domenica 11 settembre 2011

Luca Bellincioni: "Proposta per un Parco Agricolo e Culturale della Sabina"

Vista del Monte Soratte dalla parte della Sabina

La Sabina ha conservato un paesaggio collinare di rara bellezza, fra i più suggestivi e caratteristici del Centro Italia, miracolosamente salvo da pesanti fenomeni di deterioramento, nonostante la vicinanza con la metropoli romana. Borghi, castelli, abbazie, eremi e conventi immersi in fresche vallate, montagne boscose e verdi colline punteggiate da piccole case per lo più rurali formano uno scenario composito di notevole valore estetico, storico e culturale, ove ai ben evidenti segni storici dell'incastellamento medievale (le rocche, i villaggi e i monasteri fortificati) si sommano quelli tipici della mezzadria (l’insediamento sparso). Straordinaria inoltre la produzione agricola locale, che dà vita ad un olio extravergine d’oliva fra i più pregiati al mondo, conosciuto sin dall’epoca romana ed insignito – primo fra tutti gli oli italiani – del marchio DOP (denominazione d’origine protetta).

L’immenso patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale della Sabina, tuttavia, non gode attualmente di una reale tutela né di un’adeguata politica di valorizzazione e promozione sul mercato agroalimentare e turistico, nazionale ed internazionale. Le amministrazioni locali hanno finora agito al di fuori di un progetto comune e condiviso, proponendo iniziative di sviluppo turistico episodiche o addirittura favorendo dinamiche economiche dannose e inconciliabili con le vocazioni del territorio.

Ne consegue che all’oggi la Sabina risulta, nel complesso, ancora lontana dagli standard qualitativi e produttivi delle aree più sviluppate in Italia in fatto di turismo culturale, ambientale ed enogastronomico. Il particolare caso della Sabina, e cioè di un'area dalle eccezionali possibilità turistiche, a pochi passi da uno dei bacini d'utenza più importanti d'Europa (Roma), eppure ancora sottosviluppata, ha indotto l’Autore - in collaborazione con l'Associazione Culturale Onlus <> - a concepire l’idea di un Parco Agricolo e Culturale della Sabina, finalizzato alla salvaguardia e allo sviluppo della società e della cultura sabina.

Il Parco doterebbe i Comuni nolo solo di una pianificazione dello sviluppo economico e urbanistico, evitando così ogni ulteriore consumo di terreni agricoli e ponendo le basi per un utilizzo più equilibrato e razionale del territorio, ma anche di consistenti risorse economiche per lo sviluppo locale. E non basta. La presenza stessa dell'Abbazia di Farfa, baluardo nell'Alto Medioevo della cultura cristiana e occidentale, basterebbe poi già da sé a giustificare un riconoscimento dell'intera sub-regione sabina quale "Patrimonio dell'Umanità", come accaduto per altre zone del nostro Paese. Il significato simbolico, storico, culturale ed artistico dell'Abbazia di Farfa, l'importanza estetica, storica e culturale del "paesaggio dell'incastellamento" e le origini antichissime della coltivazione dell'ulivo e del suo peculiare ambiente rurale potrebbero essere i cardini di questo riconoscimento.

Con l'istituzione di un Parco Agricolo e Culturale, e con l'ingresso della Sabina (o almeno di una porzione di territorio particolarmente pregiata) fra i siti Unesco, assisteremmo in pochi anni ad una svolta epocale per il futuro di questa terra, che, da depressa, spopolata e subordinata alla metropoli, diverrebbe fiorente, ambita e senz’altro più indipendente. Perché non provarci? Ogni sostegno a questo spazio, può essere un passo importante per la realizzazione del sogno di una nuova Sabina, di un modello di qualità della vita e di sviluppo sostenibile.

Luca Bellincioni

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