"Incidente stradale, con investimento sulle strisce pedonali"
Presentato dall’ACI e ISTAT, nella sede dell’ISTAT (è la prima volta), l’annuale “Rapporto sull’incidentalità stradale in Italia nel 2010”.
Fallito dall’Italia l’obiettivo della CE di ridurre del 50% i morti del 2001. Tanto ottimismo ma persiste la strage. La voce dei Pedoni di Camminacittà - Federazione italiana delle associazioni di Pedoni.
* * * * *Quel costo, pari al 2 % di PNL, prodotto dalle oltre 40.000 persone morte sulle strade europee nell’anno 2000, e la volontà di salvare la vita umana, costrinsero la Commissione Europea a 27 Stati a produrre (e presentare il 12.09.2001) il “Libro bianco: “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre, entro il 2010, del 50% il numero delle persone morte sulle strade nel 2001, la Commissione propose, per il periodo 2002./.2010: “un nuovo programma d'azione (sulla sicurezza stradale); - armonizzare le sanzioni, la segnaletica ed i tassi di alcoolemia; - introdurre nuove tecnologie, come la patente di guida elettronica, i limitatori di velocità per le automobili ed i sistemi di trasporti intelligenti nel quadro della e-Europa. In questo contesto, i progressi in corso mirano a proteggere gli occupanti dei veicoli, rafforzare la protezione dei pedoni e dei ciclisti e migliorare la gestione della velocità.”
L’Italia da 7.096 persone morte doveva centrare l’obiettivo di 3.543 persone morte; invece, si è fermata a 4.090, cioè al 42,4% (al disotto della media UE di 42,8%); al 14° posto (su 27). Perchè, all’Italia è mancato un programma d’azione; è mancata la linea guida; è mancato il coraggio di “aggredire” l’Impresa della Insicurezza stradale che fattura, ogni anno, circa 35 miliardi di euro (di costo sociale presunto); si rifiuta di abbandonare la errata cultura della “spesa” per le la sicurezza stradale” ed acquisire e praticare la giusta cultura dell’”investimento per la sicurezza stradale”. “Ma il risultato – ha commentato il presidente dell'Automobile Club d'Italia, Enrico Gelpi – è comunque importante, perché sono state salvate 14.500 vite umane sulle strade italiane e risparmiati quasi 25 miliardi di euro in costi sociali. Investire in sicurezza e in formazione non rappresenta una perdita secca per nessuno: ogni euro speso in sicurezza stradale – ha continuato Gelpi – ne frutta 20 di risparmi ed è possibile evitare 1 incidente mortale su 3".
«Bastava, per esempio, programmare l’azione della riduzione della “quota fissa annuale” – sostiene il presidente di Camminacittà, Federazione italiana diritti dei Pedoni e salvaguardia dell’ambiente, Vito De Russis – per centrare l’obiettivo del meno 50% e, con questo, salvare altre 14.439 vite umane e risparmiare altri (quasi) 25 miliardi di euro in costi sociali »La voce dei pedoni ha richiamato l’attenzione sul salto di percentuale degli anni 2003 e 2004, registrato a seguito della introduzione della patente a punti, nonchè i controlli alcoolemici, casco e cintura di sicurezza; e sul salto di percentuale degli anni 2008 e 2009, registrato a seguito della riduzione del consumo di carburante (meno 20% nel 2009, secondo i petrolieri) derivante dalla crisi finanziaria mondiale. Per il resto del periodo, le limitate diminuzioni di morti non hanno trovata alcuna giustificazione se non quella della casualità.
«Siamo tutti pedoni, al 100% – conclude De Russis – e, per noi la mobilità è l’essenza della vita: la strada è un bene comune; e l’uso disuguale di questo bene comune ci porta ad essere considerati e trattati come “soggetti deboli” della strada.» Mentre ricordiamo che non è in crisi l’Impresa della Insicurezza stradale perchè la strage stradale continua al ritmo di 579 incidenti stradali al giorno che provocano la morte di 11 persone e il ferimento di altre 829 persone (tra queste ultime crescono i veri e reali “invalidi”) e sta per trascorrere il primo anno del periodo 2011 – 2020 per il quale la Commissione Europea ha stabilito l’obiettivo della riduzione del 50% dei morti del 2010.Avvertiamo il dovere di informare che nei 13 Stati piazzati avanti all’Italia ci sono la Lettonia e l’Estonia (hanno fatto registrare la riduzione maggiore: - 60,9% e -60,8%), la Spagna (-55,2%), la Francia (- 51,1%), la Svezia (-49,9%), il Portogallo (-49,4%), l’Irlanda (-48,4%), la Germania (-47,7%), il Regno Unito (-46%), il Belgio (-43,5%). Sappiamo che, in Italia, i danni da traffico sono molto superiori a quelli di una guerra. 6 anni di guerra in Iraq, marzo 2003 - marzo 2009: in 2.190 giorni sono caduti 4.234 soldati USA.Un solo anno in Italia, 1 gennaio - 31 dicembre 2009: in 365 giorni sono cadute 4.237 persone. (Grazie al 20% in meno di vendita del carburante.)Sostiene la OMS che, in un anno, altrettante persone cadono per gli inquinamenti (aria e rumore).
Comunicato ACI-ISTAThttp://www.lestradedellinformazione.it/acm-on-line/Home/ServizidInformazione/Approfondimenti/articolo8510.html Morti dal 2001 al 2010http://europa.eu/legislation_summaries/environment/tackling_climate_change/l24007_it.htm
Uff. Stampa
Camminacittà
3393484370
Nessun commento:
Posta un commento