Luogo di sosta - Foto di Gustavo Piccinini
La linea B1 della metropolitana di Roma presenta diversi aspetti poco chiari, evidenziati nel documento con le osservazioni dei Comitati di Quartiere interessati dal prolungamento di tale linea e presentato nello scorso mese di Ottobre all’Amministrazione capitolina.
Tale documento suscita molto interesse in chi, come me, ha trascorso la maggior parte della vita lavorativa operando nel settore delle metropolitane. A ben vedere susciterebbe però interesse in tutti i cittadini romani, se ne fossero informati. Tale documento evidenzia infatti alcune questioni molto importanti, che non riguardano solamente il progetto del prolungamento, ma anche la tratta in corso di realizzazione.
Come viene richiamato in apertura, “Il prolungamento di una linea di metropolitana presenta le stesse peculiarità della sopraelevazione di un edificio, la cui progettazione richiede una doverosa preventiva verifica dell’infrastruttura sulla quale va a poggiare. Pertanto, prima di formulare le osservazioni sulla Tratta Jonio-Bufalotta, occorre effettuare un esame della Tratta Bologna-Jonio”.
Come vedete, il documento si presenta come un avvincente romanzo. Ne consiglio perciò a tutti una lettura molto attenta.
Tra le altre cose vi si apprende che la AVCP (Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture) ha sollevato diverse eccezioni sulle procedure seguite nella realizzazione.
Configurandosi l’opera come un “appalto integrato”, le condizioni di gara della tratta Bologna-Conca d’Oro costituivano aspetti strettamente vincolanti e le tipologie strutturali delle stazioni, molto particolari ed ardite (aspetti qualificanti del progetto definitivo posto a base di gara), non avrebbero potuto in alcun modo essere modificate.
In particolare il progetto definitivo prevedeva la realizzazione delle stazioni Gondar e Annibaliano con tipologia di stazioni profonde a “volta attiva” e la stazione Nomentana con tipologia ad “arco cellulare”.
In sede di redazione del progetto esecutivo l’appaltatore ha invece proposto l’esecuzione delle stazioni Gondar e Annibaliano con scavo a cielo aperto, tra paratie, mentre la stazione Nomentana è stata addirittura eliminata.
Per il profano può sembrare una questione di lana caprina il fatto che “l’impresa partecipante avrebbe dovuto obiettare preventivamente che il progetto posto a base dell’appalto era sbagliato e che, in alternativa, avrebbe potuto solamente farlo proprio, assumendosene tutte le responsabilità ed eventualmente far intervenire delle varianti in corso d’opera per motivi imprevisti ed imprevedibili”.
In realtà, secondo quanto rivela il documento succitato, sembra che con le pesantissime varianti effettuate l’impresa avrebbe stravolto il progetto ad evidente proprio vantaggio, ottenendo cospicui risparmi nei costi di realizzazione, sicuramente ben superiori a quelli, irrisori, poi ripartiti al 50% tra l’impresa stessa e l’Amministrazione.
Per quanto concerne poi la tratta Conca d’Oro-Jonio, la AVCP ha ritenuto di doversi esprimere anche in merito all’affidamento dei suoi lavori, eccependo che la stazione appaltante ha assegnato alla stessa impresa sia la progettazione definitiva che quella esecutiva che la realizzazione dei lavori.
Forse ai lettori può sembrare poco comprensibile la considerazione riportata nel documento con le osservazioni dei Comitati, secondo la quale “l’affidamento con procedura negoziata della progettazione definitiva, di quella esecutiva e della realizzazione dei lavori non trova supporto giuridico nell’ordinamento nazionale, che finalizza la distinzione tra il soggetto incaricato dell’attività progettuale da quello affidatario della realizzazione delle opere, con netta separazione delle due attività,”, ma è sicuramente molto chiara la sua prosecuzione: “a garanzia dei principi di trasparenza, economicità e libera concorrenza (principi che, evidentemente, in questo caso non sono stati garantiti).
Il documento dei Comitati di Quartiere evidenzia inoltre che già nel mese di Marzo di questo anno la AVCP aveva chiesto sia al Sindaco del Comune di Roma che alla stazione appaltante Roma Metropolitane di comunicare "nel termine di 30 giorni" eventuali valutazioni di loro competenza.
Giacché sempre a detta di quel documento tale comunicazione non sarebbe avvenuta, ho ritenuto di dovere interpellare sia il Sindaco Alemanno che Roma Metropolitane.
Il Sindaco non mi ha ancora risposto. Roma Metropolitane, invece, mi ha comunicato di avere inviato regolarmente le sue risposte entro tutte le scadenze successivamente fissate dalla AVCP, informando puntualmente l'Amministrazione Capitolina. A seguito di tale comunicazione ho perciò chiesto alla AVCP di rimettermi, ai sensi della Legge sulla Trasparenza degli Atti Amministrativi, le risposte alle quali Roma Metropolitane ha fatto riferimento. Al momento non ricevo però alcuna risposta neanche dalla AVCP.
Sia il Portale eur.roma.it che il Portale noiroma.it si sono offerti di pubblicare i documenti eventualmente forniti dalla stessa roma Metropolitane. Ma sarebbe bello anche se Roma Metropolitane scegliesse le pagine di questo giornale per rendere pubbliche le sue risposte.
Sarebbe una bella lezione di trasparenza. Si dimostrerebbe infatti che anche alle nostre latitudini la pubblica amministrazione non ha nulla da nascondere.
Paolo Ercolani - percola@yahoo.it
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