Coro festivo e storia del re giorgetto e di un professorino che vien dalla montagna...

re giorgetto ed il professorello


>"Un mazzolin di fori, che vien dalla montagna... E bada ben che nun si lagna... che lo voglio regalar, lo voglio regalare perchè è bel foretto, lo voglio dare al mio capetto questa sera quando vien..." (Saul Arpino)


Il popolo è soprano... pardon sovrano. Ma quanto soprano? Di fronte o di dietro?

Come possiamo costatare nel lessico Quiriniano, il "sovrano" ha preso un altro significato che tradotto nel linguaggio volgare vuol dire un popolo che non conta nulla, un popolo di m….da, dal quale si può mungere all’infinito.

I fatti, un professorello nominato duce da Re Giorgetto, non riporta al popolo le azioni devastanti del suo incerto sapere, ma vola a Bruxelles e poi a Parigi, e la Merkel non vuol più saperne di parole e continue promesse sulle torbide manovre delle prossime sconfitte inflitte allo Stivale dai sedicenti Guru delle tre carte e dice: arrangiatevi, pagate i debiti.

Arrivato a Bruxelles, il professorello con tanto sorriso gratuito: Vi ho portato buone notizie, vedete come sono bravo, li sto spelando un po’ alla volta con il pieno appoggio di tutti i Partiti, Sindacati, e persino dei Santi. Vi assicuro che fra tre mesi li porterò in coda al Burgundy o al Burkina Fasso, contate su di me.

Mi auguro che in Europa lo ricevano degnamente il nostro professerello, perché per quanto sia difficoltoso il suo compito, è pur sempre un Italiano proveniente dalle alpi o dai monti, e non certamente da Scampia, degno di una bella bottiglia di Champagne di marca, per festeggiare i suoi successi insuccessi. Come finirà? Tutti quelli che leggono giornalmente sulle sfere di cristallo, si sono arresi perché vedono un grande buio.

Non è necessario essere Economisti per accorgersi che il Paese sta andando di male in peggio, mentre i Partiti Politici che lo acclamavano per le sue strombazzate esperienze Bocconiane, sono tutti attenti a seguirlo in attesa del momento più opportuno per la spallata di congedo, non curanti che nel frattempo l’acqua degli Italiani è arrivata alla gola e la pazienza oltre i capelli.

Il primo canto di Dante nella Divina Commedia casca a pennello per il professorello e per i nostri Politici i quali hanno perso la corretta via nella selva oscura e selvaggia della Politica, con le braghe sempre bagnate dalla paura, seguiti da una miriade di guardie del corpo, con il pensiero fisso di non rivedere il sorgere del sole del giorno dopo, o perdere i privilegi e non poter mettere insieme il pranzo con la cena oltre il 15 del mese, come accade ad un terzo degli Italiani.

Da quello che si può notare, la realtà fiabesca ha superato Ali Babà con i quaranta ladroni dove i ladroni si sono moltiplicati organizzandosi in una specie di Democrazia all’Italiana, sfruttando ogni possibilità che può creare benessere per la Casta di galantuomini e malfattori tutti in Politica.

Il paese ormai ridotto all’osso, si fa importante delle meraviglie artistiche e letterarie create dalla capacità dei nostri Avi.

“Addio/ monti sorgenti dall’acque- ed elevati al cielo/ cime inuguali/ note a chi è cresciuto tra voi/ e impresse nella sua mente/ non meno che l’aspetto de’ suoi familiari/ torrenti- de’ quali si distingue lo scroscio/ come il suono delle voci domestiche/ ville sparse e biancheggianti sul pendìo/ come branchi di pecore pascenti/ addio!/ Quanto è tristo il passo di chi/ cresciuto tra voi/ se ne allontana!/ tornando ricco/ o più povero/a’ suoi monti”. (Manzoni – I Promessi Sposi)Re Giorgetto invece continua ad assicurare i creditori, siamo solvibili. Nel peggiore dei casi faremo intervenire i carri armati per svuotare le tasche agli Italiani.

A me hanno già rubato la casa come ad altre migliaia di famiglie.
In questo momento servirebbe l’armata Brancaleone.
Uno straniero mi ha chiesto quale fosse l’ultimo capolavoro Italiano dei tempi moderni?

Gli risposi: da Re Giorgetto, il Cavaliere, gli imbrogli della Politica, il ponte virtuale sullo Stretto di Messina.

Anthony Ceresa