mercoledì 19 ottobre 2011

uscire dalla crisi.. piccoli accorgimenti e semplici mosse..

"Sirena che osserva il mare" - Dipinto di Franco Farina


IL PAESE CHE VORREI….

Se ne fossi capace, vorrei, in poche righe, dire da cosa comincerei se avessi il potere di cambiare le cose! E’ però davvero difficile perché ci sono troppe cose che non vanno in questo Paese! Ci provo. Per prima cosa mi guarderei intorno e scoprirei che esistono milioni di persone scontente che chiedono qualcosa…e cosa chiedono di così complicato? …forse, soltanto vivere dignitosamente nel Paese in cui qualcuno più in alto di noi ha deciso di farci nascere!

E’ semplice in fondo osservare cosa dovrebbe cambiare di questa realtà… cominciamo dai bisogni indispensabili: un tetto e un lavoro. Per la casa, basta osservarlo, ci sono tantissimi immobili vuoti e tantissime famiglie per strada… forse si potrebbe trovare un modo per far vivere queste persone in quelle case vuote…! Per il lavoro, distinguendo tra il lavoro che offre servizi e quello che produce beni, farei una riflessione: se volessi produrre servizi migliori di quelli attualmente disponibili, comincerei a riformare i più essenziali, che interessano le varie fasce di età: i bambini (la scuola ecc…), gli adulti (trasporti ecc…), gli anziani (assistenza per le malattie ecc…).

E cosa farei? Mi chiederei, o per lo meno rifletterei, su cosa possa veramente rendere quel servizio in grado di soddisfare le aspettative di chi ne dovrebbe usufruire! …e qui scopro che non dovrei cominciare a pensare ad una qualità superiore di servizio, ma semplicemente a “fornire” il servizio, dato che quasi sempre è carente se non addirittura assente!

Se volessi far ripartire il lavoro che produce beni, mi chiederei che cosa le gente comprerebbe (a parte i troppi prodotti alimentari nei supermercati), sempre se avesse i soldi per farlo, cosa che al momento è dubbia… Se ad esempio si decidesse di approvare una legge che promuove la musica in tutte le scuole esistenti, pubbliche e private, probabilmente tutti i settori che producono strumenti musicali avrebbero un gran lavoro e pertanto non dovrebbero licenziare più nessuno…. Giusto?

Un’altra legge, potrebbe promuovere moltissimi spettacoli nei teatri, con la conseguenza che il settore dei sarti e dei tessuti aumenterebbe la produzione, incrementando il lavoro a tutti gli artigiani chiamati a partecipare agli spettacoli (con tutto l’indotto che ne consegue…). E siccome gli spettacoli sono aumentati, mi accorgerei che gli spazi per rappresentarli risultano insufficienti… quindi penserei di recuperare gli edifici abbandonati (e ce ne sono veramente tanti), e anche in questo caso la ristrutturazione del patrimonio immobiliare dismesso avrebbe bisogno di molte mani e di molti operai, quindi di tanto lavoro per tanta gente… Se poi passiamo ai settori che urgono cambiamenti radicali perché le risorse fino ad ora disponibili sul pianeta sono in via di esaurimento, lì si aprirebbe una voragine di lavoro per tutti. Prendiamo soltanto il settore energetico.

Se tutti i veicoli attualmente in circolazione dovessero essere sostituiti da altri che viaggiano con tecnologie energetiche diverse dal passato, le fabbriche dovrebbero riaprire perché si dovrebbe far cambiare macchina a più di 40 milioni di italiani…. Certamente il lavoro non mancherebbe… Giusto?

Se poi entriamo in uno dei settori più attuali, come quello della comunicazione, ad esempio del cinema e della televisione, anche in questo caso basterebbe utilizzare questi strumenti per offrire al pubblico ciò di cui avrebbe veramente bisogno! La fiction, ad esempio, è un ottimo strumento per raccontare la Storia (tra l’altro rimane molto più impresso un film che un capitolo letto sul libro di scuola, fermo restando il valore dei libri che non dovrebbero mai mancare…). Ricordo che soltanto per trasmettere per mezz’ora la trasmissione serale “un posto al sole” su RAI3, lavorano più di 2000 persone, e non mi sembra poco!

Potrei continuare con 1000 altri esempi, e tutti confermerebbero che la carenza maggiore in questo Paese è la volontà di voler fare le cose! In fondo, basterebbe varare poche e semplici leggi che raccontano di un Paese finalmente libero da microinteressi, orientato verso l’Arte, la Cultura, la valorizzazione dei beni ambientali, lo spazio per i giovani e per la loro creatività, l’istruzione ecc… ecc…. ed automaticamente avremmo scritto le misure per la crescita economica…. Non credete?

Lidia

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