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sabato 25 febbraio 2012

I marò italiani, l'India, i gay e l'ANSA che spara notizie soffuse...

Misteriosi riti in India...


Innanzitutto una premessa: per “notizia” non è da intendersi un fatto importante, un avvenimento degno di attenzione, un evento che in base a parametri oggettivi risulti d’interesse per l’intera comunità. No, si tratta quasi sempre (e mi pongo seri dubbi sul “quasi”) di questioni estremamente marginali ma artificialmente sopravvalutate o stravolte, quando non sono addirittura inventate di sana pianta; di “uscite del giorno” per fini che sono regolarmente diversi da quelli che sembrano in apparenza, inimmaginabili dalla maggior parte dei lettori, ma a tutto beneficio di precisi ed inconfessabili interessi, anche se ogni volta si cerca di coinvolgere emotivamente i boccaloni che danno credito ai media.

Accade così che apri il sito dell’Ansa e scopri una “notizia” di questo tipo: India: Ministero interno contro gay. Premesso che tutta questa simpatia per i “gay” viene ostentata (da chi ha un ruolo di “responsabilità”, intendiamoci) solo nel cosiddetto “Occidente” per motivi che nulla hanno a che fare con il “rispetto”, la “tolleranza” eccetera, la cosa evidente, con una “notizia” del genere (cioè una non-notizia), è l’incoraggiamento presso il pubblico italiano di sentimenti ostili verso l’India, gli indiani e il loro governo. Questo, naturalmente, può avvenire solo presso un certo pubblico, quello per il quale non si è mai abbastanza “moderni”, “avanti”, e che si lamenta in continuazione di cose che stanno solo nelle sue fantasie (“la dittatura della Chiesa”, ad esempio) e che sogna di trasformare il mondo intero in una specie di “Amsterdam”, “senza tabù e restrizioni”.

Ma basta fare il classico due più due per mettere insieme la suddetta non-notizia con l’altra, sempre riguardante l’India, che sta mettendo in grave imbarazzo il “nostro” governo (il virgolettato è d’obbligo). Stiamo parlando dei due marò italiani messi in stato di fermo dalle autorità indiane: una vicenda che ancora ai tempi della vituperata “Prima Repubblica” – quella del “mostro” Craxi, per intenderci - sarebbe stata impensabile… Ma oggi, questa colonia della Nato, della BCE e di qualsiasi altro predone camuffato da “salvatore della patria” chiamata Italia, per compiacere i padroni – pardon, i “Badroni” - s’è imbarcata in cose più grosse di lei, che non può controllare, rischiando di mettere in moto conseguenze inimmaginabili ed ingestibili. Siamo all’autolesionismo totale, eppure si va avanti su questa china, fino allo schianto finale, cioè l’estremo tentativo di questo “Occidente” di rimandare apparentemente il suo fallimento (morale e materiale) per mezzo di una guerra mondiale che cerca di aizzare in ogni modo.

Dunque il giochetto è chiaro: attraverso i media-pappagallo (e mi scuso con i pappagalli veri) si dipinge l’India come un covo di “intolleranti” perché va ringalluzzito il sentimento “nazionalistico” offeso (noto già da alcuni messaggi su internet che alcuni “patrioti di destra” sono già, da bravi cani di Pavlov, con le bave alla bocca)… E non mi sorprenderei se in questi giorni venissero commissionati, su tv e giornali, “approfondimenti” sulla “cultura indiana” mirati a far inorridire il pubblico: scommettiamo che il fermo dei due militari italiani si prolungherà ci stresseranno a non finire con la “crudeltà del sistema della caste”, le “vedove che si gettano nel fuoco” eccetera?

Ma il vero problema – per chi sa andare oltre queste pinzillacchere - è che l’India s’è messa dalla parte del “no” già espresso da Russia e Cina sull’ipotesi d’intervento in Siria, sulla quale quotidianamente vengono raccontati fiumi di menzogne (è fresca fresca la notizia di agenti francesi catturati dalle autorità di Damasco: che facevano in Siria, anche loro “manifestavano pacificamente”?).

Povera Italia! Prima ci siamo imbarcati nella scellerata campagna di aggressioni occidentali per “l’esportazione della democrazia”, per “combattere il terrorismo” ed altre favole (le “missioni di pace”); poi, un po’ per volta, ci siamo finiti sempre di più fino al collo, coi nostri militari che guarda un po’ muoiono in Afghanistan solo per “incidenti automobilistici”, ed ora addirittura vengono messi alla berlina in mondovisione, col sentimento anti-italiano che oramai va montando nel mondo né più né meno come quello anti-americano… E pensare che ancora negli anni Novanta potevi andare in giro, in tutto il mondo islamico e non solo, come “italiano” ed ottenere dimostrazioni di simpatia ovunque! Chi dobbiamo ringraziare per questa caduta a picco anche della nostra considerazione?

Sembra che ci siamo avvitati in una spirale senza via di ritorno, ammanettati mani e piedi alle “imprese dell’Occidente”, e hai voglia te a spiegare che “l’Islam è vario e complesso”, che “l’India ha una cultura millenaria”, che “la Cina è un deposito di saggezza” eccetera: no, c’è sempre questa insopportabile insolenza e perfidia dei media a rovinare completamente il lavoro di chi cerca, in mezzo a questo mare di menzogne, di far ragionare un po’, di far capire che il mondo non finisce dove arriva il proprio limitato ‘orizzonte occidentale’.

E così, quando invece un’Italia libera, indipendente e sovrana, “faro del Mediterraneo” (questa è la sua unica funzione sensata), potrebbe operare ben diversamente, ad ogni livello, se solo esistessero uomini degni di tal nome e non degli scendiletto, oggi siamo ridotti a questi mezzucci, a queste uscite patetiche come quella di dare dell’”intollerante”, del “nemico dei gay” al Ministro dell’Interno di una nazione così importante e dalla millenaria civiltà come l’India, con la sua storia e la sua spiritualità, nemmeno si trattasse di un’accozzaglia di “selvaggi”.

In questo scadimento, in questa volgarità che utilizza ogni meschino espediente per darsi l’illusione di essere sempre i “primi della classe”, “avanti” rispetto al resto del mondo che è rimasto “indietro”, quale differenza sostanziale c’è rispetto all’epoca del colonialismo ottocentesco, quello in cui le trombe del Progresso incitavano a sottomettere “popoli retrogradi”, rimasti “indietro”, sia materialmente che “moralmente”?

Enrico Galoppini

(Fonte: http://europeanphoenix.net/)

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