sabato 31 marzo 2012

Restiamo Umani - Progetto di film ricavato dal libro di Vittorio Arrigoni



Ciao! Se non lo hai già fatto, ti invito a prenotare almeno 1 quota (10 euro) del progetto: "RESTIAMO UMANI - THE READING MOVIE" un film tratto dal libro "Restiamo umani" di Vittorio Arrigoni, il volontario ucciso nella Striscia di Gaza un anno fa.

II film verrà realizzato grazie al sito produzionidalbasso.com
e solo al raggiungimento delle quote previste.
Solo se verranno raggiunte le 4.500 quote (ne mancano poco più di 200), verrà confermato e ti verrà chiesto di versare la tua.
Se non si raggiungono le quote previste il finanziamento salta e di conseguenza anche il progetto.

Segui le istruzioni a questo link, cliccando su *SOSTIENI* (in alto a
sinistra): http://www.produzionidalbasso.com/pdb_753.html
Ci vogliono pochi minuti. Grazie!!
Bacio, Barbara

“Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che
apparteniamo tutti alla stessa famiglia, la famiglia umana” (Vittorio
Arrigoni).

*PRESENTAZIONE DEL PROGETTO*
Non stiamo facendo giornalismo, né informazione, né politica, non
facciamo commemorazioni, non siamo finanziati da nessuna organizzazione
né facciamo parte di alcun gruppo politico o religioso. Siamo degli
artisti che stanno producendo un’opera d’arte per dare voce alle parole
di Vittorio, che verrà tradotta e sottotitolata in più lingue e diffusa
gratuitamente a livello mondiale, al solo scopo “di rendere giustizia a
chi non ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per
ascoltare” (Vittorio Arrigoni), spezzando – con la potenza del
linguaggio artistico – l’assordante silenzio del cosiddetto mondo
civile. La sua testimonianza è stata scritta per il mondo intero, perchè
tutti sappiano cosa è accaduto e cosa continua ad accadere in Palestina,
cosí come agli altri popoli e persone che si trovano nelle stesse
identiche condizioni soffrendo lo stesso destino. Questa testimonianza
serve a trasformare chi la ascolti in ulteriori testimoni e noi ora
abbiamo il dovere di diffonderla; stiamo agendo per la conoscenza, per
l’annullamento di ogni individualismo di lotta e per unirci attorno a
un'unica meta: la diffusione della verità.

"Restiamo Umani – The Reading Movie" ha 19 capitoli per 19 lettori. Ogni
capitolo sará letto da personalità individuate per aver lavorato al
sostegno culturale e umano ed in particolare alla problematica
israelo-palestinese: *Tariq Ali, Huwaida Arraf, Massimo Arrigoni,
Mohamed Bakri, Oren Ben-Dor, Egidia Beretta Arrigoni, Hilarion Capucci,
Noam Chomsky, Mairead Corrigan-Maguire, Brian Eno, Norman Finkelstein,
Luisa Morgantini, Stéphane Hessel, Akiva Orr, Moni Ovadia, Ilan Pappé,
Desmond Tutu, Roger Waters, Rabbi David Weiss.*

"Restiamo Umani – The Reading Movie" verrà sottotitolato nelle seguenti
16 (o più) lingue: Italiano, Inglese, Spagnolo, Tedesco, Portoghese,
Francese, Rumeno, Greco, Norvegese, Svedese, Ebraico, Arabo, Cinese,
Giapponese, Farsi, Hindi-Urdu.

Il progetto è patrocinato da: Centro Palestinese per la Democrazia e la
Risoluzione del Conflitto (PCDCR), Centro Palestinese per i Diritti
Umani (PCHR), The Peace People, Le Monde Diplomatique, Institute of Arab
and Islamic Studies of Exeter University, Association
Belgo-Palestinienne, Fondazione Josè Saramago, Free Gaza Movement,
International Solidarity Movement (ISM), Freedom Flotilla, Dipartimento
di Scienze dei Linguaggi della Comunicazione e degli Studi Culturali
dell’Università di Bergamo, Accademia di Belle Arti di Brera.

venerdì 30 marzo 2012

Tuscania (Vt) - Comitato 3T: "Moderare l'impatto di impianti fotovoltaici ed eolici sul territorio..."

Fotovoltaico a terra

Tuscania - Tavolo tecnico energie rinnovabili

La delibera del Consiglio comunale n.22 del 17/5/2011, approvata a unanimità, stabilì di costituire un tavolo tecnico, con la partecipazione del Ministro per i beni e le attività culturali, della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, sul tema della localizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il Comitato per la Tutela del Territorio di Tuscania, su invito del Sindaco Massimo Natali, ha partecipato, con un proprio rappresentante, a questo tavolo tecnico organizzato a Tuscania il 29 marzo 2012

Nell’incontro il Sindaco Natali ha chiesto agli intervenuti di suggerire idonee azioni per moderare l’impatto degli impianti di produzione di energie fa fonti rinnovabili.

L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Viterbo, Paolo Equitani, ha assicurato che la Provincia di Viterbo, anche con le centrali di Torre Valdaliga e di Montalto di Castro, producono energia a servizio degli altri territori e che è stato raggiunto il limite di sostenibilità. Riferendo il caso di un comune limitrofo, ha fatto presente che le Amministrazioni comunali possono e devono gestire il proprio territorio per conseguire l’obiettivo prescelto anche utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione. L’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Mattei, interverrà il prossimo 4 aprile presso la Provincia di Viterbo ad un incontro sul tema degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.


Il quadro delle richieste di autorizzazione che riguardano il territorio del Comune di Tuscania, come riferito dal Comune e dalla Provincia, è il seguente:
-29 per impianti fotovoltaici per 158 MW di cui 99 autorizzati su una estensione di 190 ha dei quali 9 sono stati realizzati;
-2 per impianti eolici per complessivi 214 MW e 41 pale, di cui 28 nel limitrofo territorio di Tarquinia, in corso di Valutazione di Impatto Ambientale.
Altri impianti di produzione di energia sono l’impianto di compostaggio del Fontanile delle donne, per il quale è indetta l’11 aprile p.v. la conferenza di servizi, l’impianto a biomasse del Formicone, approvato e non ancora realizzato, la cartiera di Pian di Mola, alla quale è stata revocata l’autorizzazione.

I rappresentanti del Ministro per i beni e le attività culturali, della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo hanno illustrato gli elementi di criticità che incidono nel procedimento autorizzativo. E’ emerso che:
-la Regione Lazio non ha individuato le aree e i siti non idonei alla localizzazione degli impianti, come previsto dal punto 17 delle “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” contenute nel Decreto del 10.09.2010 del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per i beni e le attività culturali (http://www.autorita.energia.it/it/docs/riferimenti/20100910.htm);
-gli strumenti di tutela del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) non sono adeguati per tutelare il paesaggio del territorio di Tuscania e dei Comuni limitrofi (http://www.regione.lazio.it/rl_urbanistica/?vw=contenutiElenco&id=8 );
-Il Comune di Tuscania deve ancora aggiornare il proprio strumento urbanistico alla L.R. 22 Dicembre 1999, n. 38, Norme sul governo del territorio
http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/leggi_regionali.php.


Nel corso dell’incontro il rappresentante del Comitato 3T, considerando che il paesaggio agricolo, naturalistico e urbano è un valore su cui basare una economia basata sulla fruizione turistica e sui servizi di ospitalità diffusa, ha richiesto all’Amministrazione comunale di Tuscania di impegnarsi direttamente, anche con le necessarie istanze da rivolgere al Ministero per i beni e le attività culturali e alla Regione Lazio, per risolvere le citate criticità.


Paolo Gasparri

giovedì 29 marzo 2012

Leggi su commissione "delle parti interessate dei partiti"

Quali sono le proposte di legge più surreali presentate nel 2011? Come ogni anno, Silvio Boccalatte, fellow dell'Istituto Bruno Leoni, ne offre una rassegna nel Focus "Le proposte di legge più pazze del mondo: Edizione 2011" PDF:

http://info.brunoleoni.it/f/tr.aspx/?9:Ud-c=vqyrxxb4g:=wsvs4fk:=aema5muhph82kfg.e5h&x=pv&b--4b189mmif0:b3uF.&flmIBLtF.&fllwwwlBh3&1e1me-/i4&x=pv&NCLM

Per Boccalatte, "questa 'raccolta' è ovviamente compilata con spirito ironico, ma serve anche a rivelare un serio problema del nostro processo decisionale: l'incentivo per i parlamentari a presentare proposte di legge su temi di nicchia o a palese difesa di interessi precisi. Si capisce, alla luce del 'peggio', anche la più generale difficoltà dei nostri rappresentanti a liberalizzare, che molto spesso significa delegificare e deregolamentare, piuttosto che introdurre nuove norme".

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Da che mondo è mondo, il più forte prende il sopravvento sul più debole. Anche i nostri codici risentono di quest'ingiustizia, si può dire che essi siano anzi una collezione di leggi che, dando mostra di occuparsi di una sana necessità, s'appendono però quasi sempre verso i voleri di questo o quel potentato.

Non solo nel ventennio berlusconiano sono state emesse leggi ingiuste. L'uso di avallare leggi su richiesta è letteralmente storico ed ancora talmente diffuso che persino gli ordini professionali, al solo scopo di favorire gli affari dei propri iscritti, sono giunti a costringerci a mille dannose imposizioni.

Quella di soddisfare i voleri di una casta, cricca o lobby, quella di ratificare leggi che curano gli interessi di alcuni a scapito di tutti, è una vera e propria tradizione, che si manterrà fintanto che il potere e sapere collegato saranno resi inaccessibili alla popolazione, fintanto che i poteri ed i saperi della Funzione Pubblica rimarranno anch'essi prerogativa di una casta.

A nulla serve ricordare che leggi scritte in questo modo sono il prodotto di una corruzione e di conseguenza non andrebbero rispettate. Fintanto che della gente menefreghista, pur di tenersi stretto un posto di "lavoro" finto-pubblico, che non a caso fu concesso loro dal duce e dal re, occuperà la nostra amata res publica, l'iniquità la farà da padrona.

Danilo D'antonio

mercoledì 28 marzo 2012

Un nuovo libro per Viverealtrimenti.

E' appena uscito, con la Viverealtrimenti Editrice, I miei anni con Gesù, un vangelo psicosintetico, di Fabio Guidi.
Di seguito la quarta di copertina.
Il libro è in vendita sul sito di Viverealtrimenti.
Buona lettura!


Gli insegnamenti di Gesù il Nazareno ben si prestano ad illuminare la nostra ricerca esistenziale. Infatti, anche al di là della posizione di fede personale, Gesù non è stato solo un profeta d’Israele — o un guaritore carismatico — ma anche un grande maestro spirituale, capace di nascondere, dietro ingenui racconti allegorici rivolti alla gente semplice, delle verità profonde sulla natura dell’uomo e sul suo legame con la sorgente divina. Questo «vangelo psicosintetico» vuole rimanere strettamente legato alle fonti storiche in nostro possesso e, nel contempo, fornire delle suggestioni di una qualche utilità per il nostro cammino interiore.

Fabio Guidi è laureato in filosofia e diplomato in Scienze Religiose. Analista a indirizzo esistenziale e psicosintetico, negli ultimi anni si è particolarmente dedicato alla realizzazione, nel cuore della campagna pisana, di una Comunità di Psicosintesi, Hodos, impegnata nella ricerca e nella formazione in Psicosintesi Transpersonale (www.psicosintesi.org). Ha pubblicato, per le Edizioni Mediterranee, Iniziazione alla Psicosintesi, Conosci possiedi trasforma te stesso.

martedì 27 marzo 2012

Nuove cartiere significano consumo di foreste e degrado del territorio



Si chiama SACE, ed è una agenzia di credito all'esportazione. Cosa fa? Si assume in assicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane che investono all'estero.

Anni fa la SACE è rimasta coinvolta in un pasticciaccio miliardario di debiti e deforestazione. E ne è uscita male. Ora rischia di finire di nuovo in una storia simile. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma non i soldi nostri.

Ecco la storia: nel 2001 il gruppo cartario Asia Pulp & Paper si ritrovò con 13 miliardi di debito e l'incapacità di restituirlo, all'epoca il peggiore default asiatico. L'impresa era già conosciuta per le sue pratiche distruttive verso le foreste di Sumatra.

Forte di potenti agganci nel governo indonesiano e nella Indonesian Bank Restructuring Agency (IBRA), la APP è riuscita a rimandare il debito di oltre dieci anni, lasciandolo sul gobbo delle agenzie di credito all'esportazione di Italia, Germania, Austria, Canada, Spagna, Francia, Svezia, Giappone, Stati Uniti, Danimarca e Finlandia. Queste brave agenzie hanno così salvato il peggior gruppo cartario del mondo, permettendogli di continuare a distruggere le foreste dell'Indonesia, arrivando nel frattempo ad abbatterne ben due milioni di ettari.

Per azzittire le polemiche, il piano di ristrutturazione del debito conteneva però due clausole ambientali vincolanti: la APP dal 2007 avrebbe dovuto usare solo legno di piantagione per produrre la sua carta, e avrebbe comunque dovuto rispettare un alcune aree di foresta di alto valore di conservazione.

La coalizione ambientalista indonesiana Eyes on the Forest pubblica oggi un nuovo rapporto che dimostra carte alla mano che la APP non ha rispettato nessuna delle due condizioni, continua a utilizzare legno proveniente dalle foreste pluviali e ha già abbattuto ben12.000 ettari di foreste di alto valore di conservazione - un terzo dei quelle che si era impegnata a proteggere - e continua ad abbatterle.

Come se non bastasse, la APP continua a costruire nuove cartiere, e a progettarne altre ancora. In Cina ha previsto dodici linee di produzione di carta igienica in Cina, nel distretto di Hainan. Insieme avranno una capacità di 240.000 tonnellate annue (20.000 ciascuna), in gran parte con macchinari della Celli. Una nuova fabbrica di produzione di cellulosa, con una linea da un milione di tonnellate annue, è prevista a Sud Sumatra, probabilmente con macchinari europei. Le agenzie di credito all'esportazione sono coinvolte?

La SACE è controllata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e i soldi finiti nel buco della APP sono i nostri. Si appresta a partecipare di nuovo alla roulette della deforestazione, con i soldi pubblici?

Salva Le Foreste - news@salvaleforeste.it

Uscire dal vortice: "Consumare meno e non desiderare cose inutili..."




«Scaldarsi e muoversi costa di più che mettere insieme il pranzo con la cena». E' questa la conclusione di Barbara Ardù nel pezzo di commento su Repubblica dei dati di IntesaSanPaolo sui consumi degli italiani. Numeri che hanno sentenziato il ritorno alla spesa delle famiglie italiane a 30 anni fa.

Meno carne, frutta e latte nel carrello, ma - come detto - e ribadito da Altroconsumo «Le famiglie tendono a rinunciare a spese in prodotti durevoli e sono indotte a ridurre anche le spese in beni primari come l'alimentare, al fine di poter almeno pagare la bolletta energetica».

Da un certo punto di vista verrebbe da dire che, di fronte agli sprechi alimentari, una riduzione dei consumi potrebbe essere salutare per l'uomo e per l'ambiente. Mangiare meno carne, ad esempio, non fa affatto male, anzi. Certo, la stessa cosa andrebbe detta per l'energia e per la materia e se qualcosa per la prima si fa, per la seconda invece è ancora da marziani porre il problema.
E nonostante ci colpisca l'idea che l'energia ci costi più del cibo (per produrre e per distribuire il quale comunque serve energia e quindi la cosa si complica ancora di più), non abbiamo una risposta definitiva sul fatto che questo sia un bene o un male.

Ciò su cui vorremmo porre l'attenzione è tuttavia sul fatto che questa "dieta" sia solo imposta dalla crisi (come dicono tutti), o se accanto si stia sviluppando (o si potrebbe sviluppare) anche una nuova cultura più sostenibile nell'alimentazione. Dal nostro punto di vista, infatti, il cambiamento del modello di sviluppo non può essere quello che riporta i consumi ai livelli insostenibili degli anni passati.
Non in Italia e non in Europa, dove il problema era largamente il contrario fino a poco tempo fa, ovvero una superofferta che cominciava semmai a sentire già le prime avvisagli di ridotta domanda. La sovracapacità non è conseguenza della crisi, come noto, semmai è stata parte dell'inizio della crisi stessa. Ma se vogliamo fare un salto in avanti, il Pil che arriva da un aumento dei consumi (alimentari e non) non dovrebbe più essere quello che ci dà il segno del benessere.

Nel new normal che abbiamo in testa non c'è più spazio per l'acquistismo e questo è chiaro che avrà come conseguenza che la crescita la si dovrà trovare altrove. Nella cultura, come anche noi sosteniamo, nella manutenzione del patrimonio abitativo e ambientale, nella manifattura che ricicla i rifiuti, nelle energia rinnovabili, nella mobilità sostenibile.

E' un cambio di paradigma per l'elaborazione e l'affermazione del quale una volta tanto sembrano arrivare buone notizie dall'ultima ricerca del Censis su ''I valori degli italiani'' che è stata realizzata nell'ambito delle attività per le celebrazioni del 150/mo anniversario dell'Unità d'Italia, che sarà presentata questo pomeriggio. Quali sono le buone nuove?

«La spinta individualista - si legge sull'Ansa - che pure dagli anni '70 in poi ha favorito crescita e sviluppo sembra entrare in crisi: gli italiani sono alla riscoperta delle relazioni.. Per il futuro - emerge dalla ricerca - i valori che faranno l'Italia e gli italiani sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell'autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell'altro, sulla relazione e la responsabilità. Sono valori che in questa fase fanno emergere barlumi di speranza che vanno però - sollecita l'analisi del Censis - ''alimentate e potenziate affinché possano diventare un nuovo motore di crescita socio-economica e civile del Paese». Non solo, il calo dell'individualismo si registra anche in ambito politico: oltre il 70% degli italiani esprime «rigetto per la verticalizzazione personalizzata, cuore della politica soggettivizzata».

Più complicato, ma di interesse, anche il capitolo relativo all'amore per il bello, «che oggi prende il sopravvento: il 70% degli italiani è convinto che vivere in un posto bello aiuti a diventare persone migliori; crede che esista un legame tra etica e estetica e che la bellezza abbia una funzione educativa». Più complicato perché per quanto necessario avere anche il culto (o meglio la cultura) del bello per aspirare a una società migliore, la domanda ci pare abbia poco senso: chi direbbe mai che vivere in un posto brutto aiuti a diventare persone migliori?
Forse qualche intellettuale (e avrebbe pure qualche argomento) ma non l'italiano medio in un sondaggio. A parte questo, appare più interessante, e così si torna al nodo consumi che la suddetta (dal Censis) «crisi dell'individualismo» porti con sé «anche il consumismo» che ora «attrae meno: il 57% degli italiani pensa che, al di là di problemi di reddito, nella propria famiglia il desiderio di consumare è meno sentito rispetto a qualche anno fa. Il 51% degli intervistati crede che nella propria famiglia si potrebbe consumare meno tagliando eccessi e sprechi; il 45% pensa che si dovrebbe conservare quello che si ha piuttosto che puntare ad avere di più (29%).

La quota degli italiani che sostiene di volere consumare meno sale a oltre il 61% nel Nordovest d'Italia e a oltre il 55% al Centro, è maggioritaria tra i giovani e gli adulti. Chi è convinto che gli italiani abbiano le cose importanti afferma anche di avere - di tanto in tanto - il desiderio per nuovi beni o servizi: su un totale del campione che si e' così espresso, pari al 31,8%, nei giovani fra i 18 e i 29 anni la percentuale è del 35,2%, del 30,7% negli italiani tra i 30 e i 44 anni, sale al 34,2% tra chi ha un'età' compresa tra i 45 e i 64 anni ed è del 27,8% per chi ha 65 anni e oltre».

Lo diciamo sottovoce, ma sarebbe un fiore della speranza se alla fine della crisi il desiderio di una società migliore ci portasse alla condivisione di un modello di sviluppo più sostenibile da imporre al mercato - e non viceversa - scardinandone le fondamenta oggi impantanate nelle sabbie mobile dell'economia finanziaria, incarnando l'idea di una crescita della società reale quando è l'essere a crescere e non l'avere.

Alessandro Farulli

Mara van Wees: "Proposte, progetti ed incarichi per la tutela del territorio laziale.."




Cari amici,
Dopo il nostro incontro del 18 marzo 2012, crediamo (Elena ed io) che sia arrivato il momento di stringere i tempi e di procedere con un appuntamento con Mattei (assessore ambiente regione Lazio), se possibile per il 30 marzo.
In quell' occasione dobbiamo presentare le nostre richieste / proposte per " governare le rinnovabili" .

Proponiamo di dividere i compiti e che ognuno si occupi di una argomento a lui / lei già famigliare :

fotovoltaico : Nadia Bartoli e ?
eolico : Elena Hagi / Mara van Wees
biomasse : Marzia e ?
dissociatore Canino : Agnese Caponi e ?
inceneritore fanghi : Antonio Mancini Caterini
impianto compostaggio : 3T Tuscania e ?


Il testo di ogni relazione deve essere il più breve possibile con un analisi dei pericoli incombenti o già presenti e le richieste di legge per evitare o limitare il danno.

I testi saranno preceduti da una relazione comune su quale sta lavorando Elena, e che sarà sottoposta alal vostra approvazione.


Dobbiamo spingere tutti i politici locali, i sindaci, assessori etc. di sottoscrivere questa interrogazione, o se di parte politica opposta, di scriverne una propria, molti problemi nascono per la mancata approvazione del P.E.R. (piano energetico regionale)

saluti, Mara



Il giorno 19/mar/2012, alle ore 19.40, stilehagi@alice.it ha scritto:

Aggiungo alcuni intestatari che sono stati impossibilitati a partecipare.
Ricordo a tutti gli impegni presi in vista del nostro prossimo incontro (tra 10gg):

-proposta delibera Provincia di Viterbo
-Legge Regionale da sottoporre alla Provincia di Viterbo, all'URPL ed all'Assessore Ambiente della Regione Lazio dott. Mattei (allego i documenti da correggere ed integrare).

Alla prossima riunione provvederemo:
-firma dei documenti
-nomina con votazione per alzata di mano dei candidati
-divisione di compiti ed argomenti
-elaborazione di un documento condiviso di "dichiarazione d'intenti".

Dobbiamo anche accordarci per un calendario degli incontri Focus per argomento:

-Cave

-Viabilità

-Rifiuti

-Acqua

-Laghi

-FER

-Fonti energetiche tradizionali

-Sottostazioni

-Progetti propositivi.

Allego un'interessante relazione del Dott. Luca Bellincioni e della Dott.ssa Daniela Cortiglia.

Un caro saluto a tutti,
Elena Hagi
"ReSeT"

Email partecipanti riunione al castello di S. Cristina il 18 marzo 2012

Elena Hagi (Associazione ReSeT) : stilehagi@alice.it
Mara van Wees (Cellere / Canino ) : vanwees@tiscali.it
Paolo Gasparri (Assotuscania / 3T) : gasparripaolo@gmail.com
Nadia Bartoli (Aquapendente- Associazione Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi): bartolinadia@libero.it
Paolo de Rocchi (Italia Nostra) paoloderocchi@libero.it
Agnese Capponi (Canino) agnesecapponi@hotmail.com
Luigi Gasperini (Canino) luigi_gasperini@virgilio.it
Andrea Brunotti (Canino) andreapiero_brunotti@libero.it
Antonio Mancino Caterini (Grotte di Castro) mancinicaterini@gmail.com
Giovanni Bisoni (Proceno) castello.proceno@orvienet.it


Cari amici, ci siamo incontrati il 18 marzo u.s. e ci siamo scambiati idee e notizie, su quali dobbiamo ora lavorare

Consiglio a tutti di vedere il sito www.assotuscania.it , un gruppo di amici (tutti competenti) attivi da anni e ora più che mai un esempio da seguire
segnalo anche ,su assotuscania- cammino etrusco, www.camminoetrusco.org

Credo che quest progetto, se appoggiati da tutti, comitati, agritursmi, coldiretti etc, allargato alla via Francigena, al sentiero del brigante etc, potrebbe essere una proposta di sviluppo alternativo con un turismo ecosostenibile, che porterebbe a una partecipazione economica diffusa e per la quale, se ben progettato dai nostri politici, è possibile avere dei finanziamenti CEI, Se c'è riuscita la Spagna con il cammino di Compostela, dovrebbe essere anche possibile con una metà finale come Roma

Le candidature sono:
Nadia Bartoli
Andrea Brunotti
Antonio Mancini Caterini
Mara van Wees
Paolo Gasparri
Elena Hagi

cari saluti
Mara van Wees

lunedì 26 marzo 2012

Vivere in comunità per restare in buona salute.... ?

Esempio di vita comunitaria in un incontro del Circolo Vegetariano VV.TT.


Ante Scriptum

...sembra la pubblicità per promuovere le comuni e gli eco-villaggi... La Rive e Manuel Olivares, autore del libro "Comuni, comunità ed ecovilalggi in Italia", edito da AAM Terra Nuova)saranno soddisfatti.. Infatti sembra, almeno da quanto scritto più sotto, che la vita comunitaria giovi alla salute. Almeno queste le conclusioni a cui è giunto un istituto di ricerche finlandese. Ma la Finlandia -si sa- è terra inospitale e certo vivere da soli in mezzo ai ghiacci non deve essere piacevole (nè agevole).. Comunque è vero che da quando è decaduta la famiglia e non esiste più un tessuto sociale l'esistenza raminga e solitaria è diventata anche fonte di malessere. Inoltre con il precariato che avanza è sempre più difficile permettersi un'abitazione.. per cui la soluzione sembra quella di unire le forze e convivere in buona compagnia (si spera).... Però, però, la mia esperienza è "meglio soli che male accompagnati".. e continuo a preferire la solitudine (salvo la presenza di una compagna amorevole)..

Paolo D'Arpini



Psichiatria: +80% rischio depressione per chi vive solo rispetto a chi sceglie compagnia

La scelta di abbandonare il nido domestico e preferire una vita da soli potrebbe essere un fattore di rischio per la salute mentale, anche in persone in età lavorativa. Secondo lo studio finlandese del Finnish Institute of Occupational Health, pubblicato sulla rivista BioMed Central, l'allarme depressione aumenta dell' 80% nei soggetti che vivono da soli rispetto a chi ha preferito la vita famigliare o con altre persone. "Perchè - suggerisce la ricerca - nel periodo di 'follow up ' dello studio hanno acquistato l'80% in più di farmaci anti depressivi rispetto a chi condivide il tetto domenistico con altre persone". Tra i fattori principali evidenziati dagli autori ci possono essere "le condizioni abitative disagiate per le donne e la mancanza di sostegno sociale per gli uomini. Ma entrambi i sessi sono colpiti in ugual modo".Secondo i ricercatori "vivere con altre persone, che sono in grado di offrire un sostegno emotivo e un maggiore coinvolgimento sociale, ad esempio confidandosi o aiutandosi a vicenda, protegge contro i problemi di salute mentale. Mentre - precisa il lavoro - scegliere l'indipendenza, la discrezione e quindi anche l'isolamento domestico, potrebbe far perdere in alcuni soggetti la fiducia in se stessi e acuire fenomeni come la depressione e l'ansia". Lo studio ha monitorato l'uso di anti depressivi in 3.500 finlandesi che hanno partecipato alla ricerca. Persone in età lavorativa: 1.695 uomini e 1.776 donne. Con un età media di 44,6 anni. Dal 2000 al 2008 questi soggetti sono stati seguiti e sottoposti anche ad interviste per valutare le loro abitudini di vita, l'istruzione, il reddito e le condizioni abitative. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto "che le persone che vivono sole avevano acquistato l' 80% in più di anti depressivi durante gli 8 anni di 'follow up', rispetto a chi aveva scelto la vita famiglia o la compagnia di qualcuno dentro casa". (fonte: Adnkronos Salute)

domenica 25 marzo 2012

Otranto, 25 marzo 2012 - No all'ecatombe di 8000 ulivi per far posto alla nuova SS-16




Appello alla partecipazione di tutti gli amanti della Puglia al Sit-in per salvare Otranto ed il suo entroterra dalla voracità di una nuova SS-16 progettata assolutamente “non a misura di Salento”!

“Si al lavoro che salva e non devasta il Salento: quello della Rinaturalizzazione!”

Una “STRADA PARCO” in una “CANTIERIZZAZIONE VIRTUOSA” davvero, che valorizza il paesaggio!

NON UNA ENNESIMA PERICOLOSA INUTILE STRADA DELLA MORTE AD ALTA VELOCITÀ!

“Un sit-in pacifista gandhiano per riportare i Lumi della Ragione in una regione che li ha smarriti!”


Luogo e data del sit-in: Domenica 25 marzo 2012 pomeriggio ore 17.30 Otranto, svolta per gli Alimini, lungo il tratto terminale della SS-16


L’ecatombe annunciata di oltre 8000 alberi d’ulivo per il progetto della nuova Strada Statale 16 nel tratto Maglie-Otranto, seppure già impressionate come dato di inaccettabile devastazione, è solo uno dei molteplici gravi fattori di compromissioni del territorio connesso al progetto della nuova Strada Statale 16 nel trato Maglie-Otranto.

Un’inaccettabile “macelleria territoriale”, che sta portando i cittadini a manifestare contro l’atteggiamento sotto-culturale ed involutivo che la alimenta, con un primo simbolico sit-in organizzato per Domenica 25 marzo, a partire dalle ore 17.30, in Otranto, nei pressi dello svincolo della SS16 per gli Alimini. Ad organizzarlo è il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, che fa appello a tutti gli amanti del territorio Apulo-salentino. Alberi da frutto, innumerevoli alberi di specie selvatiche, pini, querce e arbusti della macchia mediterranea, tutti salvabili e trapiantabili come gli ulivi, con le opportune tecniche e nelle opportune stagioni autunno-invernali, ma anche numerosissime testimonianze della civiltà contadina, interi preziosi trulli (“pajare”), ecc., e chilometri di muretti a secco, tutto oggi condannato alla cancellazione per la voracità di un’ opera che risponde ad una filosofia di infrastrutturazione “modello La Svegas”, assolutamente assurda; un mega spreco di denaro pubblico per una già tra le più comode, larghe e transitabili strade a due corsie del basso Salento! Una terra per altro tra le più ricche di strade asfaltate d’ogni tipo, in Italia! La concretizzazione del “paradosso della pianura”, la concezione di dover e poter congiungere con una strada rettilinea ogni punto ad un altro per una asfaltazione totale e paradossale di tutto il vitale suolo! Un sit-in pertanto “illuminista”, come è stato definito, per riportare i “lumi della ragione” in una regione che pare aver smarrito ogni misura ed ogni dimensione di vera eco-sostenibilità! Un sit-in che non nega le aspirazioni al lavoro, anzi, degli operai e manovalanze varie che dall’apertura dei cantieri sperano di trarre alcuni mesi di stipendio, prima di tornare nel baratro dell’ inoccupazione, ma che afferma invece un principio fondamentale: “il lavoro si, ma il lavoro deve essere etico e di quella vera pubblica utilità che lo rende nobile!” Non si può, per dare “lavoro” genericamente, commissionare opere inutili e devastanti per il paesaggio storico-naturale del Salento, che è la vera ricchezza di questa terra, per il suo fascino ed appeal turistico e per le produzioni della tipicità agro-silvo-pastorali, da cui dipende l’economia vera, destagionalizzata, tutto l’anno del territorio, ovvero di migliaia e migliaia di famiglie, e da cui dipende il benessere psico-fisico di tutti gli abitanti del Salento; valori, paesaggio e salute-qualità di vita, tutelati tutti dalla nostra Costituzione (art. 9 e art. 32). No dunque ad un lavoro effimero fondato immoralmente nella ripetizione infinita e ritmica dell’ erosione, della fagocitazione di porzioni crescenti di territorio, cementificate, sfregiate, profanate, cavate, stuprate ed asfaltate nell’entroterra come anche nel mare, (vedi i progetti anche per talvolta inutili mega-porti). Si, dunque, all’ impiego continuo e stabile di quelle stesse forze lavorative, e non, nell’ opera di ricostruzione dell’ infrastruttura di cui il Salento ha davvero e grande bisogno: la bonifica dagli inquinanti con restauro paesaggistico dei suoi territori nel rispetto del suo inconfondibile Genius loci, il restauro-ricostruzione dei beni culturali distrutti o in rovina, la decemetificazione, la riforestazione con piante autoctone naturali assolutamente NO OGM (organismi mutati geneticamente), l’incremento dei suoli agricoli strappati all’antropizzazione degradante e ridati all’”agricoltura del biologico, della tradizione e della salute”, che ovunque deve essere sostituita all’ “agricoltura della chimica di sintesi, hi-tech e del nocivo”!
E per tutto questo si deve ripartire proprio, oggi e non domani, dalla Maglie-Otranto, la strada che congiunge la città patrimonio UNESCO di Otranto nel “Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca”, con la città di Maglie e quella di Muro Leccese da cui si entra nella vasta area del costituendo importante nell’ entroterra “Parco naturale dei Paduli-Foresta Belvedere” fortemente voluto, come volano di vera crescita culturale ed economica e di tutela dagli stessi cittadini e dalle giovani generazioni, e fondato sulla massimizzazione dell’estetica del pittoresco storico-naturale e sulla bio-compatibilità!
Da qui i punti cardine della filosofia virtuosa che sarà affermata per quello che deve essere il progetto modificato all’ insegna della virtuosità mancante per la nuova SS16!
Il ripensamento dovuto del progetto per passare dall’anacronistico “modello Dubai” autostradale con quattro mega-corsie con maxi-complanari e svincoli faraonici, ipercavalcavia di soffocante cemento, e dispendio copiosissimo di denaro pubblico, al modello di una ben più utile “Strada Parco”, che valorizza invece il territorio, favorisce la scorrevolezza del traffico ma scoraggia l’alta velocità foriera di mortali incidenti, e favorisce l’uso della bicicletta, vietando rigorosamente ai comuni di cambiare la destinazione d’uso nella fascia di un chilometro intorno alla strada perché restino rurali le aree attraversate e non ricettacolo squallido di industrie, capannoni e centri commerciali come già avvenuto nel tratto Maglie-Lecce della stessa SS16 nei decenni di “barbarie del cemento” recentemente trascorsi. Una strada dove tutti i muretti a secco vengono ricostruiti e costruiti anche dove assenti e soprattutto al posto delle “orride recinzioni in cemento” o moderno metallo che oggi in alcuni tratti offendono il percorso e che nell’allargamento delle carreggiate saranno finalmente abbattute; dove si piantano piante autoctone, (non le si estirpano!), e dove tutta la strada viene ribordata al di là delle piste ciclabili e a debita distanza di sicurezza da due file paesaggistiche continue parallele interminabili di Pini ad ombrello (il mediterraneo pittoresco Pinus pinea), come era in origine, ancora nella prima metà del ‘900, proprio quel tratto panoramico di strada della 16 tra Maglie e Otranto! Una civiltà del paesaggio e della bellezza, e dunque del rispetto per il prossimo, che dobbiamo oggi ripristinare! Un nuovo progetto dove con quella che è stata definita una “cantierizzazione virtuosa”, (ad oggi del tutto mancante!), nel mero ampliamento delle carreggiate, tutti gli alberi, non solo del sacro olivo, ma anche di tutte le altre specie da frutto e selvatiche e gli arbusti della macchia mediterranea vengono recuperati e trapiantati sempre nella medesima zona nelle aree poste nei coni visuali che si godono dalla stessa SS16!

Una cantierizzazione in cui tutti gli eventuali “abituri” rurali e trulli, inevitabilmente non bypassabili dall’allargamento della strada, vengono ben rilevati pezzo pezzo e pezzo per pezzo smontati e ricostruiti poco oltre dalle manovalanze espertissime della pietra a secco del Salento! Dove tutti gli interventi abbiano a monte e nel mentre indagini archeologiche accuratissime con la collaborazione delle Soprintendenza atte a suggerirne varianti progettuali a monte ed in corso d’opera. Una strada con divieto assoluto di cartellonistica pubblicitaria, che si snoda nel mosaico restaurato del tipico paesaggio salentino per tutti i suoi chilometri da Maglie ad Otranto; un paesaggio che alterna masserie, uliveti, pascoli rocciosi, orti e giardini, pinete, querceti, vista di serre e valli fluviali idruntine, del mare del Canale d’Otranto all’orizzonte e degli alti Monti dell’Epiro.


Tanto lavoro non solo per gli operai della movimentazione terra, ma anche per altri e per altre professionalità, primi fra tutti i vivaisti dell’autoctono, e i giovani maestri della pietra a secco formati dai tanti corsi fatti nella nostra provincia in merito! E soprattutto, infine, un’ opera utile davvero al Salento, la “strada parco”, per farlo crescere nella “strada” che ha imboccato e che è stata sancita dal PTCP, il Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Lecce adottato nel 2009, che consacra il Salento quale “Parco Naturale e Culturale dei 100 e più comuni”; il Salento che tutti vogliamo e la cui edificazione motiverà tutti coloro che, amando il nostro territorio, parteciperanno all’appello di partecipazione a questo primo pacifista sit-in dei lumi della ragione!

E’ per questo, che tutto questo processo virtuoso si deve svolgere azzerando da parte dei più diretti interessati alla cantierizzazione e di quegli eventuali politici al loro fianco, ogni conflittualità inutile, sterile e perditempo, vero freno alla crescita culturale e al miglioramento della nostra terra, per un costruttivo dialogo con ANAS, il Governo e tutte le istituzioni territoriali (i comuni attraversati di Maglie, Muro Leccese, Palmariggi, Giurdignano e Otranto), Provincia di Lecce e Regione Puglia), specie poi in questo momento storico di crisi, dove la “misura”, ed “equità”, ed il “rispetto” dei territori e delle loro genti ed esigenze, devono essere i fari più brillanti da perseguire tutti insieme per il Bene Vero di Tutti e Tutto!

Forum Ambiente e Salute del Grande Salento
forumambientesalute@gmail.com

sabato 24 marzo 2012

“NO agli OGM assassini… caro ministro in Italia non siamo in-Clini…!”




Per un Bando Mondiale degli OGM (di qualsiasi in-natura)

OGM: Piante (?!) Transgeniche e Coltivazioni Mutanti Clearfields (resistenti ai diserbanti), Nanizzate (Allergizzanti)… e affini

Caro Ministro, in Italia non siamo in…Clini

Gentilissimi, purtroppo in Italia si importano oggi oltre 60 OGM, mai autorizzati dagli organi preposti, ovvero dal Consiglio dei ministri UE, nè dal Parlamento Europeo… visto che oggi vige il porcesso CO-decisionale tra parlamento e commissione UE.

Ministri /e oggi anche Parlamentari) che si lavano le mani alla Ponzio pilato… ben sapendo dei pericoli degli OGM per la salute Umana ed Animale e per l’ambiente.

Forse i politici non vogliono rischiare di essere processati in una seconda Norimberga… …ed allora ci pensano i “Tecnici” della Commis(t)ione cosiddetta europea, i quali concedono le importazioni in UE, salvo che ogni Paese è libero di vietare gli OGM se lo reputa opportuno, in applicazione del principio di precauzione e dei diritti Costitizionali inviolabili alla salute e all’ambiente salubre… non delegati da nessun paese ai trattati internazionali, che riguardano, commercio, moneta, difesa… e possono stabilire solo dei limiti minimi di salvaguardia dell’ambiente e della salute, che ogni paese può sempre migliorare osservando le proprie costituzioni nazionali.

Una seconda Norimberga…
…un processo per atti d’accusa dolosi che è ormai ora di costituire nei confronti di quelle stesse multinazionali che furono processate nel 1945 per aver contribuito a far scoppiare la seconda guerra mondiale ed aver sperimentato di tutto nei campi di sterminio… e in guerra (i pesticidi non sono altro che sostanze utilizzate come armi chimiche da guerra, riciclate sui campi coltivati).
Multinazionali che oggi diffondono Pesticidi e OGM massacrando gli esseri Umani a milioni …da 60 anni e più… nel più grande campo di sterminio mondiale a cielo aperto… l’Agricoltura Industriale.

Sicuramente molte più vittime Umane causate dei pesticidi che di tutte le guerre mondiali messe insieme !!!

I morti di Cancro sono milioni e milioni… provate a fare il calcolo…
forse superano il Miliardo, negli utlimi 70 anni, da quando fu impiegato il DDT…

Contro gli OGM, in Italia… non si è ancora applicata ne la clausola di salvaguardia nazionale a tutela della salute e dell’integrità dell’ambiente (quest’ultima sancita da un recente voto del parlamento UE) sufficienti a negare le importazioni di OGM.
Visto che gli OGM sono sicuramente pericolosi per la salute… e inquinano l’ambiente in maniera che rischia di divenire irreversibile se non ci fermiamo in tempo…
E i danni alla salute si stanno scoprendo già oggi con il crollo dell’aspettativa di vita sana in Italia… dal 2004 ad oggi di oltre 10 anni (Eurostat)… guarda caso proprio dall’entrata in vigore delle soglie di (in) tolleranza di OGM senza etichettature negli alimenti importati… OGM pieni di residui di Disseccanti e Pesticidi, visto che ne li producono (Mais Bt) o ne tollerano altissime dosi (OGM resistenti ai disseccanti).

L’Italia ha il record mondiale di tumori dell’infanzia, con oltre 20 punti sopra gli USA (Eurostat)…

Se si ammalano i bambini ai quali il Cancro viene trasferito direttamente dalla Madre… o si genera nel feto per modificazioni genetiche teratogene… vuol dire che non ci sono nemmeno i lunghi tempi di latenza normalmente necessari al Cancro… e che la situazione è oltre che drammatica …al capolinea dell’Umanità
che si sta sterilizando e perde il suo futuro: i nostri figli !!!

Ne si è inserito l’obbligo di etichettatura degli OGM, viste le soglie di (in)tolleranza di 9 grammi per chilogrammo oggi accettate senza indicazione in etichetta… addirittura negli Alimenti Biologici.
Nonostante un pronunciamento della corte di Giustizia europea in seguito a ricorsi…
per il quale i cittadini hanno diritto ad essere informati su ciò che stanno per comprare e per mangiare…

Ne, tanto meno, si è fatto il referendum consultivo obbligatorio prima di introdurre gli ogm nei paesi UE membri, visto che lo chiede la stessa direttiva 2001/18 sugli OGM…

Ne si è attuato un serio ricorso sulla brevettabilità degli OGM, ovvero di pezzi della Vita… di ciò che si modifica nel tempo e che non è mai stabile ne riproducibile esattamente uguale… (presupposti obbligatori per la brevettabilità di un prodotto)

Negli OGM, infatti, il costrutto transgenico estraneo inserito nel DNA diventa fortemente instabile e reattivo, provocando modifiche durante la riproduzione delle cellule dell’OGM… cose ammesse dalle stesse ditte produtrrici, che dichiarano sequenze geniche impreviste negli OGM brevettati… … ovvero la cosa brevettata è cambiata nel tempo… perchè non interviene immediatamente un Tribunale a fermare la follia dei brevetti sulla materia vivente?

Riguardo alle sementi, in Italia vige ancora la tolleranza zero ma non è stata definita dalla clausola di salvaguardia nazionale a tutela dell’integrità ambientale e sanitaria, nonchè della Biodiversità autoctona tradizionale Italiana, come previsto da un decreto sulla protezione dell’Integrità della sua Memoria genetica, che vieta di fatto la coltivazione degli OGM in Italia. Divieto oggi applicato nel nostro paese, solo attraverso decretini che ne vietano la coltivazione in assenza di piani di coesistenza regionali… ovvero piani di ciò che è impossibile far coesistere, dal momento che gli OGM contaminano le altre varietà e i campi, inquinando e diffondendosi nell’ambiente in maniera irreversibile…

Decreti che in ogni caso nessun Tar può permettersi di non far rispettare.
Visto che i tribunali sono li per far far applicare le Leggi e non per farle
…come pretendeva il signor Dalla Libera di Futuragra in Friuli.
Una recentissima sentenza della Cassazione infatti nega la possibilità di coltivazione di OGM in Friuli.

Purtroppo, però, questi divieti riguardano solo gli OGM transgenici…
…mentre da qualche anno in Italia stanno passando di nascosto coltivazioni OGM resistenti ai diserbanti (CLEARFIELDS)… Girasole, Mais, Sorgo, Riso e tra poco anche Grano… in migliaia di Ha… di cui nessuno parla, ottenute attraverso mutagenesi del DNA, indotta con sostanze chimiche, pesticidi in alte dosi, mezzi fisici come radiazioni, ultra suoni e altre porcherie mutagene.

Sementi che non vengono considerati OGM (mentre lo sono a tutti gli effetti) per cui non devono essere sottoposti alle procedure di autorizzazione previste dalle norme sugli organismi transgenici.
Piante (?!!) , se così si possono ancora definire le Clearfields (il che vale anche per gli OGM, i quali producono anche proteine animali e catene di aminoacidi strampalati… oltre a provocare nel sangue di chi se ne nutre sequenze di DNA e micro-Rna modificate… come dimostrano ricerche cinesi… pubblicate ovviamente…)
i cui effetti sconosciuti e imponderabili, imprevedibili e sicuramente dannosi… scopriremo solo nel tempo
classificandoli come “malattie genetiche rare” o nuove malattie genetiche…
…incolpando ovviamente il Malato per i suoi “difetti genetici”,
mentre tali malattie sono state create in laboratorio con “esperimenti a casaccio” a carico di ciò che ci vogliono far mangiare le multinazionali NuclearPetrolAgrochimicofarmaceuticOGM… OGM Transgenici ed OGM di varietà Clerfields, mutanti vegetali da radiazioni, animali mutanti clonati, latte agli ormoni OGM, ecc…

Tutte produzioni industriali derivanti da tecnologie che hanno superato la Scienza, ma che con la Scienza non hanno nulla a che fare…

Possiamo solo immaginare cosa succede nel dna di tali colture che poi ci fanno mangiare, che infatti si sterilizza (e ci sterilizza come esseri umani) consentendo di rubare ai nostri sementieri tutte le varietà vegetali applicando il brevetto clearfields… con tanto di raccolti al diserbante…. per migliorare il gusto al Palato.
E gli incassi della Chimica nei Campi e per le conseguenti Chemioterapie oncologiche,
Mentre le spese sanitarie impegnano oltre l’80% dei bilanci regionali attuali in Italia.

Un Paese al Reparto oncologico…
come fa a sottrarsi alla crisi economica e al programma di sterminio di massa metodicamente attuato a partire dalla vendita di pesticidi chimici di sintesi, oggi inutili in quanto sostituibili dalle tenciche biologiche anche più efficienti?
Eppure abbiamo a disposizione molti miliardi di € per riconvertire l’agricoltura in biologico, attraverso i Pagamenti Agroambientali europei, che sarebbero sufficienti a salvare tutta l’agricoltura italiana da pesticidi e debiti…

Il flagello del TGO (Trasferimento Genico Orizzontale) del DNA manipolato.
Ricordo che gli ogm si diffondono anche e soprattutto attraverso il trasferimento genico orizzontale e non solo con il polline, il che significa che gli ogm oggi importati a scopo alimentare, umano o animale… una volta mangiati
diffondono pezzi di dna transgenico ai batteri intestinali durante la digestione e al terreno con la decomposizione delle feci… mentre nel sangue di chi se ne nutre di trovano frammenti di DNA e soprattutto micro-Rna modificati, come dimostrano recenti ricerche cinesi… …che sicuramente contribuiscono al crollo dell’aspettativa di vita media sana nei paesi che importano OGM.

Per questo motivo bisogna vietare tutte le importanzioni di OGM sia di sementi che di alimenti e altre porcherie, prima che il flagello del TGO diventi irreversibile.

E’ dall’Italia che deve partire il Bando Mondiale di tutti gli OGM, per affermare l’inviolabilità della memoria Genetica di tutti gli esseri viventi, sancita dalla carta dei diritti dell’Uomo

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Accademia Mediterranea per l’Agroecologia e la Vita (AMA la Vita)

La luna ed il sole .. a Treia - Nuovo centro per il benessere olistico




L’Associazione La Luna e Il Sole nasce dall’idea di condividere la ricerca personale suscitata in noi da un’iniziale irrequietudine che, nel tempo, si è trasformata in entusiasmo.

Come ricercatori ci siamo incamminati in questo percorso verso la consapevolezza di sé e del Sé e, spinti da una forte motivazione personale, abbiamo voluto sperimentare, curiosare, approfondire ciò che abbiamo appreso attraverso le esperienze sensoriali, spirituali ed umane raccolte e respirate nell’arco degli anni trascorsi nell’universo del Ben-Essere Olistico. Abbiamo iniziato questo percorso con la fiducia di chi sa che alcune domande avrebbero trovato le giuste risposte e anche con l’accettazione che alcune, o molte di esse, sarebbero rimaste insolute, ma sempre con la gratitudine verso quanto sarebbe o meno arrivato. Con spontaneità, è nata l’esigenza di trasmettere quanto appreso attraverso un dialogo creativo continuo che ci ha dato, in realtà, più di quanto abbiamo donato.

Questo perché l’intento resta quello della condivisione e della crescita nella parità. Per noi le esperienze, che siano sensoriali, energetiche o percettive, non sono mai individuali ma strumenti di comunione. Ognuno porta con sé la propria ricchezza personale che condivisa aiuta ciascuno a raggiungere e far emergere la propria autenticità.

I nostri operatori e collaboratori posseggono tutti una formazione ampia e professionale maturata attraverso corsi di specializzazione soprattutto nelle tecniche di massaggio proposte, sull’interconnessione tra l’Energia della Natura e quella dell’individuo, i riti e le tecniche tramandati dalle antiche culture orientali ed occidentali e le moderne scoperte scientifiche, la meditazione e, naturalmente, lo yoga, al quale non vogliamo, per scelta, attribuire nessuna specifica definizione. Abbiamo affidato la nostra formazione oltre che a percorsi specializzanti con formatori riconosciuti ed apprezzati anche all’esperienza diretta e personale con la pratica quotidiana e attraverso il metodo di apprendimento e di accrescimento che preferiamo: il viaggio.

L’India, in particolare, ci ha permesso di incontrare Maestri accanto ai quali abbiamo potuto percorrere, metaforicamente e praticamente, le antiche vie della Saggezza, dormendo nei templi e negli altri luoghi sacri e raggiungendo, come la tradizione vuole, le sorgenti del Gange in Himalaya.

La nostra associazione organizza corsi, percorsi, incontri, eventi ed attività per promuovere e diffondere lo sviluppo della consapevolezza interiore e il raggiungimento del benessere fisico, emotivo e mentale. L’Associazione si occupa principalmente di Corsi di Yoga, seminari di Respirazione e Meditazione, seminari di Massaggio Sonoro con il Didgeridoo, seminari di Danza Indiana, Massaggio Bioenergetico, Massaggio Psicosomatico e l’Ortho-Bionomy.

Il nostro intento principale rimane comunque la creazione di momenti in cui approfondire antiche e nuove tecniche, o in cui incontrare e dialogare con ricercatori, conoscitori ed appassionati con cui condividere gli approfondimenti tematici sullo Yoga e su ogni altro argomento che può aiutare ed aiutarci in modo aperto e disinteressato nel percorso evolutivo che abbiamo scelto di percorrere sempre rimanendo saldi nel nostro proposito di cura di sé e degli altri attraverso la semplicità, la gratitudine e la gioia.

Mario Foglia

giovedì 22 marzo 2012

La Bifolca di Vignola, Agribio Emilia Romagna, il mercatino campagnolo, i vini ed i canti di Quinzan… e la Festa di Primavera

Caterina Regazzi sorridente

Vi racconto una bella festa, in Emilia, come ai bei tempi… della nostra giovinezza

Mercoledì 21 marzo, primo giorno di primavera, nella corte dell’Azienda Agricola Biodinamica “La Bifolca” di Maria Miani a Vignola (Mo), sede dell’Associazione Agribio Emilia Romagna, si é tenuta un’edizione straordinaria del mercatino Biologico che era iniziato lo scorso anno, per celebrare l’equinozio di primavera e incontrare amici vecchi e nuovi.

Le previsioni del tempo non erano delle migliori ed il giorno precedente era stato un po’ nuvoloso, ma mercoledì pomeriggio la temperatura era mite e non c’era alcuna minaccia di pioggia.. Sono arrivata lì verso le 18 e 30 ed ho cominciato a chiacchierare qua e là, nell’attesa dell’arrivo di Quinzan.

Dalle 20 é stato ospite Pietro Bandini, detto Quinzan, rinomato cantautore romagnolo, proveniente direttamente da Faenza che ha suonato alcune sue canzoni in dialetto romagnolo (con traduzione a richiesta, anche se per i più che erano presenti, modenesi, non sarebbe stata necessaria) per accompagnare la degustazione dei vini prodotti dalla sua azienda agricola biologica.

La terra é la principale ispirazione per le sue canzoni, sia la sua terra, la Romagna, che la terra che coltiva sin dall’infanzia.

I suoi vini hanno nomi fantasiosi, come il Lòm a Mèrz (Lume a marzo?), un Sangiovese di Romagna. Il nome si rifà alla millenaria tradizione romagnola di accendere falò all’imbrunire negli ultimi giorni di febbraio per salutare la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. Ed anche mercoledì sera un gran fuoco acceso dentro un calderone ha illuminato la serata, con fiamme che salivano verso il cielo, sempre rinfocolato, a turno, da diversi volontari. Le scintille che si sprigionavano creavano un effetto magico, da sogno. Altro vino particolare, il Romeo, dal nome del nonno, che campeggia in un’antica foto sull’etichetta, un Savignon Rosso o Centesimino.

A proposito di questo vino, ci ha raccontato la storia di questo vigneto: Quinzan padre ed uno zio scelsero una per una le viti da cui prelevare le marze per innestare il vigneto, assaggiando l’uva e segnando le piante con il profumo più intenso.

Il vino era ottimo, era accompagnato da un cibo tipico della nostra zona (il modenese, quindi sconosciuti per i romagnoli) come i “ciacci”, specie di focacce cotte tra due piastre di ghisa, e da una fumante zuppa di fagioli con i maltagliati.

C’erano Maria, la nostra ospite, sempre più che accogliente, Aldo, il nostro Presidente, con le uova delle sue galline, Antonella, la vicepresidente che faceva da sommellier, Giovanni con le sue verdure (broccoli, cavolo cappuccio e tre bellissimi porri sono finiti nella mia spesa), Manuela, la vivandiera, bravissima, mani d’oro, Daniela con i suoi sassi dipinti e i suoi programmi informatici (www.biologica.it ), Piero con il suo pane e le sue marmellate, Agnese con le saponette, Barbara e Lorenzo con i loro preparati a base di erbe e un bellissimo pancione con una nuova vita che sta per venire al mondo e tante belle speranze e tanti altri, sotto un cielo di stelle.

Davanti al fuoco

Il tutto, l’insieme della musica, il cibo, il vino, le persone in armonia e partecipazione, mi é parso un piccolo esempio di quel mondo che vorrei, che ci può essere, che c’é.

Caterina Regazzi
Referente Rapporto Uomo/Animali
Rete Bioregionale Italiana


No a nuove discariche nell'area metropolitana romana - Si al riciclaggio spinto



Trasformiamo i Rifiuti da Scarti in Risorse!

Anche noi teniamo ad ufficializzare la battaglia per
impedire la realizzazione di qualsiasi eco-mostro sul
territorio di Fiumicino e non solo Fiumicino...

Il 22 Marzo 2012 c'è stata una decisa protesta
sotto il Ministero dell'Ambiente in cui ogni comitato o
realtà cittadina, ha fatto sentire la propria voce per dire
NO a quella gestione speculativa ed irresponsabile che
continua a pensare di risolvere le emergenze rifiuti
trovando siti (facendo rilievi o mettendo crocette?)
per discariche, o costruendo inceneritori o
altri eco-mostri.

Il saccheggio della Natura e degli spazi verdi richiede una
mobilitazione massiccia ed una partecipazione attiva a
prescindere dalla sigla o dalla identità a cui si
appartiene.

La Natura è un ben-essere comune e non un interesse
privato di loschi personaggi.

Bisogna cambiare il paradigma di quel Sistema che vede i
Rifiuti come punto di arrivo (saturazione) e che è
convinto che in un "circuito chiuso e lineare" (per es.
discarica) si possano ottenere i migliori risultati per
affrontare una delle problematiche più ardue della nostra
società di super-consumismo e di super-sfruttamento a
catena intensiva.

I Rifiuti sono Risorse e non Scarti e devono quindi essere
il punto di partenza considerati in una visione di circuito
"aperto e circolare" dove possano rinascere continuamente
senza diventare pertanto un peso insostenibile come è
attualmente.

Non difendiamo la logica di siti di serie A e di serie B:
non è con la faziosità, con il particolarismo che si
può vincere una sfida così elevata e globale.

Per questo anche noi daremo il contributo oggi sotto il
Ministero ribadendo che non difendiamo solo Pizzo del Prete,
ma Corcolle, Riano, Pian dell'Olmo, Osteriaccia, Allumiere,
Monti dell'Ortaccio, ecc. cioè nessun impianto in nessun
territorio).

Solo questo deve essere il motivo principe e lo spirito per
essere lì presenti insieme a tutti. Chi ragiona
diversamente sarebbe forse meglio che resti a casa.

http://www.mementonatura.org/dett_iniziativa.php?id=126


Riccardo Oliva
Presidente Associazione Memento Naturae

Volontari a Difesa di Ciò che è Vita!!!

Il Rame, veleno e medicina - Funzioni e caratteristiche




Caratteristiche e funzioni del rame:

Il rame è un oligoelemento che nell’organismo umano svolge molteplici funzioni. Combatte i radicali liberi potenziando l’azione dell’enzima superossido dismutasi che trasforma i radicali liberi in perossido di idrogeno (acqua ossigenata). È presente nella sintesi dei fosfolipidi, nella produzione dell’acido ribonucleico (RNA), nell’utilizzazione della vitamina C e della tirosina. Favorisce l’accrescimento osseo e lo sviluppo del sistema nervoso. Nei globuli rossi del sangue è richiesto per la sintesi del ferro, indispensabile al trasporto dell’emoglobina. È necessario per tenere uniti collagene ed elastina, per la produzione di melanina e per il metabolismo energetico cellulare. I muscoli contengono rame per circa il 40%. Il resto si trova nel fegato, cuore, sangue, reni e cervello. La capacità di assorbimento del rame viene ridotta dalla presenza di zinco. Viene eliminato attraverso le urine, il sudore e la bile.

Il rame è l'elemento chimico di numero atomico 29. Il suo simbolo è Cu. In base al fabbisogno giornaliero di sali minerali viene classificato tra i Microelementi.
Il rame, anche se presente in tracce, è un metallo essenziale per la crescita e lo sviluppo del corpo umano

Rame

Carenza
La carenza provoca sintomi simili a quelli da carenza di ferro dei quali il più evidente è l’anemia. Inoltre osteoporosi e vulnerabilità alle infezioni dell'apparato respiratorio.Funzioni biologiche del rame
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il rame è un elemento necessario per la salute di ogni forma di vita (umana, animale, vegetale e microrganismi). Nel corpo umano, il rame è essenziale per il corretto funzionamento degli organi e dei processi metabolici; un complesso sistema diomeostasi regola la presenza di questo metallo, eliminando le eventuali quantità in eccesso. In ogni caso, l’assunzione di troppo o troppo poco rame, come nel caso di ogni nutriente ed elemento essenziale, porta ad un corrispondente stato di eccesso o carenza di organismo, con i relativi effetti sulla salute.

Il fabbisogno giornaliero di rame è stato stabilito da diverse Istituzioni sanitarie in tutto il mondo; questo fabbisogno può essere diverso per gli adulti, le donne incinte, i bambini e i neonati. Per esempio, la National Academy of Science ha stabilito per gliUSA un fabbisogno giornaliero raccomandato (RDA, Recommended Dietary Allowance) di rame di 0,9 mg per gli adulti, di 1,0 mg per le donne incinte e di 1,3 mg per le donne in allattamento[1].
Indice [mostra]

Elemento essenziale [modifica]Il rame è un micro-nutriente necessario per la salute di piante e animali. È richiesto anche per le funzioni vitali deimicrorganismi aerobi.

Il rame è parte di proteine e metallo-enzimi che assolvono a varie funzioni metaboliche: entra in gioco nello sviluppo e mantenimento delle ossa, dei tessuti connettivi, del cervello, del cuore e di altri organi. Il rame è coinvolto anche nella formazione dei globuli rossi, nell’assorbimento e trasporto del ferro, nel metabolismo del colesterolo e del glucosio e nellasintesi e rilascio di proteine ed enzimi. Il rame stimola il sistema immunitario a combattere le infezioni e a riparare i tessuti; combatte anche i radicali liberi, che possono creare seri danni alle cellule.

L’essenzialità del rame è stata scoperta nel 1928: fu dimostrato che dei ratti, se venivano alimentati con un latte povero di rame, non erano in grado di produrre abbastanza globuli rossi[2]; questa loro anemia fu curata con l’aggiunta di polveri contenenti rame di fonte vegetale o animale.

Rame per il feto, i neonati e i bambini [modifica] Il rame è necessario per la crescita e lo sviluppo del feto, del neonato e del bambino[3]. Il feto accumula rame nel fegatodurante il terzo trimestre di gravidanza. Alla nascita un bambino sano ha quattro volte la concentrazione di rame rispetto ad un adulto: il latte materno è relativamente povero di rame e le scorte nel fegato del neonato scendono rapidamente dopo la nascita, per fornire un adeguato apporto di rame durante il periodo dell’allattamento. Questi apporti sono necessari per funzioni metaboliche come la respirazione cellulare, la sintesi dei tessuti connettivi e del pigmento della melanina, il metabolismo del ferro, la difesa dai radicali liberi, l’espressione genica, e il normale funzionamento del cuore e del sistema immunitario dei neonati.
I neonati hanno dei meccanismi biochimici speciali per la regolazione del rame nel loro organismo, in attesa che i meccanismi definitivi, che funzioneranno nel resto della vita, si sviluppino e maturino.

Una grave carenza di rame nelle donne incinte aumenta il rischio di problemi alla salute dei loro feti e neonati, tra cui il basso peso alla nascita, debolezza muscolare e problemi neurologici. Comunque, tale carenza di rame può essere evitata attraverso una dieta bilanciata. Dal momento che la disponibilità di rame nel corpo può essere ostacolata da un eccesso di ferro e dizinco, bisogna assicurarsi che la prescrizione di integratori alimentari contenenti ferro e zinco in gravidanza sia accompagnata da una significativa quantità di rame. I neonati allattati al seno hanno una sufficiente quantità di rame (tra quello contenuto nel loro fegato e quello presente nel latte) per i primi 4-6 mesi di vita[4]; nello svezzamento la dieta deve prevedere adeguate fonti di rame.

Il latte di mucca e qualche vecchio tipo di latte artificiale sono poveri in rame; per questo motivo la maggior parte dei latti artificiali sono ora addizionati con rame. I bambini ben alimentati ricevono un'adeguata quantità di rame. In caso contrario, quando c’è una sospetta carenza di rame, la diagnosi è evidente e affidabile ed una somministrazione di integratori sotto controllo medico in genere favorisce un pieno ristabilimento delle condizioni di salute.

L’omeostasi [modifica]Il rame è assorbito, trasportato, distribuito, immagazzinato ed escreto nel corpo secondo complessi meccanismi di omeostasi, che assicurano un costante e sufficiente apporto di rame, evitandone contemporaneamente concentrazioni in eccesso.

Se per un certo periodo l’assunzione di rame è insufficiente, il corpo fa ricorso alle scorte nel fegato. Dovesse continuare questa situazione, si sviluppano i sintomi della carenza di rame. Anche l’eccesso di rame può comportare danni alla salute. In ogni caso grazie alla regolazione omeostatica, il corpo umano è capace di bilanciare l’apporto di rame necessario per la salute. Molti aspetti dell’omeostasi del rame sono conosciuti a livello molecolare[5][6]. Il rame è essenziale per la sua capacità di comportarsi come donatore o accettore di elettroni a seconda che il suo stato di ossidazione sia Cu+1 o Cu+2[7]. Il rame è perciò coinvolto in reazioni di ossidoriduzione che avvengono nei processi metabolici, come la respirazione mitocondriale, la sintesi della melanina e la reticolazione (cross-linking) del collagene. Il rame fa parte di enzimi antiossidanti come il rame-zinco superossido dismutasi (Cu/Zn-SOD) e ha un ruolo nell’omeostasi del ferro come cofattore nella ceruloplasmina.

Una lista di enzimi chiave contenenti rame è esposta di seguito insieme alla loro funzione[8]:
■Ammina ossidasi: famiglia di enzimi che ossidano le ammine primarie (tiramina, istidina e poliammide).
■Ceruloplasmina: detta anche ferrossidasi I, essenziale per il trasporto del ferro.
■Citocromo C ossidasi: è l’ultimo enzima della catena respiratoria dei mitocondri; è coinvolta nel trasporto di elettroni (riduzione di ossigeno ad acqua).
■Dopamina-beta-idrossilasi: coinvolta nel metabolismo della catecolamina, catalizza la conversione della dopamina anorepinefrina.
■Efestina: coinvolta nel trasporto del ferro attraverso la mucosa intestinale.
■Lisil ossidasi: necessaria per la reticolazione del collagene e dell’elastina.
■PAM (Peptidiglicina Alpha-amilante Monoossigenasi): enzima multifunzione coinvolto nella maturazione e modificazione di neuro peptidi chiave (neurotrasmettitori e peptidi neuroendocrini).
■Superossido dismutasi (Cu/Zn SOD): enzima coinvolto nella difesa contro specie reattive ossigenate (come la distruzione dei radicali superossidi).
■Tirosinasi: catalizza la produzione di melanina e di altri pigmenti.
Il trasporto e il metabolismo del rame negli organismi viventi sono attualmente oggetto di numerose ricerche. A livello cellulare, il rame viene portato attraverso la parete cellulare e dentro la cellula da trasportatori selettivi[9]. Nel flusso sanguigno la maggior parte del rame è trasportato dalla ceruloplasmina; la percentuale del rame legato alla ceruloplasmina può variare dal 70 al 95%, mentre il rimanente si lega alla albumina e ad altre proteine. Il rame intracellulare viene diretto ai luoghi dove vengono sintetizzati gli enzimi contenenti rame e agli organuli grazie a proteine specializzate chiamate metallochaperoni. Un altro gruppo di questi trasportatori porta il rame nei compartimenti cellulari. Esistono altri meccanismi per rilasciare il rame dalla cellula; trasportatori specializzati fanno ritornare il rame in eccesso al fegato, per un ulteriore immagazzinamento o per l’escrezione attraverso la bile. Grazie a questi meccanismi è improbabile l’esistenza di ioni rame non legati nella maggioranza della popolazione (in pratica, da chi non è affetto da difetti del metabolismo di origine genetica).

Il rame viene portato nella cellula attraverso la parete cellulare da una proteina conosciuta come Copper Transporter 1, o Ctr1; questa si lega rapidamente ad una proteina chaperone intracellulare. La proteina Atox1 consegna il rame alle vie secretorie e interagisce o con la ATP7B (una proteina ATPasi che trasporta il rame) nel fegato o con la ATP7A nelle altre cellule. La ATP7B dirige il rame verso la ceruloplasmina contenuta nel plasma o alla bile in concerto con un chaperone da poco scoperto, il Murr1. La ATP7A dirige il rame nell’apparato del Golgi alle proteine dopamina-beta-monoossigenasi, peptidilglicina-alfa-amilante monoossigenasi, lisil-ossidasi e tirosinasi, a seconda del tipo di cellula. CCS è il chaperone del rame per la Cu/Zn superossido dismutasi che protegge le cellule contro le specie di ossigeno reattivo; porta il rame nel citoplasma e nello spazio intermitocondriale. La proteina Cox17 porta il rame ai mitocondri al Citocromo-c-ossidasi attraverso i chaperoni Cox11, Sco1 e Sco2. Altri chaperoni del rame possono esistere e potrebbero includere metallotioneine e proteine precursori della beta-amiloide (APP).

L’assorbimento del rame [modifica]Nei mammiferi, l’assorbimento del rame avviene nello stomaco e nell’intestino tenue, sebbene appaiano differenze tra le specie riguardo al tratto di massimo assorbimento; per gli umani si ritiene che sia lo stomaco e il duodeno. Il tasso di assorbimento del rame varia dal 15 al 97%, a seconda della quantità di rame, della forma sotto cui si trova e del contenuto della dieta[10][11][12][13][14]. Tra i vari fattori che influenzano l’assorbimento, c’è per esempio l’ingestione di proteine animali, citrato efosfato (che lo accresce). Sali di rame, tra cui il gluconato, l’acetato e il solfato, sono assorbiti meglio rispetto agli ossidi.

Elevati livelli di zinco e di cadmio contenuti nella dieta possono inibire l’assorbimento del rame, così come grandi quantità diacido fitico, e zuccheri semplici (fruttosio, saccarosio). Alcune forme del rame non sono solubili nei succhi gastrici e non possono essere assorbite nello stomaco o nell'intestino tenue. Ancora, alcuni cibi contengono fibre non digeribili che si legano al rame. Elevati apporti di vitamina C o di ferro influenzano l'assorbimento del rame, a riprova che i micronutrienti devono essere consumati in maniera equilibrata. Individui con problemi digestivi cronici possono non assorbire sufficienti quantità di rame, anche in presenta di una dieta ricca di questo metallo.

L'eccesso di rame (così come quello di altri ioni metallici, come zinco e di cadmio) viene rimosso dalla metallotioneina deglienterociti (le cellule predominanti nella mucosa dell’intestino tenue).

Distribuzione del rame [modifica]Il rame rilasciato dalle cellule intestinali si muove verso i capillari presenti sulla membrana sierosa, dove si lega all’albumina, alglutatione e ad aminoacidi nel circolo portale venoso[15][16]. Ci sono prove che una piccola proteina, la trans cupreina, abbia un ruolo specifico per il trasporto del rame nel plasma. Molte o tutte di queste proteine che legano il rame possono partecipare nel trasporto del rame nel siero sanguigno.
Il rame proveniente dalla circolazione portale è principalmente raccolto dal fegato, dove viene incorporato nelle proteine che richiedono questo metallo. Il rame viene trasportato nei tessuti non-epatici attraverso l’albumina e da aminoacidi, o escreto nella bile. Attraverso il rilascio del rame, il fegato ne esercita il controllo omeostatico.

L’escrezione del rame [modifica]La bile è il percorso privilegiato per l’escrezione del rame ed è di vitale importanza nel controllo dei livelli di rame nel fegato[17][18][19]. La maggior parte del rame contenuto nelle feci deriva da escrezione biliare, il resto arriva da rame non assorbito o proveniente dalla desquamazione di cellule della mucosa.

Dieta [modifica]Il rame è un microelemento essenziale che non viene prodotto dal corpo umano e pertanto deve essere assunto attraverso il cibo.
Dal cibo può virtualmente arrivare tutto il rame consumato dagli esseri umani[20][21][22]. Le fonti migliori sono i frutti di mare, specialmente i crostacei e la carne (il fegato), i cereali, i legumi (fagioli e lenticchie) e il cioccolato. La frutta secca è molto ricca in rame e lo stesso si può dire del frumento (grano e segale) e di alcuni frutti tra cui limoni e uvette. Altre fonti di rame sono cereali, patate, piselli, carne rossa, funghi, alcuni vegetali a foglia (il cavolo), alcuni frutti come le noci di cocco, la papaiae le mele. Tè, riso e pollo sono relativamente poveri in rame, ma possono fornirne una dose sufficiente se consumati in grande quantità.

Un’altra fonte di rame è l’acqua, che può fornire il 20-25% del fabbisogno. Il rame è un elemento che si trova naturalmente nella crosta terrestre e quindi esiste nelle acque sotterranee e di superficie, anche se la sua concentrazione varia a seconda della zona geografica. Una dieta bilanciata con una ampia varietà di cibi differenti è la miglior modo per evitare la carenza di rame.

Integrazioni alimentari [modifica]Gli integratori alimentari possono evitare la carenza di rame, ma devono essere assunti solo sotto controllo medico. L’integrazione alimentare può rendersi necessaria nel caso di neonati prematuri o con basso peso alla nascita, o nutriti conlatte artificiale povero di rame o latte di mucca nel primo anno di vita. Integrazioni di rame vengono talvolta prescritte anche nei seguenti casi:
1.malattie che riducono la digestione (diarrea o altre infezioni, alcolismo),
2.consumo di cibo insufficiente,
3.pazienti che prendono medicine che bloccano l’uso del rame,
4.pazienti anemici trattati con integratori con ferro,
5.integratori con zinco,
6.osteoporosi.

Carenza ed eccesso di rame: condizioni non genetiche [modifica]Se l’apporto di rame è insufficiente, le riserve presenti nel fegato vengono impoverite e la carenza di questo metallo può portare a malattie o a danni ai tessuti (in casi estremi, la morte). La tossicità dovuta alla carenza di rame può essere curata con una dieta appropriata o un'integrazione sotto controllo medico. All’opposto, anche un eccesso di rame (ben oltre i limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) così come per ogni altra sostanza, può recare tossicità. La tossicità acuta è generalmente associata all’ingestione accidentale; i sintomi si placano quando non vengono più mangiati cibi ricchi in rame. Nel 1996, l’International Program on Chemical Safety, un Istituto associato all’OMS, dichiarò che “ci sono rischi maggiori per la salute derivati da carenza di rame piuttosto che per una sua eccessiva assunzione”. Le condizioni di salute associate a carenza ed eccesso (di origine non genetica) di rame sono descritte di seguito.

Carenza di rame [modifica]Negli esseri umani e negli animali, la carenza di rame colpisce maggiormente il sangue e il sistema emopoietico, il sistema cardiovascolare, i tessuti connettivi e le ossa, il sistema nervoso e immunitario[23][24][25]. I sintomi della carenza di rame includono osteoporosi, osteoartrite, artrite reumatoide, disturbi cardiovascolari, cancro al colon problemi cronici che coinvolgono le ossa, i tessuti connettivi, il cuore e i vasi sanguigni[26][27][28]. Inoltre una carenza di rame acquisita è stata recentemente implicata in una mieloneuropatia progressiva sorta in età adulta [29]e nello sviluppo di seri disordini del sangue tra cui la sindrome mielodisplasica.

Una lieve carenza di rame, che si ritiene più diffusa di quanto precedentemente pensato, può colpire la salute umana in maniera più sottile[30]: minore resistenza alle infezioni, affaticamento generale, funzioni neurologiche ridotte, elevato rischio di malattie coronariche e osteoporosi. La carenza di rame altera il ruolo di altri costituenti cellulari coinvolti in attività antiossidanti, come il ferro, il selenio, il glutatione e di conseguenza gioca un ruolo importante nelle malattie in cui lo stressossidativo è elevato[31][32][33]. Fortunatamente, la carenza di rame può essere confermata da concentrazioni molto basse di metallo nel siero sanguigno e di ceruloplasmina nel sangue.

Nella popolazione, la carenza di rame può interessare gli individui con la sindrome (o morbo) di Menkes, bambini con basso peso alla nascita, neonati nutriti con latte di mucca invece che con latte materno, donne incinte ed in allattamento, pazienti riceventi una nutrizione parentale totale (cioè con nutrienti somministrati per via venosa), diabetici, individui con disordini alimentari e alcolisti. Gli anziani e gli atleti possono essere a rischio per via di speciali bisogni che aumentano il fabbisogno giornaliero richiesto. I vegetariani possono avere un’assunzione di rame diminuita dovuta al consumo di cibi vegetali con una bassa biodisponibilità di rame. Feti e neonati da madri con soggette a grave carenza di rame hanno un maggiore rischio di basso peso alla nascita, debolezza muscolare e problemi neurologici.

Carenze di rame per queste categorie di persone possono manifestarsi come anemia, anomalie ossee, problemi di crescita, infezioni frequenti (influenza, raffreddore,polmonite), scarsa coordinazione nei movimenti e poca energia.
Eccesso di rame [modifica]L’eccesso di rame – tuttora oggetto di molte ricerche in corso - può provocare mal di stomaco, nausea e diarrea e può arrecare danni e malattie ai tessuti. Elevate quantità di rame sono state indirettamente associate a dei disordini neourologici[34], sebbene i dati non siano univoci: sembra che il rame abbia un ruolo positivo in malattie neurologiche, come il morbo di Alzheimer.[35] Le capacità ossidative del rame, a seguito della sua ingestione in eccessive quantità, possono essere le responsabili della perossidazione dei lipidi o altre macromolecole[36].

Negli esseri umani, il fegato è il principale organo che subisce le conseguenze dell’eccesso di rame[37]. Altri organi bersaglio sono le ossa, il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario. Un'eccessiva assunzione di rame colpisce l’organismo anche indirettamente interagendo con altre sostanze nutrienti: per esempio causa anemia, in quanto interferisce con il trasporto e/o il metabolismo del ferro[38].

Esposizione acuta [modifica]Nei casi riportati di ingestione di alte concentrazioni di sali di rame (in dosi generalmente non conosciute, ma riportate essere di 20-70 grammi di rame) è stata osservata una progressione di sintomi, che includono dolori addominali, mal di testa, nausea, giramento di testa, vomito e diarrea, tachicardia, difficoltà respiratorie, anemia emolitica, ematuria, massiccio sanguinamento gastrointestinale, insufficienza epatica e renale, e morte. Episodi di disordini gastrointestinali acuti a seguito di singole o ripetute ingestioni di acqua potabile con elevatissime concentrazioni di rame (sopra i 3-6 mg/L) sono caratterizzate da vomito e irritazione allo stomaco. I sintomi scompaiono quando il rame nell’acqua viene ridotto.

Sono stati condotti tre studi che dimostrano che la soglia per disordini gastrointestinali acuti è di circa 4-5 mg/L per adulti sani, sebbene non sia chiaro se i sintomi siano dovuti al rame e/o sapore metallico, amaro e salato dell’acqua[39][40][41][42].

Esposizione cronica [modifica]La tossicità nel lungo termine non è stata ben studiata sull’uomo, ma è rara nella popolazione normale che non presenta difetti ereditari nell’omeostasi del rame[43]. Ci sono alcune indicazioni che l’esposizione cronica possa manifestarsi in effetti sistemici oltre ai danni al fegato.[44]. Non sono stati osservati effetti sugli enzimi del siero del fegato, bioindicatori (bio-marker) dello stress ossidativo, ed altri indicatori biochimici su volontari giovani e in salute, a cui sono state somministrate dosi di 6-10 mg/giorno di rame fino a 12 settimane[45][46][47][48]. Neonati di 3-12 mesi, che consumavano acqua contenenti 2 mg/L per 9 mesi non differivano rispetto ad un gruppo di controllo nei sintomi nel tratto gastrointestinale, tasso di crescita, predisposizione alle malattie, enzimi del siero del fegato, livelli di bilirubina e altri indicatori biochimici[49]. La ceruloplasmina nel siero era momentaneamente elevata nei neonati di 9 mesi e simile ai controlli a 12 mesi, suggerendo l’adattamento dell’omeostasi e/o la maturazione della risposta omeostatica[50].

Bioindicatori del rame [modifica]Sebbene un numero di indicatori sono utili per diagnosticare la carenza di rame, non c’è un affidabile bio-marker per l’eccesso di rame da dieta, se non la sua concentrazione nel fegato; si tratta però di una misura di tipo intrusivo, che generalmente viene effettuata solo in casi di sospetto avvelenamento da rame. Livelli accresciuti di rame nel siero o di ceruloplasmina non danno certezza, poiché possono derivare anche da infiammazioni, malattie, gravidanze e altri stressor biologici. Livelli di enzimi contenenti rame, come la citocromo-c-ossidasi, la superossidodismutasi, e la diaminasi ossidasi, variano non solo in relazione al livello di rame, ma anche ad una varietà di altri fattori psicologici e biochimici e quindi non sono degli indicatori inequivocabili dell’eccesso di rame[51].

Un nuovo “candidato” per rilevare sia la carenza che l’eccesso di rame è una proteina chaperone, che consegna il rame all’antiossidante SOD1 (Cu-Zn superossidodismutasi). È chiamato CCS (Copper Chaperone for SOD1) e i dati sugli animali ne supportano l’uso come marker in cellule accessibili, come gli eterociti, mentre sono in corso studi sugli esseri umani.
Malattie ereditarie [modifica]Rare malattie genetiche (morbo di Wilson, morbo di Menkes, cirrosi infantile indiana e tossicosi idiopatica da rame) sono dovute alla mutazione di geni responsabili della produzione di proteine coinvolte nell’assorbimento e nella distribuzione di rame[52]. Si assiste cosi o all’accumulo di rame nel fegato o al suo mancato assorbimento da parte dell’organismo. Queste malattie sono ereditarie e non possono essere acquisite; la regolazione di livelli di rame nella dieta o nell’acqua potabile non curano le cause, sebbene terapie possono agire sui sintomi.

Le malattie derivano da difetti in due “pompe” di rame simili: la CuATPasi di Menkes e la CuATPasi di Wilson[53]. La CuATPasi di Menkel viene espressa nei tessuti come i fibroblasti che danno origine alla pelle, i reni, la placenta, il cervello le viscere e il sistema vascolare; mentre la CuATPasi di Wilson viene espressa principalmente nel fegato, ma anche nelle ghiandole mammarie e in altri tessuti specializzati.

Morbo di Menkes [modifica]Il morbo di Menkes è una condizione genetica che porta alla carenza di rame: È stata descritta per prima dal dott. John Menkes nel 1962. É un difetto raro (1 su circa 200.000 nascite) che interessa soprattutto i maschi. Col morbo di Menkes il fegato non è in grado di assorbire il rame necessario per la sopravvivenza. La morte avviene prima dei 10 anni di età, sebbene molti pazienti hanno raggiunto l’adolescenza e i 20 anni.

La proteina prodotta dal gene di Menkes è responsabile del trasporto del rame attraverso la mucosa del tratto gastrointestinale e della barriera emato-encefalica[54][55]. Difetti nel gene che codifica la rame ATPasi fanno sì che il rame rimanga intrappolato nelle pareti dell’intestino tenue. Quindi il rame non può essere pompato fuori dalle cellule intestinali verso il sangue che lo porterà al fegato e successivamente al resto del corpo[56][57]. Il morbo causa dunque una grave carenza di rame nonostante una sua adeguata assunzione. I sintomi della malattia includono capelli e peluria depigmentata, ruvida e fragile, problemi neonatali, come l’incapacità di controllare la temperatura corporea, ritardo mentale, difetti allo scheletro e una crescita abnorme dei tessuti connettivi. I pazienti con il morbo di Menkes mostrano anomalie neurologiche, in apparenza dovute alla mancanza di enzimi dipendenti dal rame richiesti per lo sviluppo del cervello[58][59], come la ridotta attività della citocromo-c-ossidasi. L’aspetto dei capelli (depigmentati, ruvidi e fragili) è dovuto alla carenza di un cuproenzima non identificato. La ridotta attività della lisil-ossidasi crea una polimerizzazione difettosa del collagene e dell’elastina, con le corrispondenti anomalie dei tessuti connettivi, tra cui l’aneurisma all’aorta, cute lassa e fragilità ossea.

Il morbo di Wilson [modifica]Il morbo di Wilson è un raro disordine genetico (cromosoma 13) trasmesso in modo autosomico recessivo che causa un accumulo di rame nel fegato[60][61][62]. La malattia è ora trattabile. Il morbo di Wilson è dovuto a una mutazione di una proteina che trasporta il rame dal fegato alla bile per l’escrezione[63]: pertanto avviene una scarsa incorporazione del rame nella ceruloplasmina e una sua difettosa escrezione biliare. La mutazione danneggia le funzioni della CuATPasi di Wilson e produce un’accumulazione del metallo non solo nel fegato, ma anche nel cervello e in misura minore, nei reni, occhi e altri organi. Il morbo interessa circa 1 neonato/a su 30.000 e può presentare un quadro clinico evidente in ogni momento dall’infanzia all’età adulta: la manifestazione della malattia varia dai 3 ai 50 anni di età.

I primi sintomi includono disordini epatici, neurologici o psichiatrici e, più raramente, problemi renali, scheletrici o endocrini. La malattia progredisce con una crescente itterizia e lo sviluppo di encefalopatie, gravi anomalie nella coagulazione, occasionalmente intravascolari, e insufficienza renale. Un peculiare tipo di tremore alle estremità superiori, lentezza nei movimenti e cambiamenti comportamentali diventano manifesti; gli anelli di Kayser-Fleitscher (un anello marrone al bordo esterno dell’iride notato nel 90% dei pazienti), diventano evidenti non appena il rame comincia ad accumularsi nel fegato e a influenzare il sistema nervoso. Quasi sempre la morte arriva se la malattia non è curata; fortunatamente, l’identificazione della mutazione nel gene ATPasi di Wilson (alla base della maggior parte dei casi del morbo di Wilson) ha reso possibile una diagnosi attraverso un test sul DNA. Se diagnosticata e trattata in tempo, i pazienti con morbo di Wilson possono vivere a lungo.

Altre sindromi ereditarie [modifica]Altre malattie che sembrano legate ad alterazioni del metabolismo del rame includono la cirrosi infantile indiana (Indian, childhood cyrrhosis, ICC), l’Endemic Tyrolean copper toxicosis (ETIC) e la tossicosi idiopatica da rame (ICT, idiopathic copper cirrosi), nota anche come cirrosi infantile non-indiana. L’ICT è un disordine genetico riconosciuto agli inizi del ventesimo secolo nelle regioni del Tirolo (Austria) e nella regione di Pune (India ) ICC, ITC, ETIC sono malattie dell’infanzia che sono simili ineziologia e aspetto. Sembrano avere una componente genetica e un contributo da un'elevata assunzione di rame. L’ipotesi prevalente è che l’ICT sia dovuta ad un difetto genetico (che causa un difettoso metabolismo del rame) associato ad una elevata assunzione di rame, dovuta al riscaldamento e conservazione di latte in recipienti di ottone o da alte concentrazioni di rame nell’acqua. Tale ipotesi è supportata dalla frequenza di consanguineità nella maggior parte dei casi, assente in aree con elevate quantità di rame nell’acqua potabile e dove queste sindromi non accadono.

Salute di piante e animali [modifica]Oltre ad essere un nutriente essenziale per l’uomo, il rame è vitale per la salute di piante e animali e gioca un ruolo importante in agricoltura[64][65].
Piante [modifica]La concentrazione di rame nei suoli non è uniforme. In molte aree, i terreni hanno una concentrazione insufficiente di rame e spesso richiedono integrazioni di rame prima che la coltura, come i cereali, venga fatta crescere. La carenza di rame nel suolo è un problema per la produzione di cibo, poiché porta ad una diminuzione delle rese e della qualità del raccolto. Fertilizzantiazotati possono peggiorare la carenza di rame nei suoli. Il riso e il grano, i due più importanti cibi da raccolto del mondo, sono molto sensibili alla carenza di rame: lo stesso vale per altri importanti cibi tra cui agrumi, l’avena, gli spinaci e carote.

Altri cibi come le noci di cocco, la soia e gli asparagi non sono particolarmente sensibili alla carenza di rame.

La strategia più efficace per contrastare la carenza di rame è fornire rame sotto forma di sali, spesso come solfato. Fanghi sono spesso usati in qualche area per arricchire terreni agricoli con materiale organico e metalli in tracce, tra cui il rame.

Animali [modifica]Bovini ed ovini presentano segnali di una carenza di rame nel loro organismo. La lordosi è una malattia delle pecore associata alla carenza di rame e causa costi enormi per gli allevatori, soprattutto in Europa, Nord America e Paesi tropicali. Nei maiali, il rame ha dimostrato essere un notevole promotore della crescita.

Effetti sull'uomo e sull'ambiente: il VRA [modifica]Il rame esiste da sempre in natura, ma nel corso degli ultimi secoli si sono aggiunte emissioni “antropogeniche”, cioè dovute all’opera dell’uomo: basta pensare all’usura dei freni delle automobili e ai sali utilizzati in agricoltura. È stato necessario valutare se questi apporti possono comportare pericoli per l’uomo e l’ambiente: per questo nel 2000 l’industria europea del rame ha iniziato una procedura volontaria di valutazione del rischio (Voluntary Risk Assessment, V.R.A.[66][67][68]) legata alla produzione e all’utilizzo del rame metallico, delle polveri di rame e di quattro suoi composti.

L’intero processo di valutazione è stato concordato con l’Istituto Superiore di Sanità, essendo l’Italia il paese incaricato della revisione per conto della Commissione Europea e degli Stati Membri dell’Unione. Nel 2008 il dossier VRA è stato infatti approvato dal Technical Committee for New and Existing Substances (TCNES) della Commissione Europea; lo Scientific Committee on Health and Environmental Risk (SCHER) della Commissione Europea ha svolto una valutazione finale ed ha ulteriormente approvato le conclusioni sulla caratterizzazioni dei rischi per l’ambiente e la salute umana. La VRA copre gli aspetti della produzione, utilizzo e fine vita del rame e mostra che il quadro legislativo vigente garantisce in generale l’ambiente, la salute degli addetti all’industria e la popolazione europea.

Le principali conclusioni raggiunte dalla Commissione Europea e dagli esperti degli Stati Membri sono le seguenti[69][70][71]:
■l’utilizzo dei prodotti di rame risulta, in generale, sicuro per l’ambiente e per la salute dei cittadini dell’Europa.
■il valore soglia perché si verifichino effetti acuti è di 4.0 mg/l di rame nell’acqua potabile, mentre il livello cui il grande pubblico è in generale esposto risulta di 0.7 mg/l. Ciò è coerente con il livello guida del rame di 2.0 mg/l, stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
■per gli adulti, l’assunzione minima giornaliera di rame attraverso la dieta è di 1 mg, con una soglia massima di 11 mg. L’assunzione media reale si colloca tra 0.6 e 2 mg, suggerendo così che un aspetto problematico possa essere quello di una carenza.
■in Europa i livelli di sicurezza per la presenza del rame nelle acque dolci e marine sono rispettivamente di 7.8 e 2.6 μg/l. Il livello di sicurezza per la presenza del rame nel suolo è di 79 mg/kg di peso secco. I livelli di sicurezza nei sedimenti delle acque dolci, di estuario e marine sono rispettivamente di 87, 144 e 338 mg di Cu per kg di peso secco. I livelli di rame effettivamente misurati in Europa nelle acque, nei sedimenti e nei suoli risultano generalmente molto al di sotto di queste soglie di sicurezza.
■rischi ambientali sono possibili nel 14% dei siti industriali, laddove i trattamenti in loco delle acque sono insufficienti o dove gli effluenti nell’acqua presentano un basso livello di diluizione.
■rischi professionali per la salute sono possibili in alcuni siti industriali, specialmente per i lavoratori occupati nella produzione di composti chimici e polveri di rame.
■il rame non è un materiale CMR (cancerogeno, mutageno, dannoso per la riproduzione) o PBT (persistente, bio-accumulante, tossico).

Note [modifica]1.^ Ward, E. M., Keen, C.L., McArdle H.L. “A review: the impact of copper on human health”
2.^ Hart, E. B., Steenbock, H., and Waddell, J. 1928. Iron nutrition. VII: Copper is a supplement to iron for hemoglobin building in the rat. J. Biol. Chem. 77:797–812.
3.^ Ralph, A., and McArdle, H. J. 2001. Copper metabolism and requirements in the pregnant mother, her fetus, and children. New York: International Copper Association
4.^ http://copperinfo.com/health/pregnancy.html.
5.^ Stern, Bonnie R. et al., 2007, Copper and Human Health: Biochemistry, Genetics, And Strategies For Modeling Dose-Response Relationships, Journal of Toxicology and Environmental Health, Part B, 10:157–222
6.^ Stern, Bonnie R., Essentiality and Toxicity In Copper Health Risk Assessment: Overview, Update And Regulatory Considerations, 2010, Journal of Toxicology and Environmental Health, Part A, 73:114–127.
7.^ A. Mikolay, S. Huggett, L. Tikana, G. Grass, J. Braun, D. H. Nies: “Survival of Bacteria on Metallic Copper Surfaces in a Hospital Trial” (Appl Microbiol Biotechnol, (2010) 87:1875-1879)
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9.^ Stern, Bonnie R., Essentiality and Toxicity In Copper Health Risk Assessment: Overview, Update And Regulatory Considerations, 2010, Journal of Toxicology and Environmental Health, Part A, 73:114–127
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Rame
Eccesso
Un eccesso produce accumulo nel fegato e conseguente tossicità, insufficienza e cirrosi epatica. Comporta anche irregolarità nelle mestruazioni, perdita di capelli e insonnia. Abbassa la quota di zinco presente nell'organismo.