoscenza della pericolosità dei danni causati da questa fibra. che ancor oggi a livello planetario sono decine di milioni i lavoratori esposti ad amianto, milioni di persone che sono da aggiungersi a numeri ancor maggiori di chi è stato esposto in passato che nel mondo le morti asbesto correlate sono centinaia di migliaia e che
nella sola Europa nei prossimi tre quinquenni viene stimata in 500.000 il
numero delle vittime. Tutta l’enormità della tragedia legata all’amianto non è
in realtà correttamente quantificabile considerando il fatto che in molti dei
Paesi in cui la popolazione risulta tra le più esposte non esistono le
condizioni perché morti e malattie possano venir correlate all’amianto.

L’amianto investe pesantemente il futuro del nostro Paese: 1.000.000 sono
stati i lavoratori esposti; 32 milioni le tonnellate presenti (di cui 8 milioni
negli ambienti di lavoro), quasi 500 kg a testa!!! 11000 i nuovi casi di
mesotelioma attesi nei prossimi 10 anni, 4000 morti ogni anno da collegarsi a
questa fibra killer devono farci riflettere.

Medicina Democratica sezione di Torino sollecita, ancora una volta,
- le Istituzioni affinché, ciascuna per la sua competenza, operino realmente
un intervento in difesa dell’irrinunciabile diritto alla salute perché
l'amianto è da considerarsi, a tutti gli effetti, un'emergenza nazionale.
Occorre bonificare l’ambiente ed occorre, prima di tutto, affrontare in modo
adeguato i tanti drammi delle vittime e dei loro familiari.;
- tutti i soggetti istituzionali, sindacali, giuridici affinché si attuino
tutte le misure preventive e gli interventi per evitare le morti quotidiane dei
lavoratori (che non sono MORTI BIANCHE!!!, sono morti le cui cause sono
spessissimo ricostruibili e riconducibili a responsabilità precise);
- la Regione, affinché garantisca la piena operatività alla legge regionale
sull'amianto. Fare delle bonifiche ambientali è anche occasione di lavoro;
- chiede che si risolva concretamente l’enorme contenzioso aperto sulla questione dei benefici previdenziali, evitando discriminazioni per i lavoratori e le
lavoratrici, che hanno già dovuto subire un peggioramento della qualità della
vita e una riduzione dell’aspettativa di vita;
- del “Fondo per le vittime dell'amianto” ne possano usufruire TUTTE le
vittime, con particolare attenzione per quelle che fino ad oggi non hanno
beneficiato di alcun sostegno (a titolo d’esempio, coloro i quali hanno subito
un’esposizione ambientale, come le mogli che lavavano le tute da lavoro, o
coloro i quali abbiano subito un'esposizione lavorativa all’amianto all’estero
e una volta rimpatriati hanno contratto la patologia).

Renato Zanoli - renatozanoli@libero.it

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