lunedì 6 febbraio 2012

Forse non e' tutto oro quello che riluce...in Bhutan.

Dal corrispondente, di Viverealtrimenti, Oscar Salvador

Prendendo spunto da un articolo apparso nell’inserto domenicale del The Kathmandu Post “Free the Words” (Libera le parole) del 15 Gennaio, cogliamo l’occasione per trattare del Bhutan, muniti di dati probabilmente accurati.
L’articolo tratta in particolare del recente bando nazionale dei prodotti del tabacco ed è stato scritto da tal Vidhyapati Mishra, Manager della Società dei Media del Bhutan a Kathmandu, del quale nulla sappiamo, ma ci fidiamo abbastanza della sua imparzialità data la carica coperta, seppur non sia difficile notare una decisa e forse giustificata vena critica.
Il titolo dell’articolo era: Bhutan’s tobacco politics; If the trends continues, Bhutan will label thousands of its own citizens as “tobacco criminals” (La politica del tabacco del Bhutan; Se il trend continua, il Bhutan etichetterà migliaia dei suoi abitanti come “criminali del tabacco”).
Al pari di altre nazioni, esistono certe realtà e miti che fanno del Bhutan un paese unico al Mondo.
Per prima cosa, è l’unica nazione che proclama di essere la più felice, promuovendo il concetto di felicità nazionale lorda e facendo pagare 250 US$ al giorno ad ogni turista straniero.
La seconda caratteristica del Bhutan è l’essere conosciuto per aver forzato all’esilio circa un terzo della sua popolazione (accampata in agghiaccianti campi profughi in Nepal e India n.d.r.), applicando varie tattiche, tra cui la legge marziale.
Terza caratteristica, molti considerano il Bhutan come il paese con le più rigide leggi contro il tabacco.
Al momento, questo regno himalayano sta ipotizzando degli emendamenti per riconsiderare il pacchetto di leggi, riconoscendo le accuse della popolazione verso il governo del Primo Ministro Jigmi Y Thinley di aver affrettato l’approvazione e l’implementazione delle leggi per poter formalizzare il Bhutan come “nazione non fumatrice”.
Il divieto nazionale di commerciare e produrre il tabacco e i suoi derivati venne annunciato nel 2004, seppur permetta l’importazione di una limitata quantità per uso personale, pagando tasse fino al 200%.
Due anni dopo la promulgazione della prima Costituzione del paese (avvenuta il 18 Luglio 2008) che pone il 31enne monarca laureato a Oxford al di sopra di essa, il parlamento bhutanese ha passato e promosso il pacchetto di leggi contro il fumo che è entrato quindi in vigore a Gennaio del 2010.
Il primo cosiddetto governo democratico era interessato a far passare le leggi per guadagnare popolarità e non si è preoccupato di studiare i pro e i contro.
Questo è diventato evidente quando un certo Sonam Tshering, un monaco di un antico monastero, è diventato la prima vittima del bando.
Le forze dell’ordine lo hanno arrestato in un posto di blocco e lo hanno denunciato per il possesso di 120 Nu (ngultrum la valuta butanese), pari a circa a 2 euro, di tabacco da masticazione comprato in India.
La legge sul controllo del tabacco stabilisce che coloro i quali vendono prodotti del tabacco sono soggetti a pene da 1 a 3 anni, mentre contrabbandarli nel paese è un crimine punibile con pene dai 3 ai 5 anni.
Il limite legale è di un massimo di 200 sigarette, o bidi, o 30 sigari, o 150 grammi di tabacco di altro tipo al mese; da cui se ne deduce che l’acquistare più di un prodotto al mese è illegale e quindi perseguibile.
Quando la Corte Suprema di Thimphu ha condannato il monaco Thsering a Marzo dello scorso anno, a 3 anni di prigione per aver infranto la legge contro il tabacco, il verdetto della Corte ha ricevuto numerose critiche ed anche il leader dell’opposizione Togbay ha descritto la sentenza come draconiana.
È interessante notare che il giudizio stabilisce che il colpevole monaco al momento dell’arresto era sprovvisto di ricevuta, ma allo stesso tempo non è stato confermato se la quantità era entro i limiti massimi.
La vittima si è dichiarata innocente affermando che non era a conoscenza dell’adozione delle nuove leggi e certamente l’argomento è plausibile visto quanto sono confinati i monasteri, dove i monaci sia studenti che insegnanti, non hanno quasi nessun accesso ai media.
L’episodio ha attirato anche l’attenzione internazionale dato che la cosiddetta Corte Suprema, priva di un background guiridico, ha inflitto una pena severa contro un monaco, i quali nei paesi buddisti godono di notevole rispetto.
Quando il colpevole ha scoperto la nuova legge, era già chiuso in prigione.
In aggiunta a questo, i suoi familiari e gli amici che hanno potuto visitarlo lo hanno trovato in condizioni patetiche: completamente spaventato e ammanettato come un pericoloso criminale.
Secondo alcuni analisti legali, l’adottare qualunque legge contro la libertà personale sicuramente rovinerà l’immagine “democratica” del Bhutan.
Attualmente più di 2.600 butanesi, sia all’interno del paese che all’estero, stanno promuovendo una campagna su Facebook contro tali manovre, chiedendo un emendamento alle leggi contro il tabacco e l’amnistia per coloro che sono stati incarcerati o sono in attesa di giudizio.
Il Primo Ministro Thinley però ha ripetutamente accusato il gruppo di fomentare la popolazione a compiere delle manifestazioni di protesta (a quanto pare una libertà che il “democraticissimo” Bhutan non prende neppure in considerazione n.d.r.).
Sebbene abbia almeno ammesso che siano state utilizzate alcune “scappatoie” durante l’approvazione della legge, passata in Parlamento col 92% dei voti; e basandosi sulla sua assicurazione di spingere per una rettifica, la sessione invernale del Parlamento inziata i primi di Gennaio, ha dato la priorità all’emendamento sulle leggi anti-tabacco come urgente.
In un periodo in cui i governanti stavano sognando di fare del Bhutan l’unica nazione al Mondo con consumo zero di tabacco, nel frattempo i suoi prodotti stanno già diventando i migliori affari al mercato nero.
Il governo afferma di aver mobilitato e sensibilizzato tutte le unità amministrative dello stato affinché rendano effettive le leggi, ma non può scappare alle critiche che gli vengono mosse: queste leggi, infatti, non vengono applicate nei confronti di burocrati, ministri, forze dell’ordine e diplomatici stranieri in quanto i loro veicoli non vengono fermati durante i posti di blocco.
In media in Bhutan vengono riportati almeno 5 casi al mese di violazione delle leggi contro il tabacco; da quando la legge è entrata in vigore a Gennaio dell’anno scorso, in tutto 59 persone,compresi 3 non-butanesi, sono stati accusati di possedere, vendere e contrabbandare prodotti del tabacco; di questi 10 sono già stati condannati di contrabbando e imprigionati.
Se il trend continuasse anche dopo l’emendamento delle leggi esistenti, il Bhutan etichetterà migliaia dei suoi abitanti come “criminali del tabacco”, stabilendo un altro record unico al Mondo.
Nel frattempo il paese avrà già spedito un alto numero di cittadini in prigione per almeno 1 anno e fino a 5.

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